5
Il tema di ricerca che è alla base di questa tesi si fonda su due temi che hanno
cominciato ad entrare prepotentemente nel dibattito sulle scienze sociali dalla fine degli
anni 80 e che a tutt’oggi rimangono al centro della dibattito contemporaneo. Più
precisamente: il multiculturalismo e il transnazionalismo.
L’elemento comune fra i temi è il fenomeno delle migrazioni internazionali. Al
giorno d’oggi, è possibile rilevare con facilità l’evidente espansione ed intensificazione
del fenomeno migratorio, risultato di un processo che ha origine antica e che ha
accompagnato l’uomo nel corso della storia.
Al di là di ogni studio approfondito, anche l’occhio meno allenato è in grado di
notare gli effetti di questo processo in atto, il quale non ha subito flessioni, e continua a
mutare la società moderna. Anche per questo motivo il secolo in cui viviamo è stato
definito “l’era delle migrazioni” .
L’espansione e intensificazione del fenomeno migratorio sono spesso considerate
come uno degli effetti della globalizzazione. Quest’ultima è dunque la cornice entro la
quale la società delle migrazioni si sviluppa. Il termine globalizzazione esprime la
crescente ampiezza e l’impatto sempre più veloce e profondo delle relazioni
interregionali e dei modelli di interazione sociale; esso si riferisce a una vera e propria
trasformazione nella scala dell’organizzazione della società umana che pone in
relazione comunità tra loro distanti e allarga la portata delle relazioni di potere
abbracciando le regioni e i continenti più importanti del mondo.
Questa definizione di D. Held, A. McGrew, è solo una breve descrizione degli
effetti che la globalizzazione ha avuto e mantiene, principalmente, nel campo della
mobilità umana a livello planetario.
La relazione fra migrazioni e globalizzazione si rivela dunque particolarmente
stretta.
Il campo di analisi delle migrazioni è molto vasto, pluridimensionale e ricco di
sfumature. Per questo motivo è stato necessario delimitare l’oggetto di analisi. I temi
che verranno analizzati in maniera più approfondita saranno dunque il
multiculturalismo, le forme di inclusione degli immigrati ed il loro rapporto con il
Introduzione
6
transnazionalismo. Più precisamente verrà delineato un quadro teorico generale su
queste tematiche per poi centrare l’attenzione sul multiculturalismo portoghese che è
parso un modello decisamente interessante per la sua capacità di inclusione degli
immigrati.
Per quel che concerne il multiculturalismo, l’intensificazione delle migrazioni
internazionali ha contribuito ad apportare rilevanti mutamenti nella composizione etnica
e nella diffusione delle diversità culturali all’interno degli Stati. Attualmente, diversi
sono i paesi sono territori d’accoglienza per differenti gruppi etnici. In quest’ottica,
posti di fronte ad una maggiore o minore diversità culturale, gli Stati si sono interrogati
sul come trattare e gestire questa diversità all’interno delle loro società. Ossia, essi
hanno dovuto iniziare a pianificare una serie di interventi in vari campi con il fine di
anticipare o risolvere i problemi che la coesistenza fra diverse culture avrebbe potuto
creare. Il multiculturalismo accetta e concede pari dignità a tutte le diverse culture
all’interno della stessa entità statale che lo adotta.
Dall’altra parte per quel che riguarda il transnazionalismo si è partiti dalla
constatazione che attualmente l’individuo o il gruppo che sceglie di migrare, grazie al
sistema di mobilità e di comunicazione globale, può sentirsi costantemente legato al suo
paese di origine. Agli inizi degli anni 90, diversi ricercatori hanno individuato le
caratteristiche di una specifica migrazione caratterizzata da un nuovo modo di
inserimento e adattamento dei migranti stessi. Si comincia a parlare in questo caso di
migrazioni transnazionali. La vita di alcuni migranti si caratterizza dal mantenimento di
una presenza simultanea nei due o più stati e per la presenza di relazioni stabili in alcuni
di essi. I trasmigranti sono, dunque, coloro che si organizzano in nuovi ambiti sociali
che fungono da ponte tra i due poli del movimento migratorio.
