4
INTRODUZIONE
Il tema della Public Utilities, per le sue implicazioni sociali, economiche,
competitive e di sviluppo, interessa in misura prevalente le nuove generazioni
proprio perché esso è alla radice del benessere degli anni a venire, oggi
certamente messo a repentaglio dalle dinamiche nazionali e globali.
La visione complessiva del settore dei servizi pubblici è andato consolidandosi
negli anni grazie ad un intenso e continuativo lavoro di ricerca teorica ed
empirica svolto da studiosi ed esperti.
Si tratta di settori di grande rilievo, che comprende ad esempio il comparto
elettrico, idrico, gas, ambiente, rifiuti, i trasporti pubblici, molto rilevanti per il
loro impatto sociale che economico: il progresso di una nazione può essere
largamente valutato da come questi sono organizzati e sviluppati.
La prospettiva economica – gestionale è spesso non adeguatamente valorizzata
in settori ove prevalgono ottiche giuridiche o politiche, così come la
prospettiva giuridica, propensa a dare ordine alla materia, si è rivelata spesso
incapace di agevolare soluzioni e incapace di produrre servizi con adeguati
livelli di efficienza ed economia. Ad esempio, il tema idrico ha assunto un
rilievo politico generale di massimo livello. Affermazioni come “l’acqua è di
tutti” sono state alla base di battaglie politiche: i Referendum abrogativi del
giugno 2011 sono serviti a tutto tranne che a risolvere i veri problemi che
affliggono il comparto
1
. Ora ci si attende che la stessa Autorità d’Ambito
Territoriale con il coinvolgimento di tutte le parti interessate, giunga
finalmente alla definizione di un nuovo metodo tariffario. Deve essere in grado
di disciplinare la metodologia e i criteri di calcolo delle tariffe idriche, dando
applicazione all’esito referendario e sulla base di criteri trasparenti che
chiariscano le ragioni che giustificano gli incrementi tariffari stabilendo
1
B. ANTONIOLI, Introduzione alle Public Utilities, B. ANTONIOLI (a cura di),
in Introduzione alla economia e gestione delle Public Utilities, Agici Publishing,
Milano, 2011
5
parametri che consentano di determinare un rapporto ottimale tra i costi e la
qualità del servizio erogato ai cittadini
2
.
Uno dei temi fondamentali su cui il dibattito è a tutt’oggi molto acceso nel
nostro Paese concerne la forma di gestione del servizio e in particolare se
questo debba essere svolto da soggetti pubblici o privati, ovvero se sia
opportuno, nell’interesse delle popolazioni, che l’affidamento debba avvenire a
seguito di una gara aperta al più elevato numero di concorrenti o
semplicemente in house providing
3
, tramite un affidamento operato
dall’Amministrazione Pubblica ad un soggetto da essa controllato.
Nella gestione dei servizi pubblici, l’Italia sembra suddivisa in due parti. In
vaste zone del Paese sembra impossibile che l’erogazione dei servizi pubblici
possa avvenire in modo efficiente, a causa di una eccessiva ingerenza del
sistema politico, o per la presenza di organizzazioni malavitose, o per
assunzioni clientelari, procedure farraginose che ostacolano ogni vero e serio
progresso. In questo contesto, molti invocano la privatizzazione proprio per
sottrarre i servizi alla morsa letale di un sistema politico incapace di orientare
tale attività nelle giuste direttrici.
In altre parti del Paese, invece, pur non essendo del tutto assenti logiche
deteriori, i servizi erogati soddisfano egregiamente. In questo secondo contesto,
vi è una diffusa opposizione alle logiche di privatizzazione, proprio perché i
livelli decorosi di fornitura del servizio legittimano logiche di gestione in mano
pubblica, con affidamenti diretti e senza gara. In questo caso, però, si presenta
il tema del come a chi e per quanto tempo affidare il servizio.
Un ampio numero di studiosi sostiene la centralità della gara come unico modo
per raggiungere l’obbiettivo della massimizzazione del benessere complessivo,
in quanto l’idea che la mano invisibile del mercato e della concorrenza siano di
per sé garanti della migliore prestazione.
