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La natura chimica e lo stato fisico, sotto il quale si ritrovano
presenti nell’atmosfera, sono due caratteristiche importantissime
degli inquinanti atmosferici, in quanto determinano sia il tipo sia
l’entità degli effetti, che i contaminanti svolgono all’interno
dell’organismo umano.
È questo il motivo per cui abbiamo riposto la nostra attenzione
su una particolare classe di molecole inquinanti: gli idrocarburi
policiclici aromatici (IPA).
Gli IPA sono ritenuti tra i maggiori responsabili della comparsa
di danni alla salute delle popolazioni; inoltre le loro caratteristiche
chimico-fisiche fanno sì che, pur essendo usualmente emessi
nell’atmosfera sotto forma gassosa, tendano rapidamente a
condensarsi. Tale caratteristica facilita l’adsorbimento sulla
superficie del particolato, per questo il motivo nella nostra ricerca ci
siamo occupati anche del particolato atmosferico.
Riguardo alla potenzialità di danno degli IPA, vari studi hanno
dimostrato che l’esposizione ad elevate concentrazioni provoca un
aumento dell’incidenza di patologie tumorali ai polmoni, alla pelle e
ad altre zone esposte a questi composti.
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Il potenziale effetto cancerogeno differisce tra le vari molecole e
per alcune di queste non è stata ancora determinata l’effettiva
capacità di danno. L’Agenzia per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha
classificato, fino ad ora, 48 IPA in funzione della loro capacità di
fungere da induttori tumorali; di questi riportiamo la classificazione
dei composti che più frequentemente si ritrovano nell’aria:
Nome
Grado di
cancerogenicità (IARC)1
Benzo[a]pirene 2A
Benzo[a]antracene 2A
Dibenzo[ah]antracene 2A
Benzo[b]fluorantene 2B
5-metil-crisene 2B
Dibenzo[a,h]acridine 2B
Dibenzo[a,i]pirene 2B
Benzo[ghi]perilene 3
Metilfenantrene 3
Crisene 3
Antracene 3
Fluorene 3
Tab. 2 - Classificazione dei principali IPA e loro cancerogenicità
1
2A: Probabilmente cancerogeno per l’uomo; 2B: possibile cancerogeno
sull’uomo; 3: Non classificabile come cancerogeno per l’uomo.
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Gli IPA (idrocarburi policiclici aromatici)
a) struttura e nomenclatura
Gli idrocarburi ad anelli benzenici condensati rappresentano una
vasta classe di molecole aromatiche, essi sono costituiti dalla fusione
di due o più anelli benzenici, gli anelli vicini sono uniti fra loro
tramite una coppia di atomi di carbonio condivisi. I termini più
rappresentativi sono riportati nella figura 1
Fig. 1 - Idrocarburi aromatici ad anelli benzenici condensati.
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Possiamo notare come l’antracene e il fenantrene siano due
isomeri; nel primo i tre anelli benzenici sono fusi in maniera lineare,
nel secondo in maniera angolare.
Teoricamente il numero di IPA è enorme; per esempio, l’unione
di cinque anelli benzenici, nelle varie combinazioni, può dare origine
a ventidue composti diversi. È possibile ottenere 88, 333 e 1448
composti, utilizzando rispettivamente sei, sette e otto anelli.
La nomenclatura IUPAC attribuisce un numero progressivo agli
atomi di carbonio, capaci di legare un sostituente e una lettera
minuscola (a - b - c - ecc.) unita al numero dell'atomo di carbonio
immediatamente precedente, a quelli che costituiscono una giunzione
tra due anelli:
Fig. 2 - 1_Nitropirene.
Inoltre, si conoscono molti idrocarburi polibenzenoidi che
vengono denominati benzo-derivati, nei quali la posizione di fusione
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è identificata da una lettera tra parentesi quadra, che indica su quale
lato del sistema genitore è avvenuta la fusione:
Fig. 3 - 7_Metilbenz[a]antracene.
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b) proprietà chimico- fisiche e reattività
Come tutti i composti aromatici, anche gli IPA, presentano
proprietà simil-benzeniche: stabilità elevata, struttura geometrica
piana.
Le proprietà chimiche e fisiche dipendono dalle loro dimensioni
(numero di atomi di carbonio) e dalla struttura del sistema di
elettroni pi. Gli IPA sono solidi a temperatura ambiente e hanno punti
di ebollizione e di fusione elevati. (1) Tali composti sono altamente
lipofili e sono generalmente insolubili in acqua.
