Capitolo 1_________________ Il problema del recupero dei siti inquinati
2
di attività antropiche diffuse e prolungate nel tempo, che hanno
danneggiato le risorse naturali, compromesso parte del territorio e
creato stati di pericolo per la salute della popolazione.
Il problema dei siti inquinati non è di facile soluzione
considerando che si incontrano difficoltà già nella definizione
dell’oggetto stesso del problema. In Europa, ad esempio, ad oggi,
non esiste ancora una definizione di sito contaminato
concordemente accettata.
In linea di principio si può definire sito contaminato o
potenzialmente tale un luogo nel quale si realizzi la compresenza
delle seguenti condizioni:
ξ una sorgente (o fonte) di contaminazione;
ξ una o più vie (o percorsi) di effettiva migrazione delle
sostanze contaminanti nell’ambiente;
ξ alcuni bersagli (o ricettori), viventi o non, ‘intercettati’
dai percorsi di migrazione e minacciati dalla diffusione
dei contaminanti.
Il recupero dei siti inquinati è diventato negli ultimi anni un
problema di crescente importanza, specialmente per i paesi
industrializzati. In particolare, la contaminazione da metalli è uno
dei più rilevanti problemi di inquinamento a causa degli effetti
tossici che tali sostanze possono avere sulla salute umana e
sull’ambiente.
Capitolo 1_________________ Il problema del recupero dei siti inquinati
3
Lo scopo di questo lavoro è quello di mettere a punto una
metodologia che consenta il trattamento e la rimozione dei metalli
pesanti dai siti contaminati attraverso l’analisi delle attuali
conoscenze tecnico-scientifiche.
L’attenzione è stata focalizzata su un caso reale, quello del
Golfo di Trieste. Nello specifico si è voluto analizzare lo stato di
inquinamento dei sedimenti alla foce dell’Isonzo imputati di
essere i principali responsabili della contaminazione da mercurio.
Si è effettuata, quindi, una campagna di sondaggi per
prelevare campioni di sedimento e di acqua nella zona in
questione. Questi campioni sono stati poi analizzati per
evidenziare il grado di inquinamento e quindi trattati in modo da
proporre una via risolutiva.
Nel presente studio, pertanto, si riporta una panoramica
delle tecniche di bonifica adatte al trattamento dei terreni
contaminati da mercurio; si presentano inoltre gli aspetti
legislativi vigenti in materia nel nostro paese, per verificare che le
tecnologie scelte siano ad essi conformi, e si analizzano, infine, le
caratteristiche del mercurio che ovviamente condizionano le
tecnologie da adottare. Particolare attenzione è stata posta
nell’analizzare le sorti del mercurio nelle diverse fasi del ciclo di
diffusione, proprio per comprendere appieno il sistema
relazionale sorgente-percorsi-bersagli ed evidenziare, quindi, il
grado di esposizione a cui sono soggetti gli organismi viventi,
ovvero le modalità attraverso le quali questo metallo si rende
disponibile nell’ecosistema.
Capitolo 2_______________________________Mercurio e composti
4
MERCURIO E COMPOSTI
2.1-PROPRIETÀ CHIMICO-FISICHE E APPLICAZIONI
INDUSTRIALI
Il mercurio (simbolo Hg) è l’unico elemento di transizione e
l’unico metallo che si trovi a temperatura ambiente allo stato
liquido. Appartiene al secondo sottogruppo B della tavola
periodica, ha numero atomico 80 e peso atomico 200,61. Ha un
colore bianco argenteo (era chiamato argento vivo) e un alta
densità (un ml pesa 13,6 g). Il mercurio fonde a –39 °C ed ha una
pressione di vapore di 0,002 mmHg a 25 °C che varia di 5 volte
per un gradiente di 20 °C (o,00085 mmHg a 16 °C, 0,00450
mmHg a 36 °C). E’, quindi, tra i metalli nativi, il più basso
fondente ed il più volatile: ha infatti punto di ebollizione a 357°C.
Si può trovare in tre stati di ossidazione: elementare,
mercurico (numero di ossidazione +2), e mercuroso (numero di
ossidazione +1); può far parte sia di composti organici sia di
composti inorganici e dà composti stabili sia con numero di
ossidazione uno sia con numero di ossidazione due.
Capitolo 2_______________________________Mercurio e composti
5
Il mercurio ha la particolarissima proprietà di sciogliere a
temperatura ambiente molti metalli formando amalgami che
possono essere soluzioni del metallo nel mercurio o soluzioni,
sempre nel mercurio, di composti chimici ben definiti fra il
metallo ed il mercurio stesso.
