Capitolo primo
Paragrafo 1
Origini della Enron Corporation
Enron Corp. nasceva nel 1985, nel pieno dell’ondata di fusioni e
acquisizioni di aziende che movimentava il mercato dei capitali a
Wall Street.
La crescita dimensionale mediante acquisizioni era vissuta, in quegli
anni, come una condizione di esistenza per le imprese, quelle più
piccole con una minore capitalizzazione di borsa e dotate di minori
capacità finanziarie si trovavano nella posizione più debole,
costituendo un possibile target per le imprese di maggiori dimensioni
e finanziariamente più potenti. Proprio dalla fusione fra due società,
l’InterNorth Inc. e la Houston Natural Gas iniziava la storia della
Enron. L’InterNorth Inc. era una società di gas naturale con sede a
Omaha, in Nebraska. Costituita nel lontano 1930 con l’apporto di
capitale di tre società, e cioè la North American Light & Power
Company, l’United Light & Railways Company e la Lone Star Gas
Corporation, aveva originariamente assunto il nome di Northern.
Erano quelli gli anni immediatamente successivi alla grande crisi del
1929 in cui poteva apparire poco propizio avviare nuove società. E
forse, con il senno di poi, queste lontane origini nel pieno della
grande crisi avrebbero costituito per l’Enron un oscuro presagio. In
principio le cose andavano bene, la Northern faceva registrare un
buon andamento delle vendite, poiché agli occhi dei consumatori il
gas naturale era economico e poco inquinante rispetto ad altri
combustibili alternativi come il carbone, diffusamente impiegati nella
prima metà del Novecento.
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La crescita dei consumi negli Stati Uniti faceva da traino al fatturato
che continuava nel tempo a crescere. Avendo raggiunto dimensioni
ragguardevoli era quotata a Wall Street nel 1947, conservando il
nome di Northern fino al 1980, quando assumeva quello di
InterNorth Inc. Quando poi i consumi si stabilizzarono, la
crescita
dimensionale fu perseguita acquisendo alcune società di minori
dimensioni. Nei primi anni Ottanta, l’InterNorth era divenuta una delle
principali società del settore nel panorama statunitense, tra i suoi
assets p i ù p r e z i o s i , p o t e v a v a n t a r e l ’ i m p o r t a n t e g a s d o t t o d e l
Northern Natural Gas, che, partendo dal Texas, si estendeva lungo
tutti i territori orientali, fino a raggiungere i grandi laghi del Nord
America in Canada.
La Houston Natural Gas all’inizio degli anni Ottanta era più piccola
dell’InterNorth, era una fra le tante imprese operanti nel settore con
una rete di gasdotti concentrata nel solo stato del Texas, proprio per
le sue ridotte dimensioni divenne ben presto oggetto dell’attenzione
del management di altre imprese del settore.
Così nel 1984 la Coastal Corp. lanciava un’offerta pubblica di
acquisto con un tentativo di scalata ostile per impadronirsi della
società. Non senza sforzi, la Houston Natural Gas riuscì a
respingere l’assalto. In quello stesso anno, Kenneth Lay era
nominato Chief Executive Officer (CEO) dell’Houston Natural Gas.
Era un momento cruciale, il destino della Houston Natural Gas prima
e della Enron poi, si sarebbe indissolubilmente legato a questo
personaggio controverso. La Enron nei suoi anni migliori si sarebbe
imposta non solo per lo spirito vincente e le invenzioni strategiche,
ma anche per l’arroganza dei suoi manager, e, fra questi, Kenneth
Lay. In origine il personaggio aveva poco del tipico uomo d’affari
americano.
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La sua carriera sembrava ormai avviata definitivamente verso il
tranquillo e tranquillo percorso dello studioso. Aveva, infatti,
completato i suoi studi in economia politica e poi, dopo aver
conseguito il dottorato presso l’Università di Houston, era divenuto
assistant professore di economia presso la George Washington
University. Tutt’altro destino si stava invece preparando per lui e,
purtroppo, per le vicende personali di tanti americani. Insediatosi alla
guida della società, realizzò subito due importanti acquisizioni, la
Transwestern Pipeline e la Florida Gas Transmission, per un totale di
circa 1,2 milioni di dollari. Con queste operazioni la Houston Natural
Gas pur aumentando il proprio indebitamento, riusciva a estendere
la propria rete di gasdotti ben oltre i confini del Texas, attraverso i
territori statunitensi, dalla Florida alla California, divenendo così una
delle principali società del settore.
