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INTRODUZIONE
Com’è noto, il termine globalizzazione che tanto ci occupa al giorno
d’oggi e che è applicabile agli ambiti più diversi, ha trovato le sue ragioni di
crescita più vistose nel mondo dell’economia. Si tratta, in effetti, di un
processo non ancora esaurito, attraverso il quale le singole economie
nazionali, fondate sulla produzione e sugli scambi internazionali, si sono
trovate a vivere su un mercato mondiale sempre più allargato e aperto dove i
soggetti operanti sono sempre meno vincolati da barriere programmate dallo
Stato-nazione. In tale contesto sono emerse le aziende multinazionali, che
oggi rappresentano in un numero sempre maggiore di mercati, i concorrenti
più temibili. Le aziende multinazionali rivestono un ruolo fondamentale
nell’economia mondiale, tanto che alcuni studiosi hanno stimato che il 75%
del commercio mondiale è riconducibile alle società transnazionali. Tutto
questo si deve a numerosi fattori tra i quali la crescente integrazione
dell’economia mondiale con il forte aumento che si è verificato, a partire
dagli anni Ottanta, negli investimenti diretti esteri.
Il processo di globalizzazione ha altresì prodotto, parallelamente allo
sviluppo economico, il fenomeno dell’interculturalità che stabilisce la
necessità di venire in contatto con identità diverse dalla propria. Tale
fenomeno nell’ottica di un’azienda multinazionale diviene di primaria
importanza in quanto rappresenta la chiave necessaria per conquistare
mercati diversi da quello nazionale.
Gli studiosi delle comunicazioni umane ci pongono dinanzi ad un
assioma: non si può non comunicare. Evidentemente, è impossibile per
qualsiasi individuo inserito in un dato contesto sociale non creare, anche
involontariamente, significati attraverso parole, comportamenti, silenzi.
Parimenti, il sistema impresa esprime e sviluppa la propria vitalità
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comunicando. Difatti, anche in tale ambito si deve riconoscere come la
comunicazione non sia solo frutto di scelte e azioni manageriali, ma sia in
buona parte involontaria, legata all’esistenza stessa dell’impresa, alla sua
identità profonda, al suo funzionamento, al suo produrre valori, al suo
aprirsi all’esterno acquisendo e rilasciando risorse. Il riconoscimento di tale
condizione aiuta a comprendere la rilevanza di una consapevole attività di
governo della comunicazione, che agisca quale forza trainante dello
sviluppo dell’impresa, protesa a garantire un’immagine forte ed attrattiva,
un clima di consenso e di fiducia nonché una solida reputazione presso i
pubblici rilevanti o semplicemente influenti. Attraverso la comunicazione,
l’impresa attiva e gestisce le relazioni, crea e consolida la fiducia, esercita
condizionamenti, promuove l’evoluzione e il progresso.
L’agire comunicativo dell’impresa non concerne solo la pubblicità o
le relazioni pubbliche, essa comunica anche con le proprie azioni e persino
con il proprio silenzio. Inoltre, nel perseguimento delle proprie finalità di
comunicazione, l’impresa moderna può utilizzare un insieme di strumenti
assai ampio e variegato, che si è notevolmente evoluto nel tempo. Nello
svolgimento di tale compito assume rilievo una figura professionale, quella
dell’interprete, attore privilegiato nell’avvicinamento alle diverse identità
culturali, che presenta il contesto multinazionale.
Il tema di fondo del mio elaborato è quello di mostrare come la
comunicazione d’impresa, inserita in un contesto di ampio respiro come
quello internazionale ed interculturale, sia decisiva nelle scelte strategiche di
mercato di un’azienda tanto da determinarne il successo. Ci si concentrerà
su tale aspetto cercando di dare una risposta ai numerosi interrogativi che
un’azienda multinazionale si pone ogniqualvolta essa debba decidere di
commercializzare uno stesso prodotto in paesi diversi, ossia raggiungere un
efficiente equilibrio tra autonomia locale e coordinamento centrale.
