2
sviluppo sociale è “una sequenza di mutamenti sociali in una direzione
predeterminata della natura stessa del sistema sociale globale ”.(2)
Le teorie del mutamento sociale, che sono state formulate finora
in Sociologia, hanno sempre consentito di comprendere i processi di
cambiamento in atto nella realtà sociale.
Ma esse hanno anche dato giuste spiegazioni sulle cause che
hanno determinato i processi di mutamento al fine di stabilirne le
costanti generali, nonché fondare condizioni di prevedibilità dei
cambiamenti futuri. E’ stato, quindi, fatto ogni tentativo di formulare
una teoria del mutamento sociale.
Sulla scia delle prime teorie, elaborate nel contesto storico
dell’affermazione del capitalismo industriale e dell’urbanizzazione, il
mutamento sociale è stato visto come movimento di masse e si è svolto
lungo una traiettoria che comprende: il cambiamento
nell’organizzazione produttiva, nelle tecnologie, nel potere, nella
cultura, nella politica, che accelerano o contrastano la diffusione delle
nuove idee, tecnologie o invenzioni.
(2)
Luciano Gallino: op. cit. p.185
3
Visto che il mutamento si riferisce al sistema sociale, è importante
ribadire un principio: “l’interdipendenza tra le variabili di ogni gruppo
umano”.(3)
Quindi, le parti del sistema sociale reagiscono al processo di
mutamento le une in relazione alle altre così da ristabilire l’equilibrio
turbato; per il concetto di interdipendenza, poi,il processo di
mutamento non rimane localizzato ad un solo fattore, ma provoca
l’interazione delle altre parti. (4)
Senza negare ogni validità interpretativa alle varie teorie, queste
hanno dei limiti: alcune sono contraddette dai fatti, altre sono di
portata meno generale di quanto non si fosse creduto.
Ecco che, una volta stabilito che esistono tanti tipi di mutamento
sociale e culturale, è un’impresa difficile tentare di delineare una
teoria generale del mutamento sociale.
Il modello evoluzionista è certamente quello che ha più
influenzato lo sviluppo delle teorie del cambiamento sociale. Esso ha
origine nell’idea di una scienza della società, facendo riferimento alle
scienze naturali: “ come Newton aveva individuato le leggi universali
(3)
Achille Ardigò: Innovazione e comunità A. Giuffrè, Milano 1964 p.7
(4)
L. Gallino: op. cit. p.190
4
presenti nel cosmo, così le scienze storico-sociali avrebbero dovuto
cogliere le leggi sottostanti al mutevole manifestarsi dei fenomeni
morali, sociali e politici.”(5)
Infatti, una caratteristica del XVIII secolo è stata, per esempio,
l’effetto di storicizzazione provocato dalle profonde trasformazioni
avvenute per lo sviluppo degli scambi commerciali, o il progresso
delle scienze biologiche e fisiche.
Ciò che caratterizza, quindi, il modello evoluzionista è l’idea di
continuità dei processi di mutamento sociale.
La spinta più forte all’elaborazione della teoria dell’evoluzione
sociale venne data da Darwin con la sua scoperta dell’evoluzione nel
mondo organico.
Questa concezione voleva spiegare la via percorsa dall’umanità,
attraverso il fenomeno delle culture primitive permettendo di riempire
i fogli bianchi della storia che gli storici non erano riusciti a scrivere.(6)
Sostenitori di una teoria basata sull’evoluzione storica e sulla
diffusione delle innovazioni furono anche Karl Marx, Ferdinand
(5)
Franco Crespi: Evento e struttura. Per una teoria del mutamento sociale Il Mulino,
Bologna 1993 p.83
(6)
Wladyslaw Bienkowski: Teoria dello sviluppo sociale Etass Kompass, Milano 1972
p.21
5
Tonnies e Emile Durkheim, che hanno sollecitato l’idea del
mutamento come movimento di massa concetto già anticipato, che si
configura come movimento sociale dalla comunità rurale alla città
industriale. (7)
Secondo le tesi di questi tre autori, la società è il fattore
determinante del progresso, e non il singolo individuo; il mutamento
sociale è il passaggio da un tipo all’altro di sistema sociale; il
passaggio è movimento di masse; lo sviluppo omogeneo del sistema
sociale moderno è condizionato dal crescere della popolazione; infine,
il mutamento sociale agisce anche sui singoli individui liberandoli da
orientamenti culturali appartenenti ad epoche precedenti. (8)
Tra l’800 e il ‘900 inizia, però, la fase di declino di questo
modello evoluzionistico, in quanto poneva troppi problemi che gli
stessi sostenitori non erano più in grado di risolverli.
