INTRODUZIONE
Abbiamo bisogno di un nuovo modo di pensare per risolvere i problemi causati dal
vecchio modo di pensare. (A. Einstein)
lla luce degli evidenti mutamenti che caratterizzano l’attuale contesto
economico, politico e sociale in cui le aziende si trovano a operare, parlare oggi
di Corporate Social Responsibility è un tema di rilevanza cruciale.
A
Globalizzazione produttiva, cambiamento climatico, processi di integrazione e alleanze,
innovazione tecnologica, nuovi valori e richieste di etica provenienti dalla società sono
solamente alcune delle numerose motivazioni per le quali è sempre più necessario
confrontarsi con politiche di gestione responsabile.
Sino a cinquant'anni fa, la convinzione diffusa fra gli imprenditori si poteva brevemente
riassumere nella famosa espressione di Friedman, secondo il quale «the business of
business is business»; in altri termini, il fine unico dell'impresa era la creazione di
valore per i suoi azionisti. Tuttavia, la parola d'ordine che ha caratterizzato per molti
anni il mondo degli affari, cioè l'imperativo del “profitto ad ogni costo”, si sta rivelando
inadatta allo scenario in cui viviamo e addirittura pericolosa per la stessa sopravvivenza
delle imprese. Infatti, oggi più che mai, le aziende sono giudicate sulla base dei loro
comportamenti etici, sociali e ambientali, oltre che economici. Per questo motivo, molti
manager hanno imboccato volontariamente la strada della responsabilità sociale,
allargando i fini strategici dell'impresa a considerazioni di tipo ambientale e sociale e
includendo negli obiettivi dell'impresa la soddisfazione di tutti gli interlocutori. Questi
modelli di gestione innovativi sono stati accompagnati dall'adozione di nuove strategie
di comunicazione, meno superficiali e mass mediatiche, più legate alla capacità di aprire
un dialogo con i soggetti portatori di interessi allo scopo di soddisfare i bisogni e le
attese di etica, socialità, solidarietà.
Come sostiene Cerana (2004:17), «il vento della responsabilità sta spingendo le imprese
dai territori dell'immagine ai territori della reputazione e della relazione»; tale
cambiamento di visione porta con sé la scoperta di nuovi modi di comunicare basati su
valori guida eticamente fondati, sulla reputazione e sulla fiducia conquistate tramite
processi in cui diventa essenziale la capacità di relazionarsi con la società per
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contribuire al raggiungimento degli obiettivi aziendali.
Il lavoro da me affrontato vuole occuparsi sia della Corporate Social Responsibility,
della sua definizione ed evoluzione nel corso del tempo, sia di come quest’ultima crea
dei progetti specifici rivolti ad un pubblico di giovani per comunicare loro la cultura
della sostenibilità. Il presente elaborato focalizza l'attenzione sulla relazione tra
organizzazioni – profit e non - e mondo giovanile, con l'intento di cogliere il ruolo che
le prime possono esercitare nel rafforzare la consapevolezza dell'importanza di uno
sviluppo sostenibile tra le nuove generazioni; esse saranno infatti gli adulti di domani
che, con i loro comportamenti e le loro azioni, potranno avere un ruolo di rilievo nel
determinare la direzione della società in cui viviamo. In particolare, si approfondisce
come l'utilizzo innovativo dei progetti e programmi pensati ad hoc possa essere una leva
strategica per comunicare la responsabilità d'impresa ed avvicinare anche i target più
giovani a questa tematica, spesso conosciuta solamente dagli “addetti ai lavori”.