2
Indagine Federconsumatori sulle tariffe dell’acqua, Quanto pagano i cittadini per il
servizio idrico integrato, STAFFETTA QUOTIDIANA, 28 aprile 2012, n. 82
3
Art. 23 bis del Decreto legislativo. 112/2008 (convertito nella legge 133/2008) :La
deroga alle procedure competitive ad evidenza pubblica è rappresenta dall’in house
che, tuttavia, può essere utilizzata solo eccezionalmente a causa di peculiari
caratteristiche economiche, sociali, ambientali o geomorfologiche del contesto
territoriale di riferimento, le quali non avrebbero potuto consentire “un efficace e utile
ricorso al mercato”.
6
Ovviamente, il tema è molto più ampio ed articolato di quanto fino a qui detto,
ma preme evidenziare fin da subito la sua rilevanza.
La presenza di un’Authority indipendente che indirizzi nell’interesse della
collettività l’operare delle aziende e che sanzioni con veri poteri i
comportamenti incoerenti costituisce una soluzione che si è dimostrata valida
sia in Italia che in altri paesi europei e non.
Per essere “pubbliche” le politiche devono caratterizzarsi in qualche modo,
indicare una linea di condotta volta a conseguire determinati scopi.
Secondo la visione prevalente, una politica è pubblica quando è rivolta a
dirimere problemi collettivamente percepiti e per i quali si ritiene corretto
attribuirne la soluzione alla “mano invisibile” piuttosto che alla diretta
interazione tra privati, ma il confine tra interno ed esterno di una politica è
mobile
4
.
La fisionomia del pubblico dipende dalla consapevolezza delle possibili
conseguenze, da giudizi normativi rispetto alle conseguenze che necessitano di
controllo, da chi viene ritenuto coinvolto. Le scelte pubbliche fondate sul
consenso formalizzato delle parti interessate, che possono essere talvolta solo
enti pubblici o talvolta anche soggetti privati, assumono in questa visione la
trattazione di veri e propri contratti per la regolazione di settori della vita
sociale, come ad esempio la tutela dell’ambiente, la politica del territorio e
delle infrastrutture e la cooperazione tra enti locali per la fornitura di un
servizio
5
.
Queste politiche pubbliche rispondono alla frammentazione delle istituzioni e
alla crescente incertezza delle scelte pubbliche. In passato, l’azione
amministrativa si basava sul presupposto dell’autorità, ossia sull’idea che la
pubblica amministrazione fosse l’unica depositaria dell’interesse generale e che
proprio per questo avesse il diritto – dovere di farlo valere nei confronti di
tutti
6
. Oggi, invece, in un numero crescente di casi, l’amministrazione tende a
4
L. PELLIZZONI, Politiche pubbliche e nuove forme di partecipazione, in
Partecipazione e conflitto, n. 0,2008.
5
A. GILARDONI, (a cura di), in Introduzione alla economia e gestione delle Public
Utilities, Agici Publishing, Milano, 2011
6
AA.VV “A PIÙ VOCI: Amministrazioni pubbliche, imprese, associazioni e cittadini
nei processi decisionali inclusivi; ESI, Cantieri PA, 2004.
7
svolgere un ruolo diverso: di stimolo, sollecitazione, regia o coordinamento.
Non si presenta più come un’autorità indiscussa, ma piuttosto come un partner
fra altri partner. La scelta di aprire un tavolo, ossia di imboccare un processo
decisionale inclusivo, è talvolta compiuta volontariamente e informalmente da
un amministratore pubblico che ritiene utile allargare la platea dei decisori e
responsabilizzarli, mentre talvolta è incoraggiata o addirittura prescritta dalla
legge.
In una fase in cui la complessità dei problemi da affrontare cresce, a fronte di
risorse sempre più scarse, le amministrazioni devono rafforzare le capacità di
elaborare e attuare politiche pubbliche.
Partecipare significa essere parte e prendere parte, e la partecipazione può
essere distinta da altre forme di comportamento collettivo se questo comporta
autonomia ed intenzionalità. Quando si parla di partecipazione si può far
riferimento alla consultazione, in quanto chi è consultato può incidere sul corso
degli eventi
7
.
L’Unione Europea ha dato un fortissimo impulso in questa direzione: è difficile
trovare un programma comunitario in cui non compaiano, con grande rilievo,
espressioni come partenariato, coinvolgimento del privato, partecipazione
8
.
