INTRODUZIONE
La “centralità della persona” è stata la grande intuizione di
Emmanuel Mounier, intesa come valore assoluto, come
libertà, trascendenza e impegno nel mondo: “La categoria
fondamentale della filosofia di Mounier - scrive Valentini – è
la persona. Di essa egli dà una sorta di deduzione
cosmologica, quando afferma che risulta dalla lotta di due
tendenze contrarie, una di spersonalizzazione a cui si deve
tutto quanto in natura è ripetizione, uniformità, automatismo
e, nella vita sociale, stanchezza, idea generale, abitudine,
l'altra di personalizzazione che si annuncia già nei fenomeni
radioattivi, prima rottura delle monotone fatalità della
materia, si continua nell'organismo biologico, al cui livello
tuttavia l'individuo è ancora subordinato alla specie, e trionfa
infine con la persona umana”
1
.
Il programma di Mounier, parte dalla constatazione della
crisi del pensiero materialista e dell'individualismo borghese
e dalla necessità di dare una nuova dimensione cristiana ai
rapporti sociali, portando in primo piano una nuova
spiritualità, ricostruendo la persona al servizio del mondo, in
1 Valentini F., La Filosofia francese contemporanea, Milano, Feltrinelli 1958, pag. 240.
3
armonia tra fede e lavoro, in un confronto continuo e
amichevole con gli altri.
Secondo Mounier, per realizzarsi pienamente, bisogna
ritrovare la capacità di trasformare le idee in azione,
costruendo la libertà attraverso il dominio di sé; Gambardella
descrive così il pensiero filosofico di Mounier: “Una
filosofia che concepisca l'uomo né come semplice individuo,
atomo tra altri atomi e privo di sostanziali relazioni con essi,
né come momento di una totalità socio-economica che
fagocita la sua specificità. L'individuo deve essere invece
concepito come persona, cioè come uno 'spirito' che, se da un
lato, in quanto tale, è assolutamente unico e specifico,
dall'altro è costituzionalmente aperto alle altre persone in una
relazione che fa parte dello sviluppo e del carattere della
persona stessa”
2
.
Mounier coltiva il sogno di creare una umanità capace di
gestire nella relazione interpersonale la valorizzazione della
persona; a questo proposito Pizzi sottolinea: “Le proposte
insite nel messaggio mouneriano comprendono riferimenti al
superamento delle ineguaglianze, all'apertura verso l'altro,
compreso nella sua dignità e nel suo mistero, al
perseguimento della pace, alla costruzione di una società
pluralista ”
3
.
2 Gambardella P., La persona e la comunità nel pensiero di Emmanuel Mounier,
Caltanissetta, novembre 2009, pp. 30 – 31.
3 Pizzi F., Educare al bene comune – Linee di Pedagogia interculturale, Milano, Vita e
4
La grande importanza e attualità di Mounier è sottolineata da
Micali: “Convinto della necessità di rifare il Rinascimento, di
operare la Rivoluzione personalista e comunitaria per
riaffermare, contro l'individualismo e il nichilismo, la
centralità della persona come essere in relazione, aperta al
dialogo, al confronto, alla reciproca mutualità per una
Comunità dal volto non più impersonale e massificante, ma
personale e fondata sull'amore”
4
.
Il personalismo mounieriano non è un sistema, né una
prospettiva chiusa nelle presunte verità scoperte, ma qualcosa
in cui critiche, contestazioni e scoperte possono andare ad
arricchire quella matrice densa di attitudini che è la persona;
Mounier stesso ha scritto che: “Il personalismo è uno sforzo
integrale per comprendere e superare la crisi dell'uomo del
secolo Ventesimo nella sua totalità”; di fatto il personalismo
si oppone a quella che Mounier denomina la piccola paura
del Novecento, che si oppone alla grande paura dell'anno
Mille, quando il genere umano viveva nel terrore della fine
del mondo.
Lacroix definisce così il personalismo di Mounier: “L'intento
di Mounier non è mai stato quello di elaborare una filosofia
ma piuttosto una 'matrice filosofica'. Egli non ha creato il
Pensiero 2006, p. 152.
4 Micali A., Persona e Umanesimo relazionale, L'attualità di Mounier nel centenario della
nascita (1905 – 2005), il giornale di filosofia delle religioni, 2005, alla pagina web
www.aifr.it
5
personalismo […], lo ha ereditato dalla duplice tradizione
romana e cristiana per quanto personalmente il suo pensiero
fosse più vicino all'amore che al diritto […]. Il suo
personalismo non è né dottrinario né moralistico, ma è uno
sforzo tendente ad incarnare 'l'ispirazione personalista' in
tutti i campi: quello filosofico certamente, ma anche quello
religioso, estetico, politico, economico, sociale, giuridico
[...]”
