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Introduzione
Il presente elaborato scaturisce da una ricerca maturata durante gli studi universitari in
“Progettazione e Gestione degli Eventi e dei Percorsi Culturali” e legata ad un campo di
indagine particolarmente dibattuto a livello internazionale da antropologi e ricercatori.
I principi del turismo responsabile hanno infatti rappresentato l’oggetto di una
riflessione personale articolatasi nel tempo in differenti ambiti: istituzionale,
accademico ed esperienziale.
Dopo un iniziale interesse per il tema, sviluppato soprattutto in occasione di incontri
pubblici tenuti da specialisti del settore, la scelta di intraprendere il Servizio Civile
Nazionale Volontario presso il Settore Cooperazione della Provincia di Milano
nell’anno 2006/2007 è stata motivata dalla prospettiva di realizzare un’indagine sul
territorio provinciale riguardante le realtà che si occupano di turismo responsabile.
Durante questo anno di formazione è stato possibile sviluppare una maggiore
conoscenza delle organizzazioni che operano nel terzo settore e che nello specifico
hanno tentato di coniugare cooperazione allo sviluppo e turismo responsabile nei Paesi
del Sud del mondo. Ha completato questo percorso la partecipazione ad un’esperienza
diretta in Senegal con l’organizzazione non governativa C.R.I.C. (Centro Regionale di
Intervento per la Cooperazione): durante il viaggio di solidarietà è stato possibile
assumere la prospettiva del turista responsabile, collaborando, assieme ai compagni di
viaggio, ai progetti di sviluppo avviati dall’organizzazione all’interno di una comunità
rurale, e al contempo avvicinandosi ai luoghi e alle culture visitate grazie alla presenza
di un mediatore culturale. La decisione di affrontare questo tema come oggetto della tesi
di laurea magistrale è stata infine rafforzata dalle attività di ricerca effettuate
nell’ambito dell’Azione Erasmus del programma LLP presso l’Università di Alicante in
Spagna: gli approfondimenti letterari e le indagini sul campo effettuate nell’ambito
dell’insegnamento di Antropologia del turismo, tenuto dalla Professoressa María Josefa
Pastor Alfonso, sono stati ulteriori spunti di riflessione riguardo il coinvolgimento della
comunità interessata dal fenomeno turistico nello sviluppo di progetti di turismo
responsabile. L’osservazione di due proposte di turismo responsabile e cooperazione
allo sviluppo ideate in contesti rurali distinti, in Senegal prima e poi in Bosnia,
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attraverso un viaggio di studio organizzato dall’Università degli Studi di Ferrara
1
, hanno
completato il quadro: l’attuazione di attività turistiche può infatti rappresentare un
sostegno allo sviluppo economico ed al contempo alla conservazione della produzione
agricola tradizionale.
Le conoscenze acquisite hanno consentito di individuare nel territorio del sud milanese,
fortemente connotato dalla presenza del Parco Agricolo Sud Milano, un luogo adatto
alla progettazione di una proposta di turismo responsabile. Il Parco Agricolo Sud
Milano, infatti, nasce con l’obiettivo fondamentale di integrare le necessità di tutela con
la valorizzazione della vocazione agricola del territorio tutelato, offrendo al contempo
opportunità ricreative ai cittadini entro criteri di compatibilità ambientale. La proposta
individuata a compimento della ricerca nasce dalla convinzione che l’area protetta possa
trovare nei processi turistici sostenibili un nuovo strumento al servizio dello sviluppo
armonico del territorio, in quanto, rafforzando la conoscenza dell’identità rurale,
condivisa dalla comunità che la abita e percepibile agli occhi del potenziale turista, si
contribuirebbe alla conservazione della cultura materiale ed immateriale del luogo, si
produrrebbe un reddito aggiuntivo per l’economia agricola e si aumenterebbe il rispetto
ambientale dei luoghi soggetti a tutela.