Molti studiosi criticarono questo modello, sostenendo che il
progresso, se interessava alcuni elementi, poteva invece trascurarne
altri; addirittura, essi negavano l’esistenza del progresso, sostenendo
(7)
A.Ardigò: op. cit. p.1
(8)
A.Ardigò: op. cit. p.5
6
che “l’evoluzione sociale fa dell’uomo lo schiavo di una vita
disciplinata e non lo rende felice”. (9)
La teoria evolutiva genera un conflitto tra il sistema sociale e
l’ambiente: infatti, i cambiamenti che si verificano nell’ambiente
costringono la società a modificare i propri comportamenti,
trascurando l’analisi dei processi all’interno della società.
Anche il concetto di sviluppo ha una sua importanza, in quanto
“raffigura il senso di un qualcosa che và spiegato perché così vuole la
natura e la storia dell’uomo, diventando ambito di ricerca” .
Lo sviluppo è un condensato di idee e di strumenti che formano un
sistema di conoscenze che permetterà di spiegare ed anticipare il
futuro.(10)
Come ideologia del cambiamento, esso consente che l’uomo
scopra ed inventi tutto ciò che ha effetti sociali: questi, a loro volta,
impongono delle scelte, che influenzeranno tutte le fasi successive.
(9)
W.Bienkowski: op.cit. p. 22
(10)
Enrico Taliani: Mutamento e razionalità. Per una sociologia dello sviluppo Franco
Angeli, Milano 1993 p.24
7
L’innovazione và letta, pertanto, come il riflesso di scelte che
maturano nel contesto sociale e, allo stesso tempo, come spinta verso
nuove scoperte.
Il complesso fenomeno del mutamento sociale crea difficoltà a
formare una teoria generale: il campo di osservazione è molto ampio e
le innovazioni sono molto rapide e frequenti.
Quasi tutte le teorie sociali contemporanee prendono come punto
di partenza della ricerca uno stadio già avanzato, lasciando lo studio
delle fasi precedenti all’Antropologia culturale.
Di sicuro, tutti i tentativi di creare una teoria generale sul
mutamento sociale ruotano attorno al determinismo tecnologico e
all’importanza delle invenzioni, che sono d’impulso alla
trasformazione della tecnica e dello sviluppo delle forme sociali. (11)
“Viviamo in un mondo in cui il ritmo del mutamento e la portata
della trasformazione sociale sono significative e fondamentali”.(12)
Tutto ciò è tanto più vero se si pone mente al fatto che gli stessi
sociologi, per descrivere i cambiamenti devono far ricorso ad altri
(11)
E. Taliani: op. cit. p.56
(12)
Enzo Bartocci: Mutamento e conflitto nella società neo-industriale Franco Angeli,
Milano 1988 p.15
8
termini, primo fra tutti, la modernità, intesa come la riformulazione
continua delle conoscenze.
Un altro termine di cambiamento molto attuale è quello della
globalizzazione, che non ha una definizione ovvia, però la si può
intendere come unificazione del mondo.
Negli ultimi anni è avvenuta un’estensione delle relazioni sociali
globali, che vanno al di là dei confini delle nazioni e che operano
quindi in campo internazionale.
