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SAPIENZA UNIVERSITA’ DI ROMA
FACOLTA’ DI FARMACIA E MEDICINA
CORSO DI LAUREA IN INFERMIERISTICA “W” – ASL LATINA
(Formia/Gaeta)
Presidente: Prof. Angelina DI CARLO
A.a. 2011/2012
Quando la ‘risoluzione’ non basta: la sindrome del burnout
nell’infermiere vittima di stalking
Relatore: Dott.ssa M. Antonietta L. Menichella
A B S T R A C T
Quando la ‘risoluzione’ non basta: la sindrome del burnout nell’infermiere
vittima di stalking tratta in primis il fenomeno dello stalking, definito come ‘una forma di
aggressione ripetuta ed insistente, finalizzata ad imporre contatti e/o comunicazioni
indesiderate, che spesso possono evolversi anche in modi particolarmente violenti.’
Esso infatti, considerato fino a qualche tempo fa un evento tipicamente
circoscritto al mondo delle celebrità e dello star system, è divenuto oggi un problema
sempre più frequente, che riguarda non solo l’ambiente domestico, ma anche l’ambito
lavorativo.
Nella prima parte dell’elaborato vengono descritti i comportamenti ed i profili
psicologici dello stalker e delle vittime, nonché gli studi svolti a livello internazionale che
hanno evidenziato come, negli ultimi anni, i casi di stalking si siano moltiplicati nei
confronti di coloro i quali svolgono le così dette helping professions come gli infermieri,
scatenando una serie di conseguenze fisiche, psicologiche e sociali di forte impatto.
Nella seconda parte viene analizzata la sindrome del burnout, il malessere
lavorativo per eccellenza della categoria infermieristica, che si manifesta attraverso fattori
concomitanti come l’esaurimento emotivo, la depersonalizzazione, e la realizzazione
professionale. Nonostante il Piano Sanitario Nazionale 2003-2005 l’abbia riconosciuto
come una “patologia da rischi emergenti” legata a fattori psico-sociali associati a stress,
resta ancora bassa la conoscenza che gli infermieri hanno delle sue cause e della relativa
sintomatologia: ciò li conduce verso un logoramento delle proprie capacità lavorative,
nonché ad una modificazione del rapporto con il paziente, specie se scaturito da una
alterazione della fase della risoluzione come inteso dal modello Peplau.
Nella terza parte vengono riportate le modifiche apportate al Codice Penale
italiano nel 2009, con il riconoscimento dello stalking come reato ed atto persecutorio per
mezzo dell’introduzione dell’articolo 612-bis, e le indagini, gli studi e le proposte di
prevenzione esposte per ‘non lasciare soli gli infermieri’, quali la sorveglianza
infermieristica e l’empowerment.
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In ultimo, alla luce dei risultati ottenuti dall’ampia analisi e revisione della
letteratura effettuata, viene affermato che lo stalking ed il burnout sono due fenomeni in
rapido aumento e strettamente correlati tra loro; per questo motivo viene messa in
evidenza la necessità dell’utilizzo di strumenti validati quali l’MBI e il MMPI nella
selezione dei candidati alla professione infermieristica, nonché un maggiore investimento
di iniziative a riguardo, sul piano preventivo, da parte del Servizio Sanitario Nazionale.
Laureanda: Centola Alessandra
Matricola: 1308729
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I N T R O D U Z I O N E
I can't believe it but I guess it's true
Have you got nothing else to do
You're sick in the head and obsessive too
I've had enough of you
You follow me around
And call me every night
Why can't you just fucking see
That it's not alright
Why are you stalking
Why are you stalking me …
(Funeral Dress, “Stalking”)
Non ho mai amato l’hardcore.
Non mi piace la musica sparata a trecento chilometri orari, lo scream eccessivo, e
quel suono rabbioso e distorto, lontano anni luce da qualunque forma di tecnica o
virtuosismo.
Per fortuna, non sono una persona che si limita alle apparenze, e so bene che una
canzone non è solo un incastro alquanto armonioso di note.
C’è anche un testo, sotto.
E a tal proposito, devo ammettere che essi, quelli dell’hardcore, hanno davvero
una marcia in più.
Niente frasi romantiche.
Niente tridente sole – cuore – amore.