A causa dell’alta lipofilia, gli IPA tendono ad associarsi con le
sostanze particellari o con le sostanze oleose presenti nei sistemi
acquosi. La solubilità in acqua decresce all’aumentare del peso
molecolare, per cui gli IPA con più di quattro anelli si trovano
sempre legati alle sostanze particellari, mentre gli IPA a basso peso
molecolare (due o tre anelli) possono anche trovarsi liberi nei sistemi
acquosi.
La tensione di vapore di questo composti è bassa ed è
inversamente proporzionale al numero di anelli contenuti. Per questo
motivo spesso gli IPA nell’atmosfera si associano con il particolato
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aereo. Inoltre si può osservare come al diminuire della temperatura,
gli IPA aventi peso molecolare più elevato (≥ 4 anelli), caratterizzati
da una bassa tensione di vapore, tendano rapidamente a condensare e
a venire adsorbiti alla superficie delle particelle di fuliggine e di
cenere, mentre quelli a minore peso molecolare (3 anelli), aventi
un'alta tensione di vapore, rimangono parzialmente nella fase di
vapore per poi condensare. Quindi in un campione di aria gli IPA ad
elevato peso molecolare si trovano esclusivamente legati al
particolato, mentre quelli a basso peso molecolare possono anche
trovarsi liberi nell’atmosfera.
Sono stati misurati i rapporti tra le concentrazioni degli IPA,
presenti sotto forma di particelle condensate, e quelle degli stessi
composti in fase gassosa, in questo modo è stato possibile
evidenziare la distribuzione dei composti analizzati. (2)
Gli idrocarburi policiclici aromatici subiscono facilmente
reazioni di sostituzione piuttosto che di addizione sull’anello. Questo
avviene perché le reazioni di sostituzione non distruggono la nuvola
di elettroni p delocalizzati, nuvola che contribuisce alla stabilità della
molecola.
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La reattività chimica degli IPA è influenzata da molti fattori
ambientali fra i quali la temperatura, la luce, i livelli di ossigeno e di
ozono, la presenza di co-inquinanti e di materiale capace di
adsorbirli.
È stato osservato che la reattività degli IPA puri é maggiore
rispetto a quella riscontrata negli idrocarburi adsorbiti su fuliggine,
ciò suggerisce che l'adsorbimento su materiale particolato funga da
protezione nei riguardi della foto-ossidazione. L’ossidazione
fotochimica è uno fra i più importanti processi di decomposizione
degli IPA.
In genere, gli idrocarburi policiclici aromatici mostrano due
bande di assorbimento nella regione dell’ultravioletto, la prima cade
a circa 200 nm, ed è la più intensa, la seconda si trova a lunghezze
d’onda più alte, intorno a 260 nm, è risulta sempre più debole. Se
nell’anello vengono introdotti dei gruppi in grado di estendere la
delocalizzazione del sistema di elettroni pi, entrambe le bande si
spostano verso lunghezze d’onda più alte. Un analogo spostamento si
osserva nei composti policiclici in cui gli anelli benzenici sono fusi
linearmente tra loro.
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Fig. 4 - Composti policiclici aromatici con anelli benzenici fusi linearmente
Gli IPA possono subire anche ossidazioni chimiche reagendo
con i radicali liberi e con l’ozono. Queste reazioni non sono
influenzate dalla luce. La reazione con l’ozono dipende solo dalla
struttura degli IPA. Altri studi hanno dimostrato come alcuni IPA si
ossidano rapidamente al buio solo se sono adsorbiti su particelle
contenenti radicali liberi. (3)
Gli IPA possono reagire con NO2, SO2 e SO3 se sono esposti alla
luce e in presenza di acido solforico e nitrico.
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c) meccanismo di formazione degli IPA
Gli IPA si formano in seguito a processi di combustione
incompleta di materiali organici contenenti carbonio. Il meccanismo
è alquanto complesso: si ha una ripolimerizzazione, in carenza di
ossigeno, dei frammenti di idrocarburo che si formano durante il
processo di cracking, termine con cui è indicato il processo di
demolizione delle frazioni più altobollenti, ricavate dalla
distillazione del petrolio, in frazioni più volatili. Durante questo
processo le molecole si spezzano e si riarrangiano in molecole più
piccole. In generale, dopo i processi di cracking e di combustione, si
nota il prevalere dei frammenti contenenti due soli atomi di
carbonio. Questi radicali liberi a due atomi di carbonio reagiscono
con una molecola di acetilene, C2H2.
