2
Introduzione generale
La grande evoluzione e lo sviluppo delle moderne tecnologie telematiche negli ultimi
anni hanno favorito l’implementazione di nuovi metodi di comunicazione a distanza
fra le persone, ciò ha comportato che, nella nostra epoca, è divenuto sempre più
importante per ognuno tutelare il diritto di controllare le proprie informazioni
private ed assicurarsi che esse vengano ricevute o trattate da altri solo in caso di
necessità in modo da difendere il proprio diritto alla privacy. Internet non ha
cambiato solo il modo di comunicare ma ha variato, in modo irreversibile, i modelli
di interazione sociale. La diffusione in larga scala della rete, tradotto nella
possibilità per la maggior parte della popolazione mondiale di fruire dei servizi che
essa offre, oltre a concedere nuove opportunità di comunicazione, è portatrice anche
di nuovi rischi che con i tradizionali sistemi di comunicazione erano pressoché
sconosciuti. I sistemi di comunicazione odierni consentono, infatti, lo scambio di
un’elevata quantità di dati tra gli utenti, tuttavia attraverso le diverse tipologie di
intercettazione è possibile reperire, trattare e conservare, quasi senza limitazioni, la
maggior parte di queste informazioni scambiate tra gli individui. La nostra società
tende così ad essere una società sempre più trasparente, poiché, grazie ai diversi
sistemi di intercettazione dei flussi di comunicazione elettronica, è possibile
ricostruire le tendenze e le preferenze, i gusti o le esperienze di ogni persona
connessa. Questo lavoro ha come obiettivo quello di illustrare a quali rischi è esposta
la privacy durante l’uso della rete Internet da parte del comune utente attraverso
un’analisi dei processi che hanno permesso e che permettono tutt’ora le
intercettazioni dei dati personali. Il furto di queste informazioni diviene un terreno
ideale per la cooperazione criminosa online di persone dotate di alta competenza
tecnica informatica o sistemi di spionaggio e monitoraggio civile messi in atto dalla
maggior parte dei governi delle principali potenze mondiali, soprattutto quello degli
Stati Uniti d’America e quello del Regno Unito.
3
Capitolo I
La tutela della privacy in Internet
Introduzione al primo capitolo
Inizialmente i regolamenti civili, le leggi e i diritti dell’uomo erano ben distanti sia dal
mondo dei calcoli numerici che da quello dell’automazione informatica. La sempre
maggiore diffusione della telematica, prima su tutti la rete Internet, ha favorito in modo
importante la circolazione di informazioni e incentivato la comunicazione a distanza tra
le persone. Questo fenomeno ha portato ad un livello più alto il bisogno di sicurezza per
tutelare questo nuovo modo di comunicare e condividere informazioni a distanza tra gli
individui. Per garantire la privacy degli utenti sono stati creati degli organi di controllo
indipendenti e sono stati stilati regolamenti comunitari e leggi che tutelano questi diritti.
Dopo alcuni eclatanti casi di violazione a banche dati contenenti informazioni private,
è cresciuta nella nostra società, una matura consapevolezza dell’importanza da
attribuire alla sicurezza dell’acquisizione, dello scambio e della conservazione di dati
privati anche attraverso mezzi informatici. Una consapevolezza che ha contribuito anche
a dar vita a movimenti e culture che lavorano in favore della tutela della privacy e del
diritto di libertà nella sfera privata.
4
1.1 Tra informatica e diritto
Per la nuova generazione digitale il termine privacy e quello di diritto coabitano sempre
più spesso nello stesso concetto. Le origini del concetto di privacy risalgono al 1890,
precisamente nell’articolo pubblicato in «Harward Law Review» dello stesso anno dal
titolo «The Right to Privacy» ad opera dei giuristi americani Louis Brandeis e Samuel
Warren. Essi definiscono la riservatezza come: «right to be let alone»
1
che costituisce la
prima formulazione del diritto di privacy. Da allora questo diritto si è evoluto molto dal
puro concetto di semplice riservatezza e va ormai oltre il solo diritto all'intimità privata.
Precedentemente agli studi dei due giuristi americani sopracitati, già in alcuni
procedimenti giudiziari era stata riconosciuta l’importanza del diritto di riservatezza, non
solo da un punto di vista teorico ma anche pratico. Un esempio è il famoso caso risalente
al 1849 de il «Prince Albert v. Strange»
2
, relativo alla diffusione da parte di un
dipendente della Casa Reale di alcune immagini che raffiguravano il principe Alberto e
la regina Vittoria in momenti familiari e di interesse personale. L’azione di inibizione
verso l’editore venne accolta dalla Court of Chancery
3
ed il caso, se pur limitato al solo
rapporto di fiducia, diede inizio all’applicazione di una diversa natura di diritti della
persona, creando i presupposti giusti per lo sviluppo di nuovi diritti.
Nell’ odierna società caratterizzata da una forte globalizzazione del traffico di
informazioni, i confini del diritto alla privacy si sono notevolmente ampliati creandone
dei nuovi che meglio si adattano alle circostanze storico-sociali attuali. Per comprendere
meglio questo fenomeno è opportuno citare Stefano Rodotà: «l’espressione nuovi diritti
dev’essere considerata, a un tempo, accattivante e ambigua. Ci seduce con la promessa
di una dimensione dei diritti sempre capace di rinnovarsi, di incontrare in ogni momento
una realtà in continuo movimento […] Al tempo stesso, però, lascia intravedere una
contrapposizione tra diritti vecchi e diritti nuovi come se il tempo dovesse consumare
quelli più lontani, lasciando poi il campo libero a un prodotto più aggiornato e
1
L. Brandeis, S. Warren – The Right to Privacy, in Harward Review – 1890, 4, p. 193.
2
Megan Richardson, Michael Bryan, Martin Vranken, Katy Barnett – Breach of Confidence, Social origins
and modern developments. EE – 2012 – pag. 40.
