3
INTRODUZIONE
Molti studi recenti si sono occupati della sempre più continua
espansione internazionale delle organizzazioni mafiose italiane; in molti di questi
lavori è stato dimostrato come, ai giorni nostri, sia la 'ndrangheta l'organizzazione
che a livello internazionale sta riscontrando il maggiore sviluppo. Questo sta
avvenendo per tutta una serie di fattori storico-politici che non rientrano
nell'ambito di questo elaborato
1
ma che permettono di dare un'idea di quanto
ormai le forze criminali abbiano raggiunto un livello di potere impensabile fino a
pochi decenni fa.
Con questo scritto si cercherà di analizzare e studiare ciò che è
avvenuto negli Stati Uniti d'America quando emigrarono in quel paese tanti nostri
connazionali alla ricerca di una condizione di vita migliore o semplicemente
possibile; si cercherà, in particolare, di approfondire la nascita e l'evoluzione
storica di una delle più importanti famiglie di Cosa Nostra a New York: la
famiglia Gambino.
Si è scelto di analizzare la realtà di una città come New York per
dimostrare il livello di forza e di potere che l'organizzazione criminale mafiosa è
in grado di raggiungere in una città di tale importanza; la decisione di
approfondire l'evoluzione di una singola famiglia
2
permetterà di capire meglio i
diversi tipi di rapporti che si instaurano sia tra gli effettivi all'interno
dell'organizzazione che quelli con le altre famiglie criminali.
1 Per ulteriori approfondimenti su questo argomento si veda ad esempio: F. Forgione,
Mafia Export, Milano, 2009.
2 A New York infatti sono storicamente esistite 5 grandi famiglie di Cosa Nostra. Per
approfondimenti su questo argomento si rimanda a: S. Raab, Le famiglie di Cosa Nostra
Roma, 2009.
4
Come è avvenuto anche in Italia, ci è voluto del tempo perché si
potesse svolgere un dibattito attento sull'infiltrazione mafiosa nella società
americana; storicamente infatti il fenomeno di Cosa Nostra d'oltreoceano è stato
inizialmente confuso con altri e meno omogenei gruppi di criminalità più o meno
organizzata, mentre in seguito (anche quando ormai il fenomeno aveva assunto
forme non più ambivalenti) ci sono state grandi difficoltà a chiamare e a studiare
il fenomeno per quello che invece effettivamente era. Anche per questo motivo la
non amplissima letteratura sull'argomento è in fase di continuo aggiornamento: gli
arresti e i processi pubblici che hanno reso famosi in tutto il paese alcuni dei più
importanti boss mafiosi delle famiglie Newyorchesi hanno contribuito a dare un
maggiore impulso agli studi di questo fenomeno così complesso.
Le fonti a cui si è attinto per l'elaborazione di questo testo sono
principalmente questi studi (fatti tanto da autori italiani quanto da autori americani
che si sono dedicati all' argomento), oltre alle registrazioni fatte dall' F.B.I.
nell'ambito delle indagini a carico degli esponenti della famiglia di Cosa Nostra e
ai diversi articoli di giornale e siti internet che si sono dedicati alla questione. Un
paio di autobiografie di esponenti di spicco delle famiglie criminali
3
, pur non
avendo una valenza prettamente storiografica, permettono di fare luce su alcuni
aspetti più privati e personali di individui che si sono votati alla criminalità per
tutta la loro vita.
In questo elaborato non si cercherà solo di fare una ricostruzione
storica degli avvenimenti e delle vicende degli esponenti della famiglia mafiosa,
ma, a partire da quegli avvenimenti storici, l'intento è quello di studiare quelli che
sono stati i rapporti e le infiltrazioni del clan criminale all'interno della società