Dal punto di vista scientifico il turismo responsabile appare un campo esplorato
soprattutto da antropologi e ricercatori, che possiedono una conoscenza diretta dei
progetti sviluppati in tutto il mondo. Tra questi studi tuttavia, eccezion fatta per alcuni
documenti ufficiali
2
e materiali promozionali, non sono stati trovati testi che si occupino
in particolar modo di turismo responsabile in Italia, nonostante da qualche anno diversi
tour operator di turismo responsabile abbiano introdotto, tra le loro proposte turistiche,
destinazioni anche all’interno del nostro Paese. Per quanto riguarda segnatamente
l’oggetto di ricerca prospettato dal presente elaborato, le ricerche ed i documenti
ufficiali riferiti al Parco Agricolo Sud Milano accennano sporadicamente alle possibilità
di sviluppo turistico del territorio nonostante la dichiarata vocazione ricreazionale,
occupandosene soprattutto da un punto di vista ambientale. Tuttavia le ipotesi
prospettate hanno trovato un riscontro nelle recenti scelte strategiche della Provincia di
1
Nell’ambito degli insegnamenti dei professori Mario Casari e Moreno Baccichet.
2
In appendice è riportata una selezione di documenti fondamentali per la definizione del turismo
responsabile a livello internazionale, europeo e italiano.
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Milano, Ente gestore del Parco, aventi il fine di potenziare il turismo in tutta l’area
provinciale: soprattutto nelle zone ancora agricole la scelta dell’ente è quella di
sostenere azioni turistiche che promuovano i caratteri del territorio ed al contempo
garantiscano la sostenibilità ambientale degli interventi. Inoltre in vista dell’Expo 2015
il Parco Agricolo Sud Milano è stato preso in considerazione da diversi attori
(stekeholders) del territorio come sede di un possibile laboratorio di sostenibilità, anche
turistica, da raggiungere attraverso un approccio sistemico e partecipativo rispetto
all’area protetta.
Il metodo utilizzato per definire una proposta turistica incentrata sulla specifica area di
interesse si è articolato innanzitutto attraverso un’analisi del contesto dal punto di vista
geo-morfologico, sociale ed economico. Per lo studio delle caratteristiche fisiche e
socio-politiche dell’area provinciale interessata dal Parco è stata necessaria un’analisi
dei dati statistici, soprattutto demografici ed economici, e della cartografia ufficiale,
come la Carta tecnica del Piano Territoriale di Coordinamento e le carte fornite dalla
Provincia di Milano e degli enti di ricerca ad essa collegati. Ne è emerso un contesto
rurale fortemente vivace, situandosi nella peculiare cornice sud-milanese in cui la
struttura produttiva agraria ha consentito la continuità dell’economia tradizionale ed una
maggiore conservazione dell’aspetto del paesaggio. Dalla letteratura italiana e straniera
sull’argomento inoltre sono emersi altri spunti interessanti per il presente documento: il
Parco Agricolo Sud Milano soffre del ruolo di difensore degli spazi rurali, in quanto non
viene percepito come una risorsa, ed allo stesso tempo le aree da esso occupate non
vengono neppure riconosciute per il loro statuto speciale ma considerate come spazi
vuoti utilizzabili per un futuro intervento di espansione urbanistica. La personale
esperienza di osservatrice e fruitrice delle risorse ambientali e culturali ed insieme di
cittadina del Parco, è stata utile per poter riconoscere la viva e attiva presenza umana
che circonda il Parco Agricolo Sud Milano e le positive esperienze che ne incoraggiano
la valorizzazione. Tra queste oggetto di osservazione diretta è stato il progetto di
promozione della filiera corta alimentare nel sud milanese, attraverso la costruzione di
una rete di cascine dedite alla produzione biologica, concepito e realizzato
dall’Associazione culturale Namastè di Locate Triulzi in collaborazione con la
Provincia di Milano. L’Associazione amministra anche una bottega del commercio equo
e solidale: questo particolare mi ha spinto a riflettere come sia possibile, sia per le realtà
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agricole del Nord che per quelle del Sud del mondo, attuare dei progetti di sostenibilità
a partire dalla loro identità rurale e dal coinvolgimento stesso degli attori territoriali.
