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Introduzione
Molto è stato scritto sulla vita e la persona di Gregorio Magno
1
,
indubbiamente uno dei pontefici più grandi dell’ epoca medievale. In
questa sede non mi occuperò di riproporre analiticamente la vita, l’operato e
le opere del pontefice ma mi occuperò di una tematica più precisa ovvero
dell’analisi delle lettere del Registrum gregoriano che sottolineano i contatti
della Sede pontificia con i popoli cosiddetti “barbari”. Nello specifico andrò
a occuparmi degli scambi epistolari del papa con personalità longobarde,
franche, visigote a anglosassoni e delle epistole che trattano delle tematiche,
politiche e religiose, che riguardano queste popolazioni di origine
germanica.
Questa tesi di laurea si pone come ultimo lavoro di un percorso di
studi medievisti che mi hanno portato ad interessarmi soprattutto del
periodo alto-medievale e delle dominazioni longobarde nella penisola
italiana.
Il seminario svolto durante l’anno accademico 2009/2010 tenuto dai
professori Carla Frova, Umbero Longo e Alfredo Cocci sulla figura del
pontefice Gregorio Magno, ha accentuato la mia passione sulle tematiche
del passaggio dal tardo-antico al Medioevo. Argomento di cui ho trattato in
un breve scritto dal titolo “Gregorio Magno: tra Romanitas e Christianitas. La
romanità all’interno della Chiesa cristiana (secc. II-VI)”: in questo lavoro mi
sono interessata principalmente al delicato periodo del passaggio dalla
cosiddetta epoca romana a quella medievale concentrando l’apice del
processo transitorio nella figura del pontefice Gregorio I, un personaggio di
spicco della societas romana (ormai in pieno decadimento), un discendente
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Tra gli altri ed esclusi quelli presi qui in considerazione: A. CARDIN Gregorio Magno,
Padova, RADAR, 1969; G. CREMASCOLI, L’esegesi biblica di Gregorio Magno, Brescia,
Queriniana, 2001; E. GANDOLFO Gregorio Magno: servo dei servi di Dio, Milano, Milano 1980; J.
RICHARDS, Il Console di Dio: la vita e i tempi di Gregorio Magno, Firenze, Sansoni, 1984.
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della gens Anicia, con un percorso di studi classici e cristiani e una carriera
di prefectus urbi. In altre parole, ai miei occhi, il grande pontefice romano
rappresentava il simbolo umano vero e proprio, un “esemplare” vivente di
questa età di passaggio di cui i libri dello storico Peter Brown hanno spesso
trattato con molta attenzione.
Il Registrum Gregorii
L’elezione al trono papale di Gregorio, colui che per la storia è
considerato “Magno”, nonché Santo e dottore della Chiesa
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, avvenne il 3
settembre del 590 d. C.. È da questa data che comincia a prendere forma il
Registrum gregoriano, un grande corpus di lettere private e pubbliche che
sono la fonte principale di analisi di questo studio.
Nella terminologia della diplomatica medievale epistola può fare
riferimento a documenti emanati o ricevuti da autorità pubbliche in forma
pubblica, da autorità pubbliche in forma privata, da privati in forma
pubblica o da privati in forma privata; in altre parole ogni lettera, sia
privata che pubblica che veniva scritta in una cancelleria (sia imperiale che
curiale) o da privati è catalogata sotto la dicitura epistola. Le collezioni di
lettere sono quindi una tipologia di fonti molto importanti perché
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Dottore della Chiesa è un titolo che è stato attribuito sia a uomini e donne che per la loro
santità e per la loro eminente dottrina, testimoniata specialmente negli scritti, sono stati
proclamati tali dall'autorità della Chiesa. La sapienza che si riconosce ai Dottori ha le sue
radici nella rivelazione biblica dove non è mai separata da una profonda povertà di spirito:
la sapienza viene da Dio e non dall'uomo. Il titolo è concesso dal papa o da un Concilio. Si
tratta di un riconoscimento attribuito eccezionalmente (attualmente si contano 33 persone
che coprono circa duemila anni di storia della Chiesa) ed è dato solo postumo e dopo un
opportuno e preventivo processo di canonizzazione. In origine vi appartenevano solo santi
e teologi della Chiesa d'occidente, per esempio sant'Ambrogio, Agostino da Ippona, san
Girolamo e papa Gregorio I, che furono proclamati dottori della Chiesa nel 1298. Alcuni
dottori della Chiesa si distinsero per le loro opere letterarie, sotto forma di libri o lettere,
come Gregorio o Ambrogio.Altri scrissero trattati mistici e teologici, come santa Caterina
da Siena e san Giovanni della Croce. Molti dottori poi produssero lavori a difesa
dell'ortodossia e contro varie forme di eresie. Per tutti valga il nome di Agostino da Ippona,
che scrisse anche la propria autobiografia, le famose Confessioni. Infine, come teologi e
filosofi spiccano Anselmo d'Aosta, Alberto Magno, Bonaventura da Bagnoregio e Tommaso
d'Aquino.http://www.newadvent.org/cathen/05075a.htm;
http://it.cathopedia.org/wiki/Dottore_della_Chiesa.
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permettono di ricostruire a un tempo la storia delle cancellerie, la storia
culturale, politica e religiosa di un determinato luogo e tempo
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e, nel caso
nostro, di un determinato personaggio e nel contempo del suo contesto
storico.
