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1.1. Uno schema dell�evoluzione della Net Economy: i segmenti del
mercato.
Le societ� con operativit� connessa ad Internet presentano una notevole
variet� di modelli di business; sia per disporre di un modello di classificazione
sia per delimitare l�ambito dell�analisi, � necessario effettuare una distinzione
in funzione del campo di attivit�.
All�interno della Net Economy si possono individuare diversi segmenti di
mercato che si distinguono sia storicamente per un sentiero di sviluppo
diverso, sia per caratteristiche strutturali - competitive differenti
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.
In questa sede i segmenti di mercato vengono raggruppati in:
1.Tecnologie Internet (software e hardware).
2. Fornitori di accesso ( Internet service provider).
3. Portali e contenuti web.
4. Commercio Elettronico.
5. Integratori/Innovatori di sistema.
Per ciascuno di questi segmenti si forniranno brevi descrizioni del tipo di
attivit� svolta e dei principali aspetti strutturali alla luce dell�analisi
competitiva e dell�analisi della catena del valore.
In principio i venture capitalist finanziarono lo sviluppo delle tecnologie e
delle infrastrutture Internet (hardware e software); successivamente i primi
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Si fa costante riferimento a M. Livian, Valutazioni.com,-Strategie e Investimenti nella Net Economy,
Bloomberg-Egea, Milano 2000, pag.21-60.
CAPITOLO PRIMO
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operatori telefonici, iniziarono a fornire l�accesso agli utenti (consumer e
business): nacquero cos� gli Internet Service Providers (comunemente noti
come ISP).
Molte imprese sostenute dai fondi dei venture capitalist e con l�aiuto dei
consulenti web o integratori di sistema si dedicarono allo sviluppo e
all�aggregazione dei contenuti web.
Attratta la massa critica di visitatori, la maggior parte delle imprese Internet si
� orientata verso la vendita di prodotti e servizi on line.
� necessario distinguere la tipologia di attivit� svolta dai differenti soggetti,
poich� attualmente anche in Europa le imprese Internet hanno raggiunto una
dimensione tale che non ha pi� senso riferirsi ad esse in modo indifferenziato.
1.2.1.Tecnologie Internet.
In realt�, sotto tale etichetta, sono stati raggruppati diversi segmenti
sottostanti la tecnologia della Rete, ovvero le infrastrutture vere e proprie per
la trasmissione dei dati (routers, swiches, fibra ottica, ecc.), per la
comunicazione tra i server e i PC, le tecnologie che permettono alle imprese
Internet di operare, i cosiddetti abilitatori (�enablers�), che possono variare dai
software per la gestione di database fino alle applicazioni per gestire una
piattaforma di commercio elettronico o ai sistemi operativi utilizzati sui server
degli ISP. Esistono diversi livelli di tecnologia nella Net Economy, un primo
strato pu� essere identificato nelle infrastrutture di rete che permettono a tutti
i nodi di comunicare e trasmettere dati. Le infrastrutture sono composte da
cavi e fibra ottica che collegano i vari server, dai routers e dagli switches.
Un secondo strato � quello dei software di sistema che permettono ai vari
server, PC, strumenti portatili (telefoni cellulari, personal digital assistant,
ecc.) di utilizzare la Rete.
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Un terzo strato � quello dei software applicativi utilizzati sia dalle imprese
Internet per gestire la propria attivit� sia dagli utenti (ad esempio i vari
browser, i programmi per la lettura dei file audio-video ecc.).
La caratteristica comune ai vari segmenti delle tecnologie � che spesso solo
una di esse si impone sulle altre e diventa uno standard, fino a quando uno
shock tecnologico non cambia radicalmente la situazione. Le imprese che
riescono a costituire uno standard tecnologico, in un mercato in ipercrescita,
potrebbero essere chiamate �gorilla� mutuando un termine efficace coniato da
Moore nel suo popolare libro � The Gorilla Game�. Le imprese gorilla sono
quelle che riescono ad imporre la propria tecnologia, a controllare la catena
del valore, a lucrare margini elevati per periodi lunghi senza permettere che
detti risultati vengano erosi dalla concorrenza.
