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Introduzione
Il presente elaborato è frutto di una ricerca svolta nell’ambito
della giustizia minorile. Nasce in seguito all’esperienza di tirocinio
presso l’Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni di Catania ed alle
riflessioni in merito a tale esperienza, in particolar modo con
riferimento alle problematiche degli adolescenti che hanno
commesso reati.
I grandi cambiamenti della nostra società, quali
principalmente la diffusione sempre più ampia di internet, insieme
alle modifiche della struttura familiare, ed all’aumento crescente di
separazioni, rendono i rapporti sempre più superficiali e meno
autentici, accrescendo il senso di solitudine e spesso la mancanza di
punti di riferimento. Nei giovani, infatti, si riscontra spesso un
evidente disagio, che li conduce sempre più a chiudersi in loro stessi,
fino a non sapersi più rapportare con l’altro ed a sentirsi inadeguati
al mondo circostante. Ciò, di conseguenza, genera problemi di
relazione e di condotta, che, nei casi più estremi può condurre anche
a commettere un reato.
Lo scopo del seguente lavoro è stato, perciò, quello di
analizzare le problematiche dei ragazzi ed il funzionamento della
giustizia minorile, con particolare riferimento alle normative e
soprattutto alla sospensione del processo con messa alla prova.
Inoltre, è stato approfondito l’argomento del rischio di recidiva e
degli strumenti che possono rilevare tale rischio. Ciò è servito da
6
introduzione alla ricerca svolta presso l’USSM di Catania, il cui
obiettivo principale è stato quello di verificare se il livello di rischio
di recidiva fosse correlato all’esito della messa alla prova. Un
ulteriore scopo è stato quello di identificare i fattori di rischio del
comportamento criminale.
La parte iniziale di tipo teorico fa riferimento ai contributi
teorici di vari Autori. Per quanto riguarda l’analisi di una società in
cui domina sempre più il vuoto relazionale ed il conformismo,
importanti sono state le teorizzazioni del sociologo Zygmunt
Bauman. Egli analizza la società moderna definendola “società
liquida”, caratterizzata da incertezza, deregolamentazione, frenesia
e necessità di conformarsi agli altri per non sentirsi esclusi: se non ci
si adeguasse interverrebbe la frustrazione per il sentimento di
esclusione. In particolare Bauman parla di “omogeneizzazione”,
riferendosi a quell’adattamento alle consuetudini ed abitudini
sociali fatte proprie passivamente, o ai valori morali assunti senza
spirito critico: ciò che poi condurrebbe ad alienazione e
spersonalizzazione.
Riguardo la tematica specifica della devianza giovanile,
moltissimi sono gli Autori che hanno proposto delle teorie per
spiegare l’assunzione del comportamento criminale. Tra questi vi
sono, ad esempio, Cloward e Ohlin, che elaborano la teoria delle
opportunità differenziali: essi ritengono, infatti, che oltre ai mezzi
legali per raggiungere i propri obiettivi esistano anche quelli illegali.
7
Quindi coloro che appartengono alle classi inferiori hanno a
disposizione scarse opportunità legali e molte illegali, entrambe ben
strutturate e con dei limiti; sarebbe, quindi, lo status sociale del
soggetto a determinare la sua possibilità di accedere all’una o
all’altra via. Con particolare riguardo alla delinquenza giovanile i
due Autori sostengono che sia molto più facile per i ragazzi
accedere alla via illegale se nella zona in cui abitano la criminalità è
ben organizzata e radicata. Essi distinguono tre tipi di subculture
delinquenti. La prima è quella criminale, in cui la delinquenza è
stabile, e viene utilizzata dai minorenni come pratica per diventare
futuri criminali: soprattutto vengono usati dagli adulti in quanto i
rischi sono minori e si dedicano principalmente a reati meno gravi.
