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PREFAZIONE
“ Nulla di importante è mai stato compiuto senza passione”.
Già oltre 150 anni fa Hegel, il grande filosofo tedesco, predicava l’importanza delle
passioni nel fare umano e le aziende di oggi si trovano a doverne tenere conto. Le attuali
tendenze evolutive dei sistemi organizzativi mostrano che, nonostante il progresso
tecnologico, è sempre l’uomo la risorsa fondamentale. Pertanto, coloro che lavorano
all’interno delle aziende nell’ambito delle risorse umane si confrontano, sempre più
frequentemente, con questioni cruciali relative alla gestione delle carriere,
all’identificazione del potenziale e allo sviluppo dei talenti, ovvero quelle risorse chiave
necessarie per la crescita e il successo aziendale. In tale contesto, lo sviluppo delle
risorse umane rappresenta un fattore chiave per le organizzazioni che basano la propria
strategia sul capitale umano, e più in generale, per ogni azienda che voglia stare al passo
con l’innovazione tecnologica e con i cambiamenti nell’organizzazione del lavoro.
Detto processo, quindi, garantisce che la forza lavoro abbia le competenze necessarie
per servire i clienti, per saper rispondere alle variazioni nella domanda, per creare nuovi
prodotti e soluzioni affinchè il gruppo dirigente sia in possesso del talento manageriale
per portare avanti con successo una strategia di crescita.
Infatti, per vincere “ la guerra dei talenti” i manager devono identificare i
collaboratori ad alto potenziale, assicurarsi che le loro competenze siano pienamente
utilizzate e valorizzarli prima che possano sentirsi insoddisfatti decidendo di
abbandonare l’azienda. Ciò vale soprattutto per le donne, caratterizzate da una
particolare attitudine ad essere più creative, informate, curiose ed attive. Alcuni studi
dimostrano che le donne sono meno competitive degli uomini, soprattutto in contesti
misti, ma hanno altre caratteristiche che possono favorire la leadership, quali una
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migliore gestione dei rapporti interpersonali, la capacità di risolvere situazioni
complesse trovando sempre una soluzione anche nei casi più difficili. Quest’ultimo
aspetto, per esempio, è emerso notevolmente durante la crisi economica, anche negli
Usa, dove sembra che le donne siano più ricercate degli uomini in questo momento di
grave difficoltà. Inoltre la minore attitudine a competere potrebbe facilmente essere
compensata da un sistema di aperta uguaglianza: se le donne sanno di avere delle
chance, allora si amplia il gruppo di coloro che sono disposte a competere. Spesso gli
atteggiamenti di rinuncia sono una risposta alla constatazione che è impossibile arrivare
in alto perché gli ostacoli sono talmente tanti da non valerne la pena. Il talento
femminile, pertanto, risulta essere sprecato in tutti i settori: nelle imprese, nelle
professioni, nella scienza, nel privato, nel pubblico. Dunque, per tali ed altri motivi
diventa fondamentale incentrare il processo di sviluppo sulla figura della donna,
(favorendo particolarmente percorsi di mentoring, formazione professionale ed ampia
disponibilità di servizi sociali), intesa oggi come un vero e proprio talento da
valorizzare, poiché rappresenta un universo eterogeneo e dinamico sul quale investire al
fine di garantire il successo aziendale e personale, potendosi quindi affermare sia come
lavoratrice che come moglie e madre. Un aspetto oggi più che mai di grande rilevanza,
legato allo sviluppo delle donne nelle aziende, è come collocarle in posizioni di
management, ossia come abbattere il soffitto di vetro; le donne, rappresentano una
categoria fortemente a rischio, per cui oltre un determinato livello di carriera non
riescono ad andare.
Ciò nonostante, bisogna tenere conto, però, che negli ultimi decenni il mondo del
lavoro femminile è mutato notevolmente. In tutti i paesi europei le donne hanno sempre
più preso parte ad ogni settore dell’attività lavorativa, dal dipendente all’autonomo, e
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perfino nel settore imprenditoriale. Questa permeabilizzazione del mondo del lavoro
non è dovuta solo alla maggiore emancipazione della donna o al continuo e progressivo
cambiamento dell’idea di donna nell’immaginario collettivo, ma anche e soprattutto al
modificarsi della società, politica, economia, oltre che chiaramente, alle singole capacità
individuali. Dunque, anche in Italia, le donne hanno iniziato ad occupare spazi
lavorativi che fino a qualche anno fa erano di pertinenza esclusiva degli uomini, ma,
l’essere donna ed optare per una vita professionale alla guida di un’attività
imprenditoriale comporta spesso un onere individuale molto gravoso; ciò a dispetto di
una burocrazia complessa, di un rapporto sempre problematico con il credito, oltre a
pregiudizi e scetticismi imperanti. Si procede, pertanto, considerando l’impresa donna
come un qualcosa da valorizzare per la crescita del sistema produttivo ed economico, in
grado di apportare benessere, creatività, innovazione, non dimenticando i temi legati
all’appartenenza di genere, alle politiche istituzionali e al contesto storico in cui tutto
ciò ha avuto luogo. Detti fattori sono stati determinanti nella vita delle donne, tanto da
condizionarne il loro percorso professionale e di impresa. In sostanza, nonostante i
pregiudizi sui ruoli ricoperti dalle donne e le difficoltà derivanti dal conciliare il lavoro
d’azienda con quello della famiglia, l’attività imprenditoriale femminile è diventata una
sensibile componente del tessuto socio-economico.
