INTRODUZIONE:
“Qualunque cosa un uomo può immaginare,
altri uomini la possono rendere reale.”
Aforisma di Jules Verne
L’idea di questa tesi è nata nel confluire delle mie passioni cinemato-
grafiche: sono spettatore di tutto il cinema, sono onnivoro, ma le pelli-
cole che più amo sono quelle ricche di fantasia e di mondi immagina-
ri. Amo sognare e creare illusioni nel semplice mondo che ci circonda.
Dopo più discussioni con il professor Cassani ho individuato un argomento che-
potesse unire lo studio degli effetti speciali che creano i mondi immaginari , con il
significato degli stessi dalle origini del cinema fino ad oggi: l’astronave. E’ un filone
comune dell’immaginario cinematografico che è in continua mutazione nel tempo.
Dalle mie esperienze cinematografiche riguardanti l’astronave avevo alcuni pun-
ti fermi relativamente alla rappresentazione dell’astronave: dopo “Viaggio alla
Luna”, “Il pianeta proibito”, e la cinematografia da “2001 Odissea nello spazio”
a “Star Wars” a “Star Trek” con “Incontri ravvicinati del terzo tipo”. Per prima
cosa ho iniziato a completare questa conoscenza, lavorando alla cosiddetta “ti-
meline” che ha permesso di riordinare le idee da un punto di vista cronologico.
Ne è nata una lista di circa 200 film, collegati anche a tutte le opere di “arte popo-
lare” dedicata all’astronave: fumetti, illustrazioni e graphic novel.
Lo scopo della tesi è quello di capire e affermare se e quando la fantasia supe-
ra la scienza nell’immaginario dell’astronave. Prima della missione Apollo come
venivano rappresentate le astronavi? Quale balzo nella rappresentazione dell’a-
stronave l’ha portata dal proiettile di George Méliès e “La donna nella Luna”?
Lo studio di questa tesi è evidentemente collegato a tutto quanto ha generato e
genera l’“Immaginario collettivo” all’immagine dell’astronave: tecnologia e ricer-
ca, design, arte figurativa, narrativa di genere, graphic novel: oltre naturalmente
al cinema.
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CAPITOLO 1:
L’astrona ve
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Fuori dalla Linea di Linea di Kármán, oltre i 100 km sopra il livello del mare; dal-
la termosfera fino all’esosfera e verso l’infinito. Lontano dove solo pochi umani
hanno messo mano, girano silenziosamente sonde spaziali, sonde interstellari,
satelliti artificiali, veicoli spaziali, astronavi e spazioplani.
Ho appena affermato il falso. In effetti attualmente non esistono spazioplani, un
prototipo dovrà entrare in funzione nel prossimo decennio. Non esistono nem-
meno le astronavi per come cinematograficamente vengono rappresentate, più’
lontano della luna non abbiamo mai viaggiato. L’essere umano si è allontanato
dal suo pianeta per “solo” 380.000 km. La sonda spaziale è una piccola nave
spaziale senza equipaggio, è uno strumento scientifico per comprendere al me-
glio lo spazio. La sonda interstellare ha lo stesso principio della sonda spaziale,
ma è studiata per lasciare il sistema solare e allontanarsi il più possibile dalla
Terra. I satelliti artificiali hanno diverse finalità scientifiche o di comunicazione. Lo
spazioplano è un aeroplano in grado di volare al di sopra della linea di Kármán
ed è in grado di atterrare nuovamente sulla Terra. Lo shuttle è uno spazioplano,
ma non è in grado di raggiungere l’accelerazione necessaria per raggiungere lo
spazio. Per questo utilizza motori ausiliari implementati, con due razzi Booster e
un External Tank. L’astronave non esiste, per ora è solo un’idea, un progetto. E’
solo un abbozzo fantastico per un viaggio oltre i confini del mondo. L’astronave
per definizione è un veicolo destinato a trasportare gli uomini attraverso gli spazi
interplanetari. Un veicolo costruito con l’intento di orbitare intorno alla Terra, per
viaggi spaziali o per ricerche ed esplorazioni. L’origine del termine astronave
(astro + nave) o Spaceship (space + ship) risale agli anni 1955-60. La fantascien-
za è il filone che narra in maggior modo avventure riguardanti navi spaziali. Nel
corso di molti anni le astronavi sono state descritte in termini diversi. Alcune storie
narrano di astronavi verosimili, rispettando leggi della fisica conosciute. Altre sto-
rie invece provengono dalla pura fantasia dell’uomo. E’ giusto districare il termine
astronave perché comprende una fitta rete di collegamenti. Innanzitutto possia-
mo dividere tutte le astronavi ideate dall’uomo in due grandi insiemi: le astronavi
verosimili e le astronavi inverosimili. Le prime contengono tutte le ideazioni che
rispettano per la maggior parte le regole della scienza e della fisica conosciute
dall’uomo. Le seconde invece sono frutto di pura fantasia, non rispettando regole
alcune, si possono ideare astronavi che violino anche le più basilari regole scien-
tifiche e che quindi sarebbero solo frutto della fantasia. Alcune storie per rendere
più’ realistica l’astronave creano a supporto nuove leggi e regole scientifiche per
supportarne l’esistenza e il funzionamento della stessa. La propulsione super-
luminale è un moto apparentemente più’ veloce della luce, ed è una delle tante
teorie per il viaggio spaziale. Il viaggio nell’iperspazio, il motore a curvatura o pro-
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pulsioni meno conosciute, sono alcune delle idee per rendere verosimile un film
basato sul viaggio spaziale. Possiamo suddividere ulteriormente le astronavi in
altre categorie che comprendono l’astronave generazionale, l’astronave dormito-
rio e l’astronave autoreplicante. L’astronave generazionale è una grande arca, al
suo interno è presente un ecosistema autonomo, ed è pensata per poter viaggia-
re oltre i limiti dell’universo conosciuto con viaggi che potrebbero durare decenni
o secoli. Attualmente non esistono ragioni economiche per finanziare viaggi o
migrazioni interstellari. Infatti i motivi per la costruzione di queste grandi arche
nei film solitamente si basano sulla sovrappopolazione o su catastrofi planetarie.
L’astronave generazionale è in linea teorica l’unico sistema per le conoscenze
da noi acquisite, che possa in linea teorica permettere un viaggio interstellare.
La nave dormitorio ha una tecnologia in più’: l’ibernazione, o animazione sospe-
sa. Questo permette di bloccare per tutto il viaggio l’invecchiamento dell’essere
umano. Così da permettere viaggi di decine di anni possibili con lo stesso equi-
paggio. Le navi autoreplicanti sono conosciute come macchine autoreplicanti:
l’idea è quella di raggiungere un nuovo pianeta, prendere le risorse e duplicare la
nave per creare copie di se stessa procedendo verso altri sistemi solari, con una
crescita esponenziale. A qualunque categoria di nave spaziale ci riferiamo, esse
hanno tutte un punto in comune: l’universo e i suoi spazi infiniti.
1 - I Pionieri dello spazio:
1.1 - Il concetto del cielo verso la Luna:
Intorno al 300 A.C. Alessandro Magno raccontò di essere stato attaccato da due
scudi volanti. Dopo questo episodio anche in Grecia Timoleone vide una torcia
volante in cielo. Icaro è un personaggio immaginario del libro XV delle Metamor-
fosi di Ovidio, anche se non è esistito è comunque frutto della mente di Publio
Ovidio Nasone (43 a.c. -18). Nelle “Le Metamorfosi” parlando di Icaro si parla
dell’uomo che iniziò ad immaginare il cielo come accessibile. Invidioso degli uc-
celli cercò di immaginare l’acquisizione dell’abilità di volare. Iniziò a pensare in
modo diverso al suo modo di approcciarsi verso il mondo al di sopra di esso. A
quei tempi si pensava ancora che la terra fosse piatta e che tutti i pianeti e i sa-
telliti, compreso il Sole girassero intorno alla Terra. Il mondo era “terracentrico”
ovvero vi era la teoria del geocentrismo. Tutto girava intorno alla Terra. A quei
tempi circa nel 300 A.C. Aristarco di Samo, un astronomo greco antico introdus-
se il concetto di orbita terrestre intorno al Sole. Negli anni sono stati teorizzati e
sviluppati molti tentativi per l’acquisizione di questa abilità per l’uomo. Teorie ed
esperimenti allora non erano nemmeno comparate, perché il mondo era grande
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e la circolazione dell’informazione non
si diffondeva capillarmente. Nel 1543
Copernico pubblica “De revolutionibus
orbium coelestium” un trattato astrono-
mico sulle rivoluzioni dei corpi celesti.
L’astronomo polacco ci spiega la nuo-
va teoria dell’eliocentrismo rispetto alla
concezione riconosciuta dalle masse
della visione geocentrica. Dopo un altro
balzo temporale arriviamo a parlare di
un gesuita che aveva immaginato il volo
tramite un mezzo: Francesco Lana de
Terzi descrisse un’Aereonave più legge-
ro dell’aria. Immaginato come vascello,
Francesco superò il limite dell’ignoto
con il conosciuto. L’uomo concepì una
nuova chiave di lettura del volo: il volo
tramite un mezzo costruito apposita-
mente. Alla fine del 1700 vi furono due
importanti invenzioni tecniche con esito positivo: l’invenzione della mongolfiera e
la sperimentazione di un sommergibile. Nel secondo capitolo capiremo che cosa
collega un sommergibile con l’astronave. Il primo testo su cui viene descritto un
viaggio sulla luna è “La storia vera” in greco “Ἀληθῆ διηγήματα” è una storia rac-
contata da Luciano di Samosata
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con un intento pariodistico. Questo viaggio non
fu realizzato tramite un’astronave o un mezzo costruito dall’uomo e per questo
non lo prendiamo in considerazione. Ma è interessante sapere che parla di un
viaggio su una nave, oltre le Colonne d’Ercole. La nave si imbatte in un tifone
che solleva l’imbarcazione per 3000 stadi d’altezza, e dopo otto giorni di volo
1 Samosata, Nato nel: 120 circa ad Atene morte: tra il 180 e il 192
1.1 - Giulio Verne “Dalla Terra alla Luna”
1886
1.2 - Giulio Verne “Dalla Terra alla Luna” 1886 illustrazioni interne
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finisce su “una terra vasta come
un’isola, splendente e sferica e il-
luminata da una grande luce”
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. Poi
la narrazione continua con com-
battimenti, incontri con Seleniti
(antichi extraterrestri) e guerre per
la conquista di Venere. È una delle
prime “Guerre Stellari” della storia della letteratura. In un clima di cambiamenti ed
innovazioni tecnologiche, scientifiche e culturali Giulio Verne scrisse “Dalla terra
alla Luna”. Venne ispirato dalle scienze e dalla rivoluzione industriale. Dalla Terra
alla Luna racconta la storia di un gruppo di persone che viaggiano verso la luna
tramite un proiettile. Giulio Verne mescola la scienza con la fantasia, creando un
genere letterario innovativo per l’epoca: pone le basi della fantascienza.
1.2 - Le basi tecnologiche per i viaggi nel cosmo
Konstantin Tsiolkovsky ha dato un apporto intellettuale alla tecnologia missilistica
e astronautica sulle quali si sono basati numerosi studi per i primi razzi. Un chia-
ro esempio è l’elaborazione dell’equazione per il raffreddamento delle camere a
combustione, così come la regola degli stadi di un lanciatore spaziale. Nei suoi
scritti vi furono calcoli necessari a mettere in orbita satelliti artificiali o per rag-
giungere la Luna. I veicoli rappresentati da Tsiolkovsky sono a forma di goccia
contenenti serbatoi per la propulsione. Calcolò la velocità di fuga dalla Terra di
11,2 km/s oltre a quelle di altri pianeti. Il suo lavoro ha influenzato notevolmente
lo sviluppo delle tecnologie dell’Unione Sovietica. Robert Goddard fu un mate-
matico e fisico brillante. Le sue conoscenze si espandevano in ogni direzione.
Nel 1926 realizzò un lanciatore a propulsione liquida (benzina e ossigeno liquido)
che si innalzò per 60 metri in 3 secondi ad una velocità di 103 km/h. Proseguì
con un modello più grande raggiungendo 2500 m alla velocità del suono. Furono
razzi dotati di controlli, pompe per alimentazione, raffreddamento motori e ser-
batoi sganciabili. Tutte le sue scoperte divennero più interessanti e studiate in un
secondo momento negli anni ’60 grazie alla NASA. Robert Esnault-Pelterie ha
contribuito allo sviluppo delle attività spaziali in Francia. Sviluppa in modo auto-
nomo formule simili ad altri studiosi. Risolve calcoli per determinare le energie
necessarie a raggiungere la Luna e pianeti vicini. Studiò anche l’energia atomica
per la propulsione. I Razzi V2 sono i precursori dei missili balistici utilizzati dal-
la Germania durante le ultime fasi della seconda guerra mondiale. Il principio
2 Questa descrizione di viaggio sulla luna non ha pretese di essere realistica perché è un
racconto fantastico, con una concezione di luna divina. Come pianeta simile alla terra dove
l’uomo avrebbe potuto vivere.
1.3 - Schizzi di Konstantin Tsiolkovsky
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di questi missili è il combustibile liquido che da un’enorme fonte di energia per
una portata di ben 200 Km con una traiettoria che porta il missile ai limiti dello
spazio. Robert Albert Charles Esnault-Pelterie detto anche REP ha brevettato un
elemento molto importante per l’aereonautica e i viaggi spaziali. Quest’oggetto
viene utilizzato ancora ora ed è il brevetto più innovativo per la guida degli ae-
roplani: il Joy-stick. Con il passare degli anni sempre più studiosi e scienziati si
sono affiancati al mondo dell’aeronautica e al mondo spaziale fino ad arrivare allo
Sputnik 1 nel 1957 (il primo satellite artificiale in orbita terrestre). Qualche anno
dopo avviene il lancio del primo essere vivente nello spazio, la cagna Laika che
ha fatto un viaggio di sola andata nello spazio. Dopo questo esperimento il nume-
ro di lanci in orbita aumentò vorticosamente, oltre al fatto che le sonde vennero
lanciate sempre più lontane. Le evoluzioni delle sonde venne via via crescendo,
dalla possibilità di correzione di rotta in volo, correzioni in volo, e stabilizzazione
mediante la rotazione. Nel 1961: Yuri Gagarin uscì dalla linea di Karman con un
volo orbitale intorno alla Terra. Diventò il primo uomo nello spazio. Qualche anno
dopo venne costruito líX-15: il primo aeroplano Aereorazzo americano che volò
fino al confine dell’atmosfera. Fu in grado di superare numerosi limiti umani, e
è inoltre il primo velivolo spaziale umano riutilizzabile. Altri punti cardini si intro-
misero tra il primo volo umano in orbita e il primo essere umano sulla Luna, tra
i quali possiamo trovare per esempio la prima attività extraveicolare nel 1965,
primi allunaggi morbidi, e i primi impatti di veicoli su altri pianeti. Nel 1968 l’uomo
si allontanò così tanto dal proprio pianeta che entrò in orbita intorno alla Luna e
fece ritorno grazie alle nuove tecnologie di sopravvivenza spaziali implementate
nell’Apollo 8. “That’s one small step for [a] man, one giant leap for mankind.”
Tradotto letteralmente: “questo è un piccolo passo per un uomo, ma un grande
balzo per l’umanità”. Fu una frase pronunciata da Neil Armstrong nel 1969 men-
tre pose piede per la prima volta sulla superficie lunare. Lo stesso anno ci fu il
primo passaggio di equipaggio tra due astronavi in orbita. L’anno successivo al
volo dell’apollo 11 (Neil Armstrong) ci fu il primo rientro di una sonda robotica in-
viata e atterrata sulla Luna. Lo stesso anno ci fu il primo atterraggio morbido su
un altro pianeta tramite una sonda robotica (Venere). In questi anni ci furono i pri-
mi avvicinamenti ad altri pianeti per lo studio, la ricerca e documentazione anche
fotografica degli stessi. Sorvoli ravvicinati di Giove, Venere, Saturno, Marte, Mer-
curio, Nettuno, Urano; nel 1992 anche intorno al Sole. Nel 1981 i velivoli spaziali
divennero riutilizzabili, grazie al primo Shuttle. Il primo veicolo spaziale riutilizza-
bile che entrerà in servizio come supporto e come mezzo per la manutenzione di
satelliti artificiali in orbita. Nel 1990 invece ci fu il primo volo commerciale, con a
bordo il giornalista Toyohiro Akiyama. A seguito nel 2001 ci fu il primo turista spa-
ziale Dennis Tito che pagò 20 milioni di dollari per una settimana nello spazio. Nel