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Introduzione
I social network sono probabilmente una delle innovazioni più importanti del web. Nel giro di
pochi anni sono entrati a far parte della vita quotidiana, privata e professionale di milioni di
persone.
L’idea di concludere il mio percorso universitario, rivolgendo l’attenzione al lato
professionale dei social network, è nata durante la lettura di alcuni articoli di Forbes in cui si
discuteva di social recruiting, online personal branding e digital reputation. Veniva spesso
preso come sito di riferimento LinkedIn, quindi ho deciso di iscrivermi e iniziare la mia “self-
promotion” mettendo in pratica i “tips” raccomandati dai reclutatori americani e, poiché
negli Stati Uniti si sono spesso prefigurati dei trend che qualche anno dopo sono arrivati
anche in Italia, ho deciso di approfondire la conoscenza di questa tipologia di siti e delle
tematiche correlate. Dedicare questa trattazione allo studio della fase che verrà dopo, cioè
la ricerca del lavoro, è stata una scelta, spero strategica, che mi ha permesso di scoprire
quali strumenti offre la rete a candidati, aziende e reclutatori e mi ha dato la possibilità di
osservare la fase iniziale di questa tendenza in Italia.
Questo contributo di ricerca pone l’attenzione sui business social network e al termine del
mio lavoro vorrei aver evidenziato aspetti che dimostrino l’utilità e i vantaggi derivanti
dall’utilizzo di questo mezzo. Gli obiettivi della trattazione sono tre:
- introdurre spunti significativi ricavati dalla letteratura esistente per definire e
differenziare i concetti di social media, social network e business social network;
- definire i business social network, individuare le opportunità che offrono ad aziende,
reclutatori e candidati, e determinare, attraverso i dati reperiti dalle ricerche di
settore, se i social network professionali servono effettivamente per trovare lavoro e
candidati;
- definire il fenomeno del social recruiting e determinare se i business social network
sono il medium migliore in cui fare social recruiting. Infine, fornire un quadro globale
e nazionale del nuovo trend, attraverso i risultati di varie indagini.
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La metodologia di reperimento delle fonti, indispensabili per supportare lo sviluppo delle
conoscenze specifiche della materia esaminata, si basa sullo studio della bibliografia
esistente. La maggior parte delle nozioni e informazioni di questo lavoro sono state tratte da
riviste specializzate e pubblicazioni accademiche, ma anche quotidiani e siti web. Infatti,
fondamentale è stata la consultazione dei siti internet per la ricerca di informazioni sui
business social network analizzati e soprattutto per il reperimento di sondaggi, indagini e
ricerche di settore. Vi sono stati contatti via posta elettronica e colloqui telefonici con esperti
del settore per ottenere prove empiriche.
La struttura del lavoro è divisa in tre parti. Il primo capitolo verrà interamente dedicato alla
definizione e classificazione dei concetti di social media e social network. Nel linguaggio
comune i due termini vengono utilizzati indistintamente e per questo motivo si è deciso di
dedicare la prima parte alla loro “disambiguazione”. Inizieremo con la definizione di social
media e proseguiremo descrivendo il processo di classificazione utilizzato dagli studiosi, per
arrivare alla distinzione di sei tipologie di social media. Scopriremo che una di queste è
proprio rappresentata dai social network e quindi passeremo alla definizione del nostro
secondo oggetto d’analisi. Ripercorreremo la storia di questi siti, definiremo le
caratteristiche e gli strumenti comuni per poi passare alla descrizione delle dieci tipologie di
social network individuati. Ci sarà una parte dedicata al valore di business dei social network
che verrà poi ripresa e sviluppata nel corso del terzo capitolo. La prima parte si concluderà
con un’analisi dello stato dei social media, sia dal punto di vista globale che nazionale, che
servirà a fornire dei riferimenti concreti al discorso teorico.
Nel secondo capitolo verranno finalmente analizzati i business social network, tipologia di
social network individuata nel corso del primo capitolo e oggetto di studio della presente
trattazione. Si introdurranno i tre social network professionali del momento per poi passare
all’analisi di quello di maggior successo, LinkedIn. Verrà presentata la storia, la struttura del
sito e le funzionalità caratteristiche che lo contraddistinguono. Si concluderà, anche in
questo caso, con una fotografia dell’audience e dello stato attuale di Viadeo e LinkedIn.
Il terzo capitolo è dedicato all’analisi critica dei vantaggi potenziali derivati dall’utilizzo dei
business social network. L’analisi è stata eseguita sia dalla prospettiva dei candidati che delle
aziende e reclutatori. Per quanto riguarda i candidati, lo studio analizzerà gli strumenti
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offerti da questi siti, i relativi ambiti di applicazione, i vantaggi ed i limiti. Alcuni dei vantaggi
individuati verranno avvalorati dai risultati di indagini. L’analisi che coinvolge aziende e
reclutatori seguirà la stessa struttura di quella dei candidati e porterà alla definizione del
social recruiting. Il terzo capitolo si concluderà proprio con la discussione e l’analisi di questo
trend che racchiude in sé le attività che le aziende praticano per reclutare online.