Infine l’esperienza lavorativa di due anni maturata nell’amministrazione comunale di
Locate di Triulzi, all’interno dell’area Parco, nell’ambito del progetto di bilancio
partecipato Par.Lo (Partecipa Locate!) ha rappresentato il definitivo elemento di
convinzione di quanto un approccio partecipativo e condiviso in quest’area possa creare
consenso verso progetti di sviluppo locale, contribuendo ad innescare meccanismi
moltiplicatori di iniziative e buone pratiche.
Il metodo di ricerca non ha potuto dunque prescindere dalle interviste agli attori
territoriali ed esperti dell’area di interesse, riportate in appendice. Il primo fondamentale
contributo al presente lavoro è stato fornito da Chiara Pirovano, docente di Geografia
Fisica presso l’Università Cà Foscari di Venezia e ricercatrice presso il Dipartimento di
Geografia e Scienze Umane dell’Ambiente dell’Università degli Studi di Milano: si è
interessata di uno studio del territorio meridionale della metropoli milanese ed in
particolare del rapporto tra le cascine e la città. Si è ritenuto necessario poi l’intervento
di alcuni attori istituzionali per il Parco Agricolo Sud Milano, aventi ruoli differenti:
Paolo Romiti, membro del direttivo del Parco in quanto rappresentante delle
associazioni ambientaliste, Eugenio Crenca, tecnico del Parco e responsabile dei Punti
Parco e Dario Olivero, Presidente del Comitato Tecnico Agricolo e Rappresentante
delle Organizzazioni degli Agricoltori del PASM. Altro referente istituzionale
necessario, la Provincia di Milano rappresentata da Colette Perna, dell’Assessorato
all’Agricoltura e Turismo, ha rappresentato un contributo fondamentale per
comprendere i progetti provinciali anche in merito all’esposizione universale del 2015.
Infine importanti informazioni sono state raccolte dagli operatori del Punto Parco Rocca
Brivio, soggetto ideatore del progetto del Centro Servizi per il turismo culturale, e dal
signor Niccolò Reverdini della Cascina Forestina, appartenente al Consorzio
Agrituristico del sud ovest milanese Terre d’Acqua e promotore del progetto di
Distretto di Economia solidale per il Parco Agricolo Sud Milano.
Per la ricerca si è rivelata rilevante la partecipazione a due convegni: il primo relativo
alla presentazione del DES appena citato e il secondo organizzato in occasione dei 10
anni dell’Associazione Italiana Turismo Responsabile (AITR). Con il Forum del 19
dicembre 2008, patrocinato dalla Provincia di Milano, AITR ha celebrato il Decennale
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della propria costituzione, durante il quale si è discusso del futuro commerciale dei
viaggi di turismo responsabile, della contaminazione dell'industria turistica, dei pericoli
di comportamenti opportunistici da parte dei tour operator tradizionali e dell'alleanza
con altre organizzazioni. In particolare per il presente elaborato sono state ritenute
interessanti le considerazioni sull'esigenza di rilanciare il tema dell'Italia in un momento
storico in cui il turismo all’estero risulta piø difficile da praticare perchØ piø costoso ed
in generale piø inquinante. Inoltre si è ribadita la necessità di ricercare un dialogo anche
con la struttura turistica tradizionale, sebbene secondo diverse opinioni esista una
profonda differenza tra i viaggi organizzati dalle associazioni e ong interne ad AITR e
quelli di un tour operator tradizionale convertito alle pratiche del turismo responsabile.