La globalizzazione degli ultimi trenta anni dipende molto
dall’invenzione della comunicazione elettronica moderna, che ha reso
quest’ultima istantanea e molto più possibile di quanto non lo fosse
mai stata prima.
Anche questo è mutamento: quindi, la Sociologia è un continuo
studio, una continua ricerca delle teorie che possano descrivere il
cambiamento sociale.
9
1.2 Fini e limiti del presente studio.
Il presente studio vuole analizzare il mutamento sociale della
condizione femminile, attraverso i secoli, nei diversi settori e per
diversi motivi.
Affronteremo le problematiche inerenti la donna nella società, le
lotte, che, attraverso il femminismo ne hanno caratterizzato
l’emancipazione, ed entreremo nel cuore dell’argomento analizzando
il ruolo della donna imprenditrice nella società.
Sarà interessante scoprire come la donna, considerata da sempre
inferiore all’uomo, si sia ribellata a degli status impostile dalla società,
e come abbia voluto ridefinire la propria figura di moglie, madre e
donna lavoratrice, capace di produrre e anche assumere ruoli di
comando.
In continuo conflitto con l’uomo, sempre più in crisi d’identità, ha
saputo imporsi rivalutandosi e dimostrando di avere un cervello
capace di funzionare.
“Il fatto che oggi si accentuino e si estendano i tentativi di
rimettere in discussione tutti i rapporti consolidati che coinvolgono la
10
discriminante sesso, ha rappresentato uno dei primi antagonismi nella
specie umana”.(13)
Come aveva intuito Rimmel con il suo modello di analisi
dualistico-conflittuale, uno dei grandi mutamenti prodotti dalla società
industriale è legato alla diversa fisionomia culturale che tende ad
assumere la donna.
Con l’intensificarsi dei rapporti di scambio, ella ha potuto rompere
il suo tradizionale isolamento sociale ed entrare in competizione con
l’altro sesso: conflitti che la trovano culturalmente impreparata perché
uscita da una tradizionale posizione di dipendenza.
Questa ricerca di identità e insieme questa impreparazione
culturale, hanno dato vita all’ ideologia femminista che è un’ideologia
conservatrice più che rivoluzionaria, difensiva più che costruttiva,
volta a mantenere una posizione di diversità che non si è riusciti
ancora bene ad identificare.
Forse la donna è stata sempre un problema per l’uomo, ma mai
come oggi è un problema anche per sé stessa. Della donna si parla, si
discute, si scrive in tutti i campi, a tutti i livelli, dai giornali ai
(13)
Marisa Ferrari Occhionero: Verso una sociologia della donna con un saggio sulla
riuscita sociale in Italia La Goliardica, Roma 1979 p.14
11
convegni politici, dai saggi alle interviste, ai libri di scienza; il
discorso sulla donna appare, anzi, oggi, in un certo senso già logoro,
perché tutte le strade su cui si è impostato il problema tendono ad
esaurirlo con soluzioni troppo univoche o radicali. (14)
Che le donne si trovino a vivere una vita diversa da quella degli
uomini e, socialmente dipendente, inferiore, sembra ormai un fatto
riconosciuto e ammesso da tutti.
I fini dello studio sono orientati proprio verso la ricerca e la
comprensione delle cause di questa diversità, ma senza che ciò
significhi giustificare il prsente o trovare dei colpevoli per il passato e
dare indicazioni per il futuro.
La strada su cui si è avviata la ricerca è quella psicologica: la
donna è diversa dall’uomo. Riuscire a dimostrare questa differenza
sarebbe una soluzione radicale e la sua vita non potrà non esere
diversa d quella dell’uomo, e ogni sforzo di cambiamento sociale
sarebbe inutile, anzi dannoso. (15) Ma ci sono anche coloro che
sostengono che la diversità della donna è un risultato sociale,
(14)
Ida Magli: La donna un problema aperto. Guida alla ricerca antropologica Vallecchi,
Firenze 1974 p.3
(15)
Irene Barbero Beerwarld: Donna e società industriale Ed. Valentino, Torino 1976 p.5
12
risultato proveniente da un passato storico che ha dato il posto
occupato dalla donna, la sua funzione, il suo ruolo. Ma è difficile
ricostruire la storia della donna, storia che è come la riflessione degli
uomini sul proprio passato, e di ciò che questi ritengono importante.