Il riconoscimento dell’incapacità di qualunque entità politica o tecnica di
gestire in modo centralizzato problematiche intricate induce a promuovere reti
di attori tra i quali ripartire gli oneri della decisione e dell’applicazione. Le
politiche di innovazione perseguite sinora hanno privilegiato gli aspetti
gestionali e organizzativi dell’agire amministrativo.
Le principali tecniche che sono state introdotte (dal controllo di gestione al
management by objectives, al controllo strategico, alla customer satisfaction, al
benchmarking al marketing) hanno avuto la finalità di migliorare le
caratteristiche di produzione dei servizi, rendendoli contemporaneamente più
efficienti e aumentandone la qualità.
7
L. PELLIZZONI, Politiche pubbliche e nuove forme di partecipazione, in
Partecipazione e conflitto, n. 0, 2008.
8
AA.VV “A PIÙ VOCI: Amministrazioni pubbliche, imprese, associazioni e cittadini
nei processi decisionali inclusivi; ESI, Cantieri PA, 2004.
8
I risultati di questi cambiamenti sono stati sicuramente molto importanti,
perché hanno sollecitato le amministrazioni a migliorare le proprie
performance ed a valutare i propri processi produttivi, i propri output, i propri
costi. Per le Public Utilities regolamentate, o che operano in una fase
precedente alla liberalizzazione, la carenza di esperienza di benchmarking non
desta particolari problemi per via del forte controllo esterno a cui le stesse
imprese sono soggette. Al contrario per i comparti di Public utilities reali che
sono stati liberalizzati e lasciati operare sul libero mercato, la mancanza di
analisi comparative promosse dalle stesse imprese non viene effettivamente
colmata da altre forme di controllo, creando problemi in termini di
monitoraggio dell’efficienza aziendale e di trasparenza nei confronti degli altri
operatori del mercato e di tutti gli stakeholders
9
.
L’efficienza della gestione è soddisfatta nella misura in cui i costi di
competenza di ciascun periodo trovano adeguata copertura nei relativi proventi
in grado di ricreare quel flusso di disponibilità che permette l’alimentazione del
processo produttivo
10
.
Tuttavia, la scelta di non rispondere correttamente alle dinamiche del libero
mercato e di risultare purtuttavia scarsamente trasparenti, ha privilegiato solo
uno degli strumenti di attuazione delle politiche pubbliche: la produzione dei
servizi.
Attualmente le amministrazioni realizzano politiche pubbliche non solo
producendo servizi, ma anche attraverso l’emanazione di norme, distribuendo
risorse, modificando le convenienze ed i comportamenti degli attori,
redistribuendo ricchezza.
La dottrina economico-aziendale pone particolare attenzione al profilo
economico, che nell’esperienza quotidiana della pubblica amministrazione si
presenta trasversale a numerosi interventi: dalla produzione di beni e servizi
alla raccolta e al trasferimento di mezzi finanziari a fini perequativi, dal
sostegno alle imprese all’incentivazione di attività di varia natura dove è
9
L. SENN, Le imprese del settore idrico in Italia: una analisi di benchmarking,
Franco Angeli, Milano, 2008
10
C. GIANFELICI, I servizi pubblici locali in outsourcing, Le funzioni di indirizzo e
controllo dei Comuni, Franco Angeli, Milano, 2008
9
possibile ritrovare tutte le caratteristiche attribuibili ad una azienda. La
funzione di compiere scelte collettive costituisce, dunque, il vero tratto
distintivo delle amministrazioni pubbliche che tenderà, tra l’altro, a diventare
sempre più importante
11
.
La questione più rilevante che condiziona le scelte strategiche e i
comportamenti gestionali concerne la regolazione. I settori elettrici (gas ed
elettricità) sono nel nostro Paese ormai da quasi tre lustri regolati da
un’Autorità preposta (AEEG Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas).
L’istituzione di questa Autorità fu resa necessaria per assicurare, pur in regime
concorrenziale, la regolazione delle tariffe
12
e la qualità dei servizi di rilevante
interesse pubblico e come soggetto regolatore nei settori che stavano
attraversando la profonda trasformazione dettata dalla spinta comunitaria
13
.
Molto diversa la situazione dei rifiuti e del settore idrico, dove la regolazione
avviene in modo parzialmente o totalmente inefficace. Recenti provvedimenti
governativi (dicembre 2011) hanno attribuito alla AEEG il compito di regolare
il settore idrico, oltre a quello dei trasporti pubblici, in attesa della creazione di
una autorità preposta.