Il secondo tipo è definito conflittuale: si tratta di una società in cui la
criminalità non è organizzata, ma le principali fonti di educazione,
quali la scuola e la famiglia, sono precarie e non esemplari per i
ragazzi. Il terzo tipo è quello astensionista, tipico dei giovani che per
appartenenza a status sociale basso non possono accedere alle vie
legali per il raggiungimento delle proprie mete, ma neanche alle vie
illegali in quanto non in grado di utilizzarle. La conseguenza più
frequente per loro, secondo gli Autori, è il rifugio nelle droghe, in
cui si trova la giustificazione per il doppio fallimento.
Per quanto riguarda l’aggressività il riferimento teorico è ad
Albert Bandura, il quale formulò la teoria dell’apprendimento
sociale, secondo la quale l’apprendimento non avviene solo tramite
8
il contatto diretto con l’oggetto, ma anche indirettamente tramite
l’osservazione del comportamento altrui, che viene interiorizzato
tramite il processo che l’Autore chiama “modellamento”.
Nel primo capitolo della tesi si descrive la situazione giovanile
nella società di oggi, con tutte le problematiche sopra citate,
passando successivamente ad analizzare la situazione normativa, gli
enti che si occupano della giustizia minorile, la varie tipologie di
reati ed i corrispondenti tipi di condanna. È stata dedicata una parte
specifica alla descrizione della sospensione del processo con messa
alla prova, poiché quest’ultima è stata oggetto della ricerca
sperimentale.
Nel secondo capitolo, invece, si è proceduto
all’approfondimento della recidiva, soffermandosi sulle origini e
sulle normative a riguardo, proseguendo con l’analisi degli
strumenti di valutazione del rischio presenti in letteratura.
Infine, nella seconda parte della tesi è stata descritta la
metodologia della ricerca sperimentale e sono esposti i risultati
dell'indagine stessa. Lo scopo è stato quello di valutare la
predittività, tramite metodiche di risk assessment attuariale, del
rischio di recidiva e la sua correlazione con l'esito della messa alla
prova. Lo strumento da noi utilizzato è stato il Washington State
Juvenile Court Assessment (WAJCA-RA).
9
PARTE GENERALE
10
I. Minori autori di reato
1.1 Le problematiche dei minori nella società attuale
L’adolescenza è una fase critica per tutti i giovani, in quanto è
il momento di passaggio dall’infanzia all’età adulta, nonché periodo
di grandi cambiamenti a livello fisico, relazionale ed emotivo, oltre
che caratterizzato dall’affermarsi della necessità di soddisfazione di
alcuni bisogni, come l’autonomia e l’accettazione da parte dei pari.
Spesso l’adolescenza dei giorni d’oggi viene criticata perché si
distacca di gran lunga da quella del passato, sia perché oggi ci si
sforza di diventare adolescenti prima del tempo, sia perché questa
fase dura molto più che nel passato, quando la maturità, per il
differente modo di vivere, nella maggior parte dei casi veniva
raggiunta prima. La maggior differenza rispetto al passato è
l’aumento dell’assenteismo e delle violenze scolastiche, di cui sia
genitori che insegnanti sono preoccupati. Si diffondono sempre più
le minacce agli insegnanti, i furti, lo spaccio di droga, le violenze
sessuali
1
. Tale situazione ha come scenario una società in cui i valori
morali e religiosi sempre più vengono meno, lasciando i giovani
privi di insegnamenti sani da seguire. Inoltre si mostra sempre più
evidente un paradosso: sono proprio coloro che sembrano più
1
Coslinn P., Adolescenti da brivido. Problemi, devianze e incubi dei giovani d’oggi, 2012.
11
temerari ad essere in realtà più fragili dentro e ad aver maggiore
bisogno di aiuto.
La causa di ciò viene rintracciata principalmente nell’eccessiva
protezione da parte dei genitori, che non sono in grado di lasciare
autonomia e libertà al figlio; quest’ultimo, quindi, quando si trova a
dover affrontare da solo le situazione ed i problemi, non sa come
fare. Oppure, al contrario, la causa può essere ritrovata nei genitori
che, lasciando eccessiva libertà, non sono in grado di fornire regole
adeguate di comportamento. Tra le conseguenze vi è lo sviluppo di
alcuni disturbi, come i disturbi alimentari, la dipendenza da
videogiochi e internet, o comportamenti come la fuga, il bullismo e
l’abuso di alcool.
