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Introduzione
Gli eventi stanno assumendo nell’epoca del cosiddetto post modernismo un
ruolo sempre più centrale nella vita delle persone e dell’azienda. In un
periodo storico caratterizzato dall’incertezza economico‐finanziaria e
dall’eccesso di scelta per il consumatore, l’evento può rivelarsi un medium
originale e coinvolgente, in grado di orientare le scelte del singolo individuo.
Il management dell’azienda deve essere conscio di tale possibilità, quindi non
deve considerare l’evento come un semplice mezzo di comunicazione: esso
deve infatti essere integrato in una strategia comunicativa totale e deve essere
pianificato con un’impostazione scientifica, in modo tale da creare un vero e
proprio marketing degli eventi. In questa prospettiva sistemica l’evento si
trasforma in un asset fondamentale, in un elemento all’interno della strategia
di comunicazione dell’azienda che non solo è in grado di coinvolgere il
partecipante e di costruire l’immagine di marca, ma anche di rafforzarla e
conseguentemente di generare profitti. L’evento può diventare quindi il
motore dell’intera comunicazione di un’azienda, con benefici estesi nel tempo
e derivati dalle due fasi di attesa e ricordo. L’elaborato si propone di
dimostrare la tesi secondo la quale l’evento non è un mero strumento di
autocelebrazione del brand, ma è anche‐e soprattutto‐un investimento in
grado di aumentare la percezione che i clienti sviluppano dell’immagine di
marca. L’evento è pertanto in grado di rafforzare la brand image, di
rivitalizzare un marchio e i suoi prodotti e, conseguentemente, di aumentare i
profitti. La dimostrazione o la confutazione della tesi richiede innanzitutto la
definizione dell’evento considerando i cambiamenti sociali verificatisi
nell’ultimo decennio, una sua classificazione, una presentazione delle sue
tipologie e delle sue componenti. Successivamente, si introdurranno alcuni
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fattori da considerare nel momento in cui si desidera progettare e realizzare
eventi di successo (in particolare l’economia delle esperienze, la ricerca
dell’autenticità da parte del consumatore, la relazione come mezzo di
comunicazione, costruzione rafforzamento della brand image) e si descriverà
il modello della event experience, utile a misurare i risultati di un evento.
Infine, si applicherà quanto descritto analizzando il caso di Illycaffè, che a
partire dal 2000 ha deciso di sviluppare una comunicazione incentrata
prevalentemente sul medium evento. Si presenterà l’azienda con i suoi valori
e la si inquadrerà nell’ambito dei fenomeni di trading up e di brand a cinque
dimensioni, per poi concentrarsi sulla descrizione della strategia
comunicativa che utilizza eventi culturali, e sulla descrizione dei risultati di
alcuni casi di successo (la Biennale d’Arte di Venezia, edizioni 2003 e 2005;
Galleria Illy 2008 a Trieste; “In Principio” di S. Salgado; Festivaletteratura di
Mantova) tramite il modello della event experience. Infine, si verificherà
tramite l’analisi di un questionario somministrato a 450 individui di tre
nazionalità diverse (italiana, statunitense e tedesca) l’efficacia della strategia
per eventi intrapresa da Illycaffè, con riferimento al rafforzamento della
brand image e all’aumento dei profitti.
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1.1 I cambiamenti della società e la necessità di comunicare per
eventi
ʺI giovani adulti‐saturati, negli anni scorsi, dai mass media‐sono
esigenti, sofisticati e difficili da impressionare. È un target sensibile ad
approcci di comunicazione che siano stimolanti e intriganti, che
invitino alla ʺcomplicitàʺ, che utilizzino codici iconici e di rottura (...),
che riconoscano il punto di vista attuale e moderno. Lʹintrattenimento
è un requisito essenziale per il successo della comunicazione con questa
generazione
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.”
Le iniziative a forte contenuto aggregativo sono sempre esistite e hanno
sempre fatto parte della storia dellʹumanità: basti pensare al teatro dellʹAntica
Grecia, ai Ludi delle Roma Imperiale, agli EXPO del XIX secolo o alle
moderne mostre del cinema. Gli eventi sono infatti un modo naturale e
sociologico di comunicare. I modelli tradizionali di marketing hanno però
sottovalutato per lungo tempo il potere comunicativo dellʹevento, sovra‐
utilizzando il sistema pubblicitario della televisione. Questo sistema è
caratterizzato da passività dello spettatore e individualità; oggi tale modello
si è indebolito a causa dellʹeccessiva esposizione commerciale e del
cambiamento del consumatore. Il consumatore, infatti, diventa critico di
fronte agli schemi della comunicazione tradizionale, e desidera un rapporto
diretto con la marca, ricercando il coinvolgimento nel mondo del brand.