I due indirizzi strategici della standardizzazione e localizzazione non
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saranno mai considerati ‘dicotomici’: nella trattazione si sosterrà la tesi
della “glocalizzazione”, ossia una strategia tendente all’armonizzazione,
caratterizzata da una modalità di approccio che aspira ad essere globale, ma
che di fronte alle infinite diversità della domanda, si adatta alle specificità
locali.
Nell’ultima parte del presente lavoro si è voluto dare uno sguardo
d’insieme all’attività svolta nell’economia spagnola da questi grandi giganti
economici, che dal secolo scorso hanno cambiato il volto economico
politico e culturale del mondo intero. Infatti, la Spagna, dopo anni vissuti
nell’autarchica economica, esce dall’isolamento riuscendo in pochi decenni
a diventare una delle economie più vitali aperta nei mercati esteri riuscendo
a far includere nel novero delle maggiori aziende al mondo alcune delle sue
imprese multinazionali più importanti. Tali premesse hanno condotto diversi
studiosi a ritenere che una risposta valida alla recente recessione economica,
diffusa nel mondo a partire dalle crisi dei mutui sub-prime, potrebbe essere
proprio la scelta della multinazionalità. In tal senso si sono istituiti
organismi come l’Observatorio de la Empresa Multinacional Española, al
fine di coordinare gli studi dei nuovi scenari che si presentano alle imprese
multinazionali spagnole.
La scelta del tema delle aziende multinazionali deriva dall'interesse e
dalla curiosità di smascherare e capire la loro abilità nel riuscire a imporre
prodotti omogenei in paesi così diversificati e culturalmente molto distanti.
Non nascondo che ha rappresentato una sfida l'addentrarmi nel complesso
mondo dell'economia, data la mia formazione concernente studi linguistici,
ma è stato proprio il mio background a consentirmi di cogliere l'importanza
che riveste la comunicazione interculturale in tale ambito, mettendo in luce
il ruolo strategico e decisivo svolto all'interno di questi processi sia
dall'interprete che dal mediatore interculturale.
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CAPITOLO I
L’AZIENDA MULTINAZIONALE
INTRODUZIONE
Uno dei cambiamenti economico-sociali più discussi del secolo
scorso è stato l’emergere delle aziende multinazionali. Esse rappresentano,
oggi in un numero sempre maggiore di mercati, i concorrenti più temibili. Il
loro ruolo centrale nell’economia mondiale, tanto che alcuni studiosi hanno
stimato che la cifra del commercio mondiale riconducibile alle società
transnazionali
1
è del 75%
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, e la loro crescente influenza, sono evidenziati
dall’osservazione di un insieme di fattori rilevanti. Innanzitutto, uno degli
aspetti della crescente integrazione dell’economia mondiale è stato il forte
aumento che si è verificato, a partire dagli anni Ottanta, negli investimenti
diretti esteri. Inoltre, tale aumento è stato accompagnato, da un lato da una
serie di operazioni di acquisizioni e fusioni internazionali e, dall’altro, da un
ricorso maggiore a forme di collaborazione e alleanze strategiche tra
imprese indipendenti.
L’obiettivo di questo capitolo è quello di evidenziare i principali
caratteri che contraddistinguono l’evoluzione e la crescita delle imprese
multinazionali. In particolare, vengono presentate, dopo brevi cenni storici
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Alcuni autori distinguono tra “imprese transnazionali” ed “imprese multinazionali”:
mentre le prime coordinano e controllano attività in più di un paese attraverso una
scomposizione internazionale delle filiere produttive, il concetto di “multinazionale” è più
limitato, facendo riferimento semplicemente ad imprese che svolgono operazioni in più di
un paese. I due termini saranno considerati nel proseguo sinonimi. Vanolo, A., Geografia
economica del sistema-mondo. Territori e reti nello scenario globale, Utet Università,
Torino, 2010, pag. 98.
