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INTRODUZIONE
L’etichetta con cui comunemente si designa l’opera di Alfred Schütz è quella di
sociologia fenomenologica: sociologia perchØ Schütz si occupa di tematiche
sociologiche, fenomenologica perchØ egli attinge spesso a concetti della fenomenologia
husserliana e inoltre perchØ Husserl stesso riconosce in lui un serio studioso di
fenomenologia.
La sociologia di Schütz ha come referenti principali Max Weber e, dopo il suo
trasferimento negli Stati Uniti, la scuola di Chicago. Per contro, Schütz trova una
convergenza di interessi in Mead, Cooley e Thomas: l’interazione fra individuo e
società è interpretata da questi sociologi statunitensi in termini di processi simbolici.
Schütz coglie l’occasione per prendere a prestito nuovi concetti ed eventualmente
rielaborarli.
Essendo Mead uno dei fondatori teorici della psicologia sociale, sorge il
problema se l’opera di Schütz possa essere considerata come un esempio di psicologia
sociale. A tale quesito si può dare una risposta negativa. Schütz non si occupa infatti
degli aspetti sociali della percezione o degli aspetti sociali dei processi cognitivi:
quando si interessa a tali processi lo fa sempre da un punto di vista fenomenologico e
non psicologico. Cioè nØ si occupa di percezioni da un punto di vista psicologico, nØ
delle influenze sociali su processi psicologici: il centro dell’analisi è, come in Weber,
l’agire soggettivo e non i processi cognitivi.
4
Gli scritti di Schütz si pongono spesso come una sociologia legata alla filosofia:
dal lato filosofico gli autori a lui piø vicini sono Husserl e Bergson, nonchØ Leibniz e il
pragmatismo statunitense. Ciò che dirige le scelte di Schütz in settori così vari della
filosofia è sempre l’interesse personale, cioè la possibilità di trovare dei punti di
contatto e magari dei suggerimenti per le proprie ricerche.
La mia analisi non parte però da Schütz visto come sociologo, ma da Schütz
come uomo. Infatti nel primo capitolo sottolineerò la sua vita, caratterizzata dalla
formazione scolastica in Austria, dove l’incontro con personaggi del calibro di Felix
Kaufmann e di Ludwig von Mises, lo segnerà profondamente. Dall’Austria si trasferirà
in Francia, sotto la minaccia hitleriana, dove l’attivismo filosofico francese lo
interesserà notevolmente. Infine emigrerà negli Stati Uniti per motivi di lavoro e verrà
attratto dai grandi sociologi americani, subendo la loro influenza, ma allo stesso tempo
influenzandoli con le sue idee.
Nel secondo capitolo, dopo una parte introduttiva riguardante la fenomenologia,
prenderò in esame il personaggio chiave al quale Schütz si è maggiormente ispirato,
Edmund Husserl, e lo concluderò con una breve esposizione del lavoro di Berger e
Luckmann, seguaci di Schütz.
Il terzo capitolo tratta il problema dell’intersoggettività, argomento che ha
sempre interessato Schütz e sul quale egli ha scritto diversi saggi, tra cui “The Problem
of Transcendental Intersubjectivity in Husserl”. Ed è questo saggio, mai tradotto prima
in italiano, a costituire, unitamente alla mia traduzione, l’appendice.
Il quarto capitolo sarà invece una sorta di panoramica generale sugli sviluppi
della sociologia in America, paese in cui Schütz è stato ospitato per circa vent’anni, che
hanno caratterizzato gli ultimi decenni.
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1.1 La vita a Vienna e l’approccio weberiano
Alfred Schütz
1
nacque a Vienna il 13 aprile 1899
2
. Il padre morì poco prima
della sua nascita e la madre ne sposò il fratello, Otto Schütz. Il patrigno era un banchiere
che assicurò alla famiglia una vita piuttosto agiata, ma che non esercitò alcuna influenza
sulla formazione di Alfred; la madre invece assunse un ruolo fondamentale guidando lo
sviluppo intellettuale del figlio. Dopo le scuole elementari, Schütz venne iscritto
all’Esterhazy Gymnasium di Vienna, una scuola secondaria ad indirizzo classico: latino
e greco le materie fondamentali. Al liceo sviluppò la sua passione per la musica: era
particolarmente attratto da Bach, Beethoven e Mozart, ma amava anche la musica della
propria città, soprattutto i valzer di Johann Strauss. Nello stesso periodo sviluppò anche
un profondo interesse per la letteratura tedesca, soprattutto per Goethe. Queste due
passioni lo accompagnarono per tutta la vita. Durante la sua adolescenza si unì ad un
gruppo, formatosi nel 1915 e conosciuto come The Viennese Youth Movement.