Anche le crisi familiari sono responsabili del disagio giovanile:
oggi sono sempre più diffuse, come dimostrato dai dati statistici dai
quali emerge che quasi il 30% delle coppie sono separate. Nelle
famiglie caratterizzate da conflitti, abuso di alcool o droga o
composte da genitori separati, un comportamento assunto spesso
dai figli è quello della fuga. Una ricerca ha mostrato quali siano le
caratteristiche più comuni dei “fuggitivi”: tra queste si ritrovano
fumo, abuso di alcool o droga, basso rendimento scolastico, disturbi
comportamentali. La maggior parte delle volte è un atteggiamento
volto semplicemente ad attirare l’attenzione dei genitori.
2
Spesso il
problema risiede proprio negli adulti, che non riescono ad ascoltare
2
Coslinn P., op. cit., 2012.
12
adeguatamente i bisogni degli adolescenti. Infatti in un’epoca in cui
i mezzi informatici diventano sempre più diffusi diventa importante
imparare a conoscere e comprendere il linguaggio giovanile
3
.
Un’ulteriore causa potrebbe essere il fatto che nella fase
dell’adolescenza il gruppo dei pari assume una grande importanza,
sia perché fornisce ai ragazzi gli esempi su cui modellare i propri
comportamenti, sia perché soddisfa il suo bisogno di affiliazione e di
individuazione. Spesso è proprio per conformarsi a loro che
vengono indotti al furto allo scopo di ottenere cellulari,
abbigliamento di marche all’ultima moda, o semplicemente per
seguire quello che fanno gli amici
4
. Inoltre oggi le relazioni tra pari
sono caratterizzate da rapporti quasi esclusivamente virtuali, che
inducono i giovani a non sapersi rapportare tra loro nel momento in
cui si trovano l’uno di fronte all’altro, creando di conseguenza
rapporti superficiali e vuoti.
Un’influenza negativa è data anche dai media, che
trasmettendo scene di violenza non mandano messaggi positivi ai
giovani, anzi li inducono all’imitazione. Secondo Bauman
5
ci
troviamo in una società in cui domina il narcisismo, in cui ognuno
pensa unicamente ed egoisticamente a soddisfare i propri desideri
senza prima riflettere sulle conseguenze per sé, per gli altri e per il
mondo circostante. D’altronde questa è anche la logica dei reality
3
Faliva C., Tra normalità e rischio. Manuale della psicologia dello sviluppo e dell’adolescenza, 2011.
4
Coslinn P., op. cit., 2012.
5
Bauman Zygmnunt, sociologo e filosofo polacco.
13
show, che oggi spopolano tra i giovani e che ne influenzano gli
atteggiamenti, senza invece inviare il giusto insegnamento di
distinguere tra bene e male, tra ciò che si può fare e ciò che non si
può fare. Inoltre, lanciando le immagini di ragazzi e ragazze ideali,
dal corpo perfetto, spingono i giovani che non si rispecchiano in loro
all’insoddisfazione e spesso anche all’isolamento sociale
6
.
Altri motivi del degradamento dei comportamenti
adolescenziali è da ritrovare nella mancanza di ideali politici per i
giovani e nei problemi economici che colpiscono anche e soprattutto
loro, impedendogli di realizzarsi e di rendersi autonomi dai genitori.
Sostenitori di questa tesi sono Cloward
7
, Olin
8
e Cohen, che
ritengono che siano proprio i problemi economici ad indurre le
classi sociali più basse alla devianza. Secondo Don Gino Rigoldi
9
,
che ha lavorato per circa vent’anni nel carcere minorile Beccaria di
Milano, i principali disagi vissuti dai giovani sono dovuti a
indifferenza, depressione, deresponsabilizzazione e solitudine.
Questi, a loro volta, provengono da una difficoltà a progettare il
proprio futuro, a proiettarsi in esso con le proprie speranze, poiché
già il presente non dà certezze.
