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INTRODUZIONE:
Le attuali tendenze evolutive dei sistemi organizzativi delle aziende di servizi
rivelano che, nonostante il progresso tecnologico, è sempre l’uomo a
rappresentare la risorsa principale su cui poggiare i presupposti del vantaggio
competitivo. Infatti, nell’erogazione dei servizi, che implicano una forte
relazione tra erogatore e fruitore, per parlare di qualità si deve necessariamente
parlare di qualità delle risorse umane. Negli ultimi anni le aziende si sono,
perciò, orientate a dare maggiore importanza alle risorse umane nella
convinzione manageriale che il vantaggio competitivo derivante dal progresso
tecnico, se produce benefici dal punto di vista dei costi di produzione, non
potrà creare un vantaggio competitivo di lungo periodo. La gestione dei
collaboratori è, perciò, un problema costante che interessa oramai la maggior
parte delle aziende, anche le più piccole, all’interno delle quali ogni
imprenditore deve prendere in esame le differenti scelte di gestione del
personale superando gli stereotipi dettati dalle “mode manageriali”. Per
un’organizzazione che fornisce servizi, quindi, la valutazione delle prestazioni
di un dipendente è necessaria perché tutti gli elementi del servizio sono filtrati
dalla risorsa e solo attraverso di essa si trasferiscono al cliente finale, e con tale
strumento le aziende quindi sono in grado di monitorare costantemente e in
itinere la prestazione erogata e di migliorare la qualità percepita. Il tema della
valutazione delle risorse umane è, dunque, cruciale soprattutto da un punto di
vista organizzativo poiché bisogna considerare non solo gli strumenti che
vengono utilizzati ma preventivare le conseguenze di alcune scelte sul sistema
di gestione e l’impatto sull’intero tessuto organizzativo-aziendale.
L’obiettivo di questo lavoro è quello di sottolineare l’importanza strategica di
un sistema di valutazione del personale, di rendere quindi auspicabile la sua
applicazione in ogni contesto aziendale e di analizzare l’aspetto della
valutazione in azienda cercando di affrontare le tematiche ad essa correlate. I
presupposti all’applicazione di tale sistema sono da ricercarsi nella necessità di
trasformare la complessità legata alla gestione delle risorse umane in elemento
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competitivo per l’impresa. I sistemi di valutazione hanno, quindi, il compito
complesso di dare un significato alle differenze che la struttura attende e ciò
che realmente si realizza. Sotto quest’aspetto il presente lavoro cerca di fornire
degli strumenti che possano garantire elevati livelli di oggettività e omogeneità
delle valutazioni. In particolare è stata posta attenzione alla definizione del
sistema di valutazione delle performance, quale fattore chiave per il
raggiungimento di tali obiettivi, all’analisi e al miglioramento del processo di
valutazione, inteso non come momento a sé ma come un processo continuo che
accompagna l'organizzazione nel corso dell'intera gestione, e allo sviluppo di
strumenti di valutazione in grado di rilevare gli scostamenti di prestazioni del
personale. La criticità di tale sistema è essenzialmente riuscire a far percepire
ai valutati e ai valutatori che ogni giudizio riguardo la risorsa valutata non è
espressione di opinioni formali ma deriva da un’intensa attività di
interpretazione di diversi fattori di valutazione opportunamente pesati e
contestualizzati. Naturale conclusione di questo percorso è la definizione delle
modalità di utilizzo dei dati a disposizione dell’azienda, al fine di creare piani
di sviluppo professionali e di strutturare un catalogo di interventi formativi da
applicare in maniera sistematica e puntuale. A supporto delle teorie esposte è
stato citato un intervento di applicazione del sistema di valutazione delle
performance in un’azienda di erogazione di servizi, Abramo Customer Care
Spa.
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Cap. I
Le tematiche centrali nella valutazione delle risorse
umane.