Anche da un punto di vista gestionale le scelte dipendono dalle scelte del
regolatore fortemente influenzato dai ricavi oltre che dagli alti costi degli
investimenti
14
. Si tratta, infatti, di coniugare i tre lati di un triangolo e cioè:
1. le esigenze di efficienza e di economicità proprie di tutte le realtà
economiche;
2. le istanze delle popolazioni che legittimano la stessa esistenza delle imprese
erogatrici di servizi pubblici e di cui sono i “clienti” finali;
3. le richieste degli organismi politico-amministrativi chiamati ad interpretare
le istanze della popolazione e a indirizzare l’operatività delle imprese.
11
G. BOBBIO, L’espropriazione per utilità pubblica nel recente testo unico, Roma,
Aracne, 2004.
12
La tariffa per il prezzo di vendita del gas al consumo, a titolo di esempio, fissata con
Delibera dell’AEEG n. 237/2000, si componeva, quanto al 31% circa dei costi fissi (trasporto,
distribuzione, stoccaggio e vendita) quanto al 24% circa del costo del gas e quanto al rimanente
45% circa da accise ed imposte.
13
E. GRIPPO, F. MANCA, Manuale breve di diritto dell’energia, CEDAM, Padova,
2008
14
B. ANTONIOLI, La regolazione tariffaria e non tariffaria, in Introduzione alla
economia e gestione delle Public Utilities, Agici Publishing, Milano, 2011
10
In un quadro tendenzialmente stagnante nella Vecchia Europa, contrapposto a
quello tumultuoso dei Paesi in via di sviluppo, assume rilievo la questione
dell’estensione dell’offerta e cioè l’affiancamento ai servizi tradizionalmente
erogati di altri prodotti e prestazioni sinergiche ed integrative che possono
estendere il fatturato e la redditività delle utilities perché fuori dalla
regolazione tariffaria. L’interesse pubblico risulta così quale esito di una
composizione di interessi, piuttosto che di una decisione autoritativa basata su
ragioni universalizzabili.
Privatizzazione, deregulation e globalizzazione riducono le capacità di
controllo sulle imprese, cui viene consegnata la produzione di beni e servizi un
tempo prerogativa dello Stato.
Sviluppo di fonti rinnovabili e delle collegate tecnologie, efficienza e risparmio
energetico, sviluppo della mobilità su mezzi a propulsione elettrica (e-mobility)
sono alcuni dei fattori che influenzano il futuro e le modalità di produzione-
erogazione del servizio, ma le infrastrutture e i servizi che necessitano di
impianti e di reti hanno bisogno di essere finanziati e oggi la crisi della finanza
pubblica, la scarsità di risorse ed anche il crescente fabbisogno impongono la
ricerca di soluzioni alternative
15
.
Sempre con riguardo agli aspetti gestionali, di rilievo sono le tematiche di
marketing e di gestione degli stakeholder, anche attraverso processi di
comunicazione. Si pensi ad esempio alla raccolta differenziata dei rifiuti solidi
urbani, che implica per i cittadini un impegno domestico di separazione degli
stessi, separazione che deve essere tuttavia svolta in modo corretto pena
l’inutilità dello sforzo collettivo.
Risulta naturale che per ottenere un risultato soddisfacente la comunicazione
assuma una valenza essenziale per la stessa efficace esecuzione del servizio, in
quanto l’espansione della conflittualità con gli stakeholder indurrebbe un
numero crescente di imprese a farsi carico delle conseguenze in campo
economico, sociale e ambientale e nello specifico riguarda politiche
15
A. GILARDONI, (a cura di), in Introduzione alla economia e gestione delle public
Utilities, Agici Publishing, Milano, 2011
11
occupazionali, impatti ambientali di prodotti e di processi, rapporti con le
comunità circostanti
16
.
Nessuna regola superiore può, per definizione, essere applicata, in quanto tutto
porta a una riduzione degli spazi pubblici o della loro permeabilità.
È raro che una scelta pubblica di un certo rilievo non implichi il
coinvolgimento di diversi attori, istituzionali e non, soprattutto quando ci si
trova di fronte alla nuova generazione di politiche “integrate”, miranti ad
affrontare simultaneamente diverse facce di un problema che un tempo
sarebbero state gestite separatamente.
