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1. Introduzione
1.1 Il sistema di supporto all’ imprenditorialità italiano
Nella definizione “supporto all’ imprenditorialità” rientrano tutte le strutture e le iniziative
tese a favorire la nascita e lo sviluppo di attività imprenditoriali in un particolare contesto.
Tra queste da un lato ci sono le strutture di incubazione e accelerazione, focus primario di
questo lavoro, dall’ altro le start-up competition, che, premiando i team più validi e le idee
più brillanti e scalabili, offrono sostegno e incentivi alle start-up migliori.
Uno dei principali ruoli degli operatori del sistema di supporto imprenditoriale è quello di
facilitare la transizione da “aspirante imprenditore” a “founder
1
”, nonché di fornire
supporto a chi ha già creato la propria impresa. Oggi in Italia, anche a causa del basso tasso
di occupazione (soprattutto giovanile), moltissime persone sarebbero disposte a “mettersi
in proprio”. Per capire di che numeri stiamo parlando possiamo fare riferimento a un’
indagine promossa daHuman Highway
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, tramite il portale web Italia Start-up, la quale attesta
che sono 300.000 gli italiani che vorrebbero diventare imprenditori. Un numero
considerevole, sicuramente inflazionato dalla recente crisi economica, che, come si è detto,
ha fattoaumentare l’ eccedenza di forza lavoro. In un contesto di crisi generale è più che
mai importante sfruttare questo “potenziale imprenditoriale” inespresso e latente, che
inciderebbe sicuramente in maniera positiva sul sistema Italia, aiutandolo a ritrovare
produttività e competitività. Le spinte e l’ interesse verso l’ imprenditorialità sono
testimoniati anche da un’ accresciuta attenzione da parte dei regolatori, in particolare grazie
al decreto leggecrescita 2.0
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, emanato dal governo Monti. Tale norma prevede maggiori
incentivi, agevolazioni fiscali e procedure più flessibili a chi desideri aprire una start-up.
Inoltre è stata istituita la nascita di una nuova tipologia d’imprese al’ interno del registro
delle imprese: le “start-up innovative”. Per quanto riguarda i requisiti formali per essere
iscritti a questa categoria essi sono i seguenti:
l’impresa deve essere una società di capitali
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Fondatore, ovvero chi ha fondato un’ impresa
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http://www.techeconomy.it/2013/06/18/italia-start-up-nel-belpaese-sono-300mila-gli-aspiranti-
imprenditori/
3
http://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto-legge:2012-10-18;179!vig
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la maggioranza delle azioni o delle quote rappresentative del capitale sociale e dei
diritti di voto nell'assemblea ordinaria dei soci deve essere detenuta da persone
fisiche al momento della costituzione e per i successivi 24 mesi
la società deve essere costituita e svolgere attività d'impresa da non più di 48 mesi;
la società deve avere la sede principale dei propri affari ed interessi in Italia
il totale del valore della produzione annua della società, a partire dal secondo anno,
non deve essere superiore a 5 milioni di euro
la società non deve distribuire o aver distribuito utili
la società deve avere quale oggetto sociale esclusivo o prevalente lo sviluppo, la
produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore
tecnologico
la società non deve essere stata costituita da una fusione, scissione societaria od a
seguito di cessione d'azienda o di ramo d'azienda
Dal punto di vista sostanziale i requisiti invece sono:
le spese in ricerca e sviluppo sostenute dalla società debbono essere uguali o
superiori al 20% del maggiore valore fra costo e valore totale della produzione
la società deve impiegare come dipendenti o collaboratori, in percentuale uguale o
superiore ad 1/3 della propria forza lavoro, personale in possesso di titolo di
dottorato di ricerca o che sta svolgendo un dottorato di ricerca o che abbia svolto
un'attività di ricerca certificata presso istituti di credito da almeno 3 anni
la società deve essere titolare o depositaria o licenziataria di almeno una privativa
industriale relativa ad una invenzione industriale, biotecnologica, a una topografia di
prodotto a semiconduttori o ad una nuova varietà vegetale direttamente afferenti
all'oggetto sociale ed all'attività d'impresa
Le “start-up innovative”, tipizzate da questa norma, sono dunque aziende che hanno la
caratteristica di sviluppare, produrre e commercializzare prodotti o servizi innovativi ad alto
contenuto tecnologico. Le società iscritte a questa particolare sezione del registro delle
imprese ottengono:
esenzioni ai fini della costituzione e iscrizione dell'impresa nel Registro delle
Imprese,
agevolazioni fiscali,
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deroghe al diritto societario e una disciplina particolare nei rapporti di lavoro
nell'impresa.