3 Cfr. in particolare: J. Bonanno, Uomo d'onore, Milano, 1992.
5
americana: come e quanto, ad esempio ci fosse convivenza e che tipo di rapporti
si erano creati con la classe politica a livello locale e nazionale; capire come gli
esponenti della famiglia si collocavano all'interno dell'economia legale; analizzare
i comportamenti delle forze di reazione all'illegalità, le loro mosse e le loro azioni
come hanno influito sui comportamenti dei mafiosi. Si cercherà di guardare alle
differenze e ai rapporti intessuti con la criminalità italiana, si studieranno i
rapporti con i gruppi organizzati di altre nazionalità
4
e si cercherà anche di capire
se e quanto la mafia fosse radicata all'interno della comunità italo-americana e
quanto anche nel tessuto più propriamente sociale: si valuterà quanta influenza
mafiosa vi fosse all'interno dei sindacati nei diversi settori economici della città
5
,
ad esempio.
In particolare, nel primo capitolo ci si propone di dare una lettura
d'insieme al fenomeno dell'emigrazione italiana nel Nuovo Continente per capire
in che misura e in che modo la mafia U.S.A. è arrivata e ha iniziato a diffondersi;
in particolare verranno approfonditi alcuni ambiti che hanno facilitato l‟ingresso
di Cosa Nostra nel Nuovo Mondo; i pregiudizi contro gli italiani, la presenza
italiana all‟interno dei sindacati americani, saranno un punto di partenza
fondamentale per spiegare gli avvenimenti che accadranno nei decenni successivi,
e un approfondimento su questi temi occuperà parte del primo capitolo.
Nel secondo capitolo invece si farà una distinzione tra la nascente
organizzazione di Cosa Nostra e le altre realtà criminali (e in particolare si
metteranno in luce le differenze tra la Mano Nera e Cosa Nostra per evitare
4 In particolare a New York si riscontrava la presenza di bande criminali di origine Ebrea
e Irlandese.
5 In particolare a New York erano fondamentali i sindacati che gestivano i movimenti del
porto navale nonché quello dell'industria tessile.
6
l'errore di confondere e mettere sullo stesso piano due realtà decisamente
differenti tra loro). Verranno documentate le prime “imprese” dei clan sul suolo
americano e si valuterà come e in che misura il proibizionismo abbia influito sullo
sviluppo dell'organizzazione. Si vedrà in questo capitolo la prima reazione da
parte dell'opinione pubblica riguardo a questo fenomeno e i primi segnali di
opposizione organizzata da parte delle forze di polizia.
Il terzo capitolo sarà incentrato sulla famiglia Gambino: si
studieranno le diverse figure dei boss che l'hanno guidata dagli anni '30 agli anni
'70 e si vedrà l'evoluzione del clan sia per quanto riguarda i rapporti con le altre
famiglie criminali sia come cambiamo i rapporti nei confronti della società civile
e i rapporti con il mondo politico; si metterà in evidenza inoltre quanto le forze di
contrapposizione legali inizino a rendersi conto della reale portata e forza delle
organizzazioni mafiose e come inizino a studiare e a trovare dei metodi sempre
più efficaci nella lotta al crimine.
Nel capitolo finale di questa tesi verrà analizzata la situazione della
famiglia dagli anni '70 ai giorni nostri: come sono cambiate le situazioni e i
rapporti di forza e quanto si trovi in difficoltà l'organizzazione a causa del grande
sviluppo investigativo da parte delle forze dell'ordine; si vedrà come a questa
rivalsa del potere legale abbiano contribuito i diversi atteggiamenti delle forze
politiche e dell'opinione pubblica statunitense e newyorchese in particolare.
È evidente che questo lavoro tenterà di andare il più a fondo possibile
sui temi sopra elencati ma che, per forza di cose non potrà rispondere a tutte le
questioni e gli argomenti che riguardano lo sviluppo di una forza preponderante
come quello di Cosa Nostra; non si occuperà, ad esempio, di mostrare se qualcuno
prenderà il posto della famiglia Gambino all'interno del mercato illegale
7
d'oltreoceano, né analizzerà a fondo la situazione delle altre città americane, né
potrà mettere in evidenza tutti i campi nei quali la famiglia ha operato in quasi un
secolo di esistenza. Per questi approfondimenti e altri ancora che questo lavoro
potrebbe stimolare si rimanda alla curiosità e all'interesse del lettore di questo
elaborato.