Politicamente e socialmente progressista, questo gruppo era formato da giovani che si
radunavano spesso in assemblee per conferenze e discussioni.
L’anno in cui Schütz si diplomò, il 1917, coincise con il terzo anno in cui
l’Austria si trovava in guerra
3
. L’esercito austriaco necessitava di rinforzi e Schütz si
arruolò nell’artiglieria: combattØ anche sul fronte italiano, partecipando alle battaglie sul
1
L’autore viene spesso citato come Schutz, senza l’Umlaut, in quanto lui stesso modificò il proprio
cognome dopo che emigrò negli Stati Uniti. Io continuerò ad usare l’originario Schütz nei miei numerosi
riferimenti all’autore, riproponendo tuttavia letteralmente il modo in cui viene di volta in volta citato da
studiosi, da autori e da critici nei loro diversi scritti.
2
La maggior parte delle notizie presenti in questo capitolo, anche dove non esplicitamente indicato, sono
tratte da: H. R. Wagner, Alfred Schutz: an intellectual biography, the University of Chicago Press,
Chicago and London, 1983.
3
Il 28 giugno 1914 uno studente bosniaco, Gavrilo Princip, uccise l’erede al trono d’Austria Francesco
Ferdinando. Il 23 luglio l’Austria mandò un ultimatum alla Serbia, cui seguì, il 28 luglio, la dichiarazione
di guerra.
8
fiume Piave e a Conegliano, in Veneto. Nell’ottobre 1918, un anno e mezzo dopo il suo
arruolamento, Schütz ottenne il primo congedo. Tornò così a Vienna e la ritrovò in
preda ad una forte recessione economica. Alla fine dello stesso mese, l’esercito
austriaco cadde completamente e si arrese infine all’Impero Tedesco. Col collasso
dell’esercito austro-ungarico, ebbe termine anche la carriera militare di Schütz.
Ritornato alla vita civile, Schütz non solo si sentì estraneo al vecchio stile di
vita, in concomitanza col collasso dell’Impero Austriaco e con la carestia che ne seguì,
ma lo trovò completamente cambiato. Questo ritorno costrinse Schütz a doversi
confrontare con la necessità di decidere una propria carriera professionale. La madre gli
suggerì di studiare giurisprudenza. Egli seguì il suo consiglio e si immatricolò
all’Università di Vienna. Essendo reduce di guerra, fu ammesso ad un programma di
studi accelerato che gli consentì di completare in due anni e mezzo il corso di studi della
durata di quattro anni. Iniziò così un periodo cruciale per Schütz, che portò non pochi
cambiamenti nella sua vita. Infatti, poco prima degli esami di laurea, accettò un posto in
un’importante banca austriaca, l’Associazione Reitler; piø tardi, esattamente nel
dicembre 1921, si laureò e infine, nel 1926, si sposò
4
. All’università Schütz concentrò i
suoi interessi nel diritto internazionale e tra il 1919 e il 1920 si iscrisse alla Viennese
Academy of International Trade.
Durante gli anni universitari, Schütz aveva trovato tra i suoi compagni non solo
persone con cui condividere esperienze, ma anche persone che gli offrirono sostegno e
incoraggiamento e che gli consentirono di sviluppare e portare avanti le sue
4
La moglie Isle diede il proprio aiuto a Schütz, sollevandolo dall’onere della dattiloscrittura. Inoltre essa
è riuscita a conservare tutti gli appunti e le carte del marito.
9
inclinazioni. Uno di questi fu il compagno Felix Kaufmann
5
. Egli divenne il suo piø
caro amico: prima lo aiutò durante gli studi, poi divenne uno dei critici piø severi nel
periodo in cui Schütz trasformò le sue idee generali in forma cartacea. Ci furono anche
alcuni insegnanti che favorirono il suo sviluppo intellettuale: uno di questi fu
l’economista Ludwig von Mises
6
, che giocò un ruolo fondamentale sia durante che dopo
il periodo universitario. Egli considerava Schütz come uno studente privilegiato e piø
tardi lo fece entrare nel suo Privatseminar. All’Università di Vienna, von Mises
rappresentò la terza generazione della Scuola Austriaca della teoria dell’utilità
marginale. Schütz accettò questa teoria in linea di massima, tuttavia non aderì al
liberalismo economico del suo maestro. Schütz trascorse i successivi anni, dal 1921 al
1933, affinando la sua personale linea intellettuale, facendo il suo primo grande
tentativo di imprimere sulla carta le proprie teorie, dedicandosi allo studio della
psicologia intuitiva e poi della fenomenologia, e scrivendo il suo primo libro
7
,
pubblicato nel 1932.
