Introduzione
L‘obiettivo di questa tesi è quello di ricercare Lo sviluppo dei criteri metodologici
della teologia nella Chiesa cattolica indicati dai documenti della Commissione Teologica
Internazionale a partire dall‘ultimo documento che è stato pubblicato dalla CTI nel 2012
1
. Per
cui tutto il lavoro si rivolgerà per la maggior parte a questo. Ma poiché tale documento
richiama al suo interno nell‘ambito della premessa, altri tre documenti della stessa CTI
2
, che
già trattano l‘aspetto del compito teologico, noi seguiremo questa indicazione individuando i
punti qualificanti per costruire, in progresso, i punti di sviluppo dei criteri metodologici del
‗come‘ fare teologia nella Chiesa cattolica, oggi.
Inoltre integreremo il nostro lavoro, nel percorso di ricerca, con altri documenti del
Magistero e delle istituzioni della Santa Sede inerenti i documenti esaminati, evitando però di
aprire spazi ad un dibattito teologico che non potremmo rappresentare compiutamente ed
esaustivamente data l‘enorme vastità. Nella scelta metodologica da noi assunta abbiamo
inteso circoscrivere il nostro lavoro ai testi dei documenti e a quelli che direttamente ne
analizzano il contenuto o ci sono utili nell‘apporto generale, attingendo quasi esclusivamente
a materiale proveniente dal Magistero.
Quanto detto però non ci vieta di contestualizzare il nostro documento della CTI
analizzando i commenti teologici specialistici pubblicati in stampa e sui siti del WEB.
La CTI è stata creata da papa Paolo VI nel 1969 – su imput del sinodo dei vescovi
precedente a questa data - ed ha come fine quello di offrire un servizio alla Chiesa tutta e alla
CDF in merito alle questioni dottrinali di maggiore importanza individuate nel cammino
storico in cui sono emerse nel dibattito teologico e nella vita della Chiesa.
3
La CTI ha regole
1
COMMISSIONE TEOLOGICA INTERNAZIONALE, La teologia oggi: prospettive, princìpi e criteri,
29.11.2011, in:
http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/cti_documents/rc_cti_doc_20111129_teologia-
oggi_it.html (13 marzo 2013). Su tale sito abbiamo nell‘elenco la data 2012 e qui, sull‘indirizzo il 2011.
2
COMMISSIONE TEOLOGICA INTERNAZIONALE, L‟unità della fede e il pluralismo teologico, 1972, in:
http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/cti_documents/rc_cti_1972_fede-pluralismo_it.html
(13 marzo 2013);
Id., Magistero e teologia, 1975, in:
http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/cti_documents/rc_cti_1975_magistero-teologia_it.html
(13 marzo 2013);
Id., L‟interpretazione dei dogmi, 1989, in:
http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/cti_documents/rc_cti_1989_interpretazione-
dogmi_it.html (13 marzo 2013).
3
COMMISSIONE TEOLOGICA INTERNAZIONALE, Riflessioni su finalità e metodi della commissione,
1969, in: http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/cfaith/cti_documents/rc_cti_1969_finalita-metodi-
1
proprie e il suo presidente è lo stesso cardinal Prefetto della CDF. I risultati della CTI sono
comunicati direttamente al santo Padre senza intermediari e poi successivamente anche alla
CDF. Nella prima sessione della CTI, sotto la presidenza del cardinale Francesco Seper, erano
presenti 29 membri su 30 e tra i diversi scambi di idee <<in massima libertà>>, <<tutti hanno
ammesso, naturalmente, che esiste un pluralismo, anche dottrinale, legittimo e necessario. La
diversità dei pareri si è manifestata intorno all‘estensione precisa di tale legittimo pluralismo.
E‘ apparso che alcuni punti devono essere approfonditi per salvaguardare l‘unità della fede e
della Chiesa>>.
4
Queste parole sono utili a farci notare – da allora ad oggi – quanto sia necessario, per
la Chiesa tutta, avere dei princìpi, dei criteri e delle prospettive in merito alla teologia
cattolica, come ci indica l‘ultimo documento della CTI del 2012.
Noi procederemo come segue:
1. Analizzeremo il nostro documento sotto gli aspetti della struttura, dei contenuti e della
sintesi, focalizzando anche i documenti conciliari quali punti di maggior riferimento.
