Tesi di Laurea Magistrale in Ingegneria Meccanica - Università di Roma La Sapienza - Paolo Petroni A.A. 2012/13
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capitolo 1
INTRODUZIONE
L'individuazione di nuove possibilità di risparmio energetico è un'attività
creativa, una branca dell'ingegneria per la quale i fondamenti possono essere
tracciati solo in linea del tutto generale per cui, come noto, non esistono ricette
universali. Ogni caso è a sé stante, nel senso che solo una profonda ed accurata
conoscenza di tutti gli impianti coinvolti in una determinata struttura, la
comprensione del loro funzionamento nonché, ovviamente, una solida
preparazione di base ed esperienza, possono portare alla definizione dei migliori
interventi realizzabili in quello specifico caso.
La gestione dell'energia è il risultato della combinazione di parecchi elementi,
quali: tecnologia, esperienze, conoscenze, efficienza operativa ed investimenti.
L'obiettivo in questa sede è la riduzione dei costi attraverso una corretta
utilizzazione delle risorse. Poiché è prevedibile un aumento del costo di tutte le
forme di energia e una variazione della disponibilità di molte di esse, occorre
compiere ogni ragionevole sforzo per ridurre i consumi negli ospedali (annoverati
fra le entità più energivore del nostro paese e non solo), senza per questo
compromettere la qualità delle cure sanitarie prestate.
Il fatto di avere a che fare con degli ospedali si trascina dietro tutta una serie di
peculiarità. Obiettivo primario di una struttura ospedaliera è ovviamente quello
di fornire le richieste cure mediche con la migliore qualità possibile, nel minor
tempo, nelle migliori condizioni ambientali ed umane, con i minori costi, tutto
questo per 24 ore al giorno e 365 giorni l'anno, senza interruzioni. Nel perseguire
tale primario obiettivo, almeno fino a non molti anni fa, non ci si è
tendenzialmente preoccupati del costo energetico, anzi si è avuta l'impressione
che l'adozione di provvedimenti per ridurre tale costo potesse causare una
riduzione dello standard generale del servizio medico [33]. L'obiettivo di un
Energy Manager è invece quello di dimostrare che è possibile eseguire opportuni
interventi, sia in fase di progetto che in esercizio, per fare funzionare tutti gli
impianti con la necessaria efficienza e ridurre il consumo di energia, senza
ridurre l'elevato standard richiesto, o eventualmente, migliorandolo. Deve
risultare infatti chiaro che ogni euro che viene risparmiato a seguito di un
miglioramento del rendimento o per riduzione di sprechi, può essere
vantaggiosamente impiegato per nuove apparecchiature, strumenti, occupazione.
I consumi finali di energia per gli usi residenziali e per gli altri usi civili (gli
ospedali rientrano in questa categoria) rappresentano in Italia circa 1/3 dei
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consumi energetici totali e, con l'avvento di nuove tecnologie, l'andamento è in
forte e continua crescita. Le crisi energetiche che si sono verificate recentemente
a livello globale e che periodicamente ci si trova ad affrontare nei periodi di picco
della richiesta energetica, hanno messo in evidenza quanto indispensabile sia per
i moderni sistemi industriali, residenziali, del terziario, la disponibilità di grandi
quantità di energia in tutte le sue forme e quanto tali sistemi siano vulnerabili.
Esiste quindi un problema generale dell'energia, che condiziona pesantemente
tutte le utenze e quindi in modo particolare quella ospedaliera che necessita per
le sue finalità e particolarità, di significativi e continui conferimenti.
Fino a qualche tempo fa, alla luce della bassa incidenza della spesa energetica
all'interno dell'economia complessiva di un'azienda sanitaria (in media nei
bilanci del Sistema Sanitario Nazionale l'approvvigionamento di combustibile e il
rifornimento di energia elettrica incidono per circa il 2%), l'azienda stessa poteva
risultare poco propensa ad interventi migliorativi in questo senso. Si ha in
generale a che fare cioè con una spesa per l'energia bassa in senso relativo, ma
decisamente significativa in senso assoluto per il Paese, poiché corrisponde a
quasi 2 miliardi di euro annui. La tendenza generale verso l'efficientamento
energetico è però mutata negli ultimi tempi, anche e soprattutto alla luce di
quanto previsto dalla nuova Legge di Stabilità approvata dal governo Monti lo
scorso Dicembre 2012. Fra i tanti punti, quello che più qui interessa è che gli
ospedali devono tagliare la spesa per beni e servizi del 10%, a prescindere dal
grado di efficienza o di virtuosità che l'ospedale potrebbe aver già raggiunto
prima dell'approvazione della legge stessa. In questo contesto è chiaro che
l'efficienza energetica può e deve dare il suo contributo per la copertura di questa
percentuale, attraverso l'adozione di interventi volti a ridurre gli sprechi e quindi
ad aumentare l'efficienza degli impianti, senza comportare alcuna diminuzione di
prestazione da parte dell'ospedale coinvolto.