Di fronte all’oggettiva complessità del campo decisionale, le amministrazioni
cercano risposte nuove, che i tradizionali paradigmi manageriali stentano ad
offrire.
La logica sarebbe nell’affermazione di una pattuizione, un impegno volto al
futuro ed aperto ad ulteriori soggetti, privo di vincoli specifici, di inclusività e
di mobilità dei confini tra ambiti tematici e sociali a cominciare dalla soglia
pubblico/privato, di un’idea più ampia e sistematica del management delle
Public Utilities
17
, poiché, pur nella loro apparente semplicità, i servizi in esame
comportano attente gestioni, tecnologie avanzate e visioni nel contempo
sistematiche e di dettaglio.
La mia tesi il cui titolo è “Privatizzazione e liberalizzazione dei servizi
pubblici: un’analisi del caso CAFC S.p.A.”, è uno scomponimento, a largo
spettro, del processo di mutamento di alcune aziende del servizio pubblico
italiane. Composta da sei capitoli si struttura nel modo seguente: una prima
parte è incentrata sulla fase storica; la seconda parte normativa
La parte centrale rileva l’evolversi del rapporto utente/consumatore finale ed
ente gestore del servizio. Il terzo punto riprende il titolo della tesi e, nello
specifico, riprende le possibilità, dettate dalla legge e da nuovi metodi di
gestione, per operare nel mercato come un’azienda privata. L’ultimo punto
rileva la questione acqua come risorsa da valorizzare e salvaguardare, fino a
16
M. C DI VITO, Il marketing e la comunicazione nelle aziende pubbliche, in
Introduzione alla economia e gestione delle Public Utilities, Agici Publishing,
Milano, 2011
17
A. GILARDONI, (a cura di), in Introduzione alla economia e gestione delle Public
Utilities, Agici Publishing, Milano, 2011
12
giungere al caso studio di un’azienda friulana che ha saputo da quasi un secolo
crescere mantenendo un rapporto di qualità con questo bene prezioso.
Pertanto, il primo capitolo consiste in una ricostruzione storica delle aziende
municipalizzate in Italia. Tema che ha da sempre appassionato storici e politici
per l’importanza del servizio pubblico non solo per la funzionalità strategica
rispetto ad una politica generale di sviluppo, ma anche per la possibilità del
pericolo di una formazione di monopoli privati. Una lunga riflessione in
riferimento alla gestione del servizio che ha, dagli inizi del secolo scorso,
creato decisioni difficili e contrastanti nella scienza giuridica.
Il secondo capitolo tratta della produzione normativa dal punto di vista
dell’ordinamento comunitario, nazionale e regionale. La qualificazione che ne
nasce e cioè “ servizi di pubblica utilità”, “servizi pubblici essenziali” fanno
parte di valori condivisi da tutte le società europee e hanno l’obiettivo comune
di migliorare la qualità di vita di tutti i cittadini, assegnando pertanto allo Stato
il ruolo di garante, riconoscendo la sua funzione di integrazione economica e
sociale della comunità.
Mi sono soffermata sul recente referendum abrogativo del 2011 il cui esito ha
dato una battuta d’arresto al processo di liberalizzazione voluto dall’Unione
europea, evidenziando che la maggior parte degli italiani desidera e chiede che
sia la mano pubblica a garantire la gestione del servizio pubblico locale a
rilevanza economica.
Nel terzo capitolo, i servizi pubblici a rete hanno visto, nel corso dell’ultimo
decennio del secolo scorso l’indebolimento del monopolio legale a seguito di
operazioni di deregolamentazione e di privatizzazione. Quali sono state le
conseguenze e chi è riuscito a raggiungere vantaggi competitivi?
Le aziende, sapendo di non poter restare miopi di fronte alle grandi opportunità
che il mercato offriva, hanno saputo applicare metodologie e maggior
attenzione ai fenomeni organizzativi. L’utente è stato capace di cambiare, di
informarsi per giungere a scelte giuste e gratificanti. A garanzia di ciò che
chiede il consumatore finale e quello che può fornire il soggetto pubblico sono
stati promossi e istituiti due strumenti fondamentali quali il “contratto di
servizio” e la “carta dei servizi” in ottemperanza di due principi oramai
richiesti e dovuti: trasparenza e rispetto degli standard di qualità.