Introduzione
La traduzione audiovisiva, spesso nota con l'acronimo A VT dall'inglese
Audio Visual Translation, è una delle tipologie traduttive oramai più diffuse.
Consiste nel trasferimento linguistico dei dialoghi originali di svariati prodotti
audiovisivi, ovvero tutti quei testi semiotici complessi che usano
contemporaneamente il canale acustico e visivo, così da renderli accessibili a un
pubblico più ampio. Le forme di tale traduzione più utilizzate al giorno d'oggi
sono il doppiaggio e la sottotitolazione, anche se grazie all'evoluzione di nuove
tecnologie ed in seguito alla maggiore sensibilizzazione nei confronti di categorie
di persone con deficit uditivi e visivi, sono stati sviluppati nuovi metodi e strategie
per garantire la fruizione dei testi audiovisivi a livello internazionale.
Per comprendere meglio quali siano le caratteristiche tecniche e i vantaggi
di questa tipologia traduttiva, il presente lavoro parte da un'analisi della traduzione
letteraria e del suo affermarsi in quanto disciplina scientifica vera e propria, la
Traduttologia. Nel primo capitolo viene affrontato il concetto di traduzione,
attività antica quanto la comunicazione tra esseri umani, e l'evoluzione che ha
subito nel tempo, passando dall'essere un'attività marginale e secondaria a una
pratica necessaria per garantire lo scambio di informazioni in un contesto sempre
più globalizzato. Nonostante il crescente bisogno di incrementare la
comunicazione internazionale, la gran parte degli studi accademici relativi alla
materia si sono concentrati per moltissimo tempo solo sulla traduzione
propriamente letteraria, portando alla creazione di una bibliografia talmente vasta
che in questa sede sono stati analizzati solo alcuni degli approcci teorici a partire
da circa la metà del 1900. Partendo dai primi dibattiti messi in atto dagli studiosi
del Seminario di Traduzione Americano e da Richards in particolare, si passa ad
osservare il contributo fornito dalla linguistica nella definizione della traduzione
in quanto multidisciplina. Successivamente verrà evidenziato il ruolo dell'Unione
Sovietica nell'unire il piano teorico a quello pratico fino ad arrivare ai cosiddetti
3
Translation Studies, che hanno maggiormente influenzato il dibattito in atto e
hanno permesso lo sviluppo di ulteriori teorie come quella Polisistemica
dell'israeliano Even-Zoahr. Infine si farà cenno ad alcuni approcci
multidisciplinari più recenti quali la triangolazione, i Think-Aloud Protocols e lo
studio dei corpora, che hanno permesso di ampliare la prospettiva di studio.
Nel secondo capitolo viene affrontata l'analisi della A VT come disciplina a
se stante e le caratteristiche del testo audiovisivo, un testo multi codice che
combina diverse componenti semiotiche, per poi soffermarsi sulle specifiche dei
documentari, oggetto di lavoro pratico di questa tesi. Successivamente verranno
presentate alcune delle tipologie traduttive maggiormente utilizzate oggi, ovvero il
voice-over, il doppiaggio e il sottotitolaggio. Sebbene le ultime due siano
sicuramente le più diffuse e note a livello internazionale, si è voluto includere
anche il voice-over in quanto è una delle tecniche più comuni per la traduzione dei
documentari. In tutti e tre i casi si descrive in che cosa consista il procedimento in
questione e che tipo di traduzione possa essere utilizzata per doppiare o
sottotitolare un testo audiovisivo. A seguire viene descritta più nello specifico la
sottotitolazione per non udenti, una tipologia rimasta a lungo marginale ma che sta
acquisendo sempre più visibilità, soprattutto grazie alle pressioni poste dalla
comunità degli audiolesi. Nel dettaglio verranno presentate due tecniche di
sottotitolaggio per non udenti in diretta, la modalità più complessa da attuare; si
farà riferimento alla stenotipia, uno dei metodi più antichi, e al rispeakeraggio,
modalità più recente e meno dispendiosa che consente la fruizione di un numero
più elevato di prodotti.
Infine si fornisce una panoramica della situazione italiana riguardo alla
traduzione audiovisiva. Per motivazioni storiche e sociali risalenti all'epoca
fascista, l'Italia è uno di quei paesi in cui si predilige il doppiaggio. Se da un lato
ciò potrebbe essere considerato un segno di arretratezza rispetto ad altri paesi
europei, dall'altro non c'è dubbio che la nostra nazione abbia sviluppato una delle
più potenti e qualitativamente elevate industrie di doppiaggio al mondo, contando
su figure professionali competenti la cui preparazione è riconosciuta a livello
4
internazionale.