I numerosi impianti, indispensabili per il funzionamento di un moderno
ospedale, comportano il consumo di rilevanti quantità di energia, sia termica che
elettrica. I rilievi eseguiti in passato e riportati in letteratura indicano che una
non indifferente quota parte di tale energia viene perduta, per molte ragioni:
obsolescenza dei fabbricati e degli impianti, inadeguata scelta o progettazione,
difetti di gestione, etc. Per avere un'idea della situazione, si pensi che ENEA [32]
stima che economie del 10÷20% sono mediamente conseguibili con sforzo e
cambiamenti non eccessivi: risultato pagante che vale la pena ed è doveroso
tentare di ottenere.
Riguardo al contesto nel quale si andrà ad operare, considerando i soli
impianti termici (che, come si vedrà, sono i principali responsabili dei consumi
energetici e degli sprechi di un ospedale), si consideri che ogni ambiente o zona
di una struttura ospedaliera richiede normalmente la presenza ed il corretto
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funzionamento di impianti cosiddetti "di benessere", che a seconda delle
caratteristiche possono assumere la forma di impianti di riscaldamento,
condizionamento, ventilazione, ovvero combinazioni di impianti stessi. Questi
impianti debbono funzionare in modo da garantire il mantenimento delle
condizioni di benessere, stabilite in sede di progetto. Per avere un'idea della
complessità del sistema, si pensi che nell'ambito dell'ospedale si possono
considerare in prima battuta 4 differenti aree principali, in relazione alle
caratteristiche di utenza degli ambienti che fanno parte delle aree stesse:
aree senza la presenza di pazienti, occupate solamente durante le ore di
lavoro (lavanderia, cucina, sterilizzazione, uffici, negozi, officine,
mensa, laboratori). In queste zone nelle ore notturne gli impianti
possono essere messi fuori servizio e la priorità di distribuzione è bassa;
aree con presenza di pazienti nelle ore diurne, senza cura intensiva
(fisioterapia, piscina, radiologia, ambulatori). Si può prevedere
un'attenuazione degli impianti durante le ore notturne e la priorità di
distribuzione è media;
aree con presenza continua di pazienti, non in cura intensiva (camere
da letto, servizi). Valgono le stesse considerazioni di cui sopra;
aree con presenza di pazienti in cura intensiva (cure intensive, chirurgia
e parto, nursery). Qui si deve assicurare il massimo comfort 24 ore al
giorno, tutti i giorni dell'anno e la priorità di distribuzione è
evidentemente alta.
Tutto questo dimostra come sia complesso gestire il funzionamento degli
impianti e come sia ancor più difficile valutare interventi di miglioramento
dell'efficienza in un contesto così vario ed articolato.
Detto ciò, questa tesi si occupa proprio di efficienza energetica negli ospedali,
una materia non più giovanissima e pressoché sterminata, come asserito da molti
degli autori citati in bibliografia. Ma, come già accennato, il contesto in cui
questa trova spazio è decisamente attuale: la Legge di Stabilità del governo
Monti. La seguente trattazione, fra gli infiniti provvedimenti di efficienza
energetica proponibili per una struttura ospedaliera, considera quello che è forse
il più drastico: l'intervento diretto sulle metodologie di generazione di energia
elettrica e termica, cioè l'installazione di un impianto di cogenerazione.
La motivazione è presto detta: la conoscenza dettagliata di tutti gli impianti
tecnici presenti in un ospedale e del loro modus operandi richiederebbe anni di
studi e di lavoro, un tempo improponibile se rimaniamo nell'ambito di una tesi di
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laurea. Perciò si è deciso, in base ai reali consumi energetici di una reale struttura
ospedaliera, di andare a valutare uno degli interventi, appunto, fra i più forti, e
stimare i benefici conseguibili nel contesto delineato dalla legge in esame.
La struttura sanitaria scelta è il Nomentana Hospital di Fonte Nuova (RM).
Questa preferenza è stata dettata, oltre che da immediate comodità logistiche,
dal fatto che nessun altro aveva prima d'ora condotto uno studio di questo genere
per questo complesso, che consta di una spesa energetica annuale considerevole,
come si vedrà nel capitolo 5.
Questo, in breve, è il contenuto dei capitoli che seguiranno:
capitolo 2, Normativa di riferimento. Si propone una panoramica generale
e non esaustiva delle principali norme riguardanti il settore sanitario e la
cogenerazione, con particolare attenzione agli incentivi previsti per gli
impianti di cogenerazione ad alto rendimento;
capitolo 3, La situazione energetica degli ospedali. In base a dati statistici, si
individuano i maggiori centri di consumo all'interno di una struttura
ospedaliera e il relativo peso percentuale sui consumi totali, le forme di
energia movimentate e le quantità di riferimento riferite all'unità di posti
letto, superficie e volume;
capitolo 4, La cogenerazione. Si presentano le definizioni generali e i campi
di applicazione della cogenerazione, uniti a brevi cenni storici, bilanci
energetici principali e motivazioni dell'importanza dell'utilizzo della
cogenerazione negli ospedali;
capitolo 5, Studio di fattibilità per un impianto di cogenerazione al
Nomentana Hospital. È la parte più corposa ed importante di questa
trattazione. Si proporranno 2 ipotesi di installazione di 2 diversi impianti
di cogenerazione al Nomentana Hospital, si presenterà uno studio di
fattibilità dettagliato con consumi e relativi costi valutati per ogni diverso
mese dell'ipotetico anno di entrata in esercizio dell'impianto proposto, con
relativi flussi di cassa attualizzati e calcolo del numero di Certificati
Bianchi conseguibili, chiuderà il capitolo uno studio approfondito della
bolletta dell'energia elettrica;
capitolo 6, Il contesto: la legge di stabilità 2013. Come accennato, questa
legge prevede delle restrizioni ben precise per le strutture ospedaliere
nazionali, in particolare concernenti tagli ingenti alle spese di acquisto di
beni e servizi. Si andrà a calcolare dunque quanto il risparmio energetico
conseguito in base allo studio di fattibilità di cui al capitolo precedente
possa andare ad aiutare in questo contesto.
