Introduzione
Analisi preliminare per una ricostruzione simulativa del Prometeo di Luigi Nono
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1. INTRODUZIONE
Possiamo solo immaginare cosa abbiano provato quei quattrocento
fortunati spettatori la sera del 25 settembre 1984 quando, nella chiesa
sconsacrata di San Lorenzo a Venezia, assistettero alla prima
messinscena assoluta del Prometeo di Luigi Nono.
Mentre scrivo, non posso fare a meno di pensare che questo mio
lavoro ritrovi motivazione in parte anche nell’invidia che provo nei
confronti di quei fortunati eletti.
Infatti, il capolavoro nel suo allestimento completo sarà riproposto
al pubblico solo in un’altra occasione, l’anno dopo a Milano e poi mai
più, a causa soprattutto dei costi elevatissimi della sua messa in opera e,
probabilmente, anche a causa della prematura scomparsa del suo autore
avvenuta nemmeno sei anni più tardi.
"Tragedia dell'ascolto". Questo il sottotitolo di un'opera i cui
elementi fondanti vengono stravolti, riscritti, reinterpretati. Le scene
diventano isole intorno alle quali gli spettatori sono chiamati a navigare
all'interno di uno spazio musicale e architettonico eccezionale: una
gigantesca arca, progettata da Renzo Piano. I testi, continuamente
rimaneggiati, sono redatti da Massimo Cacciari. Le luci vengono curate
dal pittore Emilio Vedova. Le musiche scaturiscono dalla complessa
interazione tra il suono naturale di quattro gruppi orchestrali seguiti da
più direttori tra cui Claudio Abbado, a cui bisogna aggiungere i processi
di sintesi sonora attuati dalla regia audio dello stesso autore e dei suoi
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collaboratori e quelli di registrazione in presa diretta, rielaborazione e
riproposizione in tempo reale realizzati da Peter Haller e
l'Experimentalstudio di Friburgo.
L’obiettivo di questa tesi è quello di compiere un’analisi di questa
maestosa opera perduta, in modo da vagliare la possibilità di una sua
ricostruzione nei termini di un ambiente virtuale. Nel corso della
trattazione, sarà affrontato innanzitutto il problema della
documentazione delle arti performative, alla luce di cui verrà individuato
il naturale precedente del lavoro in oggetto: il Virtual Elecronic Poem.
Attraverso un’installazione in realtà virtuale e audio binaurale, tale
progetto ha fatto recentemente rivivere sia il Padiglione Philips,
progettato da Le Corbusier e Yannis Xenakis nel 1958 per l’Esposizione
Universale di Brussels, sia il Poème électronique di Edgar Varèse e dello
stesso Le Corbusier. Una volta sviscerata la questione da un punto di
vista epistemologico, si entrerà in contatto con l’autore Luigi Nono, la
sua vita, la sua poetica e ovviamente il Prometeo, in modo da
individuarne gli aspetti principali utili alla sua ricostruzione. Si
riconosceranno quindi nell’arca di Renzo Piano (la scenografia), nel
complesso materiale musicale previsto dall’autore e negli interventi/luce
di Emilio Vedova, quegli elementi che sarà utile approfondire quanto più
possibile nel prosieguo della tesi. In questo modo sarà possibile iniziare
a delineare un percorso su cui lavorare in previsione di una potenziale
ricostruzione simulativa e soprattutto si potranno fornire i primi
strumenti per dare una risposta all’interrogativo che si cela dietro tutto il
presente lavoro: è possibile, oltre che utile, all’attuale stato dell’arte della
tecnologia, far rivivere il Prometeo in un’installazione di realtà virtuale?
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A tale proposito, prima di addentrarmi nello specifico della
questione, mi piace iniziare citando Alvise Vidolin, musicista esperto di
informatica musicale, che affiancò Nono alla regia del Prometeo ed è
stato docente di Musica Elettronica al Conservatorio "Benedetto
Marcello" di Venezia, il quale all’interno di uno dei suoi articoli
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per la
federazione Cemat (CEntri Musicali ATtrezzati) ripropone il concetto
dell’eclisse delle memorie.
“Già nel 1967 Hugh Davies
2
aveva catalogato cinquemila lavori di
musica elettronica prodotti nei vari centri di ricerca del mondo e oggi
risulta impossibile fare una stima delle enormi proporzioni che ha
raggiunto la produzione musicale in questo settore. L'eclisse delle
memorie cancella anni di storia della musica recente ed è quindi
necessario preservare il patrimonio artistico finora creato.”