2. Lo stesso faremo con i tre documenti indicati dalla CTI nel documento prìncipe
individuando i passaggi più qualificanti e teologicamente significativi utili al nostro
percorso.
3. Riassumeremo e confronteremo i quattro documenti contestualizzandoli nei vari
periodi storici con l‘ausilio di altri documenti magisteriali, ricercando contributi utili
al nostro caso di ricerca, analisi e integrazione storica e critica.
4. La sintesi generale, che il quarto capitolo ci fornirà, sarà prodotta attraverso lo sfondo
di tre antinomie teologiche che raccolgono, nel loro porsi, i grandi temi della teologia
oggi, quali: verità e libertà, pluralismo e unità, dialogo e comunione.
La nostra conclusione poi, facendo tesoro di tutto ciò, avanzerà considerazioni e proposte
per una metodologia relazionale con il mondo dei teologi cattolici, cristiani e non.
1. L‟analisi teologica del documento La teologia oggi: prospettive, princìpi e criteri
commissione_it.html (13 marzo 2013). Cfr. GIOVANNI PAOLO II, Tredecim anni, Motu proprio, 6 agosto
1982, in:
http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/motu_proprio/documents/hf_jp-ii_motu-
proprio_06081982_tredecim-anni_it.html (13 marzo 2013).
4
Ibid.
2
La premessa che la CTI fa per introdurre il documento è quella di ricordare come gli
anni successivi al Concilio Vaticano II siano stati molto fecondi dal punto di vista teologico
specialmente con l‘apertura ai laici, uomini e donne. Come si siano sviluppate teologie legate
ai contesti socio-geo-politico-religiosi delle varie parti del mondo e alle relazioni con i fratelli
separati, con le altre religioni e culture. Il tutto mentre, sempre dal dopo-Concilio in poi, si
stava sviluppando una rinnovamento negli studi biblici, liturgici e patristici. È stata l‘apertura
del dialogo nella Chiesa e tra questa e il mondo, cioè con l‘intera famiglia umana, che il
Vaticano II ha posto come uno dei suoi obiettivi primari.
5
In mezzo a tutto questo notevole corposo e positivo orizzonte della seconda metà dagli
anni ‘60 in poi, non si può sottovalutare <<una certa frammentazione della teologia che nel
dialogo si trova sempre dinanzi la sfida di mantenere la propria identità>>. Ecco che, su tali
premesse, la CTI ha inteso sviluppare un documento definitorio e chiarificatorio tale da
rispondere alla domanda <<di che cosa caratterizzi la teologia cattolica e le dia, nelle e
attraverso le sue molteplici forme, un chiaro senso di identità nel suo confronto con il mondo
di oggi>>.
6
Tale confronto richiede però che ci sia un <<discorso comune>> per manifestare un
messaggio unico, quello di Cristo, sia sul piano teologico, sia su quello pastorale. Quindi
diventa <<legittimo>> parlare della necessità di avere <<un‘unità della teologia>> cattolica.
Si precisa che tale unità non significa uniformità o unico stile, ma deve essere correlata ai
fondamenti dell‘essere Chiesa, quali la cattolicità, la santità e l‘apostolicità.
7
Al n.3 la CTI richiama i tre documenti precedenti con i quali sono già stati trattati
alcuni argomenti del fare e come teologia cattolica (cfr. nota 2), mentre questo documento
individua i <<tratti familiari distintivi della teologia cattolica>>
8
dando i criteri secondo i
quali <<possono comunque essere riconosciute>> le diverse teologie <<come autenticamente
cattoliche e partecipanti alla missione della Chiesa cattolica>>.
9
Quindi nelle teologie
5
CTI, La teologia oggi: prospettive, princìpi e criteri, cit., n.1.
6
Ibid.
7
Ibid., n. 2.
8
Ibid. A questo punto la CTI inserisce una nota, la 5, con la quale si precisa che il riferimento a <<cattolica>>
vuol dire che si parla di Chiesa cattolica <<in cui sussiste la Chiesa una, santa, cattolica e apostolica costituita da
Cristo e affidata alla cura di Pietro e degli apostoli (cfr Concilio Vaticano II, Lumen gentium, n.8 Unitatis
redintegratio, n.4, Dignitatris humanae, n.1). In tutto il testo il termine ‗teologia‘ si riferisce alla teologia così
com‘è compresa dalla Chiesa cattolica>>.