Le caratteristiche delle imprese leader sono: l�operativit� in un mercato in
ipercrescita e la costruzione di un�architettura aperta (di propriet�) con elevati
switching costs, che permette di ottenere il controllo sulla catena del valore.
Nel mondo della tecnologia raramente il prodotto offerto da un�impresa �
autosufficiente; esso, infatti, rientra in un concetto di architettura in cui
esistono fornitori di altri componenti tecnologici che stanno a monte e clienti
che stanno a valle. Se la propriet� dell�architettura appartiene ad un singolo
soggetto economico, il suo controllo si traduce in un�esplosiva formula di
successo per le imprese che operano in questo campo.
1.2.2. Internet Services Providers (ISP)
Gli Internet Service Provider (ISP) o fornitori di accesso sono gli operatori
che offrono agli utenti la possibilit� di accedere alla Rete.
Queste societ� che vendono, oppure offrono gratuitamente, l�accesso al World
Wide Web, forniscono di solito ai loro clienti servizi aggiuntivi quali la
disponibilit� di un indirizzo di posta elettronica, l�accesso ad archivi di dati e
gruppi di discussione, la possibilit� di utilizzare software gratuiti e cos� via.
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Il mercato dell�accesso � in continua evoluzione, segue dinamiche competitive
particolari secondo la categoria di ISP, ed � soggetto a grandi cambiamenti
dettati dalla tecnologia di accesso.
La struttura della Rete � tale che parlare genericamente di ISP non ha senso: a
livello globale esistono operatori che gestiscono l�infrastruttura internazionale,
noti come Network Service Providers
(NSP) o Carrier Internazionali. Gli NSP
gestiscono quella che viene indicata come la dorsale e i nodi internazionali
dove confluiscono tutte le trasmissioni di dati, forniscono capacit� di banda ai
vari operatori ISP nazionali e in alcuni rari casi agli ISP locali.
Gli ISP possono essere classificati anche secondo la tipologia di clientela in
ISP consumer e ISP business.
Gli ISP business offrono accessi ad alta velocit� a imprese, in genere con
contratti di abbonamento sostanzialmente pi� costosi di quelli applicati alla
clientela consumer, offrono servizi di web-hosting e web-housing, spesso
aiutano le imprese nella gestione e manutenzione dei siti, oltre a garantire la
sicurezza e l�integrit� dei dati; le imprese che offrono questi e altri servizi
evolvono verso la concezione di Application Service Providers (ASP) di cui
tratteremo quando affronteremo il segmento degli integratori di sistema.
1) Network Service Provider (NSP).
I Network Service Provider sono operatori internazionali di grandi dimensioni
che forniscono e gestiscono la connettivit� su larga scala. In genere sono
consorzi di imprese a cui spesso partecipano diversi operatori telefonici. Per
poter svolgere l�attivit� di NSP sono necessari ingenti investimenti infra-
strutturali e competenze tecniche specifiche non facilmente replicabili. Le
barriere all�entrata sono molto elevate e la competizione tra gli NSP �
abbastanza contenuta: ci� si traduce in margini economici elevati e stabili nel
tempo. Gli NSP si trovano in una buona posizione dal momento che sia i
fornitori (di tecnologie specifiche, di fibra ottica, di routers, ecc.) che i clienti
(ISP nazionali, ISP locali in alcuni casi, grandi imprese internazionali) hanno
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una scarsa forza contrattuale; gli NSP hanno una notevole influenza nella
catena del valore (fornitori-clienti) e soggiacciono, per ora, a limitate minacce
di nuove tecnologie sostitutive.
Gli NSP appartengono a un segmento molto sicuro dove i ricavi delle imprese
cresceranno in stretta relazione con la crescita del traffico Internet, e dove i
margini sono elevati e stabili.
2) ISP Nazionali.
Sono i fornitori di accesso pi� noti che offrono principalmente il servizio ai
clienti privati e, in alcuni casi, anche alle imprese di livello nazionale.