Per quanto riguarda la cancelleria curiale, già al secondo terzo del
III secolo risalgono le prime notizie sull'esistenza di archivi pontifici. Dopo
la pace religiosa del 313, l’archivio e la cancelleria vennero trasferiti nel
Palazzo del Laterano, la sede del papa accanto alla cattedrale di Roma, S.
Giovanni in Laterano. Nella cancelleria i documenti pontifici erano registrati
sulla base di cicli indizionali. Di tali registri a noi sono giunti pochissimi
frammenti, tranne per quel che riguarda taluni papi come Gregorio Magno
(590-604) o Giovanni VIII (872-882). L'archivio e la cancelleria erano
organizzati sul modello imperiale
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e fu proprio sotto il pontificato di
Gregorio Magno che la cancelleria conobbe i suoi massimi livelli di
efficienza e organizzazione.
Erano “…lettere pubbliche in forma pubblica quelle pontificie che, specie
nell’Alto Medioevo, oltre ad avere funzione propedeutica per il clero,
rappresentavano una delle forme di comunicazione più immediata sul piano
dottrinario e su quello dell’organizzazione interna della Chiesa e dei rapporti con i
poteri laici…”
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, ed è proprio questa immediatezza e “praticità” l’elemento
cardine e fondamentale per comprendere l’importanza, in questo caso, del
corpus di lettere di papa Gregorio nella loro unicità e utilità per la
ricostruzione storica delle vicende politiche Roma e della penisola italiana.
Il Registrum dell’edizione dei Monumenta Germaniae Historica
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ci
appare diviso in due sezioni, o tomi, che corrispondono rispettivamente al
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S. TRAMONTANA, Capire il Medioevo. Le fonti e i temi, Roma, Carocci, 2005, pag. 199.
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S. BOESCH GAJANO, Gregorio Magno, Alle origini del Medioevo, Roma, Viella, 2004, pp. 59-60.
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Cfr. S. TRAMONTANA, Capire il Medioevo, cit., pag. 198.
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I Monumenta Germaniae Historica (comunemente indicati con la sigla MGH) sono una
collezione di fonti basilare per il Medioevo. Il primo volume risale al 1826 e in seguito, da
quell’anno vennero stampati altri 38 volumi che comprendono la prima serie dell’opera. I
Monumenta sono articolati in cinque sezioni, ognuna rappresentativa della tipologia delle
fonti che contiene: Scriptores (con sigla SS) relativa alle fonti narrative, Leges (LL) relativa
alle legislazioni barbariche, Diplomata (DD) relativa ai diplomi di re e imperatori, Epistolae
ae (EE) relativa alle lettere pubbliche e Antiquitates (AA) riservata a componimenti poetici e
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Registrum I e Registrum II; il primo comprendente i libri dall’I al VII, il
secondo comprendente quelli dall’VIII al XIV. L’annotazione del numero
dei libri corrisponde agli anni di pontificato di Gregorio Magno ( 590- 604
d.C.), ovvero per il libro I si intende il primo anno di pontificato di Gregorio
e così via fino al XIV; la numerazione è effettuata secondo la cronologia
dell’indizione degli anni di pontificato, per cui per l’indicazione del libro I
corrisponderà il periodo da settembre 590 a settembre 591. In totale ci sono
pervenute precisamente 847
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lettere scritte dal papa Gregorio nello scrinium
sedis apostolicae
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, questo rende di fatto l’epistolario del papa magno una delle
fonti più importanti e ricche della Roma altomedievale. Infatti, come già
sottolineato, fino all’XI secolo sono giunti a noi soltanto gli epistolari di tre
papi: di Gregorio Magno, di Giovanni VIII e di Gregorio VII; l’epistolario di
Gregorio Magno è ancora più emblematico perché siamo di fronte al primo
caso in cui la voce di un papa ci sia giunta direttamente; per questo
l’importanza storica dell’epistolario gregoriano ha assunto sempre un ruolo
di primaria importanza nello studio del periodo altomedievale.
Dunque, accanto alla rilevanza storica e religiosa del Registrum
gregoriano al fine di comprendere appieno la figura e la personalità del
papa, le lettere ci offrono una visione puntuale e ravvicinata della storia del
suo pontificato. Più in generale esse aprono un ampio squarcio anche
sull’evoluzione del clero e della sua amministrazione in un’epoca
drammaticamente difficile e travagliata; ci donano, inoltre, numerosissimi
spunti per analizzare e comprendere lo svolgersi di vicende e riflessioni
propriamente dottrinali e/o pastorali
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. Ma non solo, scopo di questa tesi è
lo studio dell’importanza dell’epistolario gregoriano al fine di ricostruire
testimonianze di varia natura. La parte relativa alle lettere di Gregorio Magno è inclusa
ovviamente nella sezione EE Epistolae. Cfr. S. TRAMONTANA, Capire il Medioevo, cit., p. 198.
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Più altre dieci che ci sono giunte in modo autonomo. Cfr. S. BOESCH GAJANO,Gregorio
Magno, Alle origini del Medioevo, cit., p. 60.
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È l’archivio del Laterano che aveva la duplice funzione di archivio e cancelleria a
imitazione della cancelleria imperiale, è con Gregorio che lo scrinium raggiunge il massimo
livello di efficienza e organizzazione. Cfr. S. BOESCH GAJANO, Gregorio Magno, Alle origini del
Medioevo, cit., p. 59.
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Ad esempio consigli spirituali, interventi missionari, cure pastorali, argomenti che in
questa sede verranno tralasciati.