Il tentativo perseguito è duplice: da un lato, s'intende mettere in luce le modalità
concrete attraverso cui le realtà più sensibili alle tematiche della Responsabilità Sociale
d’Impresa si avvicinano a questa fascia della popolazione, partendo dal presupposto che
di solito le organizzazioni, sebbene mantengano comportamenti etici e attuino politiche
responsabili, si rivolgono principalmente ad altri interlocutori, mentre i giovani vengono
sovente trascurati da queste attenzioni. Dall'altro lato, si vuole misurare la sensibilità
dimostrata dalle nuove generazioni al tema della sostenibilità per valutare quali sono le
tendenze in atto all'interno di questo target, nonché gli orientamenti, gli atteggiamenti e
le pratiche dei giovani rispetto all'argomento. I risultati dell'analisi consentiranno di
trarre spunti di riflessione utili anche alle imprese per comprendere quanto la
comunicazione della CSR sia effettivamente percepita e recepita dal mondo giovanile e
per eventualmente modificare e/o rafforzare la rotta delle scelte aziendali al fine di
ottenere una maggiore efficacia comunicativa.
L'elaborato si struttura in due macro parti: la prima include la storia e gli sviluppi attuali
della disciplina, nonché gli strumenti che si sono creati durante il percorso di
definizione allo scopo di comunicare la responsabilità sociale dell'impresa; la seconda
parte esplora - tramite un'indagine condotta personalmente - il livello di sostenibilità
dimostrato dai giovani e tratta di realtà esistenti in materia di CSR che sviluppano
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programmi di interesse per le nuove generazioni, soffermando quindi l'attenzione su un
caso concreto ben definito.
Il primo capitolo introduce a livello generale l'argomento della responsabilità d'impresa,
partendo da una definizione del concetto di Corporate Social Responsibility e
dall’evoluzione storica del termine, per poi analizzare l’importanza che il nuovo
approccio assume sempre più per le organizzazioni moderne e i benefici che se ne
possono ricavare da una sua corretta implementazione strategica. Preciso che il concetto
di Corporate Social Responsibility (CSR) è conosciuto nel nostro Paese anche con il
nome di Responsabilità Sociale d’Impresa (RSI), pertanto, nella stesura di questa tesi di
laurea, utilizzerò indistintamente entrambe le definizioni.
Il secondo capitolo affronta il tema dell'innovazione che sta caratterizzando i sistemi di
comunicazione e di relazione delle imprese socialmente responsabili, fornendo poi una
panoramica dei possibili numerosi strumenti impiegati per trasmettere la propria
attenzione all'insegna di uno sviluppo responsabile. Ognuno di essi, considerato nella
sua specificità e nell'utilizzo integrato all'interno del piano di comunicazione aziendale,
si può dimostrare strumento efficace per diffondere i principi che ispirano l'impresa, far
emergere l'impegno nel generare valore sociale, coinvolgere gli stakeholder e rafforzare
l'immagine percepita e la reputazione aziendale.
Il terzo capitolo è dedicato ad approfondire il tema della sostenibilità e il rapporto tra
essa e le nuove generazioni, per verificare quanto queste ultime sono effettivamente
attente e sensibili all'argomento e quali sono le loro conoscenze in merito. Attraverso
una piccola indagine realizzata tramite questionario sottoposto ad un campione di
giovani italiani compresi tra i 18 e i 30 anni, si cercherà di analizzare i reali
orientamenti che il mondo giovanile dimostra verso la sostenibilità e la CSR allo scopo
di riflettere sul ruolo che le organizzazioni, profit e non, possono svolgere per
coinvolgere maggiormente questo target e diffondere tra esso la cultura della
sostenibilità.
Il quarto capitolo ha come oggetto alcune realtà del mondo no profit che hanno deciso
di interagire con le nuove generazioni attraverso la realizzazione di percorsi di
sensibilizzazione, programmi educativi ed eventi formativi, allo scopo di stabilire un
contatto con i giovani e i giovanissimi, soprattutto collaborando con l'istituzione
scolastica e universitaria. Tramite tali attività si tenta di spronare questi soggetti al
cambiamento culturale, trasmettendo loro i valori e i principi fondamentali della CSR e
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della sostenibilità in modo da ampliarne le conoscenze in merito ed accrescere il senso
di responsabilità del singolo.
