1
Introduzione
Nel 1839 Velpeau e successivamente Aristide Auguste Stanislas Verneuil
nel 1854 scoprì la causa della patologia rara, che oggi porta il suo nome
(malattia di Verneuil). Conosciuta anche come Idrosadenite Suppurativa
(HS) oppure come acne inversa, è una patologia cronica cutanea
caratterizzata dalla fibrosi delle ghiandole sudoripare apocrine,
elettivamente localizzate a livello delle pieghe del corpo: cavi ascellari,
inguine, regione sottomammaria, solco intergluteo.
L'Idrosadenite Suppurativa
1
consiste in noduli ricorrenti, dolorosi, profondi,
arrotondati, e da ascessi. “Nelle aree ricche di ghiandole si formano delle
sacche ascessuali che tendono a fondersi formando un tessuto fibrotico di
cicatrizzazione con esiti deturpanti a livello delle pieghe cutanee”, spiega il
dott. Patrizio Sedona, primario dell’Unità dermatologica di Venezia-Mestre
nonché presidente Adoi, Associazione dermatologi ospedalieri italiani.
Le caratteristiche principali sono la cicatrizzazione ipertrofica secondaria e
la suppurazione della pelle ricca di ghiandole apocrine causata dallo
1
sf. [dal greco hidrós, sudore+adenite]. Infiammazione delle ghiandole sudoripare che fa parte del
gruppo delle piodermiti degli annessi cutanei. Si tratta di un'infezione stafilococcica che interessa
elettivamente le ghiandole sudoripare apocrine (ascelle, perineo, inguine, ecc.) con aspetto
foruncoloide-ascessuale, più frequente durante le stagioni calde. Oltre la forma descritta negli adulti, è
frequente l'Idrosadenite multipla infantile, che si localizza di solito con ascessi plurimi al capillizio dei
lattanti. La terapia è a base di antibiotici.
2
Staphylococcus aureus, che si manifesta inizialmente con un nodulo
sottocutaneo duro di dimensioni variabili, simile a piccole papule o noduli
spesso dolente, ricoperto da cute normale o eritematosa. Il continuo
formarsi di ascessi provoca un auto mantenimento della patologia.
L'incidenza infatti da studi francesi, tedeschi, belgi, statunitensi parrebbe
superiore all'1% della popolazione. Diversi i gradi di gravità.
Il coinvolgimento ascellare e inguinale è più frequente nelle donne, mentre
negli uomini è più comune la forma perineale.
Le ghiandole apocrine sono caratterizzate da una porzione secernente,
localizzata in profondità nel derma, simile ad un gomitolo, e da un piccolo
canale lineare, chiamato dotto escretore che si immette nell'infundibolo
pilifero per drenare sulla superficie cutanea il secreto ghiandolare. Spesso in
alcuni soggetti si assiste ad un'occlusione dell'infundibolo con conseguente
mancato drenaggio del secreto sulla pelle che si accumula nella ghiandola,
si rigonfia e s'infiamma, favorendo la formazione di noduli dolorosi. La
patologia tende a fistolizzare, drenando un materiale siero-purulento sulla
pelle, e infine a cicatrizzare, determinando la comparsa di tessuto
anelastico, simile ad un cordone duro e depresso rispetto alla pelle sana. A
tutt'oggi non è ben chiaro il motivo scatenante il problema che, a volte, può
essere anche ereditario e con effetto negativo sulla qualità della vita. Spesso
si può avere la formazione di piastroni per confluenza di noduli vicini.
Dunque l’eziologia esatta non è nota.
3
Oggi si ritiene che, la malattia non riguarda le ghiandole sudoripare
apocrine come sempre si è ritenuto, ma una porzione del bulbo pilifero.
Questo è il risultato a cui è arrivato anche il professor Cristos Zoubolis, Past
Presidente dell'americana HS foundation e coordinatore delle linee guida
tedesche e che ha modificato in maniera sostanziale le vecchie concezioni
sulla patogenesi della malattia che di fatto hanno provocato diversi drammi
nella vita di moltissimi malati, quindi si deve mettere un freno con le
terapie dell’ acne. Il fumo, cosi come l’alcool può essere un fattore
scatenante. L'obesità peggiora il disagio. La diagnosi differenziale si pone
con la malattia di Crohn, l'acne nodulare e la foruncolosi. Le complicazioni
principali sono le fistole, l'artropatia, il carcinoma e l'amiloidosi.
L'esordio si verifica di solito dopo la pubertà, anche se è molto comune
nella terza decade di vita e può persistere nella vecchiaia. Ma nella maggior
parte dei casi, la diagnosi non arriva mai.