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Cfr. Dunning, J.H., Multinational enterprises and the global economy, Addison-Wesley
Publishing Company, Wokingham, 1993.
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che hanno portato alla nascita di tali imprese, i primi approcci teorici alla
multinazionalità, nonché le nozioni di impresa multinazionale e di
investimento diretto estero. Infine, dopo aver compreso le motivazioni
principali che spingono un’azienda ad andare oltre i confini nazionali, si è
analizzato il contemporaneo panorama geografico degli investimenti diretti
esteri e delle imprese multinazionali.
1.1 L’EVOLUZIONE STORICA DELL’IMPRESA
MULTINAZIONALE
L’impresa multinazionale rappresenta una realtà dinamica, in
costante divenire, frutto dei processi economici e sociali iniziati sin
dall’antichità, basti pensare ai mercati sumeri che nel 2500 a.C. per vendere
la propria merce preferivano stazionare agenti nei porti stranieri
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, e
rafforzati alla fine del secolo XVIII con la Rivoluzione Industriale e il
capitalismo, evolutisi con l’allargamento dei mercati dopo il secondo
conflitto mondiale.
Tappa significativa è stata la scoperta del continente americano.
Difatti, con le grandi spedizioni di navigazione e conquista di territori
inesplorati, il commercio internazionale assunse nuova intensità e caratteri
diversi. Nel corso del Rinascimento emersero nuove figure di intermediari
in gradi di garantire la qualità dei prodotti scambiati nella nuova economia
globale, la più significativa fu la britannica East India Company. Infatti, la
Gran Bretagna, grazie alla sua vocazione marittima e commerciale, fu
all’avanguardia in questo campo.
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Goldstein, A., Piscitello, L., Le multinazionali, Il Mulino, Bologna, 2006, pag. 10.
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La seconda metà del XIX secolo coincise con una intensa
accelerazione di interscambi di beni e servizi, ma anche dei flussi di capitali
e persone, resa possibile da una situazione di relativa pace a livello
internazionale e dai progressi tecnologici nei trasporti e nelle
telecomunicazioni. Le imprese ebbero un ruolo centrale in questa prima fase
di crescente globalizzazione, che raggiunse il suo apice nel 1913, prima che
l’Europa entrasse nel lungo periodo di conflitti, portando con sé il resto del
mondo. La multinazionalizzazione rimase inizialmente concentrata nelle
attività commerciali piuttosto che in quelle produttive, ma aveva iniziato ad
assumere i tratti tipici di quella odierna.
Con la Seconda Rivoluzione Industriale, grazie alla comparsa di
nuovi strumenti, dal telegrafo ai transatlantici, le aziende iniziarono a gestire
in forma più o meno coerente e centralizzata una pluralità di centri di
produzione, distribuzione e scambi commerciali. Il ruolo degli Stati Uniti
diventò in questo periodo fondamentale, sia come destinazione sia come
fonte di capitali. L’evoluzione tecnologica permise agli Stati Uniti di
colmare quel divario economico, che si era creato con l’Europa dai primi
anni dell’Indipendenza, e di porre le basi per il conseguimento della
supremazia nel Novecento.
Nel periodo tra le due guerre mondiali, diversi accadimenti, come la
Grande Depressione del 1929, fecero sì che ci fosse una diminuzione negli
investimenti e una corsa al protezionismo, dunque le multinazionali si
concentrarono sui propri mercati nazionali, affacciandosi con maggior
incertezza ai mercati esteri. Tuttavia, nel settore delle risorse naturali gli
investimenti esteri sono continuati a crescere, in particolare si iniziò a
guardare con interesse a nuovi territori, come l’Asia e l’Africa che fino ad
allora non erano state coinvolte. Nel settore dei servizi, invece, ha riscosso
grande successo il settore assicurativo
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Una delle prime compagnie assicurative a lanciarsi in tale periodo prima fu la società
americana American Insurance Group, che ancora oggi è la maggiore compagnia