Nella conclusione della trattazione si constaterà l’effettivo raggiungimento degli obiettivi e la
possibile utilità di questo lavoro.
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1 Social Media e Social Network Sites
I termini social media e social network sono ormai entrati nel linguaggio quotidiano e sono
usati indistintamente da giornali, radio, televisioni e anche online. Infatti, basta effettuare
una rapida ricerca su Google per rendersi conto di come spesso tendano a sovrapporsi senza
che ci sia una specifica delimitazione.
Esiste una differenza tra questi due termini? Nella letteratura social media e social network
sono due concetti ben distinti, l’obiettivo di questo primo capitolo sarà allora di vedere come
vengono definiti e classificati.
Inizieremo con la definizione di social media e la sua classificazione basata sulle
caratteristiche tipologiche. Capiremo così che i socia media sono un ampio “contenitore”
(Figura 1.1), all’interno del quale si distinguono sei tipologie di media, una delle quali è
rappresentata proprio dai social network sites.
Figura 1.1 – Rappresentazione dei Social Media
Fonte: elaborazione propria
SOCIAL MEDIA
Social
Network
Sites
Blogs
Virtual
Social
Worlds
Collabo-
rative
Projects
Virtual
Game
Worlds
Content
Commu-
nities
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Una volta analizzate le sei tipologie di social media ci concentreremo sui social network sites.
Introdurremo questa categoria di SM riprendendo la teoria delle reti. Continueremo dando
una definizione di SNSs, ripercorreremo brevemente la loro storia, individueremo le
caratteristiche e infine specificheremo dieci tipologie di SNSs (Figura 1.2).
Figura 1.2 – Dai Social Media alle 10 tipologie di SNSs
Fonte: elaborazione propria
Infine, per supportare il discorso teorico con dei riferimenti concreti, concluderemo questa
prima parte fornendo una panoramica dello stato dei social media. Con il supporto dei dati
emersi dalle ultime indagini in materia, si cercherà di fornire un quadro più preciso e
concreto del fenomeno, sia a livello globale che nazionale.
SOCIAL MEDIA
Social
Network
Sites
Profile-based
Content-based
White-label
Business
Ethnic
Entertainment
Blog-based
Micro-blogging
Thematic
Mobile
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1.1 Che cosa sono i Social Media?
1.1.1 Definizione: applicazioni, Web 2.0 e User Generated Content
La definizione più accreditata di Social Media (SM) ce la forniscono Kaplan e Haenlein (2010):
Social Media è un gruppo di applicazioni basate su internet costruite sulle fondamenta ideologiche e
tecnologiche del Web 2.0 e che consentono la creazione e lo scambio di contenuti generati dagli
utenti.
1
2
La definizione generale citata può essere meglio compresa se scomposta in tre parti,
corrispondenti ai concetti di applicazioni internet, Web 2.0 e User Generated Content (UGC),
che di seguito approfondiremo singolarmente.
Le applicazioni basate su internet, così come le intendiamo oggi, sono probabilmente nate
nel 1998 con “Open Diary”,
3
un primo tipo di social newtork site che riuniva gli scrittori di
diari online in un’unica community.
4
Negli anni successivi comparvero i primi blog e grazie
alla crescente diffusione di internet e alla nascita di due dei più popolari social network, My
Space
5
nel 2003 e Facebook
6
nel 2004, fu coniato il termine Social Media
7
.
Poco dopo, il concetto di Social Media si affinò includendo nel suo insieme solo le
applicazioni internet basate tecnologicamente e ideologicamente sulla nuova concezione del
Web 2.0. Si parla per la prima volta di Web 2.0 durante la “Web 2.0 Conference” tenutasi nel
2004 a San Francisco. Il termine indica l’evoluzione del World Wide Web, che ha garantito il
passaggio da un tipo di servizio (Web 1.0) a un altro, appunto il Web 2.0. Nelle piattaforme
basate sulla tecnologia Web 2.0 le applicazioni e i contenuti possono costantemente essere
modificati da tutti gli utenti, permettendo un livello d’interazione bidirezionale fra sito web e
1
A. M. Kaplan & M. Haenlein, Users of the world, unite! The challenges and opportunities of Social Media.
Business Horizons, 2010, Vol.53(1), p.61
2
Nell'originale inglese: “a group of Internet-based applications that build on the ideological and technological
foundations of Web 2.0, and that allow the creation and exchange of user-generated content”.