La concorrenza nel mercato degli ISP nazionali � accanita; esistono
numerosissimi operatori che competono utilizzando prevalentemente la leva
del prezzo (price competition): la tendenza � quella di offrire accessi a Internet
a costi molto bassi, fino al servizio di accesso gratuito. La riduzione drastica
dei prezzi nel mercato dell�accesso si traduce in margini economici negativi
(la maggior parte degli ISP � in perdita) e che tendono a peggiorare nel tempo.
Gli ISP, oltre all�intensa concorrenza, sono soggetti alla competizione di
numerosi potenziali nuovi entranti; in questo segmento infatti le barriere
all�entrata sono molto basse: gli operatori telefonici, gli NSP, i media
tradizionali e qualsiasi impresa industriale-commerciale possono con un
minimo investimento iniziale, offrire accessi alla Rete. Le uniche barriere
all�entrata sono quelle legate al marchio (brand) e agli switching costs, tipiche
delle imprese che forniscono contenuti.
Gli ISP hanno generalmente un basso potere negoziale nei confronti dei
fornitori (operatori telefonici, NSP, fornitori di tecnologie): una delle maggiori
voci di costo � legata all�acquisto di capacit� di banda e in questo senso gli
ISP hanno una forza contrattuale piuttosto esigua. I fornitori di accesso hanno
un potere generalmente contenuto anche nei confronti dei clienti (soprattutto
gli utenti finali), dal momento che chiunque pu� passare con estrema facilit� a
utilizzare i servizi dei concorrenti. Infine, la minaccia di potenziali sostituti
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(fornitori di accessi via cavo, tramite telefonia mobile, ecc.) � concreta e in
grado di sconvolgere gli assetti del mercato. Un�analisi sommaria porta alla
conclusione che i ricavi degli ISP potrebbero crescere in relazione alla crescita
del traffico web (soprattutto in Paesi come l�Italia dove il tasso di penetrazione
di Internet � ancora relativamente modesto) ma che i margini saranno
generalmente sempre peggiori.
3) ISP Locali.
Esistono oggi una molteplicit� di ISP di dimensioni minori che forniscono
accesso a livello locale nelle diverse citt� o regioni. Il numero di questi
operatori � enorme e la concorrenza molto accesa; anche in questo caso la
competizione riguarda il prezzo degli accessi e si riflette su margini economici
negativi o in contrazione.
Data l�inesistenza di barriere all�entrata i piccoli operatori locali hanno
assistito alla concorrenza da parte dei grandi operatori nazionali, che con
promozioni sempre pi� aggressive fino, all�accesso gratuito, li hanno
rapidamente spinti fuori dal mercato.
La ragion d�essere degli ISP locali � messa in discussione: il mercato
� in
contrazione poich� gli utenti tendono ad avvalersi dei servizi degli ISP di
dimensioni maggiori, i margini sono negativi e in progressivo peggioramento.
Gli ISP minori hanno un futuro estremamente precario e appartengono a un
segmento a cui gli investitori debbono guardare con estrema cautela.
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1.2.3. Portali e contenuti web.
Oggi, si tende a utilizzare il termine portale per ogni tipo di sito che fornisca
al visitatore dei contenuti (informazioni, servizi, ecc.).
In sintesi � possibile distinguere da un lato i siti che offrono informazioni e
servizi generali (notizie finanziarie, sportive, meteorologiche, commercio
elettronico, posta elettronica, chat, ecc.) che vengono definiti portali
orizzontali o web portal. D�altro, quelli che vengono definiti portali verticali
monotematici, spesso legati al commercio elettronico di una categoria di
prodotti e servizi.
Un portale verticale altro non � che un sito di commercio elettronico,
arricchito di servizi e informazioni riguardanti i prodotti offerti.
La competitivit� tra i portali � forte ma � opinione comune che tra questi si
affermeranno e sopravvivranno solo tre societ� Internet al massimo; le altre
sono destinate a scomparire, ad essere acquisite e/o a specializzarsi e
trasformarsi in portali verticali.