9
Ibid., n.3.
3
cattoliche si devono trovare <<la diversità nell‘unità>> e <<l‘unità nella diversità>>.
10
1.1. Analisi del documento: struttura
Il documento è configurato in soli tre capitoli, composto da 100 punti. I tre capitoli
sono così tematizzati: 1. L‟ascolto della Parola di Dio, 2. Rimanere nella Comunione della
Chiesa, 3. Rendere Ragione della Verità di Dio.
Il primo capitolo, dal punto 4 al 19, ha al suo interno tre paragrafi: Il primato della
Parola di Dio; La fede, risposta alla Parola di Dio e La teologia, intelligenza della fede.
Il secondo capitolo, dal n.20 al 58, ha sei paragrafi: Lo studio della Scrittura come
anima della teologia; La fedeltà alla tradizione apostolica; Attenzione al “sensus fidelium”;
Adesione responsabile al Magistero ecclesiastico; La comunità dei teologi; In dialogo con il
mondo.
Il terzo capitolo, dal punto 59 al 99, ha tre paragrafi: Verità di Dio e razionalità della
teologia; L‟unità della teologia nella pluralità di metodi e discipline; Scienza e sapienza.
Segue conclusione, n.100.
Questi dodici paragrafi che compongono i tre capitoli del documento in oggetto sono
stati organizzati dalla CTI in modo che al termine di ogni excursus tematico viene indicato un
criterio della teologia cattolica relativamente a quel punto, così da comporre 12 criteri
secondo i quali, se rispettati tutti nell‘elaborazione teologica, si può dire che è un‘opera
cattolica.
1.2. Analisi del documento: contenuti
A questo punto analizziamo sinteticamente i criteri posti dal documento per
identificare le caratteristiche peculiari quali ultimi traguardi di un percorso di sviluppo
metodologico della teologia cattolica nella Chiesa.
Il 1° criterio è il riconoscimento del Primato della Parola di Dio.
11
Nei tre punti in cui
si esplicita questo criterio la CTI recupera sia il concetto di Scritture, sia quello di Tradizione.
Per il primo ci dice che è importante <<riconoscere>> che la fede cristiana non è una
religione del libro, il cristianesimo è la ‗religione della Parola di Dio‘, cioè del Verbo
10
Ibid.
11
Ibid., n. 9.
4
incarnato e vivente.
12
Si definisce che le Scritture sono ispirate da Dio e redatte una volta per
sempre e ci comunicano immutabilmente la Parola di Dio stesso (Cfr. Dei Verbum,
nn.7,11,16, 21), mentre la Tradizione non è altro che <<la fedele trasmissione della Parola di
Dio testimoniata nel canone della Scrittura dai profeti e dagli apostoli, e nella Leiturgia
(liturgia), martyria (testimonianza) e diakonia (servizio) della Chiesa>>.
13
Se queste sono le premesse fondanti, Scrittura e Tradizione, il 2° criterio per la
teologia cattolica è che abbia come <<fonte, contesto e norma la fede della Chiesa>>.
14
E‘ la
teologia che riesce a tenere unite i due momenti della fides qua e della fides quae, cioè tiene
insieme le componenti sia dell‘atto di fede quale atto stesso del credente che si affida a Dio
con il contenuto della fede che viene accolto.
15
Tale teologia quindi ha due dimensioni, una
verticale, la fede, ed una orizzontale, la ragione, ecco il 3°criterio.
16
L‘intelligenza della fede
nasce dal <<dinamismo della stessa fede>> che a sua volta aiuta a credere. Per cui il ‗circolo
virtuoso‘ che si innesca parte dal credere per arrivare alla visione nella gloria (Gv 3,2), della
quale l‟intellectus fidei ne è l‘anticipazione.
17
Così <<la teologia è dunque scientia Dei nella
misura in cui è partecipazione razionale alla conoscenza che Dio ha di sé e di tutte le
cose>>.
18
Il secondo capitolo ha al suo interno sei criteri.