Insomma, le donne non si affacciano più al mondo dell’imprenditoria e più in generale
del lavoro d’azienda per ricoprire un ruolo marginale o tutt’al più di secondo piano
rispetto al partner maschile, ma soprattutto per raggiungere, competere e perché no,
superare il gap che da sempre l’ha relegata al suo ruolo di persona dedita alla sola cura
della famiglia.
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INTRODUZIONE
Il presente lavoro si propone di analizzare la complessa situazione delle donne nel
mondo del lavoro esaminando, nel dettaglio, il ruolo della donna e la sua gestione
all’interno delle organizzazioni aziendali, effettuando un’accurata indagine in merito ai
principali agenti di cambiamento e alle problematiche che hanno investito tanto il
mondo femminile quanto le aziende.
I temi e gli argomenti presentati sono molteplici, al punto da poter rappresentare a
loro volta titoli di ricerche o tesi ulteriori. Ciò nonostante, proprio a fronte della
complessità dell’oggetto di studio in questione, ho scelto di aprire numerose finestre, di
percorrere vie tortuose, con lo scopo di fornire una rappresentazione complessa ma reale
del fenomeno qui esaminato.
Il presente studio si compone di otto sezioni. La prima si propone di fornire una
breve ma scrupolosa nonché necessaria panoramica sulla condizione storica della donna
nel contesto lavorativo, analizzando l’impiego della manodopera femminile soprattutto
nel campo dell’agricoltura e industria, soffermandomi sulle condizioni a loro imposte
nello svolgimento dell’attività lavorativa, anche grazie al supporto di dati davvero
preziosi per la presente indagine. Ho deciso di procedere, poi, elaborando un breve
excursus sui principali movimenti femministi, riportando l’impegno e la forte dedizione
di alcune importanti esponenti di detti movimenti, che, essendo state partecipi in prima
persona di importanti lotte per il riconoscimento, la tutela, l’emancipazione della donna,
hanno sicuramente contribuito a migliorare la condizione della donna nel lavoro e nella
società nel suo complesso. A ciò hanno contribuito anche le principali nazioni e capi di
Stato, grazie alle cinque conferenze mondiali sulle donne, durante le quali furono stilate
delle vere e proprie linee di intervento e piani di azione, da attuare e portare avanti con
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la massima serietà e impegno, con lo scopo di migliorare la condizione della donna in
tutto il mondo.
La seconda parte mira ad analizzare le principali scuole ed autori che hanno
teorizzato alcune fondamentali teorie di organizzazione aziendale, focalizzando
l’attenzione sull’importanza dell’evoluzione del fattore umano all’interno delle aziende.
L’impresa, negli ultimi decenni, infatti, da macchina si è trasformata in organismo e il
cambiamento dello scenario macroeconomico ha portato la grande impresa a dotarsi di
una struttura flessibile. È noto pertanto che le risorse umane sono diventate un fattore
critico all’interno delle imprese in una realtà post-industriale, non mancando anche
problemi riguardo l’effettiva gestione del personale, in particolar modo, di quello
femminile. Ne discende, soprattutto da questa ultima considerazione, la necessità di una
gestione delle risorse umane che tenga in maggior considerazione i bisogni
dell’individuo, con l’attuazione di politiche basate sul consenso, fiducia reciproca,
cooperazione. Utilizzando una metafora, potrebbe dirsi che oggi, “ le organizzazioni
aziendali sono come una barca a vela da governare piuttosto che un’ automobile da
guidare”.
La terza sezione, come conseguenza a quanto detto nella precedente parte, delinea
l’evoluzione della funzione del personale e i principi generali che hanno connotato e
connotano tuttora la gestione delle risorse umane nelle aziende in un’era post –
industriale, per poi focalizzare l’attenzione sulla gestione del personale femminile
ritenuta risorsa “ critica” bisognosa di interventi mirati e specifici.
La quarta parte analizza la presenza e la conseguente posizione delle donne nel
mondo del lavoro. Tramite l’ausilio di dati fondamentali che mi hanno aiutato ad
inquadrare il fenomeno dell’occupazione femminile, vedremo poi, nonostante