Il risultato di tale reazione è un altro radicale a quattro atomi di
carbonio:
Il radicale che si forma in questa reazione può in seguito
addizionare un'altra molecola di acetilene e formare un anello a sei
atomi di carbonio:
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A questo punto l’atomo di idrogeno, legato al carbonio del CH2,
può staccarsi dando origine a una molecola di benzene oppure può
addizionare altre molecole di acetilene dando luogo a catene laterali
che formano ulteriori anelli benzenici condensati:
Le temperature elevate (650-900 °C) e la carenza di ossigeno
favoriscono la formazione degli IPA; infatti, generalmente, col
diminuire del rapporto ossigeno-combustibile si ha un incremento
della velocità della loro formazione (4).
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d) origine degli IPA
Gli IPA fra i comuni inquinanti ambientali sono una delle classi
più pericolose; le principali fonti sono rappresentate dal traffico
autoveicolare (emissioni dagli scarichi dei motori a diesel e a
benzina), dai processi industriali, dal catrame, dal fumo esalato
durante la combustione incompleta del carbone o del legno, e in
misura minore dal fumo delle sigarette e dalla superficie di alimenti
affumicati; a queste sorgenti artificiali bisogna, poi, aggiungere le
fonti naturali rappresentate dalle eruzioni vulcaniche e dagli incendi
delle foreste.
Le polveri dell’ambiente urbano sono composte da vari tipi di
fuliggine, che vengono emessi essenzialmente dai veicoli a motore.
Questa fuliggine contiene quantità variabili di composti genotossici
attivi altamente adsorbiti fra i quali, oltre agli idrocarburi policiclici
aromatici, si trovano anche i loro nitroderivati (fra i quali il
nitropirene e il dinitropirene) e i nitroareni, particolarmente
abbondanti nel particolato ultrafine (<1.1 µm) dei motori diesel;
spesso questi composti sono risultati cancerogeni più attivi dei
corrispondenti idrocarburi non sostituiti. Per questo motivo le
emissioni diesel sono state considerate come probabili agenti
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cancerogeni per l’uomo dall’Agenzia Internazionale per la
Ricerca sul Cancro. (5)
Questi composti possono essere inalati in quantità notevoli
dall’uomo in certe attività lavorative: asfaltatura di strade,
impermeabilizzazioni edilizie mediante catramatura a caldo,
conduzione di forni a carbone; inoltre è stato evidenziato un
possibile rischio per coloro che lavorano in zone ad elevato traffico
autoveicolare, come i vigili urbani e gli addetti ai servizi di pulizia
delle strade del centro.
L’esposizione professionale a sostanze contenenti questi
idrocarburi causa un aumento dell’incidenza di varie patologie fra
cui il carcinoma polmonare e gli epiteliomi cutanei. Sono numerose
le sperimentazioni che hanno dimostrato come il contatto cutaneo
ripetuto produce epiteliomi in tutte le specie animali. Neoplasie
attribuibili a questi idrocarburi sono state osservate, anche di recente,
soprattutto nei lavoratori del catrame esposti per via inalatoria o per
contatto cutaneo. In passato sono state descritte casistiche di
neoplasie polmonari nei soggetti addetti alla produzione del gas dal
carbone fossile e di tumori cutanei nei soggetti esposti a oli minerali.
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Poiché gli IPA sono potenti cancerogeni nella sede di contatto,
per molti anni sono stati classificati tra i cancerogeni ad azione
diretta; ricerche più recenti sembrano indicare che anche per queste
molecole il vero composto attivo sia un derivato metabolico in forma
di epossido.
Purtroppo, oggi gli IPA rischiano di contaminare in modo
irreparabile tutte le matrici ambientali, infatti, in seguito alla
fuoriuscita del petrolio dalle navi-cisterna, dalle raffinerie e dai punti
di trivellazione, si sono rinvenute tracce di questi inquinanti anche
nelle acque (mari, fiumi, falde acquifere) e nel suolo, oltre che
naturalmente nell’aria. Inoltre, sempre più spesso si osservano
fenomeni di bio-accumulo, poiché gli IPA a più alto peso molecolare
tendono ad accumularsi nei tessuti adiposi di alcuni organismi marini
e questo spiega l’aumento dell’insorgenza di lesioni e tumori epatici
in alcuni pesci.
Gli IPA sono contenuti anche nel fumo da tabacco,
caratterizzato da una costituzione chimica complessa. Numerose
ricerche sono state eseguite per accertare la pericolosità di tali
sostanze nei confronti delle persone che fumano e di quelle che vi si
trovano esposte (inquinamento indoor).(6-7)