Grande Fratello ti sta guardando”. Tali onniveggenza e
onniscienza sono alla base del suo potere supportato da un
apparato di Polizia che gli consente di terrorizzare le persone,
di condizionare le loro menti attraverso una impotenza indotta
e di costringerle a vivere nei rigidi schemi comportamentali
imposti dal Partito. Ogni libera espressione del pensiero è
proibita con la morte. Schermi televisivi costantemente accesi
trasmettono all’infinito messaggi di propaganda inneggianti ai
programmi del governo inducendo nelle persone emozioni di
rabbia ed odio verso i nemici dello Stato. La massa è sgravata
dall’onere del pensare; essa non pensa, si conforma e
contribuisce al mantenimento dello status quo.
Walter Cronkite, nella sua prefazione al libro
nell’edizione del 1984 pubblicata dal New American Library,
scrive come Orwell focalizzi il suo racconto sul “potere, su
come esso viene acquisito e mantenuto, su come coloro che lo
detengono o cercano di acquisirlo, sono disposti a sacrificare
qualsiasi cosa in suo nome”.
Il libro ci fornisce la chiave: lo scopo del controllo è il
potere.
In questi anni la finzione cinematografia ci ha regalato
numerose pellicole in cui il mito del Grande Fratello viene fatto
riecheggiare nelle nostre menti veicolato da una serie di
strumenti tecnologicamente avanzati i quali, posti nelle mani
delle agenzie governative, gli consentono di controllare le
persone, ascoltandone le conversazioni con cimici o parabole
sensibilissime, monitorandone i movimenti con telecamere o
via satellite, conoscendone gusti ed aspetti privati grazie alla
violazione dei computer o allo spionaggio in Internet.
“Enemy of the State”, uscito nelle sale nel 1999, è il
film che più di ogni altro ha dipinto un quadro della situazione
completo e molto fedele a quelle che ai nostri giorni
sembrerebbero essere le capacità del Grande Fratello,
facendoci riflettere sull’attuale ruolo della tecnologia
nell’ambito delle tecniche di sorveglianza.
Sino alla fine degli anni '60 le attività di spionaggio
condotte con strumenti tecnologicamente avanzati erano molto
costose ed in prevalenza ci si avvaleva di individui che
pedinavano a distanza i target durante i loro spostamenti.
Quella che veniva chiamata sorveglianza elettronica in realtà
era strettamente legata all’impiego di forza lavoro umana: la
polizia della Germania dell'Est ad esempio si avvaleva di
500.000 informatori segreti, 10.000 dei quali erano impiegati
soltanto per ascoltare e trascrivere a mano le conversazioni
telefoniche dei cittadini che venivano intercettate. Tutti i
materiali e le informazioni così raccolti erano classificati ed
archiviati manualmente, con enormi difficoltà nei casi in cui
fosse necessario effettuare controlli rapidi ed incrociati tra i
vari dati.
Con l’avvento degli anni '80 la tecnologia compì
enormi passi avanti nell’ambito dell’ingegneria, delle
telecomunicazioni e dell’informatica introducendo nuove
conoscenze e scoperte da cui trasse beneficio anche il settore
dello spionaggio che se ne avvalse per sviluppare nuovi
dispositivi elettronici in grado di procedere automaticamente
all’intercettazione delle telecomunicazioni. Delle nuove
tecnologie d’avanguardia beneficiarono soprattutto gli Stati
Uniti che, alla fine della Guerra Fredda, poterono contare su
finanziamenti reindirizzati dal governo verso la ristrutturazione
delle agenzie di difesa e di intelligence che allo stesso tempo
vennero focalizzate verso nuovi obiettivi.
Le attività di raccolta di informazioni a fini di
spionaggio sono da sempre state divise in varie categorie a
seconda delle fonti e delle metodologie impiegate:
Humint (Human Intelligence) è la sigla che
contraddistingue ancor oggi l’utilizzo di spie ed informatori;
Imint (Imagery Intelligence) il cui scopo è catturare
l’immagine di specifici obiettivi utilizzando strumenti
fotografici miniaturizzati o satellitari, sensori a raggi infrarossi,
laser o elettro-ottici;
Osint, (Open Sources Intelligence) riguarda
l’elaborazione di quei dati reperibili attraverso le cosiddette
“fonti aperte” disponibili al pubblico;
Sigint (Signal Intelligence) è la sigla utilizzata per
indicare la raccolta di informazioni effettuata mediante l’analisi
di segnali elettromagnetici emessi da paesi, enti o
organizzazioni di cui si vogliono carpire i segreti.
Il Sigint a sua volta è distinto in Elint (Electronic
Intelligence), la cui attività è quella di intercettare segnali che
non necessariamente veicolano una qualche forma di
comunicazione (ad esempio i segnali radar), e Comint
(Communications Intelligence) la sigla che definisce quelle
attività volte ad analizzare le comunicazione mediate attraverso
le onde radio, le microonde, i cavi coassiali sottomarini e i
satelliti, al fine di ottenere informazioni di rilievo.
