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Premessa
Oggetto del presente elaborato è il Social Media Marketing e, ad un livello precedente,
le caratteristiche e le potenzialità dei Social Media a disposizione delle aziende. I Social
Media (o Media sociali) sono infatti un insieme di tecnologie, servizi e applicazioni
web-based che rendono possibile, in modo intuitivo ed economico, la comunicazione
interattiva, la collaborazione, la creazione e la condivisione di contenuti nonché la
formazione di comunità virtuali. Le ragioni di interesse che hanno indotto il candidato
ad approfondire questa recente branca della materia (quale è il Social Media Marketing)
sono da ricercare proprio nel fatto che l’affermazione degli strumenti e delle risorse che
più caratterizzano l’attuale fase del World Wide Web, ovvero gli stessi Social Media,
portano a compimento un processo di democratizzazione della Rete e, al tempo stesso,
di empowerment del consumatore internauta, il quale non è più soltanto mero fruitore
dei contenuti forniti dall’azienda ma genera egli stesso contenuti (user-generated
content) e partecipa al processo di co-costruzione del brand e di valore economico. Per
questo motivo quando si parla di Social Media Marketing ci si riferisce al tentativo,
posto in essere dall’azienda, di ottenere visibilità (in termini di traffico web) attraverso
l’uso dei Media sociali per rispondere ai nuovi bisogni di socializzazione e di
condivisione e ai rinnovati comportamenti di acquisto manifestati dalla domanda.
Diverso dal Social Media Marketing ma, secondo il candidato, altrettanto interessante, è
il Social Commerce, il quale prevede anch’esso la valorizzazione degli strumenti del
Web di seconda generazione ma, a differenza del primo, con il fine esplicito di sfruttare
tali innovative piattaforme per sostenere l’andamento delle vendite.
Nel primo capitolo si affronta il ruolo delle ICT (Information and Communication
Technologies) e della Rete e, in particolare, come quest’ultima abbia influenzato i
tradizionali assunti di Marketing, il concetto di mercato e le dinamiche della
concorrenza. Si propone inoltre un approfondimento sulla misurazione delle
performance di Marketing online e sul rapporto fra gli utenti e il mondo del Web.
Il secondo capitolo si focalizza invece sulla nozione di Web 2.0 e sugli strumenti che lo
caratterizzano maggiormente, ovvero i Social media; vengono quindi illustrati i concetti
di Social Media Marketing e Social Commerce. Nel medesimo capitolo viene proposto
un approfondimento sul Mobile Marketing e sulla relazione che lo lega ai Social media.
Nel terzo capitolo, infine, quale parte empirica dell’elaborato, vengono analizzate tre
iniziative che sono state in grado di creare brand engagement tramite Twitter e che, per
tale motivo, sono considerate dalla letteratura dei casi pionieristici.
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Capitolo I: Il Marketing dopo l’avvento della Rete
1.1. L’impatto della Rete sul Marketing e sul concetto di mercato
L’importanza delle nuove tecnologie di informazione e comunicazione, note con
l’acronimo ICT (Information and Communication Technologies), oltre ad essere stata
ormai da tempo palesemente appurata, viene esaltata dal fatto che la soddisfazione del
cliente, costrutto centrale del marketing concept, assume maggiore enfasi quanto più
aumenta la complessità ambientale e si manifestano dinamiche di ipercompetizione nel
contesto economico di riferimento per l’impresa. Da questo punto di vista, l’ambiente
virtuale generato dalla Rete alimenta sensibilmente la complessità dei processi
competitivi e aumenta ulteriormente le problematiche di customer satisfaction, al centro
della teoria di marketing. Le ICT risultano essere, dunque, tecnologie che rendono
particolarmente critico l’orientamento al mercato (Prandelli e Verona, 2006)
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, perché
favoriscono l’emersione di prodotti a base informativa e comunicativa, di concorrenza
intersettoriale, di nuovi comportamenti di acquisto e di fonti di vantaggio competitivo
resource-based (Figura 1.1).
Figura 1.1: La criticità della soddisfazione del cliente in rete.
Fonte: nostro adattamento da Busacca (1994).
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Consideriamo, ai fini espositivi, soddisfazione del cliente e orientamento al mercato quali sinonimi,
nonostante la letteratura abbia confermato una differenza concettuale essendo la prima una sottocategoria
del secondo.
