3
Introduzione
Ormai da qualche decennio, processi di globalizzazione e dinamiche
migratorie concorrono a definire l’Italia sempre più come Paese
multiculturale. A favorire tali dinamiche è anche la strategica posizione
geografica della nostra Penisola che contribuisce ad attrarre popoli
caratterizzati da backgrounds culturali differenti.
In particolare, il bacino del Mediterraneo ha da sempre rappresentato
un luogo di transito, di incontro e di stabilizzazione di genti che su tale area
si affacciano, ciò per cui è stato ipotizzato come ‘centro’ per le politiche di
scambio, integrazione e sviluppo economico dei Paesi dell’area Euro-
mediterranea.
La Sicilia, posta al centro del Mediterraneo, si propone come
un’isola che da sempre ha conosciuto processi di incontro, scontro e fusione
di popolazioni differenti, come testimoniano, l’arte, l’architettura, nonché
taluni aspetti linguistici e culinari .
La Sicilia comincia a caratterizzarsi come terra di immigrazione a
partire dagli anni ’60 del secolo scorso ed oggi in tutte le province siciliane
tale presenza, sebbene eterogenea, risulta apprezzabile e connotata da una
certa stabilità.
Un particolare fenomeno dell’immigrazione è costituito dalle
cosidette ‘seconde generazioni’. Si tratta di una categoria ampia che
annovera non solo i figli di immigrati che sono nati in Italia, ma anche
coloro che vi sono giunti in tempi successivi (prima o dopo l’inizio della
scolarizzazione), i minori rifugiati o adottati.
La questione relativa alle seconde generazioni solleva una serie di
problematiche psico-sociali, come quelle inerenti l’acquisizione di
determinati diritti, primo fra tutti la cittadinanza italiana, nonché quelli
riguardanti i processi di definizione identitaria.
L’identità, infatti, è una dimensione intrinsecamente connessa alle
diverse appartenenze sociali, ai feedbacks che l’individuo riceve dagli altri
4
significativi e, più in generale, da coloro con cui interagisce
quotidianamente e all’interpretazione delle rappresentazioni sociali relative
a chi siano le seconde generazioni.
Ripercorrendo gli argomenti sopra esposti, il presente lavoro si
struttua in quattro capitoli.
Nel primo capitolo, viene proposto un breve excursus relativo al
fenomeno migratorio così come si è presentato in Italia e in Sicilia, per poi
approfondire la questione relativa alla legislazione ed alle seconde
generazioni.
Nel secondo capitolo, si intende analizzare la complessa questione
delle seconde generazioni avvalendosi di alcuni concetti e teorie che stanno
alla base della psicologia sociale: identità; atteggiamenti; rappresentazioni
sociali; stereotipi; pregiudizi; ipotesi del contatto e suoi sviluppi.
Nel terzo capitolo, viene dato spazio alla trattazione relativa al ruolo
dell’Istituzione scolastica nel processo di ‘accoglienza’ della diversità e di
integrazione delle diverse parti coinvolte. La scuola, infatti, potrebbe
rappresentare un ‘luogo’ ideale per sperimentare un contatto funzionale al
superamento delle barriere mentali ed alla co-costruzione di identità
flessibili.
Infine, nel quarto capitolo si illustra lo studio condotto al fine di
esplorare il quadro rappresentazionale che un campione di studenti di
seconda generazione, di diversi istituti di istruzione primaria di secondo
grado e secondaria del Calatino possiede relativamente all’esperienza
migratoria, alla qualità dei processi di integrazione e ad alcune dimensioni
identitarie e di gruppo.
5
CAPITOLO 1
UNA PANORAMICA SULL’IMMIGRAZIONE IN ITALIA
6
1.1 Gli eventi migratori in Italia dalle origini ai
giorni nostri
La migrazione, rappresenta una realtà assai complessa che coinvolge
non solo lo scenario italiano, ma anche quello europeo e mondiale, ponendo
le sue radici in processi che hanno origine nel passato.
Con il termine migrazione
1
, si intende una forma di mobilità spaziale
che descrive lo spostamento di un gruppo di persone verso altri territori, con
l’obiettivo di stabilirvisi in residenza, temporaneamente o definitivamente.
Tra le varie forme di mobilità, si può distinguere la migrazione
internazionale, che fa riferimento allo spostamento oltre i confini nazionali,
e la migrazione interna,che si riferisce a piccoli spostamenti all’interno di un
determinato territorio.
Secondo Skeldon
2
,la migrazione è caratterizzata da un permanente o
semi-permanente cambio di residenza dell’individuo, sulla base di una
decisione favorita da determinati eventi relativi al proprio ciclo di vita o ad
altre ragioni. Si tratta di uno spostamento che si può compiere localmente,
all’interno della propria terra, ovvero oltre i confini regionali e nazionali.
Le cause che stanno alla base di tali processi migratori possono
essere esterne, per esempio disastri ecologici,crisi economica, persecuzioni
politiche o religiose, o interne come la ricerca di una propria autonomia dal
resto della famiglia, motivi di istruzione, crescita personale e professionale.
Certamente, si tratta di una distinzione che, nei fatti, trova scarsi riscontri in
quanto, una serie di concause si intrecciano nel determinare la decisione di
emigrare.