Per gli intellettuali austriaci, la Vienna di quel periodo era una città di circoli di
discussione organizzati attorno ad importanti figure accademiche. Schütz fu attirato in
particolare da due di questi circoli: il Geistkreis e il Mises Seminar
8
. Il primo contava
5
Felix Kaufmann (1895-1949) era un pensatore austriaco. Insegnò a Vienna e, dal 1938, negli Stati Uniti.
Si occupò di filosofia del diritto e in seguito di metodologia. Schütz gli dedicò anche un saggio,intitolato
“Felix Kaufmann (1859-1949)”, pubblicato nel 1950.
6
Ludwing von Mises (1881-1973) era un rappresentante della Scuola Austriaca della Teoria dell’utilità
marginale. Teoria che tende a privilegiare gli aspetti soggettivi degli scambi economici, in quanto sono la
domanda e le momentanee preferenze dei consumatori a determinare l’andamento dei prezzi, senza che
ciò implichi tuttavia la rinuncia a un approccio impersonale ed oggettivo ai processi economici. Von
Mises era un critico severo di Weber: egli considerava le leggi economiche universali e pertanto rifiutava
il relativismo storico di Weber.
7
A. Schütz, Der Sinnhafte Aufbau der sozialen Welt, ed. Springer, Wien, 1932. Trad. it. La
fenomenologia del mondo sociale, ed. Il Mulino, Bologna, 1974.
8
Si tratta del Privatseminar, già menzionato in questo capitolo, a pag. 3. Von Mises, così come il suo
Privatseminar, è legato all’Austrian School of Economics, sviluppatasi a Vienna già all’inizio del ‘900.
Non si tratta di un’istituzione scolastica – come il nome può fare pensare – ma di una corrente di pensiero
legata all’economia e alle scienze sociali. Argomenti trattati anche nel Privatseminar.
10
circa venticinque membri, aventi soprattutto una base umanistica e sociale, che a turno
tenevano lezioni basate su argomenti non attinenti al loro campo di specializzazione.
Schütz vi tenne sei presentazioni
9
. Il secondo, preferito da Schütz, era di stampo socio-
scientifico e i membri trattavano argomenti teorici e questioni metodologiche. I
partecipanti al seminario di Mises tendevano a condividere la sua avversità nei confronti
del socialismo, dello storicismo e del positivismo. Nella Vienna di quel tempo, il
socialismo era piuttosto popolare tra il popolo elettore e le varie Ølites. Scontrandosi con
questo trend, von Mises scrisse un importante articolo nel 1920, argomentando che
“Rational economic activity is impossible in a socialist commonwealth”
10
.
I socialisti dominavano lo storicismo tedesco e ripudiavano la teoria universale
nello studio della vita sociale. Von Mises scrisse numerosi saggi metodologici
difendendo la teoria universale e criticando lo storicismo. Questi saggi vennero poi
raccolti e pubblicati, nel 1933, in un libro intitolato Epistemological Problems of
Economics. Non tutti i membri del Privatseminar condividevano l’opposizione di von
Mises al socialismo, allo storicismo e al positivismo, ma molti lo appoggiarono. Non si
sa con esattezza con che visione Schütz entrò al seminario, ma dopo diverso tempo,
iniziò a condividere la visione di base di Mises: socialismo, storicismo, positivismo
erano una sorta di errore che necessitava un attacco critico. Inoltre, Schütz adottò la
metodologia di base del maestro, Der Sinnhafte Aufbau der sozialen Welt fu una sorta di
difesa e di riabilitazione della visione metodologica di von Mises. Schütz rimase così
9
“The Meaning of The Opera”, “Theory of Music”, “Theory of Language”, “The Joke” (due conferenze)
e “Graphology”.
10
Tratto da The Review of Austrian Economics, 2001, p. 111-17, pubblicato sul sito web
www.gmu.edu/rae. Trad: “Un’attività economica razionale non è possibile in una Repubblica socialista”.
11
molto legato al maestro e al Privatseminar. Molti suoi amici erano membri del
Seminario, tra cui Fritz Machlup. Quest’ultimo, in un’intervista rilasciata a George
Schutz, figlio di Alfred
11
, spiegò il modo in cui i due si conobbero.