Il convegno sul distretto di economia solidale si è invece tenuto sabato 13 dicembre
2008 al Punto Parco Cascina Forestina di Cisliano in provincia di Milano. Promosso da
alcuni Gruppi d’acquisto solidale dell’area sud Ovest ed alcune imprese agricole del
Parco Sud, patrocinato da Regione Lombardia, Provincia di Milano e Parco Agricolo
Sud Milano, il convegno è stato l’avvio di un percorso che intende coinvolgere tutti i
produttori ed i soggetti sensibili del territorio in un’area delimitata e con una cornice
precisa: la salvaguardia del Parco Agricolo Sud Milano, la tutela della produzione
agricola attraverso la filiera corta, la difesa dell’ambiente e la promozione di relazioni di
reciprocità tra Agricoltori, Gruppi d’acquisto solidale, botteghe del commercio equo e
solidale, banche del tempo, imprese del turismo responsabile, cooperative sociali,
associazioni del territorio ed ambientaliste, enti locali. Questo appuntamento ha
rappresentato per il presente progetto un’ulteriore conferma delle possibilità di sviluppo
del turismo responsabile in un’area fortemente caratterizzata dalla presenza di realtà che
intendono diffondere e praticare i valori di un’economia sostenibile e solidale.
A conclusione del percorso di ricerca, si è ritenuto opportuno inserire l’elaborazione di
una proposta per implementare le pratiche del turismo responsabile anche nel Parco
Agricolo Sud Milano. Il progetto, denominato La Casa nel Parco, è stato elaborato da
un gruppo di donne nato in seno alla sopracitata Associazione Culturale Namastè ed in
connessione al progetto Dal produttore al consumatore: il gruppo vorrebbe costituire un
punto di riferimento all’interno del Parco Agricolo Sud Milano che da un lato risponda
alle esigenze di riscoperta del territorio da un punto di vista turistico e della fruizione
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cittadina, dall’altro contribuisca al sostegno delle esigenze di tutela del Parco e delle
necessità delle realtà agricole in esso attive, da un punto di vista economico e di
riconoscibilità sociale.
Durante lo sviluppo della ricerca sono state riscontrate alcune difficoltà soprattutto in
merito alla reperebilità di informazioni turistiche relative al Parco Agricolo Sud Milano:
l’Assessorato al turismo si occupa della creazione del Sistema Turistico Provinciale solo
da pochi anni ed ha istituito un Osservatorio sul turismo ancora in fase di strutturazione.
Per quanto concerne il lavoro di gruppo per La Casa nel Parco le difficoltà maggiori si
sono verificate non in merito al processo di condivisione delle esperienze ed
elaborazione delle proposte, quanto soprattutto all’individuazione di un luogo in cui
sviluppare il progetto: sebbene gli spazi rurali abbandonati nel Parco Agricolo Sud
Milano vengano indicati dagli stessi enti pubblici come possibili luoghi di riconversione
in campo socioculturale, il gruppo di lavoro non è ancora riuscito a reperire
informazioni utili per accedervi ed attuare la propria proposta.
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Parte I: Storia e antropologia dell’Homo Turisticus
1 Il fenomeno turistico del XXI secolo
La tua ombra cambia forma in viaggio, si ingobbisce su una duna, si spezzetta nel sole dietro a
una grata, si frantuma sui sassi, vibra dal finestrino di un treno, si irrigidisce, lunga, nel tedio di
una pianura coperta di brina. Danza su un telo mosso dal vento, si impenna contro una roccia,
dando, talvolta, al tuo profilo angoli bizzarri. Vedendo la tua ombra cambiare, ti accorgi che
muovendoti non rimani mai uguale.