3
http://www.opendiary.com/
4
Tratto da http://www.interviewbooks.com/opendiary_com.htm
5
www.myspace.com
6
www.facebook.com
7
Ivi, p. 60
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utente che con il Web 1.0 non era possibile. L’evoluzione non è stata tecnologica, infatti, i
servizi come le chat, i forum e i blog, esistevano anche prima, è semplicemente cambiato il
ruolo dell’utente che ora è diventato l’attore principale. Nella definizione di Kaplan e
Haenlein (2010) il Web 2.0 è inteso come una piattaforma per l’evoluzione dei Social Media.
L’ultimo concetto in analisi è l’User Generated Content. Si definisce UGC il materiale
disponibile sul web prodotto dagli utenti invece che da società specializzate, può quindi
essere visto come la somma delle possibilità che i Social Media offrono ai loro fruitori. Un
esempio di contenuti sul web generati direttamente dagli utenti possono essere i post che si
lasciano sui blog o i video che si caricano su YouTube.
Secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) l’UGC deve
avere tre caratteristiche principali per essere considerato tale:
- requisiti di pubblicazione;
- sforzo creativo;
- creazione al di fuori delle pratiche e delle routine professionali.
8
1.1.2 Verso una classificazione dei Social Media
Come si è visto nel paragrafo precedente, il termine Social Media è un’etichetta generica che
comprende tutte le applicazioni internet che si basano sull’ideologia e tecnologia Web 2.0 e
che permettono agli utenti di generare liberamente contenuti sul web. Sempre seguendo la
teoria di Kaplan e Haenlein (2010) possiamo distinguere sei tipi di media. Questa
classificazione avviene in conformità ad una serie di teorie nel campo della media research e
del social processes.
9
Le teorie di media research adottate da Kaplan e Haenlein (2010) per classificare i SM,
suppongono una prima distinzione basata su social presence (grado di presenza sociale) e
media richness (livello di arricchimento esperienziale del medium). La social presence
8
Organisation for Economic Co-operation and Development (OECD), Participative web: user-created content,
OECD, http://www.oecd.org/internet/interneteconomy/38393115.pdf, p.3
9
A. M. Kaplan & M. Haenlein, Op. cit., p.61
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theory
10
sostiene che il medium si differenzia per il grado di presenza sociale, in altre parole
contatto fisico, visuale e uditivo che può essere raggiunto tra due utenti. Ne deriva che una
forte presenza sociale corrisponderà ad un alto grado di influenza sul comportamento
dell’utente con cui si sta comunicando. Invece il media richness
11
si basa sul fatto che
l’obiettivo di ogni comunicazione sia la mancanza di ambiguità e la diminuzione
dell’incertezza. Pertanto i medium si possono differenziare anche per il livello di
arricchimento esperienziale che consentono.
Le teorie di social processes individuate da Kaplan e Haenlein (2010) per completare la
classificazione dei SM , ci introducono i concetti di self-presentation (presentazione di sé) e
self-disclosure (capacità di aprirsi agli altri). Il concetto di “presentazione di sé” è riferito al
desiderio di controllare le impressioni che si suscitano nell’altro. Infatti, in ogni tipo di
relazione sociale si desidera sia impressionare positivamente l’interlocutore che creare
un’immagine di sé coerente con la propria identità personale. La “capacità di aprirsi agli
altri” è la condivisione volontaria o meno di informazioni personali che riflettono l’immagine
che si vuole trasmettere di sé.
Ricapitolando, da una parte abbiamo i concetti di social presence e media richness che,
applicati al contesto dei SM, generano una prima classificazione basata sul grado di presenza
sociale che il medium consente e sulla completezza dell’esperienza; dall’altra troviamo
invece self-presentation e self-disclosure, che concorrono alla formazione di una seconda
classificazione, costruita sul grado di apertura verso gli altri e il tipo di presentazione di sé
che il mezzo consente.
Come possiamo vedere nella Tabella 1.3, incrociando i parametri qualitativi anzidetti in una
matrice si arriverà ad una classificazione tipologica dei Social Media.
Di conseguenza nella casella in cui si incrocia un basso livello di coinvolgimento personale
(self-presence e self-disclosure) con un basso livello di presenza sociale e arricchimento
(social presence e media richness), troviamo i collaborative projects, per esempio Wikipedia,
mentre nella casella in cui i parametri sono di livello medio e alto troviamo rispettivamente
le content communities come Youtube e i virtual games worlds come World of Warcraft.
10
Short, Williams, e Christie (1976); cit. in: A. M. Kaplan & M. Haenlein, Users of the world, unite! The
challenges and opportunities of Social Media. Business Horizons, 2010, Vol.53(1), p.61
11
Darf & Lengel (1986); cit. in: ibidem