“I think I met your father in 1924 in the private seminar of Professor Mises, Ludwig
von Mises, of which your father and I were members. That was really attended only by
very young people. And all members had interest in transdisciplinary work. So there
were plenty of lawyers but not a single lawyer would ever talk about law. Your father
had a law degree. Economics was taught in the faculty of law. So, your father was
exposed to courses in economics from the very beginning, but at the same time his great
interest in philosophy of science and methodology made him always very interested in
how we economists try to think, and how we argue, how we reason, and what are the
methods by which we decide whether something is valid or invalid. I soon became a
great listener to Schutz’s ideas. And, there were many, many times that after a meeting
we would spend hours talking. I remember there were days when we stopped talking at
three or four o’clock in the morning, often walking in the street, just talking and talking
without end. And very often I had great resistance, inner resistance, to the way your
father was seeing things. But then very often I began to learn to see the way he
reasoned. And, so I consider myself a faithful disciple of your father”
12
.
11
Schütz ebbe due figli, George e Evelyn, che mantennero il cognome Schutz, senza l’Umlaut.
12
Tratto da “Alfred Schutz. Philosopher of Social Science in the 20
th
Century”, pubblicato sul sito web
www.phenomenologycenter.org. Trad: “Credo di aver conosciuto Suo padre nel 1924, al Privatseminar
del Professor Mises, Ludwig von Mises, del quale eravamo membri Suo padre ed io. Era un seminario
frequentato da persone molto giovani, tutti i membri erano interessati al lavoro interdisciplinare. C’erano
molti avvocati, ma nessuno di loro parlava mai di argomenti legati alla giurisprudenza. Suo padre aveva
una laurea in legge. Nella facoltà di giurisprudenza si insegnava economia. Così Suo padre fu avviato ai
corsi di economia fin dall’inizio, ma allo stesso tempo il suo grande interesse per la filosofia della scienza
e per la metodologia lo resero sempre molto interessato a come noi economisti pensiamo, discutiamo,
ragioniamo e a quali sono i metodi con cui decidiamo se qualcosa è valido o no. Divenni presto un grande
ammiratore delle idee di Schutz. E spesso, dopo una conferenza, ci fermavamo per ore a parlare. Mi
ricordo che ci sono stati dei giorni in cui parlavamo fino alle tre o alle quattro di mattina, spesso
camminando per la strada, semplicemente parlando senza fine. E molto spesso mi scontravo con il suo
modo di vedere le cose. Ma altrettanto spesso capivo come egli ragionava. E così ora mi considero un
fedele discepolo di Suo padre.”
12
Quando Schütz iniziò ad addentrarsi negli studi sociologici, scelse come punto
di partenza la sociologia della conoscenza introdotta da Max Weber. Il suo interesse per
Weber era nato durante gli anni universitari, ma non era stato condizionato dai suoi
insegnanti, nessuno di loro poteva averlo indirizzato verso il maestro della sociologia
tedesca. Von Mises e Kelsen
13
infatti criticavano alcuni aspetti delle teorie di Weber,
come dimostrano alcuni loro scritti. In Weber, Schütz avrebbe trovato la guida di una
mente superiore che gli avrebbe permesso di adattarsi a quel mondo sociale che lui non
accettava da tempo. Ebbe inizio così un vero e proprio studio approfondito di Weber e
dei suoi scritti, anche se non si sa con esattezza se Schütz avesse letto tutte le sue
pubblicazioni. Si servì comunque dei due volumi di Wirtschaft und Gesellschaft e ad
attirarlo fu soprattutto il primo capitolo. Accettando l’approccio di Weber, Schütz
divenne un sociologo weberiano. Il suo primo tentativo non costituì però una lettura
critica della sociologia di Weber, ma la decisione di rimediare gli eventuali punti deboli
in essa contenuti. Sosteneva inoltre che esistevano numerosi approcci e che essi
potevano essere applicati al lavoro che stava per iniziare. Epistemologicamente, pensò
di rifarsi a Kant, ma si rese presto conto che non serviva al suo scopo. Felix Kaufmann
lo indirizzò verso Husserl
14
e la sua filosofia, ma dopo un’attenta lettura, Schütz non vi
trovò la risoluzione dei problemi che stava trattando. Si rivolse invece ad un pensatore
francese che nel dopoguerra raggiunse una notevole popolarità tra gli studenti e gli
intellettuali di Vienna: Henri Bergson
15
.
13
Hans Kelsen (1881-1973) era docente di diritto internazionale. Si interessò ai rapporti tra diritto e
società e si oppose alla teoria storico-sociologica delle leggi di Weber.
14
Edmund Husserl (1859-1938), filosofo tedesco. Fu il fondatore della corrente filosofica detta
fenomenologia.
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Henri Bergson nacque a Parigi nel 1859 da una famiglia ebraica. Si laureò nel 1889 all’Ecole Normale
di Parigi, in filosofia e matematica. Si interessò attivamente alle scienze e alla fisica. Venne nominato
professore di filosofia al Collège de France.