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Introduzione
Durante l’attuale crisi economica la logica del capitalismo finanziario ha
dimostrato tutte le sue debolezze, ma soprattutto i danni che possono essere
causati dalla speculazione e dai comportamenti opportunistici attuati dalle
imprese di grandi dimensioni.
Per tali motivi negli ultimi anni si è acceso il dibattito sull’etica delle
organizzazioni, e su cosa debba essere evitato per scongiurare i danni alla
società causati dai comportamenti antisociali delle imprese. Ma evitare il
male non è una prospettiva sufficiente e accettabile dal punto di vista della
Responsabilità Sociale, per tale motivo in questo lavoro ci si è concentrati
sui fattori che non solo evitano i comportamenti dannosi per la società, ma
che favoriscono anche quelli positivi, apportando ricchezza e un valore
aggiunto al contesto in cui si opera.
Questo lavoro ha come obiettivo quello di analizzare la Responsabilità
Sociale (RS) attraverso una prospettiva di tipo evolutivo, dove solamente
ciò che risulta innovativo, e non richiesto dal contesto socio-istituzionale,
può essere considerato socialmente responsabile.
Questo contributo al benessere della società può essere ben spiegato dalla
teoria del ciclo di vita della responsabilità sociale, attraverso il quale i
comportamenti socialmente responsabili vengono introdotti e portati avanti
dalle organizzazioni più attente alle problematiche del contesto in cui
operano, e possono in seguito evolversi nel processo di normalizzazione che
le trasforma da idee socialmente responsabili, a consuetudini o norme
istituzionali.
Questo dimostra quanto la RS possa realmente influenzare il contesto
istituzionale, ma soprattutto come sia un concetto in continua evoluzione,
ma perché questa evoluzione sia possibile è necessario che esistano
all’interno della società delle organizzazioni idonee a dar vita all’intero
processo.
In questo lavoro si cerca infatti di analizzare nello specifico quali siano le
caratteristiche che meglio di altre stimolino l’intraprendenza delle
organizzazioni e la loro attenzione nei confronti dei problemi sociali.
Per tale ragione si è scelto quindi di mettere a confronto due orientamenti di
tipo differente, un atteggiamento di congruità, basato sul mero rispetto della
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normativa e delle aspettative sociali, con un atteggiamento di integrità,
basato invece sul rispetto dei propri valori etici.
Tale comparazione è avvenuta analizzando ciò che è emerso nella letteratura
negli ultimi anni, ossia quanto una cultura basata sull’integrità possa
favorire maggiormente dei comportamenti socialmente responsabili rispetto
a una cultura basata sulla sola congruità.
Per tali ragioni si è deciso di approfondire l’analisi inserendo un caso
di studio di una cooperativa di tipo B operante nella progettazione e
manutenzione del verde ornamentale, la cooperativa “Primavera 83”.
Lo studio di tale caso pratico è avvenuto tramite l’analisi dei documenti che
sono stati forniti dalla cooperativa (come la presentazione relativa all’anno
2012 e il bilancio sociale redatto nel 2007), ma anche tramite un’intervista
al presidente e la diffusione di un questionario ad un campione
rappresentante gli altri membri dell’organizzazione.
Lo scopo dell’analisi è stato quello di evidenziare se l’organizzazione fosse
maggiormente orientata alla congruità oppure all’integrità.
Si è scelta la sopracitata cooperativa in quanto questa tipologia di
organizzazione dovrebbe essere più di altre orientata verso il sociale, e
attraverso la sua analisi può essere possibile individuare quei meccanismi
che potrebbero essere inseriti anche all’interno di altre realtà.
Non è detto infatti che il ciclo di vita della Responsabilità Sociale non possa
prendere vita proprio a partire da queste organizzazioni, e che possa poi
propagarsi in altre realtà organizzative, per poi diventare una pratica
socialmente accettata.
Nel primo capitolo facendo riferimento all’importanza della Responsabilità
Sociale e della sostenibilità delle imprese, viene specificata la prospettiva
teorica che si intende utilizzare nell’intero lavoro, ossia quella che vede la
RS come un concetto dinamico e in continua evoluzione, che miri a
includere dei valori di tipo sociale oltre a quelli economici nella gestione
strategica e operativa dell’impresa.
Dopo la discussione di alcune critiche mosse alla responsabilità sociale,
viene infatti analizzato il “ciclo di vita della responsabilità sociale” che
permette ai comportamenti socialmente responsabili di poter diventare delle
pratiche diffuse.
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Nel secondo capitolo viene specificato cosa si intenda per etica e vengono
descritti i provvedimenti istituzionali che sono stati introdotti negli ultimi
anni per evitare l’insorgere di comportamenti opportunistici da parte delle
organizzazioni, con lo scopo di favorire anche dei comportamenti di tipo
positivo. Viene descritto cosa si intenda per codice etico, la sua funzione e
come esso necessiti di una adeguata implementazione per essere operativo e
per fungere da guida per i comportamenti da mettere in atto.
È a questo punto che dopo aver analizzato le motivazioni per essere congrui
rispetto al proprio codice etico e alla normativa, viene confrontata la
congruità con l’integrità, e vengono introdotte le ragioni che dovrebbero
portare a preferire un atteggiamento del secondo tipo rispetto al primo.
Il terzo capitolo viene così dedicato allo studio dell’integrità, e a come essa,
attraverso le sue caratteristiche e i suoi requisiti, possa permeare l’intera
organizzazione e favorire i comportamenti socialmente responsabili.
Viene analizzato il ruolo fondamentale del leader, e i meccanismi attraverso
i quali è possibile trasmettere determinati valori a tutti i membri
dell’organizzazione, ma soprattutto viene messa in risalto l’importanza delle
persone, del loro contributo e delle relazioni tra di esse.
Nel quarto capitolo viene illustrato il caso di studio, e dopo una
presentazione generale della cooperativa, la stessa viene analizzata alla luce
dei contributi teorici riportati nei capitoli precedenti.
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1. La responsabilità sociale dell’impresa
1.1 La responsabilità sociale oggi
“La Commissione Europea colloca tradizionalmente la Responsabilità
Sociale d’Impresa (Corporate Social Responsibility, CSR) nello spazio di
quelle azioni che esulano gli obblighi di legge e la definisce come la
responsabilità delle imprese per il loro impatto sulla società” (Schettini
Gerardini, 2012, p. 2).
La responsabilità sociale può essere infatti considerata come un qualcosa
che può essere ispirato, ma che non appartiene agli obblighi legali, anche se
le due dimensioni hanno dimostrato di essere negli ultimi anni fortemente
interconnesse.
Essa dovrebbe infatti scaturire da un insieme di valori etici che
arricchiscono la cultura organizzativa, e includono nelle decisioni, e di
conseguenza nelle azioni, dei valori diversi da quelli economici, con lo
scopo di non arrecare dei danni, o anche di favorire il benessere, della
società nella quale l’organizzazione opera.
La responsabilità sociale si occupa infatti del comportamento delle
organizzazioni in relazione alla società, e mira a una maggiore sostenibilità
del loro comportamento in relazione a più ambiti.
“Quest’ultima è un argomento di interesse crescente nella società
contemporanea, per questo si dovrebbe inevitabilmente incorporare questo
aspetto all’interno della propria agenda. Applicare il concetto di sostenibilità
al mondo delle organizzazioni come le imprese ha generato molteplici
definizioni, ma in sostanza ciò implica che venga creato un valore di lungo
termine adottando un approccio d’impresa equamente conscio delle
implicazioni economiche, sociali, e ambientali” (Caprar e Neville, 2012 p.
231).
Le organizzazioni come le imprese dovrebbero quindi raggiungere i propri
obiettivi economici tenendo conto anche del rispetto ambientale, inteso in
senso ecologico, ma anche del rispetto dell’ambiente inteso come insieme
delle persone che subiscono gli effetti delle azioni organizzative. Infatti
anche se spesso si è portati a credere che la sostenibilità riguardi solamente
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l’ecologia, visti i recenti danni derivanti dagli scandali finanziari, ma anche i
danni meno visibili causati dalle multinazionali nei paesi meno sviluppati, è
necessario considerare con maggiore attenzione anche il lato sociale.
Per questo “governi, attivisti e i media sono diventati abili nel portare le
imprese a rendere conto delle conseguenze sociali delle loro azioni. Inoltre
miriadi di organizzazioni classificano le imprese sulla base delle
performance riguardanti la responsabilità sociale (RSI), e, nonostante alcune
metodologie siano discutibili, queste classifiche portano una notevole
pubblicità, e questo ha reso la RSI un’inevitabile priorità per i leader
d’impresa in tutti i paesi” (Porter e Kramer, 2006, p. 1)
Attualmente ci si aspetta quindi che organizzazioni debbano creare un
valore aggiunto non solo per se stesse, ma per l’intera collettività, in modo
che l’ambiente venga arricchito e possa portare un beneficio di lunga durata
anche all’organizzazione stessa.
Ma non sempre le azioni intraprese dalle organizzazioni portano dei
benefici, soprattutto a queste ultime.
Questo è dovuto al fatto che “la maggior parte degli approcci di RSI sono
molto frammentati e troppo disconnessi dalla parte economica e strategica,
tanto da nascondere molte delle migliori opportunità per le imprese, di
portare un beneficio agli altri membri della società. Se invece le imprese
analizzassero le loro prospettive di responsabilità sociale, usando gli stessi
schemi che utilizzano nelle loro scelte economiche, potrebbero scoprire che
la RSI è molto più di un costo, di una costrizione, o di un atto di carità, essa
può invece essere una fonte di opportunità, di innovazione e di vantaggio
competitivo” (Porter e Kramer, 2006, p. 2).
Perché possano essere creati dei benefici è quindi necessario che la
responsabilità sociale permei totalmente l’impresa, evitando tutti quei
comportamenti che mirano a una semplice legittimazione da parte della
società. Questi ultimi porterebbero infatti a un eventuale beneficio
solamente per l’impresa, senza che ci sia un reale interesse nei confronti dei
membri appartenenti al contesto in cui si opera.