Nel corso delle mie ricerche sull'argomento sono entrato in
contatto con l'Archivio Luigi Nono di Venezia, una realtà molto vivace,
motore di innumerevoli iniziative culturali e punto di aggregazione per
molte delle persone che collaborarono con l'autore o che semplicemente
si sono avvicinate alla sua opera e hanno oggi il desiderio di
approfondirla. Grazie all'Archivio e alla disponibilità della vedova Nuria
Schoenberg Nono e delle sue collaboratrici Claudia Vincis e Giovanna
Boscarino, ho avuto l'opportunità di visionare fonti dirette, come
manoscritti, schizzi, appunti, fotografie, musicassette, videocassette, libri
e riviste concernenti l'ideazione, l'allestimento e poi la critica del
1
Battistelli, Bernardini, M. Cardi, Ceccarelli, Di Giugno, Doati, Francesconi, Lupone,
Sani, Stroppa, Vidolin, Mappa ragionata dei centri di ricerca e produzione musicale in Italia /
Rational map of Italian music research and production centres, Roma, Presidenza del Consiglio
dei Ministri - Dipartimento dello Spettacolo, CIDIM, MusicaDuemila, 1995
2
Davies Hugh, International Electronic Music Catalog in "Electronic Music Review", 1967
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Prometeo. Ancora più importante è stata però la possibilità di contattare
direttamente alcune delle persone che hanno lavorato sull'opera in tempi
recenti.
In primis Maria Tiziana Di Sipio, la quale nel 2006 si laureò
presso il Politecnico di Torino, facoltà di Architettura, con una tesi dal
titolo: "L’arca di Prometeo. Spazio musicale e spazio architettonico
nell'opera di Luigi Nono e Renzo Piano (1978-2002)". Devo a lei, e alla
sua estrema gentilezza e disponibilità, la maggior parte dei riferimenti
che mi hanno introdotto negli aspetti architettonici legati all'arca ed è
sempre grazie a lei che ho conosciuto la dottoressa Susana Moreno
Soriano, che nella propria tesi di dottorato presso l'Università Politecnica
di Madrid, dal titolo “De le poème électronique à la tragedia
dell’ascolto”, ha approfondito alcune celebri strutture legate alla musica
contemporanea e mi ha fornito un modello tridimensionale dell'arca
molto dettagliato ed utilissimo per capire più profondamente questa
meravigliosa struttura.
Tra le file degli addetti ai lavori che si stanno occupando del
legame della musica noniana con i mezzi elettroacustici va annoverata
Laura Zattra, ricercatrice presso l’Università degli Studi di Padova al
Dipartimento di Storia delle Arti Visive e della Musica, che sta
svolgendo un preziosissimo lavoro di ricerca in quest’ambito ed a cui
devo buona parte delle conoscenze che ho acquisito intorno a questo
aspetto dell’opera.
A tutte queste persone va il mio più sincero ringraziamento perché
con il loro lavoro sono state per me un enorme aiuto e una grande fonte
d’ispirazione.
Il problema della documentazione delle arti performative
Analisi preliminare per una ricostruzione simulativa del Prometeo di Luigi Nono
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2. IL PROBLEMA DELLA
DOCUMENTAZIONE DELLE ARTI
PERFORMATIVE
2.1 Definizione del problema
Il problema della documentazione è qualcosa che appartiene
all’uomo e alla sua storia da sempre. Strettamente legato con quello della
gestione della conoscenza e della trasmissione del sapere, nella
letteratura specializzata sono stati diversi i tentativi di definirlo
concettualmente e la maggior parte di questi tentativi si ispirano all’idea
formulata da Paul Otlet: "Les buts de la documentation organisèe
consistent à pouvoir offrir sur tout ordre de fait et de connaissance des
informations documentées
3
". Per Otlet, considerato il fondatore della
documentazione nonché il padre della Classificazione Decimale
Universale (CDU)
4
, l'organizzazione delle informazioni e l'accesso alla
conoscenza non potevano prescindere dalla classificazione, la più
dettagliata possibile, e dalla standardizzazione dei formati e dei sistemi
di classificazione.