Nonostante l�accentuata competitivit�, solo i primi posizionati (quelli con il
maggior numero di utenti e che si avvalgono del vantaggio del first mover)
sono in grado di beneficiare di alcune barriere all�entrata contro i potenziali
concorrenti.
Nel mondo dei contenuti web e dei portali vi sono alcune barriere all�entrata
principalmente riconducibili agli switching costs, ovvero i costi che gli
utilizzatori di un sito devono sostenere per passare a un altro simile, e alle
economie di scala.
Innanzitutto gli utenti che prendono dimestichezza con una certa interfaccia
grafica, a cui diventano fedeli, spesso sono restii a passare ad altre interfacce;
infatti, essi impiegano tempo a fornire i propri dati personali per la nuova
registrazione.
Spesso i portali, attraverso i processi di personalizzazione, attivano un
pacchetto di servizi per il cliente difficilmente riproducibile su altri siti
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(tracking del portafoglio titoli, e-mail gratuite web-based, informazioni
giornaliere tramite posta elettronica su argomenti prescelti, screen-name per
l’instant messenger, ecc.).
Attualmente molti portali (tranne ad esempio AOL e Yahoo!) hanno margini
negativi a causa dei costi di marketing sostenuti nella lotta per l�affermazione
del proprio brand.
D�altro canto all�aumentare del numero degli utenti il costo per utente scende,
mentre i relativi ricavi crescono.
Le societ� meglio posizionate hanno una forza del brand maggiore e switching
costs pi� elevati; in altri termini esse hanno margini economici superiori e
destinati ad aumentare.
Il potere negoziale dei fornitori (di contenuti e/o di tecnologie) �
inversamente proporzionale al numero degli utenti del portale; per le imprese
pi� grandi, quindi, il potere dei fornitori � ridotto.
Il potere dei clienti-utenti � invece enorme, dal momento che con il loro
mouse possono decretare il destino di queste societ�.
� invece pi� limitato il potere degli advertisers e delle societ� affiliate che
effettuano e-commerce, anch�essi clienti.
Il mondo dei portali vedr� pochi vincitori e molti vinti; il segmento in genere
� rischioso, ma remunerativo se si considerano i portali posizionati per primi:
essi infatti potranno contare su ricavi sempre maggiori con margini elevati; per
tutte le altre imprese la redditivit� sar� in pericolo.
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1.2.4. Il commercio elettronico.
Il commercio elettronico potrebbe essere definito come �l�acquisto e la vendita
di prodotti e servizi su Internet�. Non vengono incluse in questa definizione le
transazioni in cui le persone ottengono informazioni via web e acquistano
attraverso canali diversi dalla Rete (negozio, telefono, ecc.).
In futuro, secondo le previsioni di Forrester Research, il mercato del
commercio elettronico negli USA passer� dai 51 miliardi di dollari del 1998 (8
miliardi il B2C e 43 miliardi il B2B) a 1.439 miliardi di dollari nel 2003 (108
miliardi il B2C e 1.331 miliardi il B2B).
Queste cifre spiegano la recente attenzione degli operatori soprattutto verso il
segmento del B2B, che � entrato negli anni 2000 in una fase d�ipercrescita.
Quando si parla di commercio elettronico solitamente si fa riferimento a una pluralit�
di modelli operativi di vendita di prodotti on-line:
Il Business to Consumer.
Il mercato business-to-consumer (B2C) comporta una serie di relazioni
commerciali tra le imprese e i consumatori finali.
Ovviamente l�obiettivo di ogni e-tailer � quello di attrarre clienti per vendere
loro un prodotto o un servizio a prezzi inferiori, di quelli praticati dai
dettaglianti tradizionali. Questi vantaggi di prezzo sono possibili grazie alla
centralizzazione delle operazioni e al minor impiego strutturale di costi fissi e
capitale circolante.
Il commercio B2C � un�attivit� tanto pi� promettente quanto pi� i margini
economici dei prodotti venduti sono elevati; per quelli a basso valore aggiunto
l�e-commerce comporta grossi rischi. Inoltre, il B2C � tanto pi� interessante
quanto pi� il mercato tradizionale relativo al prodotto venduto � segmentato e
inefficiente.