Nel quinto capitolo si darà spazio alla specifica realtà che caratterizza l'azienda Edison,
presa in considerazione quale esempio ammirevole di impresa profit che si
contraddistingue nel panorama italiano nell'ambito della CSR. L'adozione di un modello
di business sostenibile fa emerge un orientamento strategico alla CSR che segna
quest'azienda nel profondo e che la porta ad agire ponendo estrema attenzione
all'adeguata conciliazione tra gli aspetti economici, ambientali e sociali. Tra le modalità
impiegate per comunicare la dedizione alla sostenibilità, si inseriscono iniziative di
vario genere indirizzate alla collettività, nel complesso valide a diffondere una cultura
consapevole tra la società civile. In particolare, Edison risulta essere attiva e impegnata
nei confronti delle nuove generazioni, alle quali si rivolge con differenti programmi e
secondo differenti modalità allo scopo di coinvolgerle e sensibilizzarle, nella ferma
convinzione che un futuro sostenibile sia possibile in virtù di un impegno costante da
parte di tutti gli attori sociali.
Il sesto capitolo è finalizzato a presentare il progetto Edison Change The Music, il quale
rientra nelle iniziative avviate da Edison a favore del settore giovane della popolazione
nell'intento di contribuire al processo di mutamento degli atteggiamenti e facilitare, di
conseguenza, la messa in pratica di comportamenti corretti e buone azioni da parte dei
destinatari stessi del programma. Grazie anche all'intervista effettuata alla responsabile
Edison del progetto, si esamineranno gli aspetti innovativi e le peculiarità del singolo
caso per coglierne la coerenza con la strategia globale di Corporate Responsibility
dell'azienda, oltre che per individuare possibili punti critici e suggerire eventuali
migliorie in ottica futura.
Nella parte conclusiva si terminerà con una riflessione sul rapporto tra nuove
generazioni e organizzazioni e su come questi due soggetti possono sviluppare un
percorso di dialogo e scambio grazie ad attente politiche di Corporate Social
Responsibility. Si valuteranno orientamenti e direzioni consigliabili da seguire, tenendo
in considerazione le osservazioni derivate dall'esito dell'indagine condotta allo scopo di
verificare quanto le modalità attuali di comunicazione della CSR hanno effettivo
riscontro positivo sui giovani e sui loro comportamenti.
Come si avrà modo di rilevare, il tema della CSR sembra destinato ad assumere
un'importanza crescente nelle imprese di ogni settore e di ogni dimensione, consapevoli
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dei rapporti più stretti fra la propria attività e le varie dimensioni della società di cui
costituiscono parte integrante. Senza dubbio, saranno le aziende che sapranno adottare
con maggiore consapevolezza tale approccio e adeguare la propria cultura, la propria
strategia e i propri modelli di comunicazione nell'ottica di una reale attenzione alla
responsabilità sociale ed ambientale, quelle che potranno ottenere un vantaggio
competitivo maggiore nel prossimo futuro. In questo senso, giocheranno un ruolo
fondamentale strumenti di comunicazione quali sono i progetti sostenibili che, realizzati
in maniera coerente ed integrata con la strategia aziendale, nonché con modalità
innovative e coinvolgenti, sapranno contribuire a diffondere il tema della sostenibilità
presso i target più giovani, ad oggi solo in parte considerati dalla sensibilità delle
imprese.
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PARTE I
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Capitolo I
CORPORATE SOCIAL RESPONSIBILITY
QUADRO DI RIFERIMENTO
1. Corporate Social Responsibility: breve definizione
Partendo dal presupposto che trovare una definizione di Corporate Social Responsibility
accettata all'unanimità non è compito semplice, si può affermare che un'impresa è
socialmente responsabile se è consapevole dell'influenza che esercita nella società e
mette in atto comportamenti adeguati per rispondere alle attese di rispetto dell'ambiente,
di sicurezza e benessere dei lavoratori, dei consumatori e della collettività. I presupposti
sociali, economici e culturali del concetto sono stati ampiamente esaminati negli anni e
il ricco insieme di contributi di ricerca teorica ed empirica hanno reso questo argomento
un complesso campo di indagine e di riflessione, in continuo aggiornamento.