8
CAP. 1 LA GRANDE ONDA: L'EMIGRAZIONE ITALIANA
NEGLI STATI UNITI
“Come figli raccattati al volo
da questa statua che nasconde il cielo,
ha una faccia dura e ci guarda strano,
sarem poi simpatici alla Libertà?”
Davide Van de Sfross, E semm partì.
1.1 L'emigrazione italiana (1880-1930)
Gli Stati Uniti d'America hanno sempre rappresentato
nell'immaginario collettivo degli italiani una sorta di Terra Promessa: emigrare
negli U.S.A., per milioni di famiglie italiane, ha significato la realizzazione di un
vero e proprio sogno. Un sogno che solo occasionalmente però si è dimostrato
all'altezza delle aspettative dei nostri emigranti.
Storicamente l'emigrazione verso il Nord America può essere
suddivisa in due grandi periodi: il primo periodo va dal penultimo decennio del
19° secolo fino alla prima guerra mondiale, il secondo parte dal 1919 e va fino
agli anni '30 del ventesimo secolo (ci sarà poi un'emigrazione molto ridotta alla
fine della seconda guerra mondiale)
6
. Il picco massimo di questo fenomeno va
fatto risalire agli anni tra il 1896 e il 1914: in questa fase lasciarono l'Italia circa
14 milioni di cittadini (a fronte di una popolazione di circa 33 milioni). In questi
anni si registra un'altissima percentuale di partenze dal sud dell'Italia: in
particolare dalla Sicilia partirono circa 1,1 milioni di isolani di cui circa 800.000
6 Per una più ampia trattazione dell'argomento si rimanda a : AA. VV., Verso l’America:
l’emigrazione italiana e gli Stati Uniti, Roma, 2005.
9
con destinazione Stati Uniti; i principali porti di arrivo erano quelli di New York e
New Orleans, ed è in queste due città che si svilupparono dei quartieri a grande
prevalenza di italiani: le famose “Little Italies”.
A New York la comunità italiana si insediò principalmente nel Lower
East Side, in particolare nella zona compresa tra Elisabeth St. e Mulberry St.; in
questa zona i tanti emigranti che erano partiti carichi di belle speranze si sono
ritrovati a fare i conti con la dura realtà dei fatti. Per prima cosa gli statunitensi
non erano pronti ad accogliere a braccia aperte i nuovi arrivati
7
: buona parte della
popolazione difendeva ancora strenuamente i tipici valori WASP (White Anglo
Saxon Protestants) e non vedevano di buon occhio l'ondata dei poveri contadini e
commercianti italiani che nella maggioranza dei casi non era in grado nemmeno di
comunicare in inglese
8
. In secondo luogo, la “Little Italy” Newyorchese (così
come le altre sparse nella costa orientale degli Stati Uniti) era un quartiere
poverissimo, sporco e disorganizzato e non predisponeva all'integrazione con il
tessuto sociale con cui si trovava a convivere, in particolare nei primi anni di vita
del quartiere. Bisogna inoltre sottolineare come buona parte dei cittadini italiani
non era partita con l'intenzione di stabilirsi in pianta stabile, ma prevedeva anzi di
fare ritorno nella penisola dopo un certo periodo di tempo; per molti cittadini,
almeno inizialmente, l'integrazione non era effettivamente una priorità. Nel corso
degli anni le condizioni di vita nel quartiere italiano, comunque, migliorarono
notevolmente
9
.
E' stato calcolato che nel 1905 vivevano in “Elisabetta Stretta” circa
7 Per un approfondimento di questo argomento si rimanda ai successivi capitoli di questa
tesi.
8 Questo particolare è citato in: CANNISTRARO P., The Italians of New York, New York,
2000. p. 65-66.
9 Si veda in particolare la testimonianza portata dal commissario all'emigrazione del
governo italiano Adolfo Rossi del 1904, citata in J. DICKIE, Cosa Nostra, Bari, 2005. pp.
204-205.