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1 Introduzione
Le macchine basate sulla rotazione di un volano, denominate in letteratura flywheel exercise
devices, sono state progettate nel 1994 da Berg & Tesch del Karolinska Institute di
Stoccolma. Il loro obiettivo primario era permettere l‟allenamento della forza e della massa
muscolare in condizioni di microgravità nei voli spaziali. In questi sistemi il carico è
costituito dall‟inerzia rotazionale del volano invece che dal peso da sollevare.
L‟efficacia della tecnologia iso-inerziale è stata descritta in diversi studi (Alkner et al., 2003;
Alkner et al., 2004; Alkner et al., 2004; Reeves et al., 2005; Rittweger et al., 2005; Rittweger
et al., 2009), i quali concordano sugli effetti dell‟allenamento con FW nella prevenzione
dell‟atrofia muscolare, della decalcificazione ossea e di altre degenerazioni cui vanno incontro
gli astronauti in condizioni di microgravità.
È stato dimostrato che l‟allenamento con macchine iso-inerziali può costituire una valida
alternativa per l‟ipertrofia muscolare (Tesch et al., 2004; Tesch et al., 2004; Seynnes et al.,
2007). L‟esercizio con dispositivo iso-inerziale risulta vantaggioso in quanto accelera le
risposte strutturali del muscolo, riducendo il tempo d‟insorgenza dell‟ipertrofia muscolare
(Narici, 2009). A tal proposito i risultati dello studio di Seynnes et al. (2007) hanno
dimostrato che un protocollo di allenamento iso-inerziale produce ipertrofia muscolare
(aumento del numero dei sarcomeri in serie e angolo di pennazione) riscontrabile dopo solo
tre settimane di preparazione al contrario delle otto settimane usualmente richieste nei
protocolli precedenti (Seynnes et al., 2007).
Inoltre sono stati riscontrati effetti positivi dell‟allenamento con carico inerziale sulle capacità
di forza (miglioramenti della forma massima concentrica ed eccentrica) e sulla prevenzione
degli infortuni muscolari in atleti di diverse specialità sportive (Askling et al., 2003; Caruso et
al., 2006).
Gli effetti riportati sono probabilmente dovuti all‟elevato lavoro muscolare richiesto per
accelerare e frenare la massa inerziale del volano. È stato, infatti, dimostrato che il carico di
lavoro sostenibile con l‟allenamento inerziale è maggiore rispetto a quello sviluppabile con
macchine convenzionali o con i pesi liberi (Narici, 2009). Una peculiarità avanzata dai
costruttori è il cosiddetto “sovraccarico eccentrico” indotto dall‟allenamento con macchine
inerziali in confronto agli esercizi convenzionali. Per sovraccarico eccentrico s‟intende il
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maggior carico meccanico ottenibile nella fase eccentrica dell‟esercizio. Si pensa che proprio
questo stimolo influenzi la precoce risposta ipertrofica del tessuto muscolare.
Gli studi presenti in letteratura non hanno ancora permesso di caratterizzare, secondo una
linea comune, le espressioni di forza e velocità in un esercizio con volano. L‟esercizio con
volano viene spesso confrontato a proposte con pesi liberi aventi caratteristiche tecniche e
biomeccaniche molto diverse, non consentendo così un confronto affidabile.
Sulla base di queste riflessioni, gli scopi di questo lavoro sono:
descrivere le principali variabili meccaniche implicate nell‟esecuzione di un esercizio
di hip belt squat (HBS) con volano attraverso una caratterizzazione dei tempi e delle
intensità di espressione della potenza e della forza;
validare il software D.Soft;
elaborare un report e definire degli indicatori per l‟analisi ed il controllo dei parametri
funzionali fondamentali della macchina Desmotec.
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2 L’azienda
La DESMOTEC s.r.l. è un‟azienda italiana leader nel settore della preparazione atletica e
dell‟ allenamento isoinerziale, nata dopo una lunga collaborazione tra allenatori di livello
mondiale (F.I.S.I. in primis), atleti professionisti ed imprenditori che credono in questo
settore.
Alla base vi è stata l‟idea e l‟esigenza di introdurre nel mercato un elemento innovativo
capace di poter controllare il proprio allenamento (tecnologia desmodromica).
Partendo da questo concetto è stato sviluppato un metodo che consente di gestire un percorso
di training completamente monitorato, personalizzato e modulare.
Tale metodo consiste nell‟impiego congiunto di un‟ attrezzatura che sfrutta le inerzie generate
dall‟atleta e di un software, che in tempo reale attraverso un encoder registra la sessione di
allenamento e permette un controllo del carico.
Utilizzando un volano messo in rotazione da una serie di cordini è stata perfezionata una
macchina per l‟allenamento resistivo che funziona anche in assenza di gravità sia in fase
concentrica che in fase eccentrica (tecnologia isoinerziale).