Erano le stesse turbolenze dei mercati finanziari di quegli anni,
animati da frequenti scalate ostili, a spingere i CEO delle società
quotate a realizzare nuove acquisizioni, per accrescere la propria
dimensione e rendersi così più difficilmente scalabili. Kenneth Lay
non si sarebbe certo lasciato sfuggire l’opportunità di perseguire le
proprie ambiziose mire espansionistiche. L’anno successivo era
ancora in prima linea nel gestire l’operazione che avrebbe portato
alla fusione della Houston Natural Gas con l’InterNorth, un affare da
2,6 milioni di dollari. In realtà, secondo le cronache del tempo, era
l’InterNorth ad acquisire la Houston Natural Gas, ma l’operazione
veniva fatta passare come una fusione. Samuel Segnar, già
presidente e CEO di InterNorth avrebbe guidato la nuova società.
Restò tuttavia in carica solo un anno nel 1986, Kenneth Lay lo
scalzava dalla sua leadership, assumendo la posizione di CEO del
Gruppo. Nei fatti, l’operazione aveva più di una ragione economica, Il
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tipo di attività ad alta intensità di capitale ed elevati costi fissi,
consentiva di realizzare forti economie di scala e l’acquisizione di
altre società consentiva di raggiungere tale obiettivo velocemente.
Inoltre le reti di gasdotto della Houston Natural Gas e dell’Inter North
erano complementari, l’integrazione delle due strutture dava luogo a
un’unica estesa rete per il trasporto del gas che, partendo dal sud
degli Stati Uniti, raggiungeva le pianure centrali, attraversando il
paese per una lunghezza complessiva di oltre 60.000 chilometri. La
fusione ebbe una certa risonanza presso gli investitori e gli operatori
del settore, nasceva una nuova grande società con un fatturato
complessivo di 10 miliardi di dollari e una capitalizzazione di borsa di
circa tre miliardi di dollari, momentaneamente denominata HNG/
InterNorth. Un anno dopo nel 1986, stava per assumere il nome
definitivo di Enteron, quando i vertici della società lo sostituirono
frettolosamente con quello alternativo di Enron. Poco prima
dell’annuncio ufficiale, venne fuori che il termine Enteron h a , i n
medicina, il significato di «intestini». La società di consulenza che lo
aveva inventato fu immediatamente chiamata a proporre, in pochi
giorni, una valida alternativa. I consulenti non trovarono di meglio
che tagliare via la seconda sillaba, creando il Nuovo nome di Enron.
Gli anni immediatamente successivi alla fondazione furono anni
difficili, nel 1985 le attività detenute in Perù erano nazionalizzate
dallo Stato, e la società, espropriata della propria partecipazione
nella Belco Petroleum. Corp. faceva registrare una perdita di 218
milioni di dollari. Inoltre un audace speculatore di borsa di nome
Irwin Jacobs, che aveva acquisito una quota del capitale
dell’InterNorth prima della fusione, avanzava ora una minaccia di
scalata ostile. Per salvare la società, e anche la propria personale
posizione di potere, Kenneth Lay non esitò ad attingere al fondo
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pensione dei dipendenti della società. Quell’ingente somma di 230
milioni di dollari non fu sufficiente per riacquistare le azioni di Irwin
Jacob, e così ricorse all’indebitamento e anche all’aiuto di un
personaggio decisamente particolare, di nome Milliken. Con
l’invenzione del mercato degli junk bonds, costui si era guadagnato
fama e notorietà nel mondo degli affari, qualche anno dopo sarebbe
salito nuovamente alla ribalta ma per ben altri motivi, alcune
irregolarità gli sarebbero costate la prigione. Queste azioni di
Kenneth Lay, volte a proteggere la società erano forse un po’
aggressive, al limite del lecito e dell’etica, ma rientravano
probabilmente nella norma dei comportamenti prevalenti in quegli
anni turbolenti a Wall Street. Sovente, gli sforzi dei CEO volti a
salvare la società dalle scalate ostili e a proteggere gli azionisti, non
si distinguevano chiaramente dai propri interessi privati e dal
tentativo di salvaguardare potere personale e retribuzione. Le
conseguenze del pesante indebitamento accumulato dalla Enron
non tardarono a farsi sentire, tanto che le società di rating nel 1988
ridussero la valutazione del debito della società al livello Bbb. Per far
fronte alla situazione Kenneth Lay decise di percorrere l’unica strada
possibile, la cessione di attività non-core e il mantenimento e la
razionalizzazione di quelle fondamentali collegate al business del
gas reperendo così la liquidità necessaria per fronteggiare la critica
posizione debitoria della società. Nonostante queste prime difficoltà,
Kenneth Lay era animato dalle più ardite ambizioni di espansione.