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1.1 La valutazione delle performance: concetti definitori
La valutazione delle performance è quel processo periodico e continuo, con
cadenza generalmente annuale, che ha lo scopo di valutare la prestazione del
soggetto in relazione alla posizione di lavoro occupata, alle mansioni e ai
compiti assegnati, e in rapporto ad una serie di dimensioni, o fattori, di
valutazione per mezzo di una scala di misura.
1
Nella gestione delle risorse
umane la valutazione della prestazione rappresenta, quindi, quello strumento di
gestione del personale che consente d’apprezzare il reale contributo di un
individuo, che ricopre una data posizione, in termini di comportamenti attivati
e di risultati prodotti. Si cerca, pertanto, di giudicare in che misura e in che
modo l’individuo ha svolto i propri compiti, quali sono stati i suoi risultati,
quale livello di competenza ha dimostrato nello svolgere il proprio lavoro e gli
obiettivi che ha raggiunto sia in termini quantitativi che in termini qualitativi.
Tra gli intenti principali di tale sistema vi è quello di ridurre le asimmetrie
informative che s’instaurano nelle relazioni capo-collaboratore, chiarendo e
semplificando le aspettative di performance.
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Così come si è appena definita essa sembra la cosa più facile del mondo: basta
che ci sia uno che osservi, un altro che deve svolgere un compito, e che giudica
come lo svolge. Questo tipo di giudizio è presente in tutti i settori umani, ma
nel mondo del lavoro la situazione è più complessa che non in tutti gli altri
campi. Una cosa è quando un tifoso osserva e giudica il rendimento di un
giocatore, un’altra è quando un superiore osserva e giudica il rendimento di un
suo sottoposto. Il tifoso può esprimere verbalmente il suo giudizio ma, a
differenza del manager, non possiede l’arma della ricompensa diretta, e di
solito non esiste tra lui e l’altro un rapporto continuo e preciso.
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1
Cocco G. C., Sviluppo delle risorse umane negli ambienti competitivi, Isedi, Milano, 1991.
2
Le finalità del sistema di valutazione delle prestazioni possono assumere importanza e priorità diverse, in funzione
delle scelte strategiche e della cultura organizzativa. In Mondi R. W., Noe R.M.; Human resource management;
Boston; Annyn & Bacon; 1993.
3 Per quanto riguarda l’esperienza italiana, in cui la valutazione delle prestazioni ha tradizionalmente riguardato i
livelli manageriali, è possibile identificare alcune fasi storiche fondamentali della sua diffusione ed evoluzione
all’interno dell’impresa. Una prima fase, fino agli anni 70, fanno il loro ingresso i primi sistemi di valutazione, ma poi
sull’onda della contestazione dei sindacati taluni sistemi vanno in crisi. Una seconda fase (fino agli anni 80), nella
quale nasce e si sviluppa il MBO (quindi a carattere prettamente quantitativo) con l’obiettivo di sviluppare più
consistenti orientamenti imprenditoriali nel management. Una terza fase si apre poi con gli anni 90 e l’ideologia del
Total Quality Management che riporta il carattere qualitativo della valutazione delle prestazioni, vale a dire i
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Nel mondo del lavoro, quindi, la valutazione tocca argomenti importanti, come
per esempio chi siamo e chi possiamo diventare, dato che si riferisce alla nostra
competenza e al nostro valore. Quello che conta di più però è forse il fatto che
è un rapporto tra due esseri umani, i quali spesso sono nervosi, tesi, in
atteggiamento di difesa, impreparati per lo più a discutere su argomenti così
importanti, e appesantiti dalle proprie distorsioni mentali, pregiudizi, speranze
e termini di paragone.
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Fino ad ora si è trattato, in linea generale, di valutazione della performance,
volendo dare una definizione si può affermare che la performance, nella
letteratura scientifica, è “il contributo (risultato e modalità di raggiungimento
del risultato) che una risorsa (individuo, gruppo di individui, unità
organizzativa, organizzazione) apporta attraverso la propria azione al
raggiungimento delle finalità e degli obiettivi e, in ultima istanza, alla
soddisfazione dei bisogni per i quali l’organizzazione è stata costituita.”
