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INTRODUZIONE
Il presente lavoro parte da una riflessione professionale sulle modalità
con cui un servizio per la prima infanzia possa attuare un buon progetto di
sostegno alla genitorialità.
Il primo capitolo parte da una panoramica dei cambiamenti sociali che
hanno interessato la donna e la famiglia e dai nuovi equilibri che ne sono
scaturiti; si è cercato di comprendere come si crea la nuova identità di genitori
nelle coppie del XXI secolo, quali sono i nuovi ruoli genitoriali alla luce del
maggiore impegno della donna nell’attività lavorativa extradomestica e della
nuova consapevolezza genitoriale dei padri, della nuova organizzazione delle
famiglie nucleari che spesso non possono godere del sostegno della famiglia
allargata di un tempo. Il tutto fondato su una nuova consapevolezza dei
neogenitori che giungono a questo traguardo con tempi e modalità
completamente differenti rispetto al passato e con aspettative e richieste sociali
a cui rispondere ben più alte.
Nel secondo capitolo si evidenzia che, se da un lato vi è la capacità e la
possibilità di essere genitori più informati e più consapevoli, dall’altro c’è una
maggiore insicurezza, una maggiore richiesta di appoggio e rassicurazione da
parte di persone che si considerano esperti e, quindi, degni di essere ascoltati più
delle eventuali risorse familiari.
E’ qui che il lavoro educativo diventa più importante e deve essere
sostenuto da basi teoriche solide che portano ad una professionalità più attenta
alle esigenze delle famiglie. Individuare i bisogni e le aspettative e valorizzare
insieme le risorse a disposizione dei genitori diventa fondamentale per chi opera
all’interno delle strutture che realizzano interventi a favore delle famiglie. Per
prendersi cura dei bambini bisogna prendersi cura delle famiglie, promuovere e
sostenere i genitori significa dare al bambino una base più solida per crescere.
Ma sarebbe presuntuoso pensare di poter fare tutto da soli: bisogna avvalersi del
gruppo quale mezzo privilegiato per l’empowerment familiare. E’ infatti
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attraverso lo scambio di esperienze all’interno del gruppo di genitori che spesso
si trovano le risposte alle molte domande sulle modalità di relazione e sulla
quotidianità spesso difficile.
Nel terzo capitolo, infatti, si affronta il tema della conduzione di un
gruppo, che ha bisogno di una metodologia ben precisa, di percorsi ben
strutturati ed organizzati basati sui principi della comunicazione assertiva e su
quelli della pedagogia da cui scaturiscono strategie pratiche. A questo si deve
aggiungere la necessità di lavorare in rete, cioè collaborare con gli altri servizi
territoriali, ognuno dei quali ha una funzione ben precisa e complementare, per
dare maggiore supporto alla famiglia.
Nel quarto capitolo si fa una ricognizione dei servizi pubblici presenti sul
territorio e sulle loro finalità. In particolare si descrive la politica della famiglia
nella Regione Veneto considerando tutte le strutture previste dalle normative
regionali.
Le modalità di intervento nel sostegno alla genitorialità nei servizi per la
prima infanzia sono illustrate nel quinto capitolo. In particolare si sottolinea
l’importanza della partecipazione dei genitori all’interno degli stessi e quali basi
teoriche hanno portato a questa consapevolezza da parte di chi ha un ruolo
educativo. Nella fattispecie, i servizi per la prima infanzia, pur differenziandosi
per tipologia, orari ed organizzazione, possono sostenere la famiglia allo stesso
modo e con gli stessi obiettivi.
L’ultimo capitolo è dedicato all’esposizione di un’ esperienza
professionale in un micro nido, alle modalità con cui la struttura attua il sostegno
alla genitorialità e come esse siano cambiate nel corso dell’esperienza stessa,
adeguandosi alle richieste, esplicite ed implicite, dei genitori.
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CAPITOLO 1 – LA FAMIGLIA NEL XXI SECOLO
1.1 – TRASFORMAZIONI CULTURALI E NUOVI ASSETTI FAMILIARI
La struttura del nucleo familiare in Italia negli ultimi decenni è profondamente
cambiata. Dalla famiglia patriarcale allargata dei secoli scorsi si è arrivati alla famiglia
nucleare, con al massimo due figli, in cui entrambi i genitori sono impegnati
nell’attività lavorativa a tempo pieno. L’età media dei genitori è più alta perché più
elevato è il titolo di studio da loro conseguito e maggiore è il tempo dedicato a
costruire la propria carriera professionale. La decisione di avere un figlio è spesso
molto ponderata e programmata perché maggiore è la consapevolezza delle
responsabilità che derivano dal divenire genitori. A questo si aggiunga il fatto che
spesso il nucleo familiare si è stabilito lontano dalle famiglie di origine e che, quindi,
non ha il sostegno dei nonni. Oltre alla famiglia nucleare si aggiungono altre forme
familiari come le convivenze, i nuclei monogenitoriali e le famiglie ricostituite, che
ampliano la gamma di modalità della vita all’interno delle famiglie stesse.
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In aggiunta
al cambiamento relativo alla struttura familiare sono cambiati i rapporti genitori – figli:
c’è più attenzione agli affetti e all’organizzazione del tempo individuale che scandisce
quello della famiglia. La vita familiare diventa sempre più complessa, la famiglia
assomiglia sempre meno ad un’istituzione e sempre più a un gruppo sociale focalizzato
sugli affetti ma che ha delegato molte delle sue funzioni educative e assistenziali a
strutture esterne ad esso (servizi socio educativi, scuola, ecc.).