Il decorso della malattia è lento, con possibilità di recidive, e sono ancora
ignote le cure definitive.
Frequente è il ritardo diagnostico e il primo inquadramento rischia di non
essere corretto: « è solo una follicolite! Forse è stato scatenato da un pelo
incarnito. Pochi giorni di pomata antibiotica e tutto tornerà come prima! ».
Difficile è dunque l'approccio terapeutico: antibiotici, antiandrogeni,
retinoidi, chirurgia, laser possono migliorare solo alcune fasi della malattia,
4
correttamente diagnosticate. La terapia si basa in primis su un'accurata
detersione con preparazioni antisettiche.
In presenza di numerose lesioni, gli antibiotici saranno usati per via
generale a dosaggio pieno e per un congruo periodo di tempo. Nelle forme
croniche è opportuno far guidare la terapia dall'antibiogramma. In ogni caso
è utile evitare una eccessiva sudorazione, utilizzando indumenti leggeri e
che permettano la normale traspirazione. Ciò che i pazienti sentono dirsi dai
medici dopo anni di decorso della malattia è: « La pomata non è stata
sufficiente, il problema è più grave del previsto! Ti prescrivo un ciclo di
antibiotico per una settimana. » Il consiglio del medico sembra funzionare e
le manifestazioni tendono a regredire ma solo per poco. Eppure, nonostante
la terapia, il problema tende a peggiorare: i noduli possono confluire
insieme, favorendo la formazione di lesioni digitiformi, rilevante rispetto
alla superficie della pelle, che al tatto si presentano di consistenza
aumentata. Difficile percepire con i polpastrelli quanto siano profonde nella
cute.
Nelle fasi iniziali, quando sono presenti i noduli si possono eseguire
infiltrazioni cutanee di corticosteroidi per smorzare l'infiammazione e
favorirne il riassorbimento. Se, invece, l'Idrosadenite Suppurativa si associa
ad un disordine ormonale, gli antiandrogeni possono aiutare a riequilibrare
l'assetto degli ormoni e a controllare in parte le recidive. Il ciclo di terapia
può perdurare diversi mesi.
5
Al contrario, i retinoidi rappresentano l'alternativa per i casi clinici
apparentemente senza documentata influenza ormonale. L'approccio
chirurgico e il laser rimuovono radicalmente le lesioni ma non evitano le
recidive che si possono manifestare nelle altre ghiandole presenti nelle aree
a rischio. L'escissione totale ampia e la guarigione per seconda intenzione
dei lembi e degli innesti rappresentano l'unico trattamento nel caso di
malattia avanzata. Sconsigliata l'automedicazione e i drenaggi non
supportati dai medici perché rischiano di complicare la malattia con
sovrainfezioni batteriche molto spesso dovute a Stafilococcus,
Streptococcus oppure ad Escheriachia Coli.
Inversa Onlus è l’unica associazione italiana di pazienti affetti da
Idrosadenite Suppurativa. Dunque siamo pazienti orfani di diagnosi e di
terapie. Nonostante essa venga collocata al terzo posto nella graduatoria
delle malattie più dolorose, la fondazione sull’Idrosadenite Suppurativa
degli Stati Uniti ha indicato una percentuale di incidenza pari al 1%. Sono
inesistenti gli studi nel nostro paese e siamo pazienti stremati da
un'indifferenza che risale alla fine dell'800, periodo in cui la malattia venne
scoperta da Verneuil in Francia.
Malattia nascosta con pazienti umiliati spesso nella propria identità perché
non riconosciuti e non supportati. Vittime di una patologia impulsiva e
violenta e soccorsi con altrettanta violenza poiché drenaggi sono spesso
effettuati senza anestesia.
6
Diverse le iniziative dell’associazione in meeting dermatologici volte a
spiegare come si manifesta l’Idrosadenite, come ci disturba, come ci fa
male e quale e quanta stanchezza e dolore provochino gli ascessi che si
formano per diversi decenni nelle zone più intime del corpo. Quindi quale
disagio psicologico comporti vivere buona parte della vita avendo in varie
parti del corpo ascessi pieni che spesso esplodono, non un mese, un anno o
due, ma 20, 30, 40 anni.
L’associazione da anni cerca di chiedere aiuto ai giornalisti allo scopo di
diffondere la consapevolezza medica e sociale della malattia; e alle cariche
più potenti dello Stato per porre fine a una prassi che ci relega ad una
discriminazione sanitaria che non intendiamo ancora tacitamente subire.