Prodotti a base informativa e
comunicativa
Comportamenti di acquisto
online
Criticità della customer
satisfaction
Nuova competizione e
concorrenza intersettoriale
Vantaggio competitivo
resource-based
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Per quanto concerne i prodotti a base informativa e comunicativa si intende evidenziare
come l’ambiente virtuale prodotto dalla Rete consenta, oggi, di affiancare ai beni e
servizi abitualmente offerti una notevole dose di contenuto informativo e di opportunità
di interazione tra l’impresa e il mercato di riferimento. In altre parole si accresce la
complessità del prodotto ceduto e aumenta l’importanza della comprensione degli
effettivi bisogni dei clienti target serviti, che in genere si rivolgono ad uno specifico sito
per ottenere specifiche informazioni. Inoltre i prodotti dotati di una forte valenza
immateriale (quali i prodotti basati sulla comunicazione e, più in generale, i servizi), che
per loro natura sono già fondamentalmente a base informativa, possono essere trasferiti
in modo più completo favorendo processi di interazione con la domanda che,
potenzialmente, ne accrescono il valore e ne facilitano la vendita. Nell’ambiente digitale
si passa, infatti, dalla word of mouth alla word of mouse (Reichheld e Schefter, 2000) ed
è quindi più semplice il trasferimento degli effetti di soddisfazione su altri consumatori
tramite il passaparola (online).
In secondo luogo, la natura informativa e interattiva delle ICT accresce le dinamiche di
competizione intersettoriale e porta alla nascita di nuovi business models per soddisfare
i bisogni emergenti. Questo comporta un aumento della pressione competitiva e la
configurazione della customer satisfaction quale costrutto centrale per la creazione di
valore. Ciò è confermato dal fenomeno della proliferazione, nel mercato legato al
mondo di Internet, di nuove imprese in grado di soddisfare online i bisogni tipici del
mercato che non sono (o lo sono solo in parte) soddisfatti dalle imprese esistenti. Tali
aziende competono con quelle che offrono beni e servizi sul mercato tradizionale
accentuando, in questo modo, lo stato di competizione del contesto economico. Ma la
concorrenza tra imprese aumenta anche perché il mercato online favorisce, attraverso
l’estensione del business, processi di sviluppo imprenditoriale che portano alla
convergenza intersettoriale. La Rete creata attraverso le ICT è infatti un mondo
informativo, non una realtà con le tipiche frizioni legate a beni e servizi, e per questo
mostra molteplici opzioni relative alle opportunità di estensione della marca. In altri
termini, mentre nei mercati offline la brand extension è vincolata dalle associazioni
rispetto ai prodotti cui la marca è originariamente apposta, dal punto di vista associativo
il mondo online è frictionless in quanto è un contesto squisitamente informativo
(Busacca e Verona, 2000).
Ulteriore elemento critico dell’orientamento al mercato è rappresentato dal mutamento
nel comportamento di acquisto della domanda indotto dal nuovo medium impiegato. La
Rete consente infatti all’informazione di diventare ubiqua e a basso costo, rendendo
particolarmente agevole la raccolta, l’elaborazione e la comunicazione di informazioni.
La Rete è, inoltre, accessibile a tutti, quindi anche ai clienti i quali possono parlare con
altri clienti, ricercare i prodotti desiderati e reperire informazioni su una qualsivoglia
impresa. D’altronde, come affermano Sawhney e Kotler (2001), Internet (e oggi le ICT)
è per antonomasia lo strumento che rende possibile la realizzazione della “democrazia
informativa”, favorendo cosi un processo di customer emporwement: dal lato della
domanda riduce le asimmetrie informative, mentre dal lato dell’offerta obbliga le
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imprese ad affinare il proprio orientamento al mercato. Da questo punto di vista va
rilevato anche come la domanda, che durante l’epoca fordista ha subìto il
comportamento opportunistico delle imprese, possa ora esercitare nuove forme di potere
ed essere essa stessa opportunista nei suoi comportamenti di acquisto (Prandelli e
Verona, 2001). In altre parole, come sostenuto da Reichheld e Schefter (2000), la
virtualità generata da Internet pone ogni concorrente a un click di distanza dagli altri e
mette quindi a rischio la naturale predisposizione dei clienti alla fedeltà.