Lo sforzo legislativo ha probabilmente contribuito in maniera sostanziale all’ aumento
della nascita delle start-up sul territorio nazionale. 1172 start-up innovative si sono iscritte
nella sezione speciale del registro delle imprese solamente nei primi 9 mesi del 2013
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.
A ciò si aggiunge anche il tentativo da parte dei regolatori italiani di regolamentare lo
strumento del crowdfunding tramite il regolamento approvato nel mese di Luglio 2013.
Anche in questo caso assistiamo ad un tentativo di tipizzare e disciplinare una pratica di
finanziamento già molto sviluppata al di fuori dei confini nazionali e soprattutto negli Stati
Uniti. In seguito
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tratteremo l'argomento in maniera più dettagliata, analizzando in cosa
consista questa forma di finanziamento e come i regolatori italiani abbiano deciso di
disciplinarla con la prima legge al mondo a questo riguardo.
Sempre all’ interno dell D.L.179/2012 viene introdotto l’ incubatore “certificato” il quale
deve:
a) disporre di “strutture adeguate ad accogliere start-up innovative, quali spazi riservati per
poter installare attrezzature di prova, test, verificao ricerca”;
b) disporre di “attrezzature adeguate all'attività delle start-up innovative, qualisistemi di
accesso in banda ultralarga alla rete internet, sale riunioni, macchinari per test, prove o
prototipi”;
c) essere“amministrato o diretto da persone di riconosciuta competenza in materia
diimpresa e innovazione e ha a disposizione una struttura tecnica e di
consulenzamanageriale permanente”;
d) avere“regolari rapporti di collaborazione con università, centri di ricerca, istituzioni
pubbliche e partner finanziari che svolgono attività e progetti collegati a start-up
innovative”
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;
e) avere“adeguata e comprovata esperienza nell'attività di sostegno a start-up innovative”.
Gli elementi presi in considerazione dalla normativa per valutare l’ adeguatezza dell’
esperienza nell’ attività di supporto alle neo-imprese sono i seguenti:
numero di candidature ricevute da parte di start-up nel corso dell’ anno
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http://start-up.registroimprese.it/report/start-up.pdf
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cfr 5.2.2.
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Il possesso dei requisiti di cui alle lettere a), b), c), d) del comma 5 è autocertificato dall'incubatore di start-up
innovative, mediante dichiarazione sottoscritta dal rappresentante legale, al momento dell'iscrizione alla
sezione speciale del registro delle imprese
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numero di start-up innovative avviate o ospitate nel corso dell’ anno
numero di start-up innovative uscite nell’ anno
numero complessivo di collaboratori e personale ospitato
variazione del numero di occupati rispetto all’ anno precedente
tasso di crescita medio delle start-up incubate
capitali di rischio e finanziamenti da parte dell’ Unione europea, dello Stato e delle
Regioni raccolti in favore delle start-up
numero di brevetti registrati dalle start-up innovative incubate.
Per quanto riguarda le strutture di supporto italiane abbiamo contato e mappato 85 tra
incubatori e acceleratori sparsi su tutto il territorio nazionale. La tabella 1 mostra la
distribuzione geografica degli incubatori. Possiamo subito notare come la regione che ne
ospita il maggior numero sia la Lombardia (23,5%) seguita dalla Toscana (18,8%) e dal
Lazio (12,9%). Già ad un primo sguardo risalta la differenza di concentrazione di queste
strutture tra le varie zone del Paese. Infatti l’ intero sud Italia dispone in totale di 9
strutture di incubazione/accelerazione (10,6% del totale) , pari a quelle presenti nel solo
Veneto. Del resto tra le start-up innovative della camera di commercio (cfr nota 4)
possiamo notare che, delle 1047neo-aziende presenti
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, ben 640 sono situate nel Nord Italia
(61,1%), 263 nel Centro Italia (25,1%) e solo 144 nel Sud e nelle isole (13,8%). Questi dati
fotografano un’ Italia a due velocità.
