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Introduzione
Ucronia, fantastoria, storia alternativa: termini differenti che evocano un medesimo universo,
l’universo del possibile. Questa parola un po’ misteriosa - ucronia - designa un genere
letterario poco conosciuto ma di indubbia suggestione, vale a dire quel tipo di narrativa
fantastica che si occupa di ricostruire la storia attraverso eventi immaginari ma plausibili.
Originale fusione tra fantascienza e romanzo storico, l’ucronia resta tuttavia una forma
narrativa ancora poco nota e poco praticata, nonostante le notevoli potenzialità creative che
essa racchiude.
Definita anche “storia del se” o letteratura del condizionale, l’ucronia rappresenta la storia
riscritta dall’immaginazione: essa delinea un tempo inesistente, e di conseguenza avvenimenti
ipotetici (non impossibili) che avrebbero modificato in modo sensibile, se non clamoroso, il
corso degli eventi.
La storia alternativa propone dunque realtà storiche rivedute e corrette, se in meglio o in
peggio poco importa: conta piuttosto la capacità di offrire al lettore una rappresentazione
verosimile e convincente di una storia «vera» perchØ «possibile».
Questo genere, per lungo tempo stigmatizzato da critica e storiografia ed etichettato
negativamente quale superficiale gioco intellettuale, negli ultimi decenni è stato riscoperto e
rivalutato, fino ad acquisire grande rilievo e risonanza, tanto in qualità di oppositore del
determinismo storico, ormai considerato sorpassato, quanto in funzione di sostegno adeguato
alla ricerca storiografica. La lente ucronica infatti, suscita nello studioso domande
indispensabili per un’attenta analisi degli eventi storici: per poter comprendere i fatti, è
cruciale capire innanzitutto le motivazioni alla loro base.
Per vederci piø chiaro nella questione è bene chiedersi prima di tutto se, e in che misura, gli
eventi presi in esame avrebbero potuto svolgersi diversamente. La narrazione ucronica si fa
carico di tale ricognizione degli eventi passati, smontando e rimontando la realtà storica, e
proponendo visioni alternative altrettanto plausibili e coerenti.
Attraverso questo lavoro di scomposizione e ricomposizione, si giunge ad ammettere
implicitamente che il tempo storico non è «una freccia inarrestabile», che prosegue senza
sosta e senza ostacoli il suo cammino Tutt’altro: la Storia conserva in potenza infinite
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possibilità, delle quali se ne verifica una soltanto; una scelta differente, un appuntamento
mancato o una decisione improvvisa avrebbero altresì potuto imprimere una brusca virata al
corso apparentemente lineare e “logico” della storia.
L’ucronia rappresenta in questo senso un inno alle possibilità, oltre che una lampante
rivendicazione del ruolo dell’uomo nel processo storico: l’essere umano smette di essere
semplice spettatore degli eventi, burattino manovrato dal fato, e abbandona la comoda
poltroncina in platea per salire finalmente sul palco e assurgere al ruolo di attore attivo e
consapevole degli eventi storici.
Un lavoro sull’ucronia si presentava non privo di difficoltà: l’assenza di uno studio critico
adeguato alla quale fare riferimento rappresentava un ostacolo considerevole. Ma l’argomento
aveva dalla sua parte un fascino indubbio: chi non ha mai sognato di riavvolgere il tempo fino
ad un certo momento della storia per modificarlo e ritrovarsi in un mondo migliore, (o
comunque diverso)?
Inoltre la realtà alternativa, grazie anche al mutare dei tempi, riscuote sempre maggior
successo di critica e pubblico: tanti gli scrittori che vi si cimentano o vi si ispirano, in risposta
ad una sempre maggiore domanda da parte dei lettori. Si rendeva necessaria allora un’analisi
critica della letteratura ucronica, allo scopo di rischiarare le tenebre che ancora avvolgono
questo affascinante genere letterario.
Questo lavoro si propone essenzialmente tre obiettivi. Innanzitutto, definire il concetto di
ucronia in quanto genere, per poi chiarirne limiti, scopi e modalità, replicando allo stesso
tempo a critiche e contestazioni prevedibili, al fine di restituire dignità letteraria e valore ad
un genere troppo a lungo sottovalutato. Il secondo obiettivo punta ad affrontare lo studio e
l’analisi dell’ucronia da un punto di vista pratico: a tale scopo sono stati selezionati tre
romanzi ucronici, scelti tra quelli maggiormente rappresentativi del genere, dei quali si tenterà
un’analisi testuale e critica; una volta scandagliati temi e peculiarità di ognuno di essi si potrà
infine (e questo è il terzo obiettivo), effettuare una comparazione tra le tre opere con
l’obiettivo di individuarne caratteri affini e divergenti.
Il lavoro si compone di quattro capitoli, piø le conclusioni.