Anche il background culturale ha molto valore nello sviluppo
della devianza: spesso, infatti, coloro che provengono da uno status
6
Aceti E., Milan G., L’epoca delle speranze possibili. Adolescenti oggi, 2012
7
Cloward Richard, sociologo americano. Ha influenzato la teoria dei comportamenti criminali
ed il concetto di anomia. Insegnò alla Columbia University per 47 anni.
8
Olin Erik, sociologo statunitense.
9
Presidente dell’associazione “Gruppo amici del Beccaria”, che si occupa dell’inserimento
sociale dei ragazzi una volta usciti dal carcere.
14
sociale medio-alto hanno maggiori possibilità di fare esperienze ed
essere stimolati rispetto a coloro che, provenendo da status sociale
basso hanno meno possibilità e subiscono un maggiore isolamento,
che spesso li conduce ad atti devianti.
Un’altra variabile da prendere in considerazione è l’abitare in
città o paesi. Nel primo caso, infatti, c’è meno possibilità di fare
amicizie e, frequentando scuole non collocate necessariamente
vicino casa, potrebbe esserci il problema di non riconoscersi nella
specifica cultura di quel posto. Al contrario nei paesi è molto più
facile conoscersi e socializzare, anche se non è detto che questo sia
un fattore positivo, in quanto i ragazzi potrebbero unirsi per
formare delle bande
10
.
L’uso di droghe, che è ormai molto diffuso anche tra i ragazzi
apparentemente non a rischio, diventa quindi un sostituto per
colmare il senso di vuoto della vita
11
. I motivi per cui si sente la
necessità di fare ricorso a queste sostanze sono vari: il bisogno di
provare nuove esperienze (tipico dell’adolescenza); il bisogno di
conformarsi al gruppo dei pari, per sottolineare anche il distacco
dalla famiglia; l’urgenza di far notare agli adulti il proprio disagio,
attirando l’attenzione su di sé. I ragazzi che ne fanno uso sono
generalmente caratterizzati da scarsa fiducia in sé stessi, incapacità a
sopportare le frustrazioni e a programmare il futuro
12
. Spesso il
10
Fondazione Ambrosianeum, Milano 2009. Rapporto sulla città, 2009.
11
Nizzoli M., Trattato completo degli abusi e delle dipendenze, 2004.
12
Faliva C., op. cit., 2011.
15
primo allarme viene lanciato dai genitori, che si accorgono di
problemi relazionali e di rendimento scolastico. Tuttavia se i ragazzi
sono ben supportati dalla famiglia riescono ad accorgersi della
pericolosità della situazione e si fanno aiutare ben volentieri
13
.
Secondo i dati raccolti dai Servizi della Giustizia minorile sono stati
individuati 860 minori che, giunti in tale servizio per aver commesso
reati, erano assuntori di sostanze stupefacenti. Il 96% di essi è di
sesso maschile, e con età media di 17 anni
14
.
Anche l’uso di alcool è molto diffuso: oggi sempre più i
giovani assumono comportamenti rischiosi: sono dominati dal
desiderio di provare nuove esperienze, anche a costo di rischiare la
vita, senza pensare alle conseguenze. Tra l’altro l’uso di alcool è la
prima causa di morte negli incidenti stradali tra i giovani
15
.
In tale contesto risulta di fondamentale importanza
l’atteggiamento della famiglia, che dovrebbe essere contenitiva nei
confronti delle paure e delle fragilità dei figli, dandogli fiducia ed
aiuto ogniqualvolta ne abbiano bisogno, lasciandogli allo stesso
tempo spazio per provare le nuove esperienze
16
. Indispensabile è
anche l’apertura al dialogo, il tentativo di comprenderli e l’orientarli
ai valori di giustizia e solidarietà.
13
Fondazione Ambrosianeum, op. cit., 2009.
14
Maggian R., Guida al welfare italiano: dalla pianificazione sociale alla gestione dei servizi, 2011.
15
Faliva C., op. cit. 2011.
16
Pelanda E., Non lo riconosco più. Genitori adolescenti: un’alleanza possibile, 2010.