Un quarto ed ultimo elemento del quale la Rete favorirebbe l’emersione si ricollega alle
fonti di vantaggio competitivo che devono essere attivate online, o resource-based.
L’accresciuta complessità ambientale prodotta dalle ICT induce, infatti, a superare
l’enfasi posta fino ad ora sul cosiddetto paradigma Struttura-Condotta-Performance e
accentua, invece, l’importanza delle risorse d’impresa per affermare la posizione
competitiva sul mercato. Tra le risorse più rilevanti spiccano quelle che consentono
all’impresa di ampliare il proprio orientamento al mercato, ossia le risorse di fiducia e le
competenze market-driving. In particolar modo le prime, che si basano, infatti, sugli
schemi cognitivi di clienti soddisfatti e devono essere costantemente alimentate
attraverso comportamenti trust-based, anche perché in Rete la fedeltà del cliente è ancor
più rarefatta. L’importanza della customer satisfaction nell’ambiente virtuale è
dimostrata anche da evidenze empiriche relative all’impatto positivo del ruolo della
fiducia prodotto dalla Rete. Reichheld e Schefter (2000) mostrano, ad esempio, come i
classici princìpi dell’economia della fedeltà funzionino perfettamente sul Web:
studiando l’e-commerce nei settori legati alla rivendita di prodotti di elettronica di
consumo, libri, grocery e abbigliamento, hanno riscontrato come la redditività derivante
dalla customer retention dipenda da una relazione di lunga durata. In particolare, dai
dati ottenuti emerge come l’acquisizione di un cliente sul Web (in tali settori) comporti
un costo superiore a quello nel mercato ‘calce e mattoni’ ma, allo stesso tempo, produca
più benefici nel tempo, grazie al word of mouse e a un volume di transazioni operate dal
cliente mediamente superiore. Tutto ciò si traduce in un reddito crescente negli anni,
che deve essere coltivato in maniera oculata tramite la customer loyalty.
Se, come abbiamo visto, i princìpi di fondo del marketing non subirebbero mutamenti
nei contesti digitali aperti e basati sulla Rete, ma semplicemente si potenzierebbero, lo
stesso sembra non potersi affermare per il marketing management in Rete rispetto a
quello tradizionale. In sostanza le ICT, ubique, interattive e dinamiche, finirebbero per
incidere sui tre momenti fondamentali del marketing management, ossia analisi,
strategia e implementazione, e sulle singole attività in cui si compongono. In
particolare, è possibile evidenziare alcuni dei mutamenti (Figura 1.2) che la Rete pone
agli elementi applicativi del marketing secondo i ricercatori della Wharton School of
Management (Wind e Mahajan, 2001).
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1. Colpire i "segments of
one" e creare "comunità
virtuali" di clienti
2. Progettare il
posizionamento guidato
dal cliente
3. Espandere il ruolo
della marca nel
portafoglio
4. Far leva sui clienti
attraverso la
personalizzazione
5. Utilizzare pricing
creativo
6. Creare una
distribuzione "ovunque e
in qualsiasi momento"
7. Riprogettare la
comunicazione
8. Reinventare le
ricerche di marketing e
usare la sperimentazione
9. Ridisegnare il
processo strategico e
supportare l'architettura
organizzativa
Fig. 1.2: Il cambiamento del marketing management in Rete: i suggerimenti della
Wharton School of management.
Fonte: nostro adattamento da Wind e Mahajan (2001).