3
(Corte di cancelleria) Organo dell’ordinamento giuridico inglese che esamina e decide le controversie
secondo la procedura di equity.
5
scintillante»
4
. In maniera limpida si evince quanto il diritto cresca e si evolva in modo
uniforme alla nostra crescita ed evoluzione, fenomeno quanto mai vero soprattutto
nell’ambito della tutela di interessi personali ed economici.
L’evoluzione tecnologica in atto ha favorito in maniera importante la circolazione delle
informazioni ed ha cambiato il modo di comunicare, facendo aumentare nettamente la
quantità delle informazioni scambiate a distanza tra le persone. Si sono così creati dei
nuovi bisogni per una comunicazione semplice, precisa, veloce e sicura. Proprio la
sicurezza assume sempre più rilevanza anche da un punto di vista economico, infatti
tutelare le informazioni che immettiamo in rete si traduce in una migliore fruizione dei
mezzi di comunicazione e soprattutto permette di concretizzare, come ancora Rodotà
suggerisce, «il diritto soggettivo di costruire liberamente e difendere la propria sfera
privata»
5
che si pone come base per costruire al meglio il senso di libertà di ogni
individuo.
1.1.2 Le Direttive Comunitarie
Questa evoluzione tecnologica, oltre ad aver variato il nostro modo di comunicare, ha
comportato anche una evoluzione delle norme per quanto riguarda la protezione dei
nostri dati e delle informazioni che immettiamo in rete. Il 24 ottobre 1995 con la Direttiva
europea 95/46/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, «relativa alla tutela delle
persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati personali, nonché alla libera
circolazione di tali dati»
6
, vengono stilate le definizioni guida da attuare in ogni Stato
membro per tutelare «i diritti e le libertà fondamentali delle persone fisiche e
particolarmente del diritto alla vita privata, con riguardo al trattamento dei dati
personali»
7
. Questa Direttiva verrà poi modificata nel 2002 con le disposizioni della
Direttiva 2002/58/CE del 12 luglio 2002 «relativa al trattamento dei dati personali e
alla tutela della vita privata nel settore delle comunicazioni elettroniche»
8
. Le finalità
4
Stefano Rodotà – Il diritto di avere diritti (edizione digitale) – Editori Laterza – 2013 - p. 61.
5
Stefano Rodotà – Repertorio di fine secolo – Editori Laterza – 1999 p. 202.
6
http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=CELEX:31995L0046:it:HTML.
7
http://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/35284.
8
http://www.interlex.it/testi/02_58ce.htm#1.
6
ed il campo di applicazione di quest’ultima sono: «armonizzare le disposizioni degli Stati
membri necessarie per assicurare un livello equivalente di tutela dei diritti e delle libertà
fondamentali, in particolare del diritto alla vita privata, con riguardo al trattamento dei
dati personali nel settore delle comunicazioni elettroniche e per assicurare la libera
circolazione di tali dati e delle apparecchiature e dei servizi di comunicazione
elettronica all’interno della Comunità»
9
. Il campo d’applicazione della Direttiva
2002/54/CE riguarda in maniera importante anche il trattamento dei dati personali
interamente o parzialmente automatizzato, ovvero il trattamento di tutte quelle
informazioni che quotidianamente ogni utente immette in rete attraverso l’uso dei servizi
Internet fruibili tramite PC, smartphone, tablet e quant’altro la moderna tecnologia oggi
ci offre. Questa direttiva rappresenta una rilevante innovazione partendo dal presupposto,
dato dal Parlamento e dal Consiglio europeo, che l’integrazione comporti
necessariamente un aumento di flussi di dati personali tra i cittadini dell’unione, dando
fondamentale importanza al superamento del divario esistente tra i Paesi nel rispetto del
trattamento dei dati nelle comunicazioni elettroniche. Oltre alla sola ragione di sicurezza,
tale Direttiva si impone anche come mezzo per scongiurare il sorgere di ostacoli alla
libera circolazione delle informazioni all’interno della Comunità Europea.
1.1.3 Normative sulla privacy in Italia.
Il nostro Paese è tra i primi ad adeguarsi alle Direttive europee, anche grazie all’esistenza
storica di contributi in materia che risalgono agli anni trenta. Nella Costituzione Italiana
i principi fondamentali da cui partire sono ravvisabili negli art. 14, 15, e 21
rispettivamente riguardanti il domicilio, la libertà e segretezza della corrispondenza, la
libertà di manifestazione del pensiero. E’ nel 1980 che in Italia si inizia a dibattere sulla
privacy con il proposito di tutelare le informazioni di carattere riservato di ogni singolo
individuo, gettando le basi per le future normative al riguardo.
Il recepimento delle Direttive europee avviene tempestivamente con la Legge n. 675 del
31 dicembre 1996, successivamente abrogata con il D.lg. 196 del 30 giugno 2003,
9
Articolo 1, I comma, Direttiva 2002/58/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 luglio 2002.