La preparazione del mercurio ha luogo per riscaldamento
dei suoi solfuri (il più importante minerale del mercurio è il
cinabro HgS), in corrente d’aria (arrostimento | 700 °C) o in
presenza di calce fuori dal contatto con aria (a |650 °C):
HgS+ O
2
ο Hg + SO
2
4HgS + 4CaO ο 3CaS + CaSO
4
+ 4Hg
Il mercurio che si distilla (t
eboll.
=356,58 °C) viene
condensato, lavato in acido nitrico (HNO
3
) diluito, distillato
nuovamente sotto vuoto e messo in commercio in piccole bombole
di ferro del contenuto di | 2,5 l (35 kg) [Silvestroni, 1988].
Il mercurio (I) ha una bassissima tendenza a formare
composti la cui solubilità è generalmente bassa e che tendono a
disproporzionarsi. I composti del mercurio (I) sono di tipo ionico
mentre i derivati del mercurio (II), ad eccezione dei sali con gli
acidi forti ossigenati (nitrato, clorato, perclorato), hanno natura
prevalentemente o completamente covalente. Questi composti
volatilizzano facilmente con il calore, spesso si decompongono
liberando mercurio, si riducono facilmente a composti mercurosi
Capitolo 2_______________________________Mercurio e composti
6
ed a metallo, tendono ad idrolizzarsi in soluzione acquosa e talora
si sciolgono solo in presenza di un eccesso di acido.
Hg
2+
e Hg
2
2+
sono più stabili in condizioni ossidanti. In
ambiente moderatamente riducente, entrambi i composti organici
ed inorganici del metallo possono convertirsi a mercurio metallico
che, com’è stato dimostrato da diversi autori [Wood et al., 1968;
Jensen e Jernelov, 1969], può essere velocemente convertito a
metil ed etil mercurio, forme mobili e tossiche, attraverso processi
biotici ed abiotici. Il mercurio è moderatamente mobile, senza
riguardo al tipo di suolo. Sia il catione mercuroso che quello
mercurico sono adsorbiti da minerali argillosi, ossidi e sostanze
organiche. L’adsorbimento dei cationi di mercurio cresce
all’aumentare del pH. I cationi vengono anche immobilizzati
attraverso la formazione di diversi precipitati: Hg
2
2+
precipita
come cloruro, fosfato, carbonato e idrossido. Alla concentrazione
di Hg più comunemente presente nel suolo solo il fosfato
precipitato è stabile. In suoli alcalini, Hg
2+
precipita con il
carbonato e l’idrossido per formare una fase solida stabile (ma
non molto insolubile). A bassi pH ed alte concentrazioni di cloruro
si forma HgCl
2
solubile. Hg
2+
può anch’esso formare complessi
con sostanze organiche solubili, cloruri ed idrossidi che possono
contribuire alla sua mobilità. In condizioni molto riducenti si
forma HgS, un composto a bassissima solubilità.
Questo solfuro quando viene ottenuto per azione di H
2
S
sulle soluzioni di sali di mercurio (II) ha colore nero, è tossico,
solubile nelle soluzioni di solfuro sodico, insolubile in acqua,
Capitolo 2_______________________________Mercurio e composti
7
alcole e acido nitrico, solubile in acqua regia. La varietà rossa è
quella che si trova in natura, nota come cinabro. HgS è solubile
nei solfuri alcalini con formazione di ditiomercurati:
HgS + Na
2
S = Na
2
[HgS
2
]
La produzione mondiale annua di mercurio si aggira intorno
alle 8000 tonnellate; viene utilizzato nella fabbricazione di
termometri, manometri, pompe per alto a vuoto, lampade per
raggi ultravioletti, oli lubrificanti e come amalgama dentale
(mercurio elementare).
Nel passato composti inorganici del mercurio trovavano
applicazione come lassativi, saponi, creme di bellezza e vernici in
lattice. Nel 1990, L’EPA (Environmental Protect Agency) ha
cancellato la registrazione per tutte le vernici da interno che
contengono mercurio. Il mercurio viene però ancora utilizzato per
la verniciatura delle carene delle navi come antivegetativo.
Fra i sali di mercurio si ricorda: HgS, usato come pigmento
rosso, HgCl
2
(sublimato corrosivo), usato come battericida,
HgSO
4
, usato come catalizzatore in molte sintesi organiche,
Hg
2
Cl
2
(calomelano), impiegato negli psicometri, HgO, impiegato
nella fabbricazione delle pile Ruben-Mallory.
Il metilmercurio non ha applicazioni industriali, ma si forma
per metilazione di ioni inorganici di mercurio nell’ambiente.