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Pertanto il suo significato si lega strettamente all'esecuzione di un'azione, ai
risultati della stessa e alle modalità di rappresentazione. Come tale, dunque, si
presta a essere misurata e gestita. Con la definizione data si può evidenziare il
concetto di relazione logica del ciclo bisogni-obiettivi-azioni-risultati-effetti.
Detta in altri termini, l’esistenza di questa relazione logica diviene il
presupposto per misurare, valutare e comunicare le performance. Infatti, se
questa catena fosse rotta, il contributo che un individuo (gruppo d’individui,
unità organizzativa, organizzazione) apporta attraverso la sua azione rimane
privo di ogni senso e utilità. Questa è anche la ragione fondamentale per la
quale la misurazione, la valutazione e la trasparenza delle performance vanno
concepite in una logica sistemica, passando dalla mera misurazione di esse a
una loro più complessa gestione.
Il termine valutazione, invece, deriva dal latino valitus, participio passato di
valere, avere prezzo, stimare. In senso etimologico, perciò, la valutazione è il
comportamenti. Infine una quarta fase si è avviata da alcuni anni con un’enfasi sulle competenze che trova nella
valutazione delle prestazioni uno dei suoi
più significativi ambiti di applicazione. In Boldizzoni D.; Management delle
risorse Umane; Il sole 24 ore; Milano, 2003.
4
Marchetti M. e Quaranta E.; La valutazione del personale, quaderni di formazione Pirelli, n. 49; 1984.
5
G. Bouckaert, J. Halligan, Managing Performance. International Comparisons, Routledge, Oxon 2008.
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processo mediante il quale si attribuisce valore a un oggetto, un’azione o un
evento.
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Il valutare è, quindi, l’attività con cui le persone esprimono un
giudizio riguardo a un fatto rilevante e significativo.
Altra definizione è quella data da Bezzi, dove la valutazione è intesa come
giudizio, stima, perizia, più raramente misurazione. Giudicare un’attività non
vuol dire esprimere un giudizio improvvisato e basato sul buon senso, ma
svolgere un’attività professionalmente complessa che ha un costo e,
probabilmente, chi chiede questo giudizio lo fa per migliorare i propri
comportamenti e risultati.
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La valutazione, nelle intenzioni, serve per
migliorare le attività e non può essere intesa come un giudizio arbitrario, bensì
come giudizio basato sulla raccolta e interpretazione d’informazioni e
attraverso la verifica e l’utilizzo delle stesse che si punta a migliorare il
processo o servizio sottoposto ad analisi. Essa, dunque, aiuta il processo
decisionale fornendo informazioni opportune al decisore in merito alla scelta
più adeguata, permettendo il raggiungimento degli obiettivi che il programma,
il servizio o il processo valutativo si è posto e in generale il miglioramento
delle condizioni sociali dei beneficiari.
Si può ancora dire che la valutazione, secondo Zerilli, è un “giudizio sistemico
del valore di un indirizzo- con riguardo alla sua prestazione sul lavoro e al suo
potenziale di sviluppo- per l’organizzazione di cui fa parte, espresso
periodicamente secondo una determinata procedura da una o più persone
appositamente incaricare e che conoscono l’individuo stesso e il suo lavoro”.
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Aspetto essenziale della valutazione è, dunque, la sistematicità, cioè un
giudizio espresso secondo procedure definite e controllate, basato su parametri
precisi, con un linguaggio uniforme per tutti i valutatori. Tale sistematicità
rappresenta un’esigenza per l’azienda, un diritto per il singolo individuo, una
responsabilità per i superiori.
Se condotta in modo sistematico e ben
strutturato la valutazione permette, quindi, di aggiungere valore al processo di
gestione del personale e di dare trasparenza e chiarezza. In un’organizzazione
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Si consulti il sito internet
http://www.edscuola.it Educazione&scuola
7 C. Bezzi, la valutazione dei servizi alla persona, ed. Crace; 2000.
8
Zerilli A., La valutazione del personale, Franco Angeli, Milano, 1993.