CAPITOLO 1
IL SISTEMA DEL TRATTATO
DI NON-PROLIFERAZIONE NUCLEARE
1.1 Verso il Trattato di non-proliferazione nucleare (TNP):
cenni storici
A circa 70 anni dallo scoppio della prima bomba atomica
1
(Hiroshima, 6 agosto 1945), la minaccia costituita dallo sviluppo di
arsenali nucleari è ancora oggi uno dei problemi più attuali e
preoccupanti per i popoli e i governi di tutto il mondo. Le esplosioni
di Hiroshima e Nagasaki hanno mostrato in modo inequivocabile al
mondo la terribile forza di distruzione dell'energia nucleare
2
.
Fin dall'inizio dell'era nucleare la necessità di impedire o almeno
ridurre la diffusione delle armi atomiche è ben presente nella comunità
internazionale.
La proliferazione nucleare, e quindi l'accrescersi delle possibilità
di un conflitto nucleare, ha spinto gli Stati a mobilitarsi per evitare
conseguenze catastrofiche ai danni dell'intera umanità.
Già nel novembre del 1945, a pochi mesi dalla distruzione di
Hiroshima e Nagasaki, gli Stati Uniti, il Regno Unito ed il Canada
1 Sulla necessità della bomba atomica, ALPEROVITZ, Atomic Diplomacy: Hiroshima and Potsdam. The Use
of the Atomic Bomb and the American Confrontation with Soviet Power, Middlesex, 1985.
2 WALKER, Nuclear Order And Disorder, International Affairs, in Royal Institute of International Affairs,
7
propongono di costituire una Commissione delle Nazioni Unite per
l'Energia Atomica al fine di vietare l'uso di tale energia per scopi di
distruzione. Nel gennaio dell'anno successivo l'Assemblea Generale
delle Nazioni Unite adotta la Risoluzione numero 1 dedicata all'“
Establishment of a Commission to Deal with the Problems Raised by
the Discovery of Atomic Energy”. Con la risoluzione, l'Assemblea
Generale crea una commissione per trattare i problemi sorti dalla
scoperta dell'energia atomica ed invita gli Stati membri a non dotarsi
di ordigni nucleari e a limitare l'uso di questa energia a scopi
esclusivamente pacifici
3
.
Nello stesso anno il Governo degli Stati Uniti propone il
cosiddetto “Piano Baruch” per la costituzione di un'autorità
internazionale con poteri di controllo ed ispezione su tutte le attività
connesse all'utilizzo dell'energia nucleare
4
mentre il Governo
dell'Unione Sovietica propone il bando delle attività nucleari e la
distruzione di quelle già realizzate.
Tuttavia queste prime iniziative finalizzate a raggiungere un
accordo sul disarmo non hanno successo e lo dimostra il fatto che
Unione Sovietica (1949), Regno Unito (1952), Francia (1960) e
Repubblica Popolare Cinese (1964) diventano anch'essi Stati
nucleari
5
. La corsa agli armