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PREFAZIONE
multiutility
operante nel settore del facility management rivolto sia a operatori privati sia
pubblici, sono venuto in contatto con una realtà nuova ma con origini molto
profonde nel tessuto economico del nostro Paese.
La crisi economica e la scarsità di risorse hanno portato a galla inefficienze e
disfunzioni che hanno prosperato negli anni del benessere, mentre oggi arrivano
o venuto a
contatto con una particolare criticità del rapporto tra committente pubblico e
fornitore privato: i ritardi di pagamento delle pubbliche amministrazioni, giunti alla
ribalta della cronaca nella primavera del 2013.
i Management and Accounting in Public-‐Private
Partnerships del corso di laurea magistrale in Economia Sociale, è stato chiarito
come il settore pubblico moderno debba fondarsi su un approccio che superi quello
Pubblica Amministrazione ogeneo di burocrazia e
procedure.
Queste competenze, unitamente ad un personale interesse per gli enti locali come
punto di partenza per una ripresa sociale ed economica nel nostro Paese, mi hanno
portato ad interessarmi al problema dei ritardati pagamenti della Pubblica
Amministrazione locale come criticità centrale del nostro sistema economico.
La decisione di mettere questo tema al centro del lavoro di tesi è seguita alle prime
superficiali ricerche. I caratteri di estrema attualità hanno implicato una letteratura
piuttosto risicata e composta prevalentemente dagli strascichi mediatici, meno da
basi conoscitive contabili e statistiche sistematizzate e consolidate da parte delle
istituzioni preposte al controllo della finanza pubblica.
pagamenti sia una seria criticità nel panorama economico nazionale, ma anche che
contributo comprensivo capace di trattare in maniera organica cause e conseguenze
del fenomeno.
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Proprio questa lacuna informativa mi ha motivato nel costruire un lavoro che non
ha presunzioni di svelare scandali o calcolare puntualmente il debito scaduto della
Pubblica Amministrazione e stimarne il costo finanziario per le imprese che ne
trovare: una rassegna comprensiva di
cause, numeri e conseguenze del fenomeno, sintesi dei contributi tecnici e mediatici
disponibili.
Nella parte centrale dedicata allo status quo, analisi sperimentale della situazione dei pagamenti nella Sanità. Seppur mediante
inferenza sui dati di pagamento pubblicati da una delle branche della PA che più
accusano le criticità del fenomeno.
Il cara argomenti chiave come il lavoro empirico sulla Sanità, è trasposto nel lavoro stesso,
che si propone come contributo sintetico di una tematica altrimenti vasta ed
eterogenea. noltre fondamentale il ruolo delle considerazioni che per tutti gli
ambiti trattati vanno a confutare e aggiungere valore alla mera trasposizione delle
informazioni raccolte.
In conclusione, un quadro consuntivo della situazione e un riferimento al punto d i
vista delle imprese sul tema dei ritardati pagamenti pubblici, segnano il checkpoint
dal quale si può partire per un approfondimento ulteriore dello studio.
VII
INTRODUZIONE
52.500 imprese fallite coinvolte
nel vortice della crisi, quasi il 30% delle chiusure aziendali siano ascrivibili a crediti
non onorati dalla PA (Cgia Mestre (2013), (http://www.cgiamestre.com/2013/04/
dallinizio-‐della-‐crisi-‐sono-‐fallite-‐ 15-‐000-‐imprese-‐a-‐causa-‐dei-‐ritardi-‐dei-‐
pagamenti/), consultato il 23.10.2013.
I pagamenti del committente pubblico, arrivano in media dopo 170 giorni (dato
Intrum Iustitia) dopo il ricevimento di fattura, mentre i fornitori privati sono
obbligati di norma a pagare a loro volta fornitori e utenze a 60 giorni e dipendenti a
30 giorni. Questo mismatching di uscite ed entrate, un tempo ammortizzato da
ampi flussi di cassa e archiviato come inefficienza statale, espone oggi migliaia
default perché private delle fonti finanziarie per far fronte ai propri
impegni renza a decretarne il
Pubblica
Amministrazione a pagare, a sentenziare la fine di attività virtuose. Unitamente alla
ridotta erogazione del credito concesso dalle banche, che ne ingigantisce le
conseguenze, questo fenomeno è caduto al centro del dibattito politico ed
economico, fulcro di alcuni programmi elettorali e luogo di grandi speranze per il
futuro. I ritardi di pagamento hanno cominciato ad accumularsi sia in termini di
tempo sia di quantità, molto prima che fossero riconosciuti e definiti come
emergenza economica. Lo step seguente al riconoscimento del fenomeno è la sua
corretta stima della portata del fenomeno costituisce la base su cui sviluppare
sistemi regolamentari e prendere decisioni per porvi rimedio. Tuttavia il panorama
menti delle PA verso
i privati, il focus è la disfunzione e il ritardo di questi pagamenti. Nel merito della
questione sono sorti criticità e interrogativi di vario genere.
inefficienze, mancanze e disfunzioni correlate più o meno marginalmente al tema
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centrale, ma dalle quali non si può prescindere per affrontare in maniera organica
di 90 o 120 miliardi o altri che addirittura stimano un ammontare complessivo pari a
150 miliardi. Alla base di queste cifre così distanti ci sono altre responsabilità:
questa volta del sistema di contabilità e rendicontazione pubblica. Differentemente
da ciò che si sarebbe generalmente portati a pensare, ciò costituisce un problema
non unicamente italiano.
dimensione dei ritardi? E quanto costano alle imprese? I crediti dichiarati sono
Sorge così la fase più complessa nel processo di analisi del problema: mentre
dei contratti pubblico-‐privato, le cause a monte del fenomeno si presentano come
articolate, correlate e complesse.
Articolate, perché coinvolgono una vasta pletora di attori e responsabilità, dagli
una delle cause non potrà prescindere da una conseguente modificazione di alc une
variabili connesse. Complesse perché il terreno su cui ci si muove è vincolato e al
contempo misterioso: bilanci dello Stato, grossolani e opachi, non comparabili con
a, gestione di fonti e impieghi nella logica del Patto
di S tabilità che taglia la possibilità di spesa degli enti locali, impossibilità di emettere
altri titoli di Stato e incrementare il debito, pena le sanzioni europee, pratiche
scorrette ma non illegali e pratiche illegali ma ricorrenti di fatturazione in una
interpretazione sempre ambigua e ambivalente di interstizi legislativi.
Tutto ciò giustifica la differenza di stime più che autorevoli sopra accennata che
spaziano, appunto, da 90 a 150 miliardi di euro.
Entrare nel merito delle concause del fenomeno e indagare sulle disfunzioni alla
mirate ad arginare e risolvere il problema.
IX
la
PA, con lo stanziamento di 47 miliardi in due ann Quali sono le modalità migliori per dare respiro alle imprese e per sanare le cause
del problema alla radice? Basterà fare chiarezza legislativa e attivare
compliance delle
amministrazioni a meccanismi di buona pratica, o sarà necessario prendere nuove
decisioni per riportare i tempi di pagamento a una situazione sostenibile?
Attraverso nella parte centrale di
delineare un panorama completo dello status quo, attraverso un raffronto dei
prevalenti metodi di stima cause e portata del fenomeno, nel concludere il lavoro è soprattutto nostro intento
quello di fornire una panoramica delle variabili che influenzano il fenomeno dei
ritardati pagamenti pubblici, confutando la robustezza dei contributi di settore e
costituendosi a sintesi stessa delle contromisure che si stanno portando avanti in
questi mesi.
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1. RICOGNIZIONE TEORICA
1.1 Disfunzioni e inefficienze della gestione contabile
1.1.1 Il periglioso panorama della contabilità pubblica
come coacervo di
realtà locali di vario tipo, poiché la contabilità dello Stato centrale e del relativo
è
scarsissima.
Con riferimento al bilancio degli enti locali, è opportuno stabilire che ci troviamo
reporting agli
stakeholders pubblico questa è una funzione secondaria rispetto alla prevalente natura di
strumento di governo delle risorse finanziarie, che sono raccolte fra la società civile
tramite imposizione fiscale, tariffe dei servizi e trasferimenti da parte di altre entità
pubbliche (Padovani, 2012).