Con il 4°criterio si indirizza la teologia affinché sia autenticamente e veramente
cattolica: che debba <<costantemente attingere alla testimonianza canonica della Scrittura,
facendo sì che a tale testimonianza sia ancorata tutta la dottrina e la pratica della Chiesa>>.
19
Come prima discriminante che la CTI pone, la mutua da papa emerito Benedetto XVI il quale
sempre nella Verbun Domini (n.35) afferma che << ―Dove la teologia non è essenzialmente
12
Ibid., nn. 6 - 7.
13
Ibid., n. 7.
14
Ibid., n. 15.
15
Ibid., n.13. Cfr. Dalla voce Fides qua/fides quae di R. Fisichella, dal Lexicon. Dizionario teologico
enciclopedico, Piemme, Casale Monferrato, p. 419, in: http://www.gliscritti.it/antologia/entry/192 (18 marzo
2013).
16
Ibid., n. 19.
17
Ibid., n. 17.
18
Ibid., n. 18
19
Ibid., n. 24.
5
interpretazione della Scrittura nella Chiesa, questa teologia non ha più fondamento‖>>. La
teologia si conforma alle Scritture, le Scritture sostengono e accompagnano tutta l‘opera
teologica. La CTI richiama al proposito i tre criteri con i quali la Dei Verbum considera
necessari per <<un‘interpretazione veramente ―teologica‖ della Scrittura>> e sono << ―l‘unità
della Scrittura, la testimonianza della Tradizione e l‘analogia della fede‖>>.
20
L‘esegesi delle
Scritture deve dare un‘interpretazione scritturistica che abbracci sia la fede, sia la vita del
popolo di Dio e << ―soltanto dove i due livelli metodologici, quello storico-critico e quello
teologico, sono osservati si può parlare di una esegesi teologica, di una esegesi adeguata a
questo Libro‖>>.
21
Se l‘interpretazione esegetico-teologica diventa il fulcro interpretativo fondamentale,
s‘individua ora il riferimento ermeneutico: la Tradizione apostolica, il 5°criterio.
22
La Tradizione non è un patrimonio ‗morto‘ e ‗stantio‘, ma <<è dunque qualcosa di
vivo e vitale, un processo in corso dove l‘unità delle fede trova espressione nella varietà dei
linguaggi e nella diversità delle culture>>.
23
La Tradizione è composta da: << ―uno studio
costantemente rinnovato della sacra Scrittura, il culto liturgico, l‘attenzione a ciò che ci hanno
insegnato nel corso della storia i testimoni della fede, la catechesi che alimenta la crescita
nella fede, l‘amore pratico a Dio e al prossimo, il ministero ecclesiale strutturato e il servizio
reso dal Magistero alla Parola di Dio e all‘incremento della fede‖>>.
24
Dopo aver visto la Scrittura, la Tradizione ora vediamo il Magistero. La teologia di
fatto riconosce sia l‘autorità del Concili ecumenici, il magistero ordinario e universale dei
vescovi e il magistero del Papa, oltre ai dogmi. Tale riconoscimento è dato perché <<
―l‘ufficio di interpretare autenticamente la Parola di Dio, scritta o trasmessa, è affidato al solo
Magistero vivo della Chiesa‖>>.
25
La Scrittura con la Tradizione e il Magistero sono
inseparabili perché le prime due sono << ―un solo sacro deposito della Parola di Dio affidato
20
Ibid., nn. 21 - 22. Cfr. CATECHISMO DELLA CHIESA CATTOLICA, La professione della fede, Parte
Prima – Sez. prima ―Io credo‖ - ―Noi crediamo‖ – Cap. secondo ―Dio viene incontro all‘uomo – Art. 3 ―La
sacra Scrittura‖, 11 ottobre 1992, in: http://www.vatican.va/archive/catechism_it/p1s1c2a3_it.htm (20 aprile
2013): <<114 3. Essere attenti all'analogia della fede (Cf Rom 12,6). Per ―analogia della fede‖ intendiamo la
coesione delle verità della fede tra loro e nella totalità del progetto della Rivelazione>>.
21
Ibid., n. 22.
22
Ibid., n. 32.
23
Ibid., n. 26.
24
Ibid.
25
Ibid.
6