3
Il viaggio, nella letteratura di ogni tempo, è interpretato come occasione e causa di
mutamenti o comunque di alterazioni sia per il soggetto che lo effettua, sia per
l’ambiente interessato agli spostamenti. Il concetto di viaggio è universale ed è
diventato metafora comune a tutte le culture globali, associando il significato stesso
della vita ad un cammino. Il viaggio classico, fino all’Ottocento, non era caratterizzato
dalla dimensione del piacere, anzi il viaggio era sovente espiazione, esilio e sofferenza:
una prova da compiere, dal significato etimologico della parola francese travail, per cui
chi viaggia vive un mutamento che modifica e logora. Solo in tempi piø recenti si
comincia a viaggiare per diporto, a partire dal viaggio romantico del XIX secolo,
compiuto per piacere e non per necessità. L’esperienza del Grand Tour nel Settecento,
ma soprattutto nell’Ottocento, quando i giovani aristocratici della nobiltà inglese
venivano mandati in viaggio tra le capitali europee per completare la propria
formazione, è un’attività precorritrice del turismo moderno, ma risponde ancora ad uno
scopo importante legato alla vita quotidiana e quindi secondo diversi autori non può
essere ancora considerata attività turistica.
4
Altra abitudine aristocratica anticipatrice del
turismo, il soggiorno in epoca rinascimentale presso le ville rinascimentali nel periodo
estivo rispondeva sia alla volontà di godere di un clima ed un’aria migliori, sia alla
necessità di controllare direttamente l’andamento dell’azienda agricola.
3
Aime M., Sensi di viaggio, Ponte alle Grazie, Milano, 2005, p. 96
4
Mario Casari cita a questo proposito: Enzenberger, Duhamel, Sacareau, Dell’Agnese, Bagnoli. Casari
M., Turismo e geografia. Elementi per un approccio sistemico sostenibile, Hoepli, Milano, 2008, p. 27
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Agli albori, il turismo è un’attività ancora d’Ølite, in quanto la pratica delle vacanze e
dei viaggi risultava impossibile per le altre categorie di cittadini, cui mancavano il
reddito e il tempo libero necessari. La scelta delle mete privilegiate da principi e
aristocratici come località di vacanza o di caccia era determinata dalla letteratura di
viaggio, che poteva decretare il prestigio ed il conseguente successo di alcuni luoghi.
Ma anche il binomio romantico di natura e cultura ha contribuito ad indirizzare i flussi
di turisti verso la natura selvaggia della montagna e verso le mete mediterranee,
territorio di popoli non ancora corrotti dallo sviluppo moderno e delle testimonianza
dell’arte greco-romana.
Con la rivoluzione industriale il turismo si diffonde anche tra la borghesia
imprenditoriale e gli intellettuali: a metà Ottocento la società evolve dal bisogno al
desiderio e il turismo diventa espressione del tempo libero, una sfera separata e opposta
a quella del lavoro. Nascono anche nuove forme di turismo, come ad esempio quello
legato alle stazioni termali, agli stabilimenti balneari e alle località di villeggiatura in
montagna. Nella prima metà del Novecento il turismo diviene accessibile ad una larga
fascia di lavoratori e da elitario si trasforma in turismo di massa: l’aumento di reddito,
la conquista sindacale delle ferie pagate, la sicurezza dei trasporti, l’aumento del grado
di istruzione, accanto allo sviluppo di una industria di accoglienza diversificata per
qualità, prezzo e convenienza furono gli acceleratori fondamentali che hanno
trasformato il turismo in un’industria. Il 1936 rappresenta un anno fondamentale in
questo senso per l’evoluzione fenomeno turismo in turismo sociale: in questa data
infatti il governo francese del fronte popolare emana una legge che riduce l’orario di
lavoro a 8 ore giornaliere e sancisce il diritto della popolazione a 15 giorni all’anno di
ferie pagate, che diventano una prerogativa di tutti
5
. Accanto alle novità apportate dalle
conquiste sindacali, la democratizzazione del turismo venne favorita anche dal
progresso raggiunto dall’evoluzione delle vie di comunicazione. Mentre nella prima
metà del XIX secolo la nave a vapore veniva utilizzata dagli inglesi per le crociere nel
mediterraneo, il treno, nella seconda metà del secolo, favorì la diffusione del turismo di
massa rendendo accessibili i luoghi di vacanza dalle capitali e dalle grandi città. Nel XX
5
Casari M., Turismo e geografia. Elementi per un approccio sistemico sostenibile, op. cit., p. 29