5
.
Nel presente lavoro si è voluto delineare in primo luogo la
biografia intellettuale del Filosofo francese, il contesto
storico nel quale si sviluppa la sua formazione e il suo
pensiero: una particolare rilevanza assume il suo impegno nel
movimento “Esprit”, con l'omonima rivista da lui fondata in
collaborazione con un gruppo di intellettuali.
Comin sottolinea così la creazione di “Esprit”: “Aprile 1932:
congresso di fondazione del movimento Esprit a Font-
Romeu. Mounier ha solo 27 anni. In quell'occasione espone
già le direttrici spirituali del movimento e della rivista che si
afferma come rivista personalista in lotta contro il disordine
stabilito”
6
.
Mounier definisce in questi termini la sua risolutezza a
fondare la rivista: “Non saremmo cristiani se ci credessimo,
5 Lacroix J., Il personalismo come antiideologia, Milano, Vita e Pensiero 1974, p. 149.
6 Comin A.C., Struttura capitalista, lotte sociali e prassi di chiesa, Milano, Jaca Book 1970,
p. 239.
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noi e la nostra azione, indispensabili […], ma fino a quando
sentiremo in noi una missione, confermata da segni interiori,
non rinunceremo […]. Sono convinto che il nostro successo
esterno, potrà espandersi solo nella misura in cui sapremo
continuare, in segreto, l'approfondimento, la purificazione
interiore da cui scaturisce ogni fecondità”
7
.
Il secondo capitolo affronta le riflessioni critiche, rivolte da
Mounier, alle filosofie che hanno, in qualche modo,
“alterato” l'idea di persona (Spiritualismo, Marxismo,
Individualismo), portando verso la crisi dell'uomo del XX
secolo; in questo ambito il pensiero del filosofo francese
cerca di restituire all'individuo la sua dimensione spirituale,
corporale e sociale tramite una rivoluzione personalista;
sottolinea Mounier che: “Le necessità spirituali degli uomini
sono ampie. Carichi di ricchezze, se sottoposti ad analisi,
hanno grandi semplici forme viste dall'ottica spirituale che si
è a poco a poco abituata alle luci essenziali. Una dottrina
penetrante deve raggiungere queste linee maestre in cui
l'ampiezza delle formule sia in grado di toccare la semplicità
dei cuori”
8
.
Suggerisce a tal proposito Rigobello scrivendo della società
personalista di Mounier: “Una società ove il rapporto
7 Mounier E., Mounier et sa génération (correspondance-entreties), Paris, Editions du Seuil
1954, tr. it., Lettere e Diari, Reggio Emilia, Città Armoniosa 1991, p. 97.
8 Mounier E., Révolution personnaliste et communautaire (1934), in Oeuvres, Paris, Éditions
du Seuil 1964. tr. it., Rivoluzione personalista e comunitaria, Bari, Ecumenica, p. 33.
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intersoggettivo sia così intenso, così interpersonale da
prendere anch'esso il volto di una persona. Si tratta di una
situazione e di una esperienza limite che diviene criterio di
una società di fatto, semplicemente vitale oppure
formalizzata in un ordinamento giuridico, criterio attorno cui
dar vita ad una 'rivoluzione personalistica e comunitaria'”
9
.
Mounier stesso afferma che la comunità personalista
rappresenta l'autentica realizzazione sociale del singolo, un
noi organico e spirituale che non annulla le persone, ma
sorge come conseguenza dell'io, del suo approfondimento
che conduce alla percezione e al desiderio dell'altro, e non
deve essere confusa con altre manifestazioni sociali, che,
sebbene facciano istanza a presunti valori umani, escludono
la persona quale unico e prezioso fondamento, credono più a
rivoluzioni strutturali che personali ed intime, lasciano
quindi che il disordine individuale irrigidisca le comunità in
una rete di tirannidi
10
.
Il terzo capitolo sviluppa il personalismo comunitario di
Emmanuel Mounier. Parlando della comunità personalista
Mounier afferma: “Se il noi sta alla comunità come l'io sta
alla persona nel momento in cui afferra se stesso, come atto
di vita si libera dai suoi simulacri e si afferma come realtà,
allora è certo che abbiamo qui il primo grado della comunità.