Nel primo capitolo vengono affrontate questioni di carattere piø generale; in un certo senso
verranno mossi i primi passi alla scoperta dell’ucronia: le problematiche relative ad una
definizione del genere, la prima opera ucronica, la sua teorizzazione e diffusione, gli scopi del
genere e infine una piccola parentesi ludica. In seguito, nei successivi tre capitoli, saranno
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sottoposti ad analisi i tre romanzi, La svastica sul sole di Philip K. Dick, Contro-passato
prossimo di Guido Morselli, e La parte dell’altro di Eric-Emmanuel Schmitt.
La scelta dei titoli, come già accennato, non è stata casuale. L’opera di Dick, una realtà
alternativa preconizzante la vittoria dell’Asse durante la Seconda Guerra Mondiale, con la
conseguente dominazione nazista del mondo, oltre a rappresentare l’opera ucronica
maggiormente nota, è considerata un capolavoro nel suo genere. Le molteplici chiavi di
lettura e le riflessioni profonde e dettagliate sull’umanità e sulla storia rendono quest’opera un
punto di partenza fondamentale per un approccio completo all’ucronia.
Il secondo testo, Contro-passato prossimo, rende omaggio ad un autore sfortunato in vita e
riscoperto solo dopo la sua morte, un uomo che per tutta la vita si scagliò contro la dittatura
del “Fatto Compiuto”, ossia il determinismo storico. La sua ipotesi retrospettiva analizza le
possibili conseguenze di una vittoria degli Imperi Centrali nel corso della Prima Guerra
Mondiale: la scrittura metodica, lo stile ragionato, la cura del dettaglio e le divertenti
caricature dei personaggi storici, delineano un’opera brillante e tracciano una realtà
alternativa convincente e plausibile. Scopo di Morselli, come vedremo, è insistere sul valore
della “scelta” nel cammino storico, per dimostrare come un piccolo dettaglio tante volte basti
a cambiare le sorti dell’umanità.
Infine il lavoro piø recente, La parte dell’altro, ripercorre con dovizia di particolari le vite
parallele – e antitetiche - del vero Hitler, noto a tutti, e di un Hitler fittizio ma
sorprendentemente umano, Adolf H. Nel racconto, a partire da una piccolo scarto nella vita
dell’uomo, si scatena una reazione a valanga che porterà l’Hitler della finzione a percorrere
tutt’altra strada rispetto a quella dell’originale: pittore surrealista, amante delle donne e
pacifista, la figura di Adolf H. dimostra anch’essa come da un piccolo evento svoltosi
diversamente possa scaturire un corso storico profondamente altro.
Soprattutto, attraverso la sua ucronia, Schmitt vuole esplorare in profondità le radici del male,
nel tentativo di dimostrare quanto quest’entità sia presente in ogni essere umano: una bomba
ad orologeria pronta ad esplodere, poste determinate circostanze. Al termine della lettura, ci si
chiederà irrimediabilmente cosa sarebbe cambiato per il mondo se davvero la vita di un
singolo uomo avesse preso una piega diversa.
Così come probabilmente ci si chiederà, dopo aver concluso La svastica sul sole e Contro-
passato prossimo, quali conseguenze avrebbe comportato una vittoria del Terzo Reich per i
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delicati equilibri mondiali, o se un’ipotetica sconfitta dell’Intesa avrebbe influito in modo
significativo sull’assetto degli stati europei.
Ognuno dei romanzi analizzati dunque, reca in sØ interrogativi e quesiti di non facile risposta.
Ma dopotutto, non è la risposta che conta, quanto soprattutto la capacità di formulare le giuste
domande.
Lo scopo principale dell’ucronia è proprio questo: spingere l’uomo a porsi domande, a
riflettere, ad aprire la mente agli infiniti universi del possibile. Questioni che inevitabilmente
ribaltano una visione fatalistica imperante che allontana l’essere umano dalle proprie
responsabilità riducendolo a mero strumento degli eventi.
Abbandonando per un attimo i preconcetti sulla Storia, è possibile guardare ad essa con
sguardo nuovo, forse piø cosciente, rifiutando la rassegnazione che per lungo tempo ha
condotto gli uomini ad un’accettazione passiva degli eventi in virtø del volere del fato.
Attraverso la rivisitazione del passato, l’ucronia trasporta il lettore nel flusso del non-
accaduto, lasciando spazio ad una concezione radicalmente nuova della storia: tutte le realtà
storiche sono potenzialmente possibili. In altre parole, quanto accade non deve essere
considerato frutto di un’entità astratta che tutto sovrasta e tutto decide, a dispetto della volontà
umana, bensì il risultato di una serie di fattori concomitanti, primo tra tutti l’azione decisiva e
consapevole dell’uomo.
L’ucronia permette dunque in qualche modo di superare la concezione fatalistica della Storia,
restituendo il giusto peso tanto alla casualità, quanto all’apporto dell’uomo nella realizzazione
degli eventi. Nasce così l’era del possibilismo: l’uomo acquisisce finalmente piena
consapevolezza del proprio ruolo e delle proprie responsabilità nell’ambito del divenire
storico e del mondo circostante.
Che, alla luce di queste riflessioni, altro non è che uno soltanto dei mondi possibili.