Abbiamo detto che il processo migratorio ha origini antiche. Infatti,
se volessimo ripercorrere i momenti iniziali del fenomeno migratorio,
potremmo risalire all’era Quaternaria: in questo periodo giungono in Europa
1
Bijak,J., (2011). Forecasting International Migration In Europe: A Bayesan View,
Springer , London, UK, p.10.
2
Skeldon, R., (2004). Myths and realities of Chinese irregular migration, IOM,
International Organization for Migration, Geneva (Switzerland),p.65.
7
popolazioni provenienti da Asia e Africa. Dal secondo millennio a.C. gli
Indoeuropei
3
, provenienti dal Danubio, fanno il loro ingresso in Europa
Sudorientale, invadendo i territori del Mediterraneo, compresa la Grecia.
Molto più tardi, nel Medioevo
4
, i nomadi provenienti dall’Asia si spostano
verso l’Arabia, estendendosi fino al Nord Africa ed alla Spagna;mentre
l’espansione da parte dei Turchi provenienti dalla Mongolia verso Occidente
si protrae fino alla fine del 1300 d.C.
In tempi più recenti e relativamente al territorio italiano, è possibile
individuare tre momenti, relativi ai movimenti migratori che hanno
interessato la popolazione di tale nazione. Successivamente a questi si
verifica un fenomeno di immigrazione.
Nel periodo compreso tra il 1876 e il 1900 , limitatamente all’Italia,
assistiamo ad un esodo migratorio, in prevalenza oltreoceano in prossimità
delle Americhe, che coinvolge molti italiani. In pratica, dopo l’Unità
d’Italia, si assiste ad un lungo processo di emigrazione, dovuto a fattori di
squilibrio politico-economico, che interessa in un primo momento le regioni
del Nord Italia ed in seguito anche quelle del Sud. Una seconda fase, che va
dal 1900 al 1914, è caratterizzata da migrazioni verso Belgio, Francia,
Germania e Svizzera. In un terzo periodo, compreso tra le due Guerre
mondiali, si registra una diminuzione delle emigrazioni verso l’Europa e gli
Stati Uniti a causa della Politica antimigratoria fascista e dell’affermazione
delle imprese multinazionali. Verso la fine degli anni ’70, l’Italia si
trasforma da Paese di emigrazione a Paese d’immigrazione divenendo uno
Stato in cui la mobilità sociale viene favorita dall’assenza di leggi che
regolano i flussi migratori
5
.
3
Cavalli Sforza,L., Bocchi,G., Ceruti, M., (a cura di) (2001). Le radici prime dell’ Europa.
Gli intrecci genetici, linguistici, storici. , Bruno Mondadori, Milano, pp.174-175.
4
Chiarelli, B., (2004). Dalla natura alla cultura. Principi di antropologia. Uomo, ambiente
e società oggi., Vol.3, Piccin Nuova Libraria, Padova, pp.98-99.
5
Negrini A., (1997). Migrazioni in Europa e formazione interculturale. L’educazione come
rapporto tra identità e alterità, Ed. EMI, Bologna .p.34.
8
Nell’anno 2007 l’Italia è la quarta Nazione ad alta presenza di
immigrati dopo Germania, Spagna e Regno Unito.
6
Al 1° Gennaio 2011 i
cittadini rumeni, con quasi un milione di residenti
7
, rappresentano la
comunità straniera prevalente in Italia
8
. In generale, la distribuzione degli
stranieri nel territorio italiano, secondo recenti dati ISTAT, si ripartisce per
il 35% nel Nord Ovest, per il 26% nel Nord Est, per il 25% al Centro e per il
13% al Sud e nelle Isole. Le città di Milano, Torino, Genova, Firenze,
Bologna e Brescia rappresentano i ‘capoluoghi’ ad alta densità migratoria
9
.
Inoltre, negli ultimi anni si riscontra un significativo aumento sia
delle famiglie di stranieri residenti sia di famiglie miste, con densità
prevalente nel Nord-ovest, Centro e Nord-est.
In relazione agli stranieri presenti nel territorio nazionale si utilizza,
spesso, il termine extracomunitario che, facilmente, può far cedere in false
attribuzioni. Si tratta di una parola coniata negli anni Ottanta con lo scopo
di sottolineare l’irregolarità dello straniero nel territorio italiano e, in
seguito, per indicare una moltitudine di stati giuridici. In generale, è definito
tale colui che non possiede la cittadinanza di uno degli Stati membri
dell’Unione europea.
Il termine ‘extracomunitario’comprende, in generale: coloro che non
sono membri della comunità europea, gli apolidi e i richiedenti la protezione
internazionale
10
.
L’ingresso dell’extra-comunitario in Italia implica il possesso di un
passaporto valido e il relativo permesso di soggiorno rilasciato dal questore.
Nel merito, esistono due tipi di permessi di soggiorno idonei per
l’immigrazione:
- per motivi lavorativi ( in questo caso è necessario che ci sia un
datore di lavoro disponibile per assumere il lavoratore straniero);
6
http://w.w.w.Caritas.it/Documents/0/3003.pdf
7
http://w.w.w.istat.it/it/archivio/39726
8
http:// www.istat.it/it/archivio/popolazione residente/pagina/4
9
http://www3.istat.it/salastampa/comunicati
10
Resico, D., (2004). Diversabilità e integrazione. Orizzonti educative e progettualità.,
Franco Angeli, Milano, p.34.