La forma di potere è identificabile proprio nella resistenza come fonte di azione e di
capitale sociale che permette la conservazione di un vasto campo di relazioni sociali,
affettive o strumentali attraverso i confini. Il transmigrante è protagonista nella
costruzione di questa nuova realtà sociale che collega i due poli delle migrazioni dando
forma a campi sociali che scavalcano spazi geografici, culturali e confini politici. (Glick
Schiller, 1992)
Per favorire una migliore comprensione delle tematiche in analisi, si è scelto un
approccio graduale che parte dall’inquadramento teorico generale, fino ad arrivare allo
specifico. La struttura della tesi segue una logica che può essere detta a “cerchi
Introduzione
7
concentrici” di raggio sempre minore, partendo dal concetto di globalizzazione per
arrivare al centro della ricerca rappresentato dall’analisi del caso specifico.
Il primo capitolo, sarà dedicato ad un presentazione del fenomeno della
globalizzazione. Il concetto di globalizzazione, costituisce ormai un termine di uso
corrente è stato e rimane al centro di un vasto interesse degli studiosi di diverse
discipline, tanto che oggi la letteratura sull'argomento è molto estesa, e parecchie sono
le interpretazioni che sono state date, spesso in conflitto tra loro. Per questo motivo,
dopo aver fornito definito il fenomeno, verranno analizzate separatamente le
connessioni fra globalizzazione ed economia, stato, e cultura, ossia gli elementi cardine
della società moderna.
Nel secondo capitolo, sarà approfondito lo studio del fenomeno migratorio
partendo dallo spunto fornito dall’analisi del fenomeno globalizzante. La mobilità delle
persone rappresenta una caratteristica fondamentale della globalizzazione. Gli effetti
causati dall’abbattimento delle distanze, la differente allocazione della ricchezza, il
sempre più netto divario fra nord e sud del mondo e la crescente povertà rappresentano
fattori di spinta verso lo spostamento di un grande numero di persone da un continente
ad un altro. Nel corso del capitolo si avrà modo di raccogliere i diversi contributi allo
studio delle migrazioni, attraverso teorie nuove e classiche. Al termine di questo si
introdurranno gli strumenti per lo studio del transnazionalismo
Nel terzo capitolo, sarà affrontato il tema del transnazionalismo e del
multiculturalismo. La prima parte permetterà di approfondire i vari aspetti di questa
teoria migratoria, definendone i contorni ed evidenziando i collegamenti con la
globalizzazione. La seconda parte del capitolo si concentrerà sullo studio del
multiculturalismo cercando di darne una definizione più precisa possibile e passando in
rassegna le problematiche connesse. Il multiculturalismo offrirà lo spunto per indagare
sul concetto di integrazione sociale in particolar modo nei confronti degli immigrati. ).
L’integrazione è definita “come un processo bi-direzionale che prevede piena
partecipazione dell’immigrato, basato su diritti reciproci e su corrispondenti obblighi
dei cittadini di paesi terzi legalmente residenti e della società ospite”. Oltre al campo
giuridico la questione dell’integrazione sarà affrontata su più livelli con
approfondimenti su i casi paese che dimostrano quali percorsi di integrazione alternativi
al multiculturalismo sono stati scelti in questo secolo degli stati europei.
Introduzione
8
Il quarto capitolo affronta in maniera più diretta le temi fino a quel momento
esposti applicando gli strumenti elaborati su un contesto territoriale definito ossia il
Portogallo.
Oltre ad un’analisi del territorio, si proporrà un’indagine storica delle
immigrazioni portoghesi per poi soffermarsi sugli aspetti che hanno reso questa nazione
una delle più evolute per quel che riguarda la lotta all’esclusione sociale degli immigrati
e l’apertura al multiculturalismo.
Nell’attuale contesto di globalizzazione è plausibile pensare che molti dei migranti
in Portogallo riescano a mantenere attivi dei canali di comunicazione con le persone
rimaste nella terra di origine , riuscendo a conservare importanti punti di riferimento
culturale, sociale, economico, politico e religioso nei loro paesi.