Figura 2.1 Stand espositivo Desmotec
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Le macchine isoinerziali DESMOTEC sono utilizzate per:
preparazione atletica per lo sci agonistico;
presciistica, calcio, tennis, basket, pallavolo…;
prevenzione degli infortuni;
recupero funzionale;
fisioterapia.
L‟azienda crede nel continuo sviluppo, raccogliendo le informazioni del mercato dal cliente
fino a collaborazioni di ricerca scientifica.
Il centro di ricerche DESMOTEC collabora con le seguenti università:
Figura 2.2 Collaborazioni di ricerca scientifica
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3 L’allenamento isoinerziale
3.1 Contrazione eccentrica
La contrazione di tipo eccentrico è un particolare tipo di attivazione muscolare durante la
quale il muscolo produce forza, anziché accorciandosi come durante il lavoro concentrico,
allungandosi.
Per spiegare in termini pratici questo concetto di meccanica muscolare, immaginiamo di
tenere in mano con il braccio piegato a 90° un manubrio, il cui peso sia maggiore rispetto alla
massima forza esprimibile dal bicipite (ad esempio 60 [kg]). In questo caso, nonostante ogni
sforzo, non si può certamente flettere il braccio e portare il manubrio verso la spalla (abbiamo
appena detto che il suo peso è maggiore della forza), anzi il braccio si distenderà verso il
basso, proprio in virtù del grosso carico che è tenuto in mano. L‟unica cosa che si è in grado
di fare in questa situazione, è cercare di rallentare al massimo la caduta del carico grazie
appunto ad una contrazione eccentrica del bicipite. In questa condizione il muscolo funziona
come un vero e proprio “freno”: più si riuscirà a rallentare la caduta del peso, maggiore sarà la
forza di tipo eccentrico espressa.
Figura 3.1 La modalità di contrazione concentrica (riquadro di sinistra), prevede l’accorciamento
del ventre muscolare, mentre quell’eccentrica (riquadro di destra), vede il muscolo allungarsi
3.1.1 Danno strutturale dovuto alla contrazione eccentrica
Il danno strutturale della fibra muscolare può essere causato, sia da una singola
contrazione muscolare, come dall‟effetto cumulativo di una serie di contrazioni. In ogni caso
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il meccanismo maggiormente correlato al possibile danneggiamento della fibra muscolare
risulterebbe essere la contrazione di tipo eccentrico.
La ragione della maggior incidenza traumatica a livello muscolare, riscontrabile durante una
situazione di contrazione eccentrica, è soprattutto imputabile alla maggior produzione di forza
registrabile nel corso di quest‟ultima, rispetto a quanto non avvenga nella modalità di
attivazione di tipo concentrico od isometrico.
Occorre sottolineare come anche il fenomeno puramente meccanico dell‟elongazione possa
giocare un ruolo importante nell‟insorgenza dell‟evento traumatico, visto che questo ultimo
può verificarsi, sia in un muscolo che si presenti attivo durante la fase di stiramento come in
un distretto muscolare, sia passivo durante la fase di elongazione. Durante la contrazione
eccentrica il muscolo è in effetti sottoposto ad un fenomeno di “overstretching” che, in quanto
tale, può determinare l‟insorgenza di lesioni a livello dell‟inserzione tendinea, della giunzione
muscolo-tendinea, oppure a livello di una zona muscolare resa maggiormente fragile da un
deficit di vascolarizzazione.
Considerando quindi il fatto che il muscolo si presenta particolarmente vulnerabile nel
momento in cui sia sottoposto ad una contrazione di tipo eccentrico, soprattutto quando
quest‟ultima sia di notevole entità, come nel caso di uno sprint, di un balzo o di comunque un
gesto di tipo esplosivo, nasce l‟esigenza di “condizionare” i distretti muscolari maggiormente
a rischio con un tipo di lavoro consono a questa particolare esigenza.
3.2 Allenamento eccentrico
La filosofia segmentaria o compartimentale della preparazione atletica, quella in cui si
rinforzano separatamente i muscoli di uno specifico distretto corporeo, è stata negli ultimi
anni affiancata da filosofie di allenamento, spesso basate su studi di biomeccanica ma anche
derivate da pratiche per il benessere, in cui il gesto di una parte del corpo viene visto come il
risultato finale dell‟attivazione coordinata della quasi totalità dei distretti corporei.
Un esempio di questa nuova prospettiva è rappresentato dal concetto di “core stability” e dal
riconoscimento del ruolo che un miglior controllo ed una maggiore affidabilità dei muscoli
del tronco (addome e schiena) ricoprono nel migliorare molti dei gesti tipici di vari sport.
Il gesto tecnico di calciare la palla con il piede o di colpire una pallina con la racchetta da
tennis, è sempre più comunemente visto come un gesto unico di tutto il corpo, gesto al quale
ogni distretto contribuisce in modo variabile ma non trascurabile.