Inoltre il carattere autorizzativo del bilancio, per il quale gli stanziamenti di spesa
sono concessi solo se è presente una corrispondente copertura finanziaria, genera
Bilancio a fine periodo, lasciando emergere i risultati della gestione. Nella tradizione
pubblica, la funzione autorizzatoria si propone la finalità di un equilibrio finanziario,
sia a pre spese previste, sia durante la gestione, grazie alla capacità di spesa limitata a
quanto previsto (Farneti (2000)). Questa breve introduzione alle dinamiche del
bilancio pubblico non è altro che una sintesi dei precetti fondamentali fissati
e seconda del
Testo Unico delle leggi sull ocali, contenuto nel d.lgs. 267
del 18 agosto 2000 (Tuel). La disciplina della rendicontazione pubblica è complessa
e ricca di criticità nelle quali si annidano comportamenti illegittimi, e la scarsa
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compliance determina gravi lacune di funzionamento; tuttavia per quanto è
funzionale alla trattazione ci limiteremo a presentare nel dettaglio solo le tecniche e
le anomalie responsabili della formazione di residui passivi di lungo periodo, quin di
di debiti commerciali insoluti.
ex art.
162 del testo unico. Questo implica non solo che entrate e spese di competenza
debbano uguagliarsi nel bilancio, ma che in caso di disavanzo, il principio della
disavanzo nel successivo bilancio preventivo, accertando per esempio la necessità di
tagliare i costi. Questa alternanza e reciproca interdipendenza di bilancio di
illecite e opacità possono trasformarsi in vere e proprie cause di default.
le hanno
portato alla luce fenomeni di:
Sistematica sovrastima delle previsioni di entrata, in special modo di quelle
correnti (primi tre Titoli) o di quelle del titolo IV utilizzabili ai fini del
Sottodimensionamento delle voci di spesa, anche in questo caso soprattutto di
(Cimbolini et al . 2008, p.58)
permessi di costruzione e le alienazioni immobiliari sono gonfiate nella parte delle
entrate, mentre le spese sottostimate riguardano acquisto di beni e prestazione di
servizi. obiettivi di rispettare i vincoli del Patto di stabilità interno e di incassare
ordine, sono stati raggiunti. Tuttavia una simile procedura di reporting delle spese,
Quando, in sede di rendicontazione, le entrate si rivelano fittizie e al contrario le
spese piuttosto concrete, si può andare incontro a conseguenze di duplice ordine.
Se non si accertano le maggiori entrate poiché i titoli messi a bilancio, non si
rivelano validi, si riscontra un eccesso di spesa sulla copertura finanziaria,
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generando quindi un disavanzo nella gestione di competenza, palesemente
testimoniato nel conto del bilancio. anche se fittizie e non sostenute dalla prudenza auspicata dal legislatore, occulta il
disavanzo con un pareggio di bilancio o addirittura con un avanzo fittizio.
Gli accertamenti di entrata non ancora riscossi (residui attivi) finiscono dentro
zionamento. Quindi mentre il
risultato di gestione appare positivo, uno sguardo ai residui potrebbe svelare una
situazione in cui la riscossione lenta di entrate (fittizie) e il pagamento celere dei
residui passivi (reali), causa una progressiva erosione della liquidità.
Poiché le entrate avventatamente iscritte in parte corrente sono irrealizzabili o
generalmente al finanziamento degli investimenti, fronteggiando due prospettive
entrambe negative:
Non portare a termine gli investimenti per i quali sono stati ottenuti (spesso in
modo oneroso) i finanziamenti già utilizzati per far fronte alla carenza di liquidità.
Effettuare materialmente gli investimenti, ma non avere poi le risorse necessarie
per pagarli, nel momento in cui vengano a conclusion lavori (SAL), poiché le risorse son già state spese per finanziare, per cassa, le spese
(Cimbolini et al. 2008, p.60)
La seconda fattispecie si configura come naturale latrice di ritardo nel pagamento
dei creditori.