Il quinto capitolo approfondisce quest’ultimo aspetto, e si pone l’obiettivo di
analizzare le migrazioni di carattere transnazionale di una comunità specifica, quella di
Capo Verde. L’analisi delle migrazioni capoverdiane terminerà con le valutazioni
sull’effettiva inclusione sociale di questa comunità, e sulle relazioni che l’ex colonia
portoghese mantiene con il Portogallo. Si avrà modo, inoltre, di affrontare la questione
identitaria del popolo capoverdiano, la cui unicità è riconosciuta in tutto il mondo.
La scelta specifica di analizzare il caso portoghese è il risultato dell’esperienza
personale vissuta in questa nazione. In tale ambiente ho avuto modo di conoscere alcuni
caratteri della cultura di questi popoli (portoghese e capoverdiano) che ha fatto sì che io
potessi apprezzarne il valore e i caratteri di un’esistenza multirazziale multiculturale. Il
periodo trascorso a contatto con la società portoghese, sommato alle conoscenze sulle
tematiche inerenti i processi migratori acquisite durante il percorso di studi, sono stati
fondamentali per l’avvio ed il proseguo della ricerca.
9
Ai giorni nostri il termine globalizzazione è utilizzato in varie forme, in molteplici
ambiti, spesso per dare una spiegazione all’insorgere di fenomeni sociali importanti,
spesso in modo riduttivo per fornire giustificazioni vaghe e deprivandolo delle sue
molteplici sfaccettature.
Gli storici sono soliti indicare nella seconda metà del secolo scorso l’inizio dell’era
della globalizzazione.
1
Dopo la seconda guerra mondiale in Occidente si sostituì ai
regimi del terrore, un sistema articolato ed elaborato che combinava il mercato con la
democrazia. (Ruffolo, 2008) La seconda età dell’oro americana si costruì in un clima di
1
Alcuni storici sostengono che l’inizio della globalizzazione sia stato nell’età premoderna. Un’epoca dove Europa ed
occidente erano relativamente arretrati, in alcune regioni del mondo si praticava commercio, religione ed espansione territoriali
verso terre lontane.
Capitolo 1: il fenomeno della globalizzazione
10
forte contrapposizione fra le due superpotenze, quella americana da una parte e la
sovietica dall’altra, in straordinario equilibrio fra loro, un equilibrio instabile che non
portò a un altro scontro armato, ma che divise il mondo in due realtà una capitalista, e
l’altra socialista. Il primo mondo era sorretto da regole economiche forti in grado di
garantire il continuo flusso monetario e un equilibrio negli scambi, gettando le basi per
la creazione di uno dei sistemi economici che avrebbe cambiato la storia.
Fra il 1970 e il 1989 un mondo intero scomparve, o meglio una metà, scomparvero
le regole di Bretton Woods, si eclissò la regolazione dei movimenti di capitale che era
sempre appannaggio degli stati nazionali. Il socialismo collassò su se stesso lasciando il
campo libero al nemico, il capitalismo, il quale in pochi anni iniziò a estendersi a
macchia d’olio, creando legami economici politici e sociali che resistono tuttora. La
crescita sfrenata del capitalismo e la conseguente distruzione dei freni allo scambio
avvennero in un breve periodo di tempo rimasto alla storia come «turbo capitalismo»
2
.
«Fino a quando il mondo era diviso in blocchi, gli Stati Uniti si sono in
qualche modo preoccupati degli effetti della loro politica economica sul resto
del mondo occidentale. Ma, a partire dalla scomparsa dell’URSS e dalla
riunificazione tedesca questa visione del mondo è stata definitivamente scartata.
Gli Stati Uniti ora badano a se stessi e al proprio benessere, e non sembrano
avere alcuna preoccupazione per gli effetti negativi che le loro politiche
economiche possono avere sul resto del mondo.» (De Cecco, 2007)
La fase dominante di questa parte di storia, e della storia recente è dunque
l’estensione del sistema capitalistico a tutta la scena mondiale: la globalizzazione.