Solo una spirale di parole dure e precise, pronte a raccontare di temi scottanti,
scomodi, a volte tanto scomodi da non riuscire ad avere la forza di arrivare in
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superficie, e per questo costretti ad annegare miseramente sotto il peso di un
banale tormentone estivo, o di una nuova ed allegra hit radiofonica.
Eppure ci sono.
Nascosti nel cono d’ombra di un genere considerato di nicchia, occultati da una
sterile etichetta bianca e nera dalla dicitura parental advisory.
E colpiscono.
Alle spalle, di soppiatto.
O allo stomaco, con quella morsa che non riesci in alcun modo a mandare via.
Un gancio micidiale, che ti manda al tappeto a poche riprese dalla fine di un
incontro.
Perché per affrontare certi temi, non occorrono le scorciatoie della lingua.
Per certi temi, bisogna andare dritti al punto.
E forse è proprio a questo che hanno pensato i Funeral Dress, gruppo punk
hardcore di origine belga, quando nel 2000 hanno dato alle stampe il loro ottavo
album in studio, dal provocatorio titolo Party Political Bullshit.
Perché non scrivere un pezzo che parli di un comportamento ossessivo e
pericoloso ?
Perché non scrivere di stalking ?
Ed ecco che, a distanza di dodici anni, mi ritrovo a rispolverare questa canzone
quasi come un vecchio trofeo abbandonato su uno scaffale, e scoprire, con un
leggero terrore che, nonostante i passi avanti, tutto è rimasto com’era, come quel
mucchio di parole urlate, tanto crude quanto attuali.
Un nuovo manifesto futurista.
Un poster dalle tinte cremisi sui muri pastello di tante giovani vite.
In base alla definizione data da Pathé e Mullen, lo stalking è inteso come
un ripetuto ed insistente tentativo di imporre contatti e/o comunicazioni
indesiderate, che talora possono evolversi in modi particolarmente violenti.
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Pathé M, Mullen PE. The impact of stalkers on their victim .Br J Psychiatry 1997 ; 170 : 12-17
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Spesso ha inizio con condotte ritenute ‘socialmente accettate’, per poi diventare
via via sempre più pressante e molesto.
Cominciano così le continue ed insistenti comunicazioni attraverso il telefono o la
posta, l’invio di SMS ed e-mail, messaggi lasciati sul parabrezza dell’auto o
addirittura alla porta di casa, appostamenti, “spionaggi”, recapiti di doni oppure
oggetti non voluti, ed ancora danni all’abitazione o ai beni della vittima.
Una serie di morbose attenzioni che possono però essere rivolte non solo al
singolo oggetto del desiderio, ma anche ai suoi familiari e ai suoi amici, facendoli
diventare così ‘vittime secondarie’
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Ma da dove ha origine tale forma di persecuzione ?
Possiamo dire che lo stalking ha iniziato a destare un certo interesse non solo
nell’opinione pubblica, ma anche da parte di studiosi di psicologia e sociologia, in
seguito ad una serie di eventi accaduti a cavallo degli anni ’80 nei confronti di
alcuni personaggi di spicco dello star system hollywoodiano, quando il termine
era ancora poco utilizzato, e i molestatori venivano bollati con appellativi come
pazzi, fanatici, o mitomani (vedi Mark David Chapman, l’assassino di John
Lennon).
Ricorderemo tutti il tentato assassinio dell’allora Presidente degli Stati Uniti
d’America Ronald Reagan per mano di John Hinckley Jr., fan poco più che
ventenne della celebre attrice premio Oscar Jodie Foster. Il 30 marzo 1981
Hinckley sparò all’uscita del Washington Hilton Hotel, ferendo gravemente il
Presidente ed altre quattro persone. Arrestato e processato, motivò il suo gesto
sostenendo che voleva solo attirare l’attenzione della Foster su di sé, un atto di
sfogo per essere stato dalla stessa ignorato in precedenza.
Questo è stato forse l’episodio più eclatante, ma non il più grave.
L’anno dopo un’altra giovane attrice americana, Theresa Saldana, riporta
l’attenzione sul fenomeno dopo essere miracolosamente sopravvissuta alle dieci
coltellate infertole da Arthur Richard Jackson, un suo ossessionato fan.