Trasformare Enron nella più grande impresa di gasdotti del Nord
America, era questa la sua visione l’idea guida che orientava le
scelte di sviluppo della società nei primi anni dopo la fondazione. Alla
fine degli anni Ottanta il portafoglio di business comprendeva le
attività di esplorazione, produzione immagazzinamento e
distribuzione di gas naturale. Enron era presente anche nel business
dell’elettricità e dei prodotti petroliferi, sebbene in misura marginale,
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a livello geografico le attività fossero concentrate essenzialmente
negli Stati Uniti. Nel 1989 era una società primaria nel settore, con
un fatturato pari a 9,8 miliardi di dollari e una capitalizzazione di
mercato pari a 2,9 miliardi di dollari.
Paragrafo 2
L’ascesa di Kenneth Lay
Kenneth Lay nasce nel 1942 nel Missouri in una cittadina di medie
dimensioni da una famiglia di umili origini. In età adolescenziale si
trasferisce a Columbia dove frequenta l’Università del Missouri e nel
frattempo svolge piccoli lavori per mantenersi agli studi. Nel 1964 si
laurea a pieni voti in economia decidendo di rimanere un paio di anni
nel mondo accademico in veste di ricercatore. L’attività si finisce
l’anno successivo, quando è assunto come economista nell’ufficio
studi di Humble Oil, un’impresa petrolifera di Houston che da lì a
qualche anno sarebbe diventata la celebre Exxon Company, uno dei
più importanti gruppi energetici al mondo. Nel 1968, con la guerra
del Vietnam Kenneth Lay decide di arruolarsi nella Marina Militare
dove nel giro di pochi mesi è assegnato all'ufficio del Pentagono, che
si occupa della gestione dei trasferimenti pubblici per la difesa. Vi
rimane per circa tre anni, gestendo i rapporti con il Congresso e
compiendo numerosi viaggi per visitare le basi americane dislocate
nei paesi alleati. In questo periodo ha anche il tempo di preparare
uno studio sulle politiche di razionalizzazione delle spese militari, che
è addirittura presentato al Congresso e gli consente, di conseguire il
titolo di PhD all’Università di Houston. Nel 1971 lascia la carriera
militare e trova impiego come economista presso la Federal Power
Commission, potente Authority per la regolamentazione dei settori
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dell’Oil & Gas che sarà riorganizzata e rinominata Federal Energy
Regulatory Commission (FERC) nel 1978. La nuova posizione gli
permette di stringere relazioni con un mondo imprenditoriale e
manageriale fatto di potenti in grado di influenzare anche le politiche
del governo americano. Il giovane Lay acquista così dimestichezza
con le logiche del potere e partecipa ai lavori preparatori per la
stesura del Naturali Gas Act, che è approvato nel 1978 e scandisce
l’avvio del processo di liberalizzazione nei settori dell’energia negli
Stati Uniti. Nel 1973 lascia la FERC per essere assunto alla Florida
Gas Trans mission Company come responsabile del Corporate
Development. I l s u o m a n d a t o è p r o g e t t a r e n u o v e i n i z i a t i v e
imprenditoriali per rivitalizzare il business dell’impresa che è
concentrato unicamente nel trasporto di gas. Quando Florida Gas
Transmission viene acquisita da Continental Group, riesce a
compiere un importante salto di carriera diventando CEO di
Continental Resources, una partecipata del nuovo azionista. In breve
tempo, riceve una nuova promozione che lo porta a sedersi sulla
poltrona di vicepresidente esecutivo dell’intero Gruppo. Una carriera
rapida all’interno di un mondo ancora controllato dalla vecchia
guardia, ancora attiva. Nel 1981 si dimette dalla Continental e si
trasferisce alla Transco, una pipeline company operante nell’area di
New York e del New Jersey, dove lo attende la poltrona di Chief
Operating Officer (COO). Gli vengono attribuite maggiori
responsabilità di gestione operativa, ma non per questo perde il suo
interesse verso i temi dell’innovazione e dello sviluppo di nuovi
business. Sotto la leadership di Lay, la Transco si guadagna la
reputazione di operatore innovativo nella filiera del gas.