Diversamente da argomenti che hanno un notevole impatto nella vita quotidiana, la
globalizzazione può sembrare un fenomeno di macro proporzioni, una questione remota,
lontana dall’individuo e concentrata in processi di trasformazione economica, di
integrazione politica. In effetti, si rivela il contrario, poiché i movimenti di denaro, la
distribuzione della ricchezza, l’allocazione delle risorse, il mercato del lavoro
influenzano direttamente le condizioni di vita di qualsiasi persona al mondo. Alcuni
2
Il termine turbocapitalismo viene usato per indicare l’insieme delle politiche e teorie capitaliste che
caratterizzano il nostro tempo, quel complesso di filosofie economiche che vengono predicate dai profeti del
sistema della globalizzazione e applicate dai grandi attori mondiali: le aziende multinazionali, gli USA, il Fondo
Monetario Internazionale e il WTO. L’espressione è stata creata dall’economista Edward Luttwak ed è molto in voga
negli Stati Uniti. Il turbocapitalismo viene attuato dagli USA e il resto del mondo sembra solo potersi adeguare
tacitamente
Capitolo 1: il fenomeno della globalizzazione
11
fenomeni definiti globali come i media, la musica, l’immigrazione, il cibo forgiano
l’identità e il background culturale. (Martell, 2011)
Alcuni sociologi affrontano separatamente lo studio della globalizzazione culturale,
da quello delle relazioni politiche ed economiche. In questo modo le logiche di
conflitto, disuguaglianza e potere insiti in queste relazioni non entrano mai in contatto
con la cultura (Beck 2000, 2006; Bourdieu 1998, 1999).
Per una migliore analisi, dunque, la strada da seguire sarà dunque quella di adottare
una prospettiva interdisciplinare, caratteristica della moderna sociologia.
«Globalizzazione è sicuramente la parola (d’ordine e polemica) più usata –
abusata – e più raramente definita, probabilmente la più incompresa, la più
nebulosa, la più ricca di implicazioni politiche dell’anno scorso, ma anche
dell’anno prossimo.» (Ulrich Beck, 1999)
Il termine globalizzazione è stato ed è utilizzato in una molteplicità di ambiti, per
via della sue varie sfaccettature e per la pluralità di significati che può contenere. È
necessario dunque tracciare un profilo chiaro del concetto stesso, onde evitare di
incappare in semplificazioni eccessive. La globalizzazione entra a far parte di un
discorso di grande impatto e forza ideativa che incide sulla visione del mondo e
chiaramente sul comportamento dell’individuo. La domanda che ci si pone
principalmente è: Cosa è la globalizzazione ?
Con il termine globalizzazione si fa riferimento a qual processo tipico delle società
complesse in cui le relazioni sociali mondiali si intensificano al punto di rendere
possibile il collegamento di ogni ambito locale con quello globale e viceversa.
Giddens (1990; 1994) definisce la globalizzazione come «l’intensificazione di
relazioni sociali mondiali che collegano tra loco località distanti facendo sì che gli
eventi locali vengano modellati dagli eventi che si verificano a migliaia di chilometri di
distanza e viceversa. La trasformazione locale fa parte della globalizzazione tanto
quanto ne fa parte l’estensione delle relazioni sociali nel tempo e nello spazio». La
visione di Giddens pone l’accento sull’interazione fra locale e globale, dove il locale
può reagire assimilando o rigettando il globale. Accanto a questa impostazione spazio
Capitolo 1: il fenomeno della globalizzazione
12
centrica, si può mettere in luce un altro carattere appartenente al fenomeno della
globalizzazione ossia la temporalità, o meglio dall’abbattimento della stessa.
3
Un evento
che accade in un dato luogo del mondo, ha influenze su tutto il sistema e l’effetto
―contagio‖, è quasi immediato, le vicende economiche recenti sono a dimostrazione
dell’interconnessione del moderno «sistema mondo»
4
e delle reazioni pressoché
istantanee agli stimoli.
Se da una parte la globalizzazione comporta l’abbattimento o perlomeno
l’accelerazione dei tempi di accadimento dei fenomeni, compresi quelli sociali,
dall’altra parte dà vita a situazioni i cui effetti rimarranno nel tempo e si riprodurranno
per lunghi periodi. Entrano in questa logica i fenomeni di esclusione sociale,
sottosviluppo, che segnano le storie di vita di diverse popolazioni.