“E’ bastata questa prima constatazione a far comprendere fino a
che punto la donna fosse vissuta ai margini, o addirittura fuori dei
valori che fanno storia. Immersa in un quotidiano sulla cui trama gli
uomini avevano agito senza riconoscergli una funzione vitale, la
donna sembrava non essere mai realmente vissuta, se non come
sgabello ai piedi della storia”. (16)
Ma vedremo come, con il femminismo, le cose comincino a
cambiare, la donna cambia le regole del gioco e rinegozia il rapporto
uomo-donna. Si appropria del tempo e decide come gestirlo, non più
solo come moglie e madre, si individua quindi un’identità femminile
razionale, molto più di quella maschile: “ una soggettività cioè
strutturata dalla consapevolezza di essere costituita all’interno di una
rete di relazioni”.(17)
(16)
Ida Magli: op. cit. p.4
(17)
Chiara Saraceno: Pluralità e mutamento: riflessioni sull’identità al femminile Angeli,
Milano 1992 p.60
13
Non si può quindi negare che la crescente partecipazione delle
donne al mercato del lavoro, costituisca un importante elemento di
cambiamento dell’organizzazione del tempo per uomini e donne.
Differenza ed uguaglianza sono i poli sui quali si è basata la
riflessione delle donne in questi anni e sui quali hanno formato i loro
pensieri e avanzato le loro rivendicazioni.
Negli ultimi anni le donne sono state protagoniste di grandi
trasformazioni, guadagnandosi posti di rilievo.
Il cammino è stato lungo e faticoso, ed ancora oggi esse si trovano
a lottare per conquistare altre posizioni.
Posizioni come quella da imprenditrice , una nuova figura che stà
ancora crescendo, ma che sta già dando ottimi riscontri.
Con questo ruolo, la donna vuole dimostrare che, dopo la
segretaria, l’insegnante, l’impiegata, la dottoressa e fino ad arrivare ai
più alti livelli della politica, può anche creare da un’idea un’impresa,
farla crescere e renderla partecipe del meccanismo economico di un
paese.
Guardando indietro, rivediamo la donna al focolare domestico
priva di ogni ambizione che andasse al di fuori della casa, oggi la
14
donna, ricchezza sociale, che ha in mano un potere e forti capacità di
crescita personale.
Il presente studio vuole sottolineare proprio questo concetto di
crescita della donna, vuole dare un quadro reale di quella che è stata
ed è oggi la condizione femminile nella società.
Donna che ha percorso un cammino di sviluppo che continua ad
ampliarsi, non dimenticando però di essere comunque diversa
dall’uomo, e rispettandone le differenze: “ il pensarsi come uguali agli
uomini, ha costituito insieme l’orizzonte di riferimento e la garanzia
affettiva per potersi pensare e sperimentare come diverse dagli
uomini, senza che la diversità fosse immediatamente concepita come
una diminuzione (rispetto agli uomini), o come una minaccia (rispetto
alla solidarietà cercata con le altre donne)”.(18)
Lo studio del fenomeno in questione non ha incontrato molti
ostacoli e non è stato limitato da grossi problemi di ricerca.
L’argomento donna è molto attuale, ma è anche ricco di storia.
Vasto materiale ha aiutato l’evolversi del presente studio e molti
sono gli autori che, con diversi argomenti, hanno scritto della donna.
(18)
C. Saraceno: op. cit. p.120
15
L’imprenditoria femminile, fenomeno in forte crescita, ha avuto
riscontri positivi nelle testimonianze e nei dati quantitativi procurati.