Composti mercurio-organici trovano impiego come fungicidi
e battericidi. Attualmente il mercurio viene impiegato
Capitolo 2_______________________________Mercurio e composti
8
esclusivamente nelle forme di cloruro mercurico e mercuroso,
come fungicida. Durante gli scorsi decenni, l’impiego massiccio
del mercurio in campo agricolo ha provocato un notevole
inquinamento che comporta oggi la necessità di ripristinare pozzi,
stagni e paludi in varie parti del mondo. Vale la pena sottolineare
come ad oggi, l’utilizzo del mercurio nelle piantagioni di canna da
zucchero in Brasile stia creando un problema ambientale di
notevole importanza.
Il mercurio è ancora oggi sfruttato in campo minerario nei
paesi in via di sviluppo per la separazione dell’oro. Il mercurio
viene infatti, utilizzato sia per amalgamare l’oro direttamente
nella batea, sia come substrato nelle tavole dormienti per
catturare le particelle aurifere che vi sono alimentate nel
trattamento dei placers [Veiga, 1997]. Il mercurio viene poi
eliminato per sublimazione.
Capitolo 2_______________________________Mercurio e composti
9
Figura 1-Bilancio del mercurio nell'amalgamazione. Per ogni 100 parti di
concentrato d’oro viene utilizzata una parte di mercurio. Poconè, Brasile.
[Farid, 1991].
Hg
Υ=100 %
Concentrato d’oro
Amalgamazione
Batea
Filtrazione
Arrostimento
Fusione dell’oro
Residui persi
dell’amalgamazione
Hg in eccesso recuperato
( Υ=79-94 %, raramente 50%)
Hg condensato o perso
( Υ=5-16%, raramente 45 %)
Hg volatilizzato perso
( Υ=0.05 – 4 %)
Capitolo 2_______________________________Mercurio e composti
10
2.2-CICLO DEL MERCURIO E CAMBIAMENTO
GLOBALE DEL CLIMA
Si analizzano di seguito le relazioni che esistono tra le
emissioni di mercurio, il ciclo del mercurio e il cambiamento
globale del clima. Questo, si pensa sia dovuto a:
ξ un incremento della quantità di radiazioni UV-B
(responsabili di eritemi) che raggiungono la superficie
terrestre;
ξ un cambiamento (crescita) nella temperatura
dell’atmosfera e della superficie terrestre;
ξ un cambiamento nel regime idrologico, specialmente
per l’incidenza di eventi temporali catastrofici come
alluvioni, tempeste e siccità.
Questi fattori sono connessi al ciclo del mercurio in vari
modi, tra cui:
ξ le attuali emissioni di mercurio di tipo industriale
nell’America del Nord, sono ritenute comparabili con
quelle legate a processi naturali. Si ritiene che il
cambiamento del clima possa incidere su questo
rapporto e sull’attuale schema di deposizione del
mercurio causandone una maggiore dispersione;
Capitolo 2_______________________________Mercurio e composti
11
ξ un numero considerevole di siti nel Nord America,
dove si trovano miniere d’oro ed argento abbandonate
ed impianti di cloroalcali dismessi, sono pesantemente
contaminati da mercurio. Il cambiamento climatico
terrestre potrebbe portare ad un aumento delle
esalazioni da mercurio da queste cosiddette “bombe
chimiche ad orologeria”;
ξ molte sorgenti naturali ed antropiche emettono
mercurio in una forma che può subire reazioni
fotochimiche nell’atmosfera. La rimozione di mercurio
dall’atmosfera è dovuta alla formazione di specie
reattive a causa di processi fotochimici diretti o
indiretti che sono dipendenti dalla temperatura. Il
mutamento climatico può quindi alterare l’attuale
schema di deposizione del mercurio in molte parti del
mondo;
ξ la variazione del clima terrestre si ritiene dia l’avvio ad
una crescita nel tasso di produzione biogenica e nel
rilascio di composti volatili di mercurio, soprattutto
come composti metilati che sono i più rapidamente
assorbiti dai pesci;
ξ la crescita della rimobilizzazione del mercurio da
precedenti depositi di questo metallo, possono
convertire alcune aree (come le regioni del nord-est
Capitolo 2_______________________________Mercurio e composti
12
dell’America) da ricettacoli a sorgenti di mercurio
stesso;
ξ la bioaccumulazione di mercurio da parte dei pesci è
strettamente collegata alla produzione di carbonio
organico disciolto e alla temperatura dell’acqua.