Dato l’enorme sviluppo delle telecomunicazioni
verificatosi negli ultimi decenni della nostra storia, le attività
definite “Comint” hanno avuto un ruolo sempre più importante
nel panorama dell’intercettazione delle comunicazioni
divenendone protagoniste, sebbene la vera rivoluzione sia
rappresentata dall’introduzione di nuovi sistemi informatici che
hanno aperto strade fino a poco tempo fa inimmaginabili
nell’ambito della manipolazione delle informazioni.
Grazie ai progressi tecnologici oggi è infatti possibile
immagazzinare enormi quantità di dati in periferiche
piccolissime e procedere alla loro analisi e catalogazione in
modo del tutto automatico, con la possibilità di effettuare
ricerche incrociate, precisissime e in tempo reale sfruttando le
connessioni tra i database e i sistemi di intelligenza artificiale.
Questa nuova attività viene denominata appunto “Data-
veillance”, termine che nasce dalla fusione tra la parola
“database” e “sorveglianza” (surveillance).
Comint e Data-veillance sono figlie della tecnologia e
protagoniste del nostro tempo: il loro impiego spazia dai
sistemi di intercettazione globale, alle tecniche adottate dalle
agenzie governative per tenere sotto controllo le comunicazioni
private, alle direzioni di marketing delle aziende che le
utilizzano per analizzare gli orientamenti dei consumatori.
E qualunque altra applicazione esse possano ispirare,
questa non può liberarsi della loro natura che inevitabilmente le
conduce ad intromettersi nella privacy del cittadino.
E neppure ci conforta rivolgere lo sguardo laddove il
progresso tecnologico ha introdotto strumenti e servizi in grado
di migliorare la qualità della vita dell’uomo, poiché anche là
esiste un rovescio della medaglia: molti di questi infatti
possono essere utilizzati come spiragli aperti sulla vita privata
delle persone conducendo sempre più la società verso una
politica dei controlli.
Le pagine che seguono, attraverso una vasta panoramica
sui sistemi di intercettazione e di sorveglianza globali e locali,
si propongono di evidenziare che quanto ipotizzato da Orwell
in “1984” non è più soltanto fantascienza, poiché stiamo
vivendo in un’era in cui la tecnologia con il suo potenziale
tecnico/informatico è già in grado di controllare e condizionare
le masse e di minacciare le libertà individuali.
I
SISTEMI DI INTERCETTAZIONE GLOBALE
1. ECHELON
La presenza di un sistema di intercettazione globale fu
denunciata la prima volta alla fine degli anni '70 da un gruppo
di ricercatori inglesi tra cui il giornalista investigativo Duncan
Campbell, che ne parlò per la prima volta in un articolo
intitolato “Big Brother is listening” pubblicato dal New
Statesman di Londra nel 1981.
Nel corso degli anni vennero raccolti sempre più indizi
a riguardo, sebbene a scatenare l’interesse dei media
sull’argomento contribuì, parecchio tempo dopo, nel 1996, la
pubblicazione di un libro intitolato “Secret Power”, in cui
l’autore Nicky Hager, cita numerose testimonianze raccolte
intervistando circa 50 persone coinvolte nei servizi segreti, che
lavoravano o avevano lavorato per la più grande agenzia di
intelligence della Nuova Zelanda, la Government
Communications Security Bureau (GCSB). Quest’ultima
avrebbe fatto parte di un patto sancito nel 1948 e denominato
UKUSA Strategy Agreement, cui aderirono, la National
Security Agency Statunitense, il Government Communications
Headquarters (GCHQ) Britannico, la Communications Security
Establishment (CSE) Canadese, ed il Defense Signals
Directorate (DSD) Australiano. In base agli accordi, gli Stati
membri avrebbero cooperato per sviluppare un sistema di
spionaggio globale progettato dall’NSA il cui nome in codice
sarebbe stato inizialmente “Progetto P-415” poi cambiato in
Echelon1.
Sebbene il Grande Orecchio concepito dalle nazioni del
patto UKUSA , la cui esistenza non è mai stata confermata
ufficialmente da nessuna delle potenze interessate, fosse nato
con l’obiettivo di intercettare le comunicazioni dell’Unione
1
Echelon: la parola deriva dal francese antico eschelon, a sua volta dal tardo latino
scala, da cui scalino, ma anche reticolato a gradinata, scaglione, e infine "gruppo di
unità singole non allineate". Che sarebbero, secondo fonti non ufficiali, le intelligence
di Stati Uniti, Gran Bretagna, Canada, Australia e Nuova Zelanda.
delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, dalle interviste
raccolte in “Secret Power” emerge che, con la fine della Guerra
Fredda, sarebbe stato utilizzato per spiare obiettivi non
specificatamente militari, puntando al controllo delle attività
governative, delle aziende, delle organizzazioni e dei singoli
individui, praticamente in ogni parte del mondo.