Nonostante l’andamento del cambiamento delle strutture e organizzazioni
familiari sia tendenzialmente quello appena descritto, esistono delle differenze, anche
sostanziali, tra le diverse regioni in materia di politiche sociali per la famiglia. In alcune
sono maggiori i servizi destinati alla prima infanzia e alla famiglia, in altre realtà la
politica “si ferma al livello dei “buoni propositi”[…]; ciò ci restituisce l’immagine di una
1
Milani P.(a cura di), Manuale di educazione familiare. Ricerca, intervento, formazione. Trento, Erickson,
2001, pp. 60-79
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nazione frammentata e differenziata anche sul versante della geografia delle
famiglie.“
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Nell’arco degli ultimi cinquant’anni, dunque, la famiglia ha subìto dei
cambiamenti sostanziali, ha dovuto fronteggiare nuove sfide legate ai cambiamenti
della società avvenuti dalla fine della seconda guerra mondiale in avanti che hanno
introdotto la donna nel mondo del lavoro, emancipandola e dandole un nuovo ruolo
anche all’interno della famiglia.
Ciò ha cambiato la cultura delle relazioni interpersonali facendo divenire la
famiglia un luogo di negoziazione, di flessibilità, di contingenza, di condivisione delle
regole per vivere sotto lo stesso tetto.
1.1.1 Come è cambiato il ciclo di vita familiare
I ritmi di vita sempre più intensi evidenziano le fragilità e le incertezze della
famiglia ma la rendono anche il luogo di innovazione socio-culturale per eccellenza. La
famiglia negli ultimi decenni è divenuta ”plurale”, cioè sono nate diverse forme
familiari in conseguenza del fatto che si è data sempre maggiore importanza alla
soggettività delle persone, riducendo i diritti della famiglia come entità a se stante. Un
altro cambiamento è dato dalla modificazione dei legami sociali, che si riorganizzano
continuamente, portando ad una conseguente rinegoziazione di quelli familiari a
seconda degli obiettivi personali da raggiungere.
I cambiamenti di struttura della famiglia, dimostrano che la qualità di vita
familiare è decisiva per il benessere di ogni persona, che trova in essa la base sicura e il
luogo in cui rifugiarsi dalle continue richieste della società.
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Anche il ciclo di vita familiare è cambiato. Ci si sposa sempre più tardi e dopo
tempi molto lunghi di decisione o dopo una lunga convivenza; il numero delle persone
che sceglie il matrimonio è in diminuzione perché sono cambiate le aspettative
rispetto a questa istituzione. E’ in aumento il numero dei giovani che, non trovando
un’occupazione stabile, continuano a vivere con i genitori anche da adulti oppure
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Di Nicola P., Famiglia:sostantivo plurale. Amarsi, crescere e vivere nelle famiglie del terzo millennio.
Milano, Franco Angeli, 2008, p. 15
3
Milani P.(a cura di), Manuale di educazione familiare. Ricerca, intervento, formazione. Cit., pp. 60-79
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perché ritengono che “metter su casa” farebbe crollare il loro livello di benessere. Il
rapporto tra uomo e donna e la contrattazione dei ruoli allunga i tempi decisionali.
Dopo il matrimonio (o la decisione di convivere) inizia il cammino della coppia,
non privo di difficoltà pratiche legate alla quotidianità che devono essere risolte con
capacità di mediazione e che spesso la coglie impreparata. La vita familiare, infatti,
non scorre mai in modo uniforme ma è attraversata da transizioni innescate da eventi
che incidono sulla sua storia e che richiedono di trovare nuove modalità di
funzionamento attraverso la ridefinizione dei ruoli e dei compiti di ogni membro della
famiglia. Alcuni di questi eventi sono denominati “normativi”, ossia sono attesi e
prevedibili (es. la nascita di un figlio, l’ingresso a scuola, ecc.), altri sono “non
normativi” cioè imprevedibili e inattesi (es. perdita del lavoro, separazione, ecc.) e
hanno un maggiore impatto sugli equilibri familiari, causando una disorganizzazione
che a volte la famiglia non è in grado di gestire. Ogni evento, indipendentemente dalla
sua valenza positiva o negativa, ha sempre in sé un aspetto di perdita e superarlo
implica una certa quota di dolore. Il periodo di cambiamento che ne deriva può far
emergere delle strategie adeguate di funzionamento oppure possono causare una
sorta di paralisi che deve essere affrontata e superata con notevole sforzo. In ogni caso
il cambiamento rappresenta il motore del dinamismo familiare e un induttore di
sviluppo.
La transizione alla genitorialità è un evento cruciale nella vita individuale e
coniugale in quanto rende più visibile il legame tra i partner e dà origine al legame
genitoriale che è per sua natura perenne. I neo genitori devono fare spazio al nuovo
arrivato e assumersi la responsabilità della sua crescita: questo porta a negoziare tra
loro i compiti di cura e ridefinire la relazione di coppia includendovi la dimensione
genitoriale.
Oltre alle macro transizioni appena citate, gli equilibri familiari possono essere
messi a dura prova da piccoli eventi critici quotidiani e soprattutto dal loro accumulo