Queste caratteristiche dell’habitat sono pesantemente
influenzate dal mutamento del clima;
ξ le estese inondazioni delle zone depresse e costiere
eserciterebbero l’influenza più drastica sul ciclo del
mercurio, incrementando l’efficienza e il grado di
metilazione del mercurio nei livelli nell’acqua, nello
zooplancton, negli invertebrati bentonici e nei pesci
delle masse d’acqua nuovamente formatesi. Gli effetti
a valle delle aree inondate possono esporre al rischio di
contaminazione da mercurio una frazione significativa
delle ricche risorse ittiche di molte aree costiere;
ξ nei laghi temperati, cambiamenti nella struttura della
catena alimentare tendono ad essere non lineari,
cosicché minime variazioni, causate dal clima, possono
portare a rapidi e drastici cambiamenti nella
metilazione/demetilazione del mercurio e nel grado di
bioaccumulazione;
ξ gli ecosistemi tropicali ed artici sono particolarmente
sensibili all’inquinamento da mercurio. I predatori al
vertice di questi ecosistemi sono più vulnerabili al
Capitolo 2_______________________________Mercurio e composti
13
mercurio rapportati a quelli delle specie temperate a
causa della semplicità della catena alimentare. Il
riscaldamento globale può aggravare ulteriormente
l’esposizione degli organismi più sensibili
all’inquinante mercurio.
Le attività umane hanno cambiato il ciclo biogeochimico
naturale del mercurio in molti ecosistemi. Si ritiene che il
cambiamento del clima terrestre accresca la rimobilizzazione e la
bioaccumulazione del mercurio tanto da aumentare per molte
persone, il rischio all’esposizione a questo inquinante.
Figura 2-Ciclo del mercurio nella biosfera [MAMCS, 1998].
Capitolo 2_______________________________Mercurio e composti
14
2.2.1-Il ruolo degli scambi aria/superficie del mercurio nel
bilancio biogeochimico mondiale
Le sorgenti atmosferiche hanno un ruolo significativo nel
ciclo del mercurio nella biosfera, ma ci sono stati, fino a tempi
recenti, pochi dati affidabili sullo scambio aria/superficie del
mercurio nel sistema terrestre e acquatico.
Fin dalla prima conferenza mondiale sul mercurio tenutasi a
Gavle in Svezia, vi sono stati notevoli sviluppi nel campo dei
metodi per misurare i flussi di mercurio in fase gassosa dal suolo,
dall’acqua e dalla vegetazione. Una spinta ulteriore nella ricerca è
venuta dallo sviluppo di metodologie per rilevare le diverse specie
di mercurio che si trovano nell’atmosfera. La scoperta di livelli
misurabili di composti del mercurio solubili in acqua (RGM,
Reactive Gaseous Mercury) sia nei flussi gassosi, e più
recentemente, nell’ambiente aereo, ha importanti applicazioni per
la modellazione della sorte del mercurio aviotrasportato. Questi
progressi e le loro recenti applicazioni hanno fornito importanti
indizi sul comportamento del mercurio nel ciclo biogeochimico
mondiale.
E’ ormai certo che il mercurio, una volta depositato, abbia la
capacità di essere riemesso dalle superfici ambientali: questa
riemissione è significativamente intensificata dalle piante verdi
attraverso un processo di traspirazione. E’ chiaro anche che il
mercurio associato con le sorgenti geologiche dimostri una
capacità simile. Quello che ancora non è ben compreso è il ruolo di
Capitolo 2_______________________________Mercurio e composti
15
questa riemissione cosiddetta naturale nel ciclo mondiale e fino a
che punto le emissioni naturali comprendano il mercurio
riemesso. Dall’altro lato della “scala di comportamento” del
mercurio, livelli di composti RGM misurati recentemente
supportano l’ipotesi che sia la deposizione secca sia quella umida
del mercurio debbano essere fortemente influenzate dal
comportamento dei composti RGM anche se essi rappresentano
una piccola percentuale del mercurio totale presente nell’aria. La
recente scoperta dei cosiddetti eventi di deperimento del mercurio
nell’Artico dimostra che potrebbero esserci percorsi di reazione
atmosferici per la produzione degli RGM dal Hg
0
[Lindberg,
1999].
2.2.2-Trasferimento del mercurio nei suoli
Il mercurio risulta essere fortemente legato ai componenti
del suolo (organici e inorganici) e, come tale, non è da esso
facilmente rilasciato. Il suolo rappresenta comunque il principale
serbatoio di mercurio nell’ambiente e può costituire il più
importante fornitore di questo metallo nel ciclo del sistema
terrestre.
Il mercurio cresce significativamente negli strati superficiali
del suolo, ma decresce con la profondità.
Molti studi dimostrano che, in condizioni normali dell’ aria,
le concentrazioni più alte di mercurio si riscontrano nelle foglie e,
ancor maggiormente, nei suoli organici.