L' art.32 della Costituzione Italiana, nel sancire la tutela della salute come
“diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività”, di fatto
indica allo Stato la necessità di promuovere ogni opportuna iniziativa e ad
adottare precisi comportamenti finalizzati alla migliore tutela possibile della
salute, atteso che il mantenimento di uno stato di benessere psico-fisico e
sociale costituisce oltre che diritto fondamentale per l’uomo, per i valori di
cui lo stesso è portatore come persona, anche preminente interesse della
collettività per l’impegno ed il ruolo che l’uomo stesso è chiamato ad
assolvere nel sociale per lo sviluppo e la crescita della società civile.
Sul piano della rilevanza giuridica si ha, pertanto, che tale norma
impegnerebbe il legislatore a promuovere sul piano, oltre che della ricerca e
7
della sperimentazione, anche su quello burocratico-organizzativo, idonee
iniziative volte all’attuazione di un compiuto sistema di tutela adeguato alle
esigenze di una società che cresce e che progredisce e il cittadino, vanta nei
confronti dello Stato un vero e proprio diritto soggettivo alla tutela della
propria salute intesa non solo come bene personale, ma anche come bene
dell’intera collettività che ha bisogno della considerata e supportata salute
di tutti i suoi componenti per meglio crescere ed affermare i propri valori.
Si intende, attraverso questo elaborato, fornire ed analizzare i dati desunti
da noi stessi, in modo che possano essere utili per guidarci finalmente ad
una opportuna campagna volta a diffondere la conoscenza scientifica della
patologia e la conoscenza sociale della stessa, alla compilazione delle linee
guida fondamentali per frenare un fenomeno diffuso che spesso ci vede
inquadrati dentro patologie con diagnosi differenziali profondamente
distanti e cioè errate e quindi con terapie inadeguate che nella fattispecie
comportano ulteriori danni alla nostra salute. Uscire da questi equivoci
significa dare nuovi impulsi per entrare in questa complessa, grave, cronica
e invalidante patologia.
Restarci espone invece in maniera costante i pazienti a scelte terapeutiche
deludenti.
8
Capitolo 1
Pianificazione e sviluppo delle indagini
1.1 I dati raccolti
L’ idea di creare questi dati per lo sviluppo di questo tomo è sorta in me
qualche anno fa, quando sono riusciti a darmi un appellativo a questa
malattia e mettendomi alla ricerca ho pensato che anche io, in qualità di
statistico, potevo fare qualcosa per divulgarla.
Ho partecipato nell’ottobre del 2011 ad un congresso tenutosi a Napoli
denominato “Acne day e dermatosi correlate”, da lì conobbi la presidente
dell’associazione Inversa Onlus, Giusi Pintori, e esponendole la mia idea,
decidemmo di formulare un questionario, pubblicarlo sul sito
dell’associazione, e sottoporlo ai pazienti iscritti al gruppo di facebook
affetti dalla patologia.
Il questionario proposto ai pazienti disponibile sul sito
(http://www.inversaonlus.it)
2
, ha come obiettivo la raccolta e la diffusione
di informazioni sull’attività dell’associazione, utili sia nell’ambito
dell’assistenza sia della ricerca.
La rilevazione è stata effettuata eliminando di fatto la possibilità che a un
paziente venisse somministrato il questionario più volte.
2
Una copia di esso è riportato in Appendice A.
9
Le scelte sono state determinate da una serie di circostanze quasi tutte
legate al soggetto e all’oggetto in discussione. Esso risulta essere
caratterizzato da due componenti essenziali: la percezione e la valutazione.
La percezione è una funzione complessa generata da cause di varia natura e
ciò che si va ad esprimere è l’effetto combinato di una considerazione
effettiva riguardo al problema.
La valutazione è la manifestazione di un processo soggettivo mediante il
quale i rispondenti esplicitano una determinazione di merito con riferimento
a un item.
Il questionario, quindi, è volto attraverso l’utilizzo di diverse variabili di
varia natura, ad ottenere una valutazione complessiva del livello di disagio
che tale patologia comporta.
L’approccio di cui tratteremo riguarda il fenomeno delle scelte discrete. In
pratica, in molte situazioni sperimentali, le valutazioni espresse sono legate
a scale quantitative o qualitative che operano una discretizzazione della
percezione mediante una sequenza di attributi messi in corrispondenza
biunivoca con i numeri interi.
1.2 Struttura dei dati
Il dataset è costituito da n=96 individui di cui 37 maschi e 59 femmine.