Gli autori ritengono, anzitutto, che la strategia dell’impresa orientata al mercato subisca
un potenziamento poiché grazie alle nuove tecnologie diverrebbe possibile puntare alla
micronizzazione del mercato fino a giungere a dei segmenti composti da un singolo
consumatore (punto 1 della Figura 1.2), letteralmente in grado di “guidare” un’offerta
che è sempre più posizionata sui suoi bisogni, desideri e preferenze (punto 2) e che,
potendo essere personalizzata, riesce a conformarsi perfettamente ai suoi specifici gusti
(punto 4). L’orientamento al mercato riceverebbe, dunque, un notevole impulso alla
creazione di un’offerta che è totalmente sovrapposta alla domanda e che può essere
estesa sotto l’ombrello del marchio aziendale, visto il ruolo fondamentale della fiducia
attribuita dal cliente alle relazioni Web-based con l’azienda (punto 3); offerta che
presenta anche profonde implicazioni dal punto di vista dell’architettura organizzativa
che si intende costruire intorno ad essa (punto 9). Tale impostazione strategica è poi
realizzabile da un punto di vista operativo attraverso tutte le tradizionali leve di
marketing management. Ad esempio, il cliente può sensibilizzare l’impresa sulle proprie
preferenze in termini di pricing, nel senso che può specificare le opzioni di prezzo
desiderate per ottenere un valore ritenuto equo nella transazione (punto 5). Similmente,
l’impresa diviene potenzialmente raggiungibile da chiunque, data la caratteristica di
ubiquità della Rete (punto 6). Essa permette inoltre di instaurare una varietà di relazioni
comunicative, la cui ricchezza consente di stimolare sistematicamente l’attenzione del
cliente (punto 7). Il Web, infine, potenzia la capacità di intelligence dell’impresa sia
sotto il profilo metodologico, perché permette di migliorare le ricerche di mercato
offline e renderle attive anche online, sia dal punto di vista del contenuto, in quanto le
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consente di verificare continuamente la coerenza dell’offerta con le effettive esigenze
del mercato servito (punto 8).
Molto vicino alle suddette idee si pone il contributo dei ricercatori della Kellogg School
of Management, i quali hanno coniato i termini reverse marketing (Sawhney e Kotler,
2001) e collaborative marketing (Sawhney, 2002) al fine di evidenziare il cambiamento
che ha investito il marketing management a seguito dell’avvento della Rete. La
tecnologia digitale e interattiva su cui poggia la Rete consente, infatti, a parità di
concetti e princìpi, di creare modelli di marketing gestiti direttamente dai consumatori.
Il cliente ovviamente rimane l’epicentro della strategia dell’impresa ma, a differenza
delle precedenti tecnologie che non ne permettevano il coinvolgimento nella definizione
dell’offerta, la Rete consente al cliente stesso di impostare uno specifico “sistema di
prodotto” e di richiederlo con tali caratteristiche all’azienda disposta a realizzarlo
(logica reverse), oppure di cooperare con modalità iterative con l’impresa e con altri
clienti nella sua messa a punto (logica collaborative). Ciò comporta la configurazione di
modelli di marketing più complessi ma anche più completi rispetto al passato e
l’evoluzione, utilizzando la metafora di Sawhney e Kotler (2001: 392), da parte dei
manager che si occupano di marketing, da cacciatori finalizzati a catturare il
consumatore (considerato alla stregua di una preda) a dei giardinieri che coltivano la
relazione con il mercato come un organismo vegetale che si sviluppa in modo
simbiotico all’interno di un complesso ecosistema.
L’affermazione delle nuove tecnologie delle informazione, le ICT, ha avuto un notevole
impatto anche sulla stessa nozione di mercato che, nella tradizionale teoria economica,
risulta nettamente separato dal processo di creazione di valore (Kotler, 2002). Ciò
sottintende che impresa e consumatore hanno sempre rivestito ruoli distinti,
rispettivamente di produzione e di consumo. Tuttavia una serie di elementi di
discontinuità quali la possibilità di connettersi in Rete everywhere ed everytime, la
globalizzazione, la deregolamentazione di interi settori e la convergenza tecnologica e
settoriale hanno profondamente inciso sullo status quo di quel tradizionale sistema di
creazione di valore. Internet, in particolare, ha modificato il ruolo del consumatore, che
è passato da isolato ad associato, da ignaro a informato, da passivo ad attivo (Prahalad e
Ramaswamy, 2004: 2) e così, empowered, vuole oggi interagire con l’impresa e co-
creare valore. Ed è in questo modo che si viene a ridefinire lo stesso concetto di
mercato: da ‘locus’ di scambio, dove un’impresa commercializza beni e servizi con i
consumatori, a ‘locus’ di co-creazione e co-estrazione di valore. Si ha, in altri termini, il
passaggio da una nozione di mercato inteso come target obiettivo di una specifica
offerta a una visione fondata sull’interazione e la convergenza tra ruoli tradizionalmente
ben distinti tra loro. Muta, in conclusione, la tipica visione globale Company-Centric,
facendo assurgere impresa e consumatori a collaboratori e concorrenti, e più in
particolare collaboratori nella creazione di valore e competitors nell’estrazione di valore
economico (Prahalad e Ramaswamy, 2004: 11).