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capitolo 2
NORMATIVA DI RIFERIMENTO
Verrà presentata di seguito una panoramica generale delle leggi e delle norme
di riferimento italiane ed europee più importanti riguardanti le strutture
ospedaliere, la situazione tecnico-economica del contesto energetico e la
cogenerazione.
2.1 - La responsabilità della gestione dell'energia
La complessità degli impianti e dei servizi esistenti in un moderno ospedale,
l'impegno di personale addetto alla gestione e manutenzione degli impianti
stessi, il costo in termini sia monetari che di tempo, rendono indispensabile
l'esistenza e la funzionalità di un servizio di Energy Management dotato di
personale qualificato e dei necessari mezzi tecnici e finanziari, nonché dei poteri
per studiare, organizzare e portare avanti i programmi finalizzati al risparmio e
alla razionalizzazione dell'impiego dell'energia.
La Legge n°10/91 ha istituito la figura dell'Energy Manager, obbligatorio, in
particolare, per quegli ospedali che hanno avuto nell'anno precedente un
consumo complessivo di energia primaria superiore a 1000 TEP (tonnellate
equivalenti di petrolio). In quest'ultima valutazione devono essere compresi i
quantitativi di combustibile e di energia elettrica effettivamente consumati,
tenendo conto dei dati riportati di seguito.
Tabella 2A - Equivalente energetico di alcuni prodotti combustibili. Fonte: ENEA [33]
Gasolio 1 t = 1,08 TEP
Olio combustibile 1 t = 0,98 TEP
Gas di petrolio liquefatti (GPL) 1 t = 1,10 TEP
Benzine 1 t = 1,20 TEP
Carbon fossile 1 t = 0,74 TEP
Carbone di legna 1 t = 0,75 TEP
Antracite e prodotti antracinosi 1 t = 0,70 TEP
Legna da ardere 1 t = 0,45 TEP
Lignite 1 t = 0,25 TEP
Gas naturale 1000 m
3
= 0,82 TEP
Energia elettrica (alta o media tensione) 1 MWh = 0,23 TEP
Energia elettrica (bassa tensione) 1 MWh = 0,25 TEP
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La mancata nomina di un Energy Manager è punita dalla stessa Legge con
penali e sanzioni. Per quanto riguarda il limite di energia primaria consumata, è
interessante sottolineare come l'ENEA [33] faccia notare che più del 70% degli
ospedali in Italia si trovi al di sotto del valore limite di 1000 TEP/anno. Per quanto
riguarda il Nomentana Hospital, si ha a che fare con poco meno di 400 TEP
annue.
La stessa Legge 10/91, stabilisce che il tecnico responsabile per la conservazione
e l'uso razionale dell'energia svolga le seguenti funzioni:
individuazione delle azioni, degli interventi, delle procedure e di quanto
altro necessario per promuovere l'uso razionale dell'energia;
predisposizione dei bilanci energetici in funzione anche dei parametri
economici e degli usi energetici finali;
predisposizione dei dati energetici eventualmente richiesti da organi di
competenza.
Nel responsabile per la conservazione e l'uso razionale dell'energia si configura
quindi un professionista con funzioni di supporto al decisore in merito al miglior
utilizzo dell'energia nella struttura di sua competenza, non avendo peraltro
responsabilità in merito all'effettiva attuazione delle azioni e degli interventi
proposti, ma solo in merito alla validità tecnica ed economica delle opportunità
di intervento individuate.
Nella maggior parte dei casi, i programmi di risparmio energetico possono
migliorare le condizioni ambientali producendo un risparmio di energia e di
denaro. Le azioni che è possibile eseguire in attuazione di questi programmi di
Energy Management ricadono essenzialmente nelle seguenti 3 categorie [33]:
interventi di manutenzione, a costo praticamente nullo, che possono
portare a risparmi di energia primaria consumata dell'ordine del 15%;
interventi che richiedono limitati costi di investimento, con potenziale
risparmio del 10÷15%;
interventi che richiedono considerevoli costi di investimento, con
potenziale di risparmio fino al 15÷20%, in relazione al tipo e all'estensione
dell'intervento considerato.