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Betsos IM, Muttillo G, Travaini GV. Lo stalking e l’infermiere. Inferm Og 2010; 47 (2) : 23-24
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Ma dobbiamo attendere il 1989 per avere una significativa svolta a riguardo, a
seguito purtroppo dell’ennesimo fatto di cronaca, conclusosi stavolta con la morte
di un’altra giovane promessa del cinema statunitense, Rebecca Schaeffer,
deceduta a ventidue anni per un colpo di pistola sparato a bruciapelo da un fan,
John Robert Bardo.
In seguito all’omicidio Shaeffer e al tentato omicidio Saldana, nello stato della
California venne emanata la prima legge anti stalking, e nel 1992 la
giurisprudenza americana demandò all’Attorney General, massima autorità
giudiziaria inquirente e requirente, di condurre ricerche attraverso il National
Institute of Justice allo scopo di sviluppare un modello legislativo applicabile alle
singole legislazioni degli stati membri
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Ma lo stalking non è solo roba da VIP.
Recenti studi epidemiologici hanno infatti dimostrato che, negli ultimi anni, questi
episodi avvengono con maggiore frequenza sempre più al di fuori del ristretto
mondo delle celebrità, per verificarsi invece all’interno di quella vasta area che è
la violenza domestica.
Non a caso, quello fra partner o ex partner è diventato lo stalking più diffuso. Ne
sono piene le pagine dei nuovi romanzi di tendenza, quelle di cronaca nera nei
quotidiani, e trasmissioni televisive come Amore Criminale.
Storie d’amore e di passione, storie di odio e di ossessione.
Storie malsane spacciate per buone, e finite in tragedia nel sangue delle morti
violente, una morte che non separa, ma unisce, perché è l’unico modo per
possedere l’altro.
Perché se non posso averti io, non ti avrà nessun altro.
Perché in questo modo, sarai mia per sempre.
Ma cosa succede quando le persecuzioni superano le barriere di case e famiglie,
ed arrivano ad introdursi nel luogo di lavoro ?
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Bartolini F. Lo stalking e gli atti persecutori nel diritto penale e civile. Piacenza : Casa Editrice La Tribuna,
2012.
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E se questo luogo fosse un ospedale, quello stesso posto apparentemente sicuro
che Ellen Pompeo, la dottoressa Meredith Grey del celebre medical drama
americano Grey’s Anatomy, definiva ‘il mio santuario’ nell’ultima puntata della
sesta stagione
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Il 27 ottobre 2010 il quotidiano nazionale La Repubblica sez. Milano
pubblica un interessante articolo dal titolo ‘Stalking in corsia, inchiesta tra medici
ed infermieri’, nel quale la giornalista Laura Asnaghi annuncia che da lì a breve il
Collegio IPASVI di Milano somministrerà un questionario di dieci pagine allo
scopo di condurre un’indagine conoscitiva finalizzata a far emergere il problema
delle molestie in corsia, che esiste, ma che spesso resta sommerso
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E’ triste constatare come il pensiero dell’Asnaghi rappresenti perfettamente la
reale conoscenza che si ha del fenomeno all’interno delle strutture ospedaliere.
Si ignora ancora infatti che non esiste solo lo stalking classico, cioè quello che
colpisce i personaggi famosi e i partner, ma c’è anche quello che vede come
vittime determinati professionisti della salute, quali medici ed infermieri.
C’è da dire che purtroppo, verso quest’ultimo, non sembra esserci lo stesso
interesse politico, mediatico e scientifico : non a caso, tutti gli studiosi che si sono
occupati del fenomeno concordano con l’affermare che lo stalking che colpisce gli
appartenenti alle professioni sanitarie sia il meno studiato, a dispetto della
particolare vulnerabilità di costoro in considerazione del tipo di occupazione.
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“
Per la maggior parte della gente l'ospedale è un posto che fa paura, un posto ostile, un posto dove accadono
cose brutte. La maggior parte della gente preferisce la chiesa, o la propria casa, ma io sono cresciuta qui.
Mentre mia madre faceva il giro delle visite ho imparato a leggere nella galleria di chirurgia, giocavo nell'
obitorio, disegnavo sulle vecchie cartelle del pronto soccorso... L'ospedale era la mia chiesa, la mia scuola, la
mia casa: l'ospedale era il mio posto sicuro, il mio santuario. Io amo stare qui.” (Grey’s Anatomy,
“Santuario”, sesta serie, episodio 23 )
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http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2010/10/27/stalking-in-corsia-inchiesta-tra-
medici-infermieri.html?ref=search