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Aggiornamento dati 08/2013
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Tabella 1: Distribuzione geografica degli incubatori e acceleratori italiani
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20
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16
4
1
1
11
1
1
2
1
1
Proprio la differente velocità con la quale il territorio e le istituzioni reagiscono alle esigenze
imprenditoriali spinge molti aspiranti startuppera spostarsi. Questa vera e propria migrazione
dei founder potrebbe essere anche determinata dalla ricerca di un migliore ambiente in cui far
“attecchire” la propria attività. Sulla qualità di questo ambiente sicuramente incidono fattori
come:
ilnumero e la qualità di strutture di incubazione e accelerazione d’impresa
il numero e la qualità eventi sociali dedicati alle start-up
la semplicità amministrativa e burocratica
facilità dell’ accesso al credito
la presenza di una rete di partner con cui sviluppare sinergie (siano essi imprese,
associazioni, operatori no profit ecc.)
incentivi e facilitazioni di carattere fiscale per la costituzione di “startup innovative”
e sgravi fiscali per i primi anni di attività delle stesse
Non potendo coprire tutti i vastissimi temi sopra citati nel corso del presente lavoro
analizzeremo più in dettaglio la questione relativa alle strutture di incubazione e
accelerazione e studieremo le modalità con cui le start-up italiane si finanziano.
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1.2 Confronto Italia-Europa
Già confrontando il sistema delle start-up italiano con quello degli altri paesi europei
possiamo scorgere un certo divario, divario che si sostanzia sia nell’ inferiore tasso di
natalità delle imprese su base annua, sia per l’ammontare degli investimenti. Secondo
l'Osservatorio Start-up del Politecnico di Milano
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in Italia vi sono:
una ventina di investitori istituzionali
qualche decina di incubatori privati (noi ne abbiamo contati
una trentina di incubatori universitari
un centinaio di investitori “informali” (business angels)
Dal punto di vista degli investimenti, in Italia si è investito un settimo che in Francia, un
quinto che in Germania e Regno Unito e la metà rispetto ai paesi del nord (i quali hanno
PIL decisamente inferiori rispetto a quello italiano). Focalizzandoci brevemente sul settore
ICT (il più importante), nel 2011 le operazioni d'investimento in Italia sono state 44 (il 41%
è stato fatto da incubatori, il 39% da Venture Capital) per circa 27 milioni di euro.
Interessante da notare come quasi il 50% delle operazioni concernano il comparto Mobile,
mercato nel quale l'Italia ricopre una posizione di leadership a livello internazionale (con
una percentuale di possessori di smartphone e di banda larga mobile molto alta). Molte nuove
start-up derivano dalla creazione di un’app, dalla quale spesso si dipana il servizio vero e
proprio; questo mette ancor di più l’accento sull’importanza del settore Mobile in Italia.
Recentemente nove founder di alcune tra le start-up di maggior successo a livello europeo
(Daniel Ek / Martin Lorentzon –Spotify, Kaj Hed –Rovio (famosa per Angry Birds), Lars
Hinrichs – HackFwd, Joanna Shields –Tech City UK, Reshma Sohoni –Seedcamp, Boris
Veldhuijzen van Zanten – The Next Web, Zaryn Dentzel –Tuenti; Niklas Zennström –
Atomico) hanno creato il “manifesto per le start-up europee”
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al cui interno ci sono 22
step che l’ Unione europea dovrebbe seguire al fine di creare un ambiente ideale per la
nascita e lo sviluppo di neo-aziende
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http://www.itespresso.it/le-start-up-italiane-che-rilanceranno-litalia-72399.html
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http://startupmanifesto.eu/files/manifesto-it.pdf