Pertanto il marketing deve trovare un nuovo medium che sia in grado di
associare il brand a unʹesperienza diretta ed emotiva: in questo modo si
sorprende il pubblico e si lasciano un segno indelebile nel cuore e un ricordo
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Rapporto annuale CENSIS, 2009
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persistente nella mente. Il rapporto con il target, quindi, deve essere
ripensato: il brand non può essere comunicato passivamente, ma deve essere
vissuto dal consumatore in una prospettiva di completezza olistica, incentrata
su elementi emotivi, emozionali, spettacolari ed interattivi. La relazione tra
brand e target deve basarsi sul coinvolgimento attivo e sullʹemozione: il focus
deve essere sui valori, non sulle funzionalità del prodotto. I marchi vanno
raccontati e vissuti, non solo raccontati: bisogna raggiungere il consumer
engagement, il coinvolgimento multi sensoriale e multimediale del proprio
target attorno ai valori chiave del proprio brand. Si comprende, quindi,
lʹimportanza dellʹevento non come momento fine a se stesso, ma come forma
di comunicazione totale, duttile, empatica, interattiva. Lʹevento si trasforma
nel motore della campagna di comunicazione, diventa una leva strategica e
fondamentale del communication mix. Grazie alla capacità aggregativa
dell’evento lʹazienda è in grado di coinvolgere il target in una partecipazione
attiva al posizionamento della marca: questo avviene creando unʹesperienza
memorabile nella mente e nel cuore del pubblico partecipante.
A partire dalla fine degli anni Novanta sono in atto cambiamenti socio‐
economici e demografici che stanno elevando l’evento a medium
fondamentale nella comunicazione, sia che si tratti di eventi culturali, sia di
eventi aziendali che hanno lo scopo di aumentare notorietà e immagine di
marca. Questi cambiamenti nella società sono: il loisir, il postmodernismo, il
trading up.
Negli ultimi dieci anni si è assistito a dei cambiamenti demografici, sociali,
economici che hanno portato come conseguenza il rapido incremento della
percentuale di tempo non impegnato in attività lavorative, definito da
O’Sullivan
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tempo liberato poiché dedicato alla crescita personale e al proprio
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O’SULLIVAN E. L. (1991), Marketing for Parks, Recreation, and Leisure, Venture Publishing Inc., State
College, PA
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benessere. I cambiamenti radicali verificatisi nella società sono i seguenti: si è
assistito ad un incremento dei redditi medi e della percentuale di reddito
dedicati a consumi di tipo voluttuario; le innovazioni tecnologiche che hanno
consentito la crescita della produttività nelle imprese; la diffusione di sistemi
di produzione flessibile e la riduzione degli orari di lavoro; la
destrutturazione delle attività produttive, con conseguente sviluppo del
settore terziario avanzato; la crescente flessibilità ed eterogenità degli orari di
lavoro e delle attività produttive; l’aumento dei nuclei familiari composti da
un solo individuo, l’urbanizzazione, l’allungamento della speranza di vita; la
diffusione di nuove tecnologie informatiche e lo sviluppo del ruolo dei mass
media, che facilitano le comunicazioni e l’accesso alle informazioni; la
motorizzazione privata che ha favorito gli spostamenti; la necessità di relax e
divertimento, motivata dai ritmi di vita stressanti delle società occidentali. Si
assiste, quindi, a un aumento del tempo dedicato al divertimento, al relax, al
benessere, all’autorealizzazione. Si parla di una rivoluzione silenziosa che ha
portato all’affermazioni dei valori del post‐materialismo: una minore
attenzione alla sicurezza e prosperità materiale in favore dello sviluppo
dell’individuo. La moltiplicazione e la diversificazione delle attività di loisir
(conosciuto anche come leisure) e la crescente domanda a esse destinate hanno
generato un consumo di beni e servizi per il soddisfacimento dei bisogni
collegati allo svago in modo tale da determinare lo sviluppo del divertimento
di massa e la nascita di una industria del tempo libero (entertainment
industry). Possiamo quindi affermare che i consumi legati al loisir si sono