In breve, il sistema opererebbe una intercettazione
indiscriminata su tutte le forme di comunicazione (telefono,
fax, telex, messaggi di posta elettronica) che viaggiano nella
rete mondiale, separando le informazioni interessanti da quelle
di nessun valore, attraverso un particolare sistema di filtraggio
computerizzato. Il progetto di intercettazione ha la struttura di
un network e sarebbe composto da numerose basi dislocate in
tutto il mondo e connesse tra di loro.
1.1 Intercettazione dei satelliti Intelsat
Oggi i satelliti svolgono una funzione essenziale nello
smistamento delle telecomunicazioni mondiali. La più grande
costellazione di satelliti utilizzata a tal scopo è controllata
dall’Intelsat (International Telecommunications Satellite
Organisation).
Per garantire lo scambio di dati permanente, da punto a
punto, utile per il broadcasting, i satelliti per le
telecomunicazioni sono posizionati in un’orbita geostazionaria
all’altezza dell’equatore, tale per cui, allo sguardo di un
osservatore terrestre, il satellite mantiene la medesima
posizione nel cielo (stand still satellite o satellite
geostazionario).
Il primo satellite geostazionario Intelsat fu lanciato nel
1967. La tecnologia satellitare si sviluppò così rapidamente che
la quarta generazione di satelliti Intelsat, introdotta nel 1974,
gestiva fino a 4000 telefonate simultanee ed era in grado di
ricevere contemporaneamente tutta la gamma di forme di
comunicazione (telefono, fax, telex, televisione, e dati). Oggi
sono in orbita circa 25 satelliti Intelsat, giunti all’ottava
generazione, che riescono a supportare simultaneamente sino a
90.000 telefonate.
Echelon intercetterebbe le telecomunicazioni satellitari
Intelsat, utilizzando delle antenne situate in cinque grandi basi
appartenenti a ciascuna nazione del patto UKUSA, dislocate in
diverse parti del mondo, ognuna delle quali si occupa della
copertura di una particolare area del cielo, sfruttando le
caratteristiche geostazionarie dei satelliti.
La maggior parte di esse sono posizionate a circa
100km dalle legittime stazioni internazionali che controllano a
terra i satelliti e ne smistano le telecomunicazioni; in questo
modo, essendo collocate nel cono d’ombra dove i segnali
trasmessi dai satelliti sono più potenti, le basi UKUSA
semplificano il loro compito di intercettazione.
Attiva dagli anni ’70, subito dopo il lancio degli Intelsat
4, la base che controlla l'intero traffico satellitare europeo è
situata in Inghilterra, a Morwenstow, una località a 115 km a
est di Exeter, sulle scogliere della Cornovaglia.
I satelliti che smistano le comunicazioni sul Pacifico
sarebbero invece controllati dalla base statunitense di Yakima,
un poligono di tiro, situato nel deserto del Canyon, nello stato
di Washington, 200 km a sud-ovest di Seattle. Originariamente
ospitava 2 antenne di enormi dimensioni, poi passate a cinque,
nel 1995. Si ipotizza che due delle nuove antenne, vista la loro
inclinazione verso l’oriente, intercettino i satelliti posizionati
sull’Atlantico, che smistano il traffico verso il nord ed il sud
America.
Morwenstow e Yakima, sembra siano state le uniche
basi utilizzate per l’intercettazione satellitare durante gli anni
‘70. Ma con l’entrata nel successivo decennio e l’introduzione
di una nuova generazione di satelliti, sarebbero state necessarie
nuove strutture di spionaggio.
I nuovi Intelsat serie 4A e 5, riuscivano infatti a
trasmettere molto al di fuori della loro precedente zona di
copertura, spaziando verso l’emisfero est ed ovest rispetto al
Pacifico. La base di Yakima quindi non sarebbe stata più in
grado di intercettare i segnali satellitari più estremi, motivo per
cui nacquero almeno due nuove stazioni per assicurare il
mantenimento della copertura globale. Il primo dei due nuovi
siti scelti, fu quello di Sugar Grove, posizionato tra le foreste
del South Fork Valley, a circa 250 km a sud ovest di
Washington DC.
Questa base era nata negli anni ’50 in seguito ad un
progetto mal riuscito di spionaggio sulle comunicazioni radio
Russe denominato Moonpenny. In essa vennero costruite
nuove antenne dai 10 ai 45 metri di diametro e numerosi edifici
privi di finestre, costruzioni peraltro familiari in tutte le basi di
cui stiamo parlando. Operativa nell’ambito di Echelon a partire
dagli anni ’80 sembra che ad essa competa il compito di
intercettare le trasmissioni satellitari sul nord ed il sud
America.
La quarta base che completa il quadro di intercettazione
globale negli anni ’80 fu costruita su un’isola presso la Stenley
Bay (Hong Kong) dal GCHQ alla fine degli anni ’70. Le sue
antenne per la ricezione satellitare, puntavano verso gli Intelsat
del Pacifico e quelli dell’Oceano Indiano. La stazione ebbe vita
breve e fu smantellata per motivi sconosciuti nel 1994.