3
Otlet Paul, Traité de documentation. Le livre sur le livre, théorie et pratique, par Paul Otlet
(Trattato di documentazione), 1934
[gli scopi della documentazione organizzata consistono nel poter offrire soprattutto
l’ordine dei fatti e della conoscenza delle informazioni documentate]
4
www.udcc.org, Universal Decimal Classification Consortium
Il problema della documentazione delle arti performative
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Discorsi dell’inizio del secolo scorso, ma che hanno con la nostra
epoca un legame profondo. Basti pensare che lo stesso Otlet nella sua
riflessione su questi argomenti arrivò ad avere prima dell’ora l’intuizione
di internet: "Si può immaginare il telescopio elettrico, che permette di
leggere da casa propria dei libri esposti nelle grandi biblioteche, alle
pagine chieste in anticipo. Sarà il libro telefonato"
5
. E proprio l’avvento
di internet e di tutti i processi ad esso legati hanno dimostrato a tutto il
mondo, nel caso ce ne fosse stato bisogno, come la documentazione sia
ormai un’attività indispensabile ed imprescindibile. È noto come negli
anni Trenta dell’Ottocento nascesse la dagherrotipia, il primo esempio di
procedimento fotografico per lo sviluppo di immagini, messo a punto dal
francese Louis Jacques Mandé Daguerre, ma ciò che è interessante
osservare è come da quel momento in poi l’uomo abbia incominciato ad
accumulare un numero sempre crescente di immagini
6
e, più in generale,
di documenti. Prima di allora, le forme di documentazione e trasmissione
della conoscenza si limitavano alla trasmissione orale e a quella scritta, e
inoltre la produzione di opere artistiche ed artigianali era ovviamente
sempre stata abbastanza esigua da non destare nessun tipo di attenzione o
preoccupazione al riguardo, ma dal quel momento il problema è
cresciuto in maniera esponenziale. Oggi la combinazione della diffusione
dei computer e del digitale, che permettono l’archiviazione di enormi
moli di dati in supporti fisici miniaturizzati, e l’avvento del web 2.0, che
ha ribaltato il rapporto autore/fruitore permettendo “democraticamente”
5
Otlet Paul, Traité de documentation. Le livre sur le livre, théorie et pratique, par Paul Otlet
(Trattato di documentazione), 1934
6
Cfr. Keim Jean, Breve storia della fotografia, Einaudi, 2001
Il problema della documentazione delle arti performative
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ad ogni utente di produrre e pubblicare i propri documenti
7
, ha portato
sotto i riflettori il problema della documentazione. Sintetizzando
potremmo dire che oggi la fruizione è subordinata alla documentazione.
Secondo la definizione adottata dall'UNESCO (United Nations
Educational Scientific and Cultural Organization) e formalizzata nel
manuale edito dallo stesso organismo, sono riconducibili a questa
disciplina l'individuazione, acquisizione, valutazione, indicizzazione,
ordinamento, immagazzinamento, analisi, riassunto, sintesi, traduzione,
rielaborazione, pubblicazione, presentazione, comunicazione, diffusione
dell'informazione e documentazione
8
. Questa definizione estesa
dell'ambito di interesse colloca la disciplina nel più generale panorama
delle scienze dell'informazione all'interno delle quali si occupa, in
particolare, dell'estrazione, indicizzazione e classificazione di unità
informative da documenti indipendentemente dal supporto scrittorio di
questi ultimi. "Un document - afferma il manuale Unesco - est un objet
qui fournit un renseignement ou une information. C'est le support
matériel du savoir et la mémoire de l'humanité
9
". E proprio con la
memoria dell’umanità vorrebbe avere a che fare il presente lavoro di tesi:
il Prometeo infatti, nella sua forma più alta e completa, fu eseguito solo
in un paio di occasioni ormai venticinque anni fa e oggi sopravvive solo
nella memoria di quelle poche centinaia di persone che ebbero la fortuna
7
Cfr. Tim O`Reilly, What is web 2.0, www.oreilly.com/web2, 30/09/2005 oppure A.
Anichini, Testo, scrittura, editoria multimediale, Milano, Apogeo, 2003.
8
Guinchat, Claire; Menou, Michel J., Introduction générale aux sciences et techniques de
l'information et de la documentation, Paris, Unesco, 1981.
Fin dalla sua nascita, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, l’Unesco si è
occupata del tema della documentazione e della sua definizione che viene
continuamente aggiornata e rimessa in discussione. Cfr. www.unesco.org e unesdoc.unesco.org
9
Idem [Un documento è un oggetto che fornisce un ragguaglio o un’ informazione. È il
supporto materiale del sapere ed é la memoria dell`umanità]