evoluti passando da spese voluttuarie e di élite a consumi di prima necessità o
meglio ancora a diritto sociale: questa trasformazione è avvenuta da quando
si è affermata la cosiddetta fun morality (ovvero a partire da dopo la Seconda
Guerra Mondiale), che sostiene una concezione positiva ed edonistica del
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tempo libero, inteso sia come momento dedicato alla soddisfazione personale
sia come tempo disponibile per il consumo. Oggi le attività per il tempo libero
sono caratterizzate da connotazioni di natura sociale molto precise, essendo
queste un insieme di svaghi volti all’autorealizzazione, al benessere
individuale e alla socializzazione, attraverso la ricerca del piacere, del relax e
del divertimento: valori che nella società occidentale non possiedono più una
immagine negativa. Il loisir comprende attività caratterizzate dall’assenza di
fini di lucro e di qualunque forma di utilitarismo e di necessità, non dettate
da ideologie e credo religiosi e legate al divertimento individuale o di
gruppo, al piacere estetico, alla creatività. Il loisir è caratterizzato dalla finalità
dell’autorealizzazione e dalla libera scelta, intesa come autogestione dei
tempi individuali, e quindi come discrezionalità nella soddisfazione dei
bisogni psico‐fisici dell’individuo.
Secondo il video artista Nam June Paik ʺnon è rimasto più niente da comprareʺ:
il vecchio paradigma industriale dellʹeconomia di scala è stato sostituito dalla
nascita delle economie di scopo. Pertanto il prezzo di un prodotto non è più
giustificato dal suo valore tangibile: il vero valore che acquistiamo è
intangibile. Anche Rifkin, in un noto saggio
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, sostiene il passaggio da un’
economia di produzione a un nuovo capitalismo basato sulla cultura del
consumatore: lʹetà post‐moderna è infatti caratterizzata non più dalle risorse e
dal tangibile, bensì dallʹintangibile, dalla mercificazione del tempo, delle
esperienze e della cultura. Il postmodernismo ha portato cambiamenti epocali
che non possono essere trascurati nelle decisioni strategiche che riguardano la
comunicazione aziendale e il marketing. Innanzitutto si afferma il simbolismo
alla base dellʹesperienza umana, quindi le immagini sostituiscono gli oggetti e
la realtà si arricchisce di una dimensione simbolica nuova. Ogni aspetto della
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RIFKIN J. (2000), Lʹera dellʹaccesso. La rivoluzione della new economy, A. Mondadori Editore, Milano
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vita reale può essere poi inteso come un testo narrativo che può essere letto,
interpretato e scomposto a seconda delle esigenze del lettore, e non
dellʹautore
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; non è da trascurare inoltre la frammentazione di ogni aspetto
della vita quotidiana e di ogni esperienza dellʹindividuo. Infine viene meno la
distinzione tra produzione e consumo, aspetti che sono elevati allo stesso
livello: la produzione diventa un processo senza fine poiché allʹatto del
consumo si producono contemporaneamente simboli, significati e immagini.
In questo scenario radicalmente modificato, la comunicazione assume un
ruolo sempre più strategico allʹinterno delle organizzazioni: la sfida, infatti,
consiste nel trovare nuovi media che permettano di rispondere al bisogno di
esperienza di un consumatore fortemente critico e allo stesso tempo di
veicolare i valori aziendali e unʹimmagine dell’organizzazione, del prodotto e
del brand veritiera e corretta. Il marketing si basa quindi sempre più
sullʹaffermazione di valori di marca e simboli: questo significa che i prodotti
possono essere considerati come possibili partecipazioni a eventi e possono
essere sfruttati come elementi aggregativi. Il prodotto rappresenta
unʹimmagine: il crescente desiderio di esperienza ha portato alla creazione di
una vera e propria industria dellʹesperienza che, tramite la culturalizzazione e
spettacolarizzazione della merce, restituisce al pubblico porzioni simboliche
riguardanti valori e identità aziendale. Il consumo, quindi, diventa
esperienza: questo è possibile grazie ad un riavvicinamento di società, cultura
e mercato.