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Inoltre in anni recenti lo strumentario dei preparatori atletici, così come dei riabilitatori, si è
arricchito di nuove metodiche e di una sensibilità alle differenti funzioni muscolari che anni fa
erano trascurate a causa di una ridotta conoscenza scientifica. Tra queste spicca un crescente
interesse verso la metodica “eccentrica”. Il muscolo che si attiva mentre viene allungato
sviluppa una forza che è stata definita eccentrica, per differenziarla dalla forza concentrica
che viene sviluppata dal muscolo attivato mentre si accorcia e dalla forza isometrica, che il
muscolo produce quando, pur essendo attivato, non si allunga né si accorcia e l‟attivazione
muscolare non corrisponde ad un movimento visibile.
Un esempio di come e quanto frequentemente si usa la forza eccentrica si ritrova nella vita
quotidiana ed è l‟azione di scendere le scale. Ad ogni atterraggio sul gradino più in basso
usiamo naturalmente i muscoli (che si allungano) per attenuare le forze trasmesse dal piede al
resto del corpo. Questo si attua mediante il mantenimento dell‟equilibrio e l‟utilizzo dei
muscoli per generare movimento. E‟ esperienza di tutti che un atterraggio con la gamba
troppo rigida può risultare una sensazione spiacevole se non un infortunio, mentre un
atterraggio troppo “soffice” con il ginocchio troppo piegato può far perdere l‟equilibrio.
Focalizzando l‟attenzione sull‟articolazione del ginocchio, risulta semplice capire che
atterrare a ginocchio completamente esteso o completamente flesso può essere dannoso per i
tessuti molli articolari, mentre tutte le posizioni intermedie, angoli articolari compresi tra la
massima estensione e la completa flessione, sono gestibili combinando forza ed escursione in
modo da risultare nel movimento desiderato ma anche di proteggere le strutture
muscoloscheletriche. Attraverso la flessione combinata e sincronizzata di svariate
articolazioni (ad esempio e per semplificare pensiamo alle tre principali articolazioni dell‟arto
inferiore: anca, ginocchio e caviglia in un movimento semplice come il passare dalla
posizione eretta a quella seduta) il sistema locomotorio riesce non solo a produrre un
movimento finalizzato ma, dosando in modo accurato l‟attivazione dei muscoli coinvolti,
riesce anche a mantenere l‟equilibrio e ad assorbire parte dell‟energia, definita energia
potenziale, che si libera quando si passa da una posizione “più in alto” ad una “più in basso” e
così ad evitare di atterrare sulla sedia troppo bruscamente. Nell‟atleta l‟essere in grado di
generare ed assorbire potenze maggiori ed allo stesso tempo migliorare il controllo
dell‟attivazione muscolare sono aspetti che contribuiscono a migliorare la coordinazione,
rendendo il gesto più efficace e per questa ragione dovrebbero aiutare a prevenire gli
infortuni. L‟utilizzo di molte articolazioni del corpo in modo coordinato e simultaneo è stato
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assimilato ad un „catena cinetica‟, un sistema appunto in cui il movimento viene trasmesso
attraverso strutture vincolate tra loro come lo sono le maglie di una catena.
Come si può facilmente capire dagli esempi precedenti relativi a calcio e tennis, per ottenere il
massimo risultato, tutti i muscoli coinvolti in un determinato movimento devono agire in
modo coordinato, simultaneo/sequenziale e secondo modalità di attivazione muscolare
diverse. Ad esempio, durante l‟esecuzione di un gesto specifico, mentre un muscolo lavora
accorciandosi, un altro si attiva allungandosi in modo da stabilizzare l‟articolazione e cosi
consentire una miglior esecuzione del gesto.
La metodica di allenamento, che utilizza attrezzature definite isoinerziali, riunisce i due
aspetti sopraccitati fornendo all‟atleta un‟opportunità estremamente innovativa ed efficace di
migliorare la prestazione attraverso una migliore gestione della catena cinetica che genera il
gesto atletico. Vale la pena di menzionare rapidamente due concetti, che in passato sono stati
erroneamente associati all‟esercizio eccentrico e che invece oggi contribuiscono a chiarire i
meccanismi che hanno reso l‟esercizio muscolare eccentrico utile sia nella riabilitazione che
nell‟allenamento avanzato dell‟atleta. L‟allenamento eccentrico ben pianificato e gestito
protegge il muscolo da lesioni che solitamente seguono un eccessivo utilizzo eccentrico del
muscolo (come per esempio sciare per una giornata intera senza essersi allenati in modo
specifico) e l‟allenamento migliora non solo la forza ma il controllo.
Riassumendo, i principali vantaggi dell‟allenamento eccentrico sono qui elencati:
migliora la prestazione della catena dei muscoli estensori;
effetto preventivo delle lesioni muscolari;
attivazione neuromuscolare unica, che può essere allenata in modo mirato;
genera forze più alte rispetto alle modalità tradizionali di allenamento;
richiede un minor impegno cardiopolmonare.