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Per esempio, lo stesso Lay promuove la Creazione di uno dei primi
consorzi per lo scambio di eccedenze di gas tra pipeline companies,
operanti in aree geografiche tra loro non attigue, creando a un
rudimentale mercato spot per l’intermediazione di gas. Nel 1984 la
Houston Natural Gas lo contatta per offrirgli la poltrona di CEO, dopo
aver rischiato di perdere la propria autonomia a causa di
un’operazione ostile di takeover orchestrata dalla Coastal, bloccata
proprio grazie al provvidenziale supporto della Transco guidata da
Lay, il cavaliere bianco che annuncia di lanciare una seconda offerta
pubblica di acquisto amichevole per bloccare la prima di tipo ostile.
Un gesto di cortesia che non è scevro da interessi. Lay si fa
apprezzare dai rappresentanti degli investitori istituzionali nel
consiglio di amministrazione della Houston Natural Gas che lo
propongono così alla carica di CEO, vedendo in lui un manager più
aggressivo e dinamico del precedente. L’arrivo di Lay alla Houston
Natural Gas coincide con una drastica revisione della strategia
dell’impresa all’insegna di un principio fondamentale, crescere per
non diventare preda di altre operazioni di concentrazione o di
spericolati finanzieri alla ricerca di facili guadagni. Si decide pertanto
di acquisire velocemente realtà industriali di piccole dimensioni,
come Florida Gas e Transwestern Pipeline, due gas companies
operanti rispettivamente in Florida e in California. Operazioni che
consentono di rendere i tentativi di scalata più onerosi, ma
contemporaneamente di rafforzare la posizione competitiva
complessiva sfruttando i benefici derivanti da un ambito geografico di
azione più ampio, che permette di conseguire maggiori economie di
scala nelle attività di approvvigionamento, ed economie di rete nelle
attività di gestione
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delle infrastrutture. Il 1985 è però segnato dall’annuncio da parte di
InterNorth, principale Gruppo americano nella gestione di gasdotti, di
un’offerta pubblica di acquisto sulle azioni di Houston Natural Gas.
Qualcuno crede che il nuovo corso di Lay sia già giunto al termine,
ma non è così. La preda, in realtà, è il cacciatore,
Kenneth Lay
sostiene pubblicamente la buona riuscita dell’operazione finanziaria
affermando che essa è favorevole agli azionisti di Houston Natural
Gas, ma contemporaneamente negozia con i rappresentanti della
proprietà e il top management dell’InterNorth una nuova posizione di
prestigio nel nascente Gruppo. La sua forza contrattuale è elevata
perché InterNorth desidera ostacolare, attraverso il perfezionamento
di un’operazione di acquisizione, il tentativo di scalata ostile
intrapreso da un certo Irwin Jacobs, un pericoloso finanziere
americano di quel tempo. L’acquisizione si qualifica pertanto come
una mossa difensiva, tanto efficace quanto più velocemente viene
conclusa. Un obiettivo che può essere raggiunto solo con il prezioso
appoggio di Lay che da abile e spregiudicato negoziatore sfrutta la
situazione a suo favore, per garantirsi un nuovo ruolo e maggior
potere. Nel luglio del 1985 l’operazione si finisce e Lay viene
inizialmente confermato nella posizione di CEO di Houston Natural
Gas, fin tanto che nel 1986 non viene nominato CEO della
capogruppo. Con rapidità fonde InterNorth e Houston Natural Gas in
un’unica realtà, alla quale assegna il nome di Enron, per marcare la
rottura rispetto al passato e segnare l’inizio della sua leadership. Dal
1986 in poi Lay mantiene un ruolo centrale e predominante nel
governo strategico di Enron, promuove e avalla le differenti iniziative
d’internazionalizzazione e diversificazione, si dedica alla gestione del
network di relazioni istituzionali con il mondo della pubblica ammini
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