«La globalizzazione divide quanto unisce; divide mentre unisce» - scriveva il
sociologo e filosofo Bauman (1999) - e le cause della divisione sono le stesse che,
dall'altro lato promuovono l'uniformità del globo. Infatti, sostiene Bauman,
l'annullamento delle distanze spazio temporali, resa possibile dalle nuove
tecnologie, tende a polarizzare la globalizzazione. Chi opera nei pressi del potere
finanziario (vero motore della globalizzazione) vive l'incorporeità del potere: non ha
bisogno di luoghi deputati, è extraterritoriale e proprio per questo può isolarsi dal resto
della popolazione che rimane tagliata fuori. La conseguenza è la fine degli spazi
pubblici, la creazione di "non luoghi", ma la conseguenza più tragica è che l'abolizione
degli spazi pubblici implica anche la crisi dei luoghi ove si creano norme, ove i valori
sono discussi, negoziati, elaborati.
«La globalizzazione non è un processo che ha luogo da qualche parte
lontana, in qualche spazio esotico. La globalizzazione sta avvenendo a Leeds
così come a Varsavia, a New York e in ogni piccola città in Polonia. E' proprio
fuori dalle nostre finestre, ma anche dentro. E' sufficiente camminare per le
strade per vederla. Gli spazi globali e locali possono essere separati solo con
un'astrazione, nella realtà essi sono interconnessi.» (Bauman,2005)
3
Questo aspetto va inteso sia come riduzione della distanza-costo, cioè dei costi che si sopportano per
percorrere una certa distanza, sia come riduzione della distanza-tempo, cioè del tempo impiegato per coprire una
certa distanza, sia essa reale o virtuale.
4
Immanuel Wallerstein ,è il principale esponente della prospettiva di analisi del «sistema-mondo». L’autore
sostiene che dall’inizio del XX secolo in poi tutte le aree del mondo fossero integrate in un sistema-mondo
capitalistico, caratterizzato da un'unica divisione del lavoro e dal uno svariato numero di sistemi culturali e unità
politiche statali.
Capitolo 1: il fenomeno della globalizzazione
13
Gli aspetti legati alla compressione dello spazio, all’abbattimento del tempo, così
come il fattore della scomparsa della distanza in termini di conoscenza, comunicazione
e spostamenti, compaiono in tutte le definizioni ed interpretazioni che storici e sociologi
forniscono sul concetto di globalizzazione.
Harvey (1991) ad esempio definisce annientamento dello spazio, il fenomeno in cui
le distanze spaziali perdono importanza per la possibilità che abbiamo di muoverci e
vedere in modo pieno e rapido indipendentemente dalle distanze. A questo pensiero
diffuso Waters (2001) aggiunge che la globalizzazione rappresenta un concetto piuttosto
che un fine e pone l’accento sull’importanza della cultura e della coscienza e dei loro
effetti sull’azione.
Ad effetto dei fenomeni sopracitati, si può affermare che la globalizzazione in
quanto fenomeno multidimensionale apporta delle sostanziali modifiche al tessuto
sociale globale. La globalizzazione difatti, si sviluppa nel momento in cui i contatti e le
interazioni diventano reti e sfere d’interazione. Non tutte le interazioni si trasformano in
reti. Perché lo diventino, è necessaria una certa continuità e in qualche caso un
rafforzamento istituzionale e organizzativo. La possibilità che le relazioni si trasformino
in una rete stabile —una rete che può essere più o meno stabile nel tempo, crescere o
avere battute d’arresto— dipende dalla durevolezza e frequenza nel tempo. La
globalizzazione non è quindi un processo fisso o statico di un dato momento storico, ma
un processo in continua evoluzione.
Nel tentativo di rispondere alla domanda iniziale, sono state adottate diverse
definizioni che non racchiudono in sé, tutte le dimensioni della globalizzazione. Per
intendere meglio il fenomeno sarà dunque necessario trattare i vari aspetti
separatamente.