Il terzo capitolo è dedicato alla figura protagonista del documentario preso
in analisi, Andrés Caicedo, un giovane colombiano originario di Cali che ha
dedicato la sua breve vita all'arte in generale, contribuendo alla diffusione della
letteratura e del cinema nel complicato contesto socio-culturale della Colombia
degli anni '60. Per definire il ruolo di questo precoce artista, si accennerà
brevemente al cosiddetto boom della narrativa latinoamericana e all'imporsi di
nomi tutt'oggi noti come Vargas Llosa o García Márquez. Verrà inoltre fornita una
descrizione della vita colombiana del periodo in cui l'autore ha vissuto, dominata
dalla violenza e dalla problematica dell'alcol e delle droghe. Nel raccontare i suoi
25 anni di vita si tenterà di fornire una bibliografia delle sue opere, operazione
complessa in quanto Caicedo si è dedicato ai più svariati generi, a partire dai
racconti brevi fino ad arrivare alla critica cinematografica; bisogna inoltre
considerare che moltissimi dei suoi scritti sono rimasti inediti per anni, in quanto è
stato il suo suicidio nel '77 a scatenare l'attenzione di case editrici non solo
colombiane. Il suo unico romanzo pubblicato quando era in vita è Que viva la
musica!, storia narrata dalla voce femminile di María del Carmen Huerta che
racchiude l'essenza della società caleña e la crisi di valori che l'autore e i suoi
contemporanei stavano affrontando. Tramite l'opposizione di due generi musicali,
il rock e la salsa, Caicedo descrive le problematiche con cui la confusa gioventù
colombiana era costretta a confrontarsi nel tentativo di definire una propria cultura
ed un'identità autentica in un contesto dominato dagli eccessi e dall'influenza
preponderante degli Stati Uniti d'America.
Il suo suicidio colpisce profondamente i suoi amici più stretti che tentano in
ogni modo di tenere viva la sua immagine attraverso le sue opere. Tentativo
esemplare e ben riuscito è quello del regista Luís Ospina, che nel docu-drama
Unos pocos buenos amigos racconta la biografia dell'amico e collega tramite le
testimonianze dirette dei suoi parenti e collaboratori più stretti, gli unici “pochi
buoni amici” per l'appunto che avevano avuto il piacere e l'onore di condividere
con Andrés Caicedo l'esperienza artistica e la vita stessa. La descrizione della
5
struttura del documentario è accompagnata da un commento all'operazione pratica
di sottotitolaggio in cui vengono elencate le strategie utilizzate e i problemi
riscontrati durante il lavoro.
L'ultimo capitolo è quello in cui l'attenzione si sposta dal piano teorico a
quello pratico. Il risultato finale infatti consiste nella creazione di sottotitoli
interlinguistici da incorporare al documentario di Ospina. Il primo passo è stato la
trascrizione dei dialoghi e degli elementi non verbali dell'intero filmato in lingua
spagnola; successivamente sono passata alla sua traduzione in italiano cercando di
mantenere intatto il registro prevalentemente colloquiale degli intervistati. Tale
traduzione è stata poi rivista e adattata per essere trasformata in sottotitoli inseriti
sul video tenendo a mente le linee teoriche esposte nel secondo capitolo; il
problema maggiore è stato di tipo tecnico, in quanto il documentario presenta in
simultanea parti scritte e parlate implicando la presenza di più sottotitoli sullo
schermo. Oltre alla trascrizione originale e alla traduzione, viene qui riportato nel
dettaglio il minutaggio dei singoli sottotitoli, ovvero il tempo di inizio e fine di
ogni battuta presente sul video.
6
Capitolo 1: La traduzione letteraria
1. 1 La traduzione come disciplina scientifica
La traduzione in quanto trasposizione di un determinato testo da una lingua
ad un'altra è un'operazione messa in atto dall'uomo sin da tempi remoti. È un dato
di fatto che col trascorrere del tempo e l'aumento della comunicazione
internazionale ed interculturale, la pratica della traduzione abbia acquisito sempre
più importanza fino a diventare un'esigenza fondamentale all'interno del contesto
socio-culturale in cui viviamo. L'operazione traduttiva non è più considerata un
procedimento meccanico realizzabile solo grazie all'uso di un dizionario, ma si è
iniziato a prendere maggiormente in considerazione il contesto antropologico,
sociale e culturale relativo a entrambe le lingue analizzate. La traduzione diventa
allora un processo di mediazione non solo linguistica tra società e popoli diversi;
un simile allargamento di prospettiva va a includere in questo settore numerose
discipline quali semiotica, linguistica o letteratura comparata, che già da tempo si
dedicano agli aspetti culturali di una lingua, trasformando la traduzione in una
multidisciplina estremamente ampia
1
.
Parallelamente sono aumentati anche gli studi teorici al riguardo, portando
allo sviluppo di differenti teorie della traduzione che hanno ampliato la ricerca
teorico-descrittiva fino al punto di definire una vera e propria scienza a se' nota
come Traduttologia
2
, la disciplina scientifica che racchiude le informazioni
1 E., GENTZLER, Teorie della traduzione. Tendenze contemporanee, a cura di Margherita
Ulrych (trad. it. di Maria Teresa Musacchio, 9ª ed. Torino, Utet Libreria, 2009).
2 Il termine non è l'unico utilizzato per riferirsi alla traduzione in quanto disciplina scientifica. Si
può incorrere in definizioni differenti a seconda dei paesi, come il generico Scienza della
Traduzione, Traductologie o Translation Studies che in alcuni casi implicano metodi e approcci
differenti alla disciplina. Nella maggior parte dei casi però le sfumature sono minime e si
intende comunque raggruppare sotto una dicitura comune le riflessioni teoriche che riguardano
la traduzione.
7