2. Evoluzione storica del concetto
L'analisi che segue è un excursus storico finalizzato ad inquadrare – in modo
sufficientemente esaustivo - il concetto di CSR, il suo sviluppo e la sua sfera di
applicazione nel corso del tempo.
Anche se la nozione di CSR si può far risalire a diversi secoli addietro, la maggior parte
della letteratura accademica e manageriale è stata prodotta nel XX secolo - e in
particolare negli anni Cinquanta - negli Stati Uniti, via via che con rinnovato vigore
emergono le idee sui doveri delle imprese verso la società. Ripercorriamo l'evoluzione
della CSR in chiave storica, partendo proprio da questo decennio in cui comincia a
crescere in maniera evidente l'attenzione al tema.
2.1. Anni Cinquanta: i contributi di Bowen e Selekman
Inizialmente il dibattito si concentra soprattutto sulla responsabilità dei “businessmen”,
a cui viene riconosciuta la capacità di incidere sull’ambiente circostante; in virtù di ciò
il dirigente, e secondariamente l’azienda, inizia ad acquisire una serie di obblighi che
vanno al di là del semplice obiettivo di produzione e distribuzione di beni e servizi e
dell'ottenimento di un profitto. Il primo considerevole contributo al tema è da attribuirsi
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all'economo H. Bowen (1953), unanimemente considerato come “il padre” della CSR, il
quale nel testo “Social Responsibilities of the Businessman” dà una prima definizione di
responsabilità sociale:
« It refers to the obligations of businessman to pursue those policies, to make
those decisions or to follow those lines of action whiach are desiderable in
terms of the objectives and values of our society».
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Secondo Bowen, alla base dalla CSR vi è una ragione difensiva che ricorre nella sua
applicazione onde evitare problematiche con i nuovi soggetti che si stanno delineando a
difesa dei lavoratori, quali sindacati e governi. Egli riconosce le aziende come centri
vitali di potere, evidenziando come le azioni dei dirigenti siano in grado di condizionare
il contesto ambientale; occorre pertanto trovare un punto di incontro tra gli interessi
economici degli uomini d’affari e della società, che porti le aziende a mettersi al
servizio della collettività. Secondo il pensiero dell’economo, sindacati e governi
saranno in grado di raccogliere le pressioni del popolo e di rivolgere le loro richieste al
mondo degli affari. Per evitare questa situazione di contrapposizione ed antagonismo,
egli propone un codice di autodisciplina volontario, che contenga doveri morali e tecnici
da rispettare e che consentirebbe alla pressione sociale di andare di pari passo con
l’azione dei manager e con la moralizzazione del business.
Nel 1958, andando oltre la teoria di Bowen, anche il sociologo B. Selekman (1958)
parla di “Social Responsibility of Business” sostenendo, a sua volta, che sia necessaria
la costruzione di un movimento di uomini di affari, dotati di un’ideologia portante, in
grado di articolare il business sia in ambito economico che in ambito morale. La sua
posizione in merito alla possibile adozione di un codice deontologico da parte dei
businessmen - proposta da Bowen - si rivela scettica, in quanto crede che esso possa
limitare la natura spontanea del libero mercato. Inoltre, si domanda in che modo
imprenditori e manager possano essere puniti in caso di comportamenti immorali o
illeciti; Selekman crede che tale punizione possa esser inflitta dall'opinione pubblica e si
auspica che il costume imprenditoriale, al pari di altre regole morali, possa entrare a far
parte della quotidianità della società, in modo che sia quest’ultima a condannare un
1 «Riguarda l'obbligo degli uomini d'affari di perseguire quelle condotte, di prendere quelle decisioni o
di seguire quelle linee di azione che sono desiderabili in termini di obiettivi e valori della nostra
società», Bowen (1953), p.6.
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