All’interno dello scenario del post‐modernismo si sviluppa la tendenza al
trading up, ossia quel fenomeno per il quale i consumatori di fascia media
sono disposti a pagare un bene o un servizio con un premium price, poiché il
prodotto appartiene alla categoria del neo‐lusso. Il prodotto superpremium
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BROWN S. (1993), “Postmodern Marketing?”, in European Journal of Marketing, 4, 1993, p.22
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accessibile presenta, rispetto ad altri beni della stessa categoria, un prezzo
superiore ma accessibile in termini assoluti. Questi beni sono caratterizzati da
maggior qualità, raffinatezza e attrattiva rispetto ai beni proposti dai
concorrenti; inoltre riescono a coinvolgere emotivamente i consumatori,
proponendo benefici funzionali e tecnici. Si è sviluppato un modello che
implementa la strategia ottimale per il leader del neo lusso, e che comprende
diversi step: quanti più passaggi l’azienda sarà in grado di realizzare, tanto
maggiore sarà la sua posizione di leader. Il modello si compone dei seguenti
passaggi:
1. Non sottovalutare mai il consumatore: i consumatori possiedono maggior
disponibilità finanziaria, sono istruiti e sofisticati. Essi si ritengono
informati ed esperti circa le categorie di beni che desiderano: inoltre
apprezzano una tradizione che fa leva sulla qualità unita a
innovazione tecnologica e autenticità emotiva. I consumatori inoltre
valutano i beni e determinano il loro rapporto qualità‐prezzo e la
compatibilità tra il prezzo, il loro potere d’acquisto e i loro bisogni
emotivi. Il processo di acquisto si concluderà con esito positivo se, a
fronte di un prezzo elevato, il prodotto sarà in grado di apportare reali
benefici emotivi e razionali.
2. Rivoluzionare la curva di domanda prezzo‐volume: le aziende che fanno
parte del neo lusso sono in grado di perseguire risultati di crescita
anche posizionandosi al di fuori della curva di domanda. Questo
avviene poiché l’azienda è in grado di creare un mercato per il
prodotto che preveda volumi elevati abbinati a prezzi alti.
3. Creare una scala di benefici reali: il prodotto deve apportare una scala di
benefici diversi rispetto a quelli proposti dai concorrenti, sul piano sia
tecnico sia funzionale sia emotivo. Il prodotto deve funzionare
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innanzitutto dal punto di vista tecnico, dimostrando di distinguersi a
livello competitivo nei materiali, nella lavorazione, nelle tecnologie
utilizzate. In seguito, il prodotto deve avere un rendimento funzionale
che permetta alle qualità tecniche di tradursi in differenze reali di
rendimento. Infine l’ultimo livello di benefici riguarda la sfera
emotiva. Il beneficio più grande per gli acquirenti che si lasciano
guidare dall’emotività si misura sul grado di risposta ai bisogni che il
prodotto è in grado di dare. Gli innovatori del neo lusso, se desiderano
posizionarsi in modo realmente efficace, devono comprendere il
comportamento dei consumatori, i bisogni e i desideri più nascosti,
anche quelli che il consumatore non è in grado di esprimere. Il bene
deve anche offrire dei vantaggi particolari a livello di funzionalità, in
relazione con l’emozione che desidera evocare; è inoltre necessaria una
piattaforma tecnica che dia autenticità e credibilità alle affermazioni
sulla funzionalità dei prodotti. Se il prodotto offerto apporta l’intera
scala di benefici, i consumatori apprezzeranno gli aspetti tecnici e
funzionali e si faranno coinvolgere dal brand emotivamente. Le
tecniche di ricerca di mercato tradizionali‐come ad esempio il testing
di prodotto classico‐non sono in grado di evidenziare il legame tra
emozione, beneficio funzionale, beneficio tecnico. Pertanto sia nella
ricerca che nella comunicazione è necessario che l’azienda utilizzi
metodologie alternative basate su rapporti face‐to‐face, interviste
personalizzate per ogni cliente, customizzazione della comunicazione,
ricerca di relazioni durature.
4. Intensificare l’innovazione, innalzare la qualità e garantire un’esperienza
impeccabile: in un mercato ricco di opportunità e allo stesso tempo
instabile come quello del neo lusso i vantaggi tecnici e funzionali