9 Rigobello A., Intersoggettività e comunità personalistica, p. 19, in AA.VV . (a cura di),
Fenomenologia e Filosofia del Linguaggio, Napoli, Loffredo 1996.
10 Cfr., Mounier E., Rivoluzione personalista e comunitaria, cit., pp. 109-118.
8
Il mondo dell'impersonale era senza proposte: il mondo del
noi altri si crea modi, abitudini, riferimenti, entusiasmi, vale
a dire ideali definiti”
11
.
Nel quarto capitolo si mette in luce cosa intenda Mounier
quando parla di persona, del suo significato e da cosa è
caratterizzata la persona in Mounier, e dalla sua relazione sia
con gli altri che con se stessa; “Il tema della persona - scrive
Ceriani – ha attraversato molte correnti filosofiche, oltre
quelle che si sono denominate 'personaliste', ma senza dubbio
Emmanuel Mounier ha avuto il grande merito di aver dato
visibilità a questo modo teoretico con una ricerca inquieta,
aperta, laica. Il suo personalismo, lontano dall'essere un
sistema filosofico rigidamente formalizzato, si è rivelato
soprattutto come sapere profondo alla ricerca di un orizzonte
di senso, resa particolarmente cogente dalla gravità della crisi
dell'uomo”
12
.
Il quinto capitolo affronta secondo l'ottica personalista
mounieriana sia la famiglia sia gli aspetti politici, nella
giusta forma di “guida” politica; per Mounier esiste una
relazione fortemente intrecciata tra vita pubblica e vita
privata, come afferma Campanini: “Mounier è consapevole
del fatto che il rinnovamento della vita pubblica, e dunque
delle istituzioni, è strettamente legato al cambiamento della
11 Ivi, p. 89.
12 Ceriani A., Umanesimo della formazione, pp. 48-50, in Borgato R. e altri, (a cura di),
Nuovo Rinascimento, idee per la formazione, Milano, Franco Angeli 2010.
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vita privata: in questo senso la 'vie intérieure' è già, per sua
stessa natura, 'une vie sociale', termine di confronto tra
individuo e collettività […]. ciò che è apparentemente quanto
di più riservato e privato ci possa essere ha una sua forte
rilevanza sociale […]. Nessun reale cambiamento è possibile
senza questo incontro fra vita privata e vita pubblica. La
trasformazione delle coscienze è un passaggio necessario per
la trasformazione delle strutture”
13
.
Nell'ultimo capitolo si tratta sia dell'amore e dei sentimenti
della persona che delle azioni per realizzare la comunità
personalista. I sentimenti dell'uomo sono l'unico mezzo per
realizzare la persona nella sua pienezza ed ogni persona va
educata; la formazione della persona, per Mounier, inizia fin
dalla sua giovinezza, considerando il fanciullo non un
soggetto puro o un oggetto isolato ma in relazione con altre
persone; scrive a tal proposito Danese: “Consentendo di fare
l'esperienza del vivere in comunità, piuttosto che esseri
sollecitati a primeggiare per affermarsi, i ragazzi e le ragazze
comprenderanno che è meglio perdere qualche passo, ma
camminare insieme perché l'altro è comunque un dono che
consente all'io di riconoscersi e lo stimola continuamente a
crescere. Al contrario, ogni volta che una persona si chiude
all'altra, si difende o rifiuta la comunicazione, perde anche se
13 Campanini G., Fra pubblico e privato: persona e famiglia in Emmanuel Mounier, in
AA.VV . (a cura di), La persona e i nomi dell'essere, scritti di Filosofia in onore di Virgilio
Melchiorre, Milano, V olume II, Vita e Pensiero 2002, p. 1069.
10
stessa”
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.
Per ciò che riguarda l'ultimo capitolo, sugli intellettuali e
artisti, Mounier lascia a loro il compito di “guidare” la
comunità di persone in quei valori che sono alla base della
convivenza sociale; così suggerisce D'Ambrosio a proposito
del ruolo degli intellettuali in Mounier: “Un intellettuale che
non si sente depositario assoluto della verità, ma la sa
cogliere nel popolo, nel momento in cui aiuta la gente
semplice a pensare meglio. Quando, cioè, offre alla gente
strumenti culturali adeguati per elaborare quanto ha già
intuito, svolgendo così quella funzione maieutica di socratica
memoria”
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14 Danese A., Suscitare Persone, Nuova Responsabilità n. 3, Aprile 2005, p.2.
15 D'Ambrosio R., Istituzioni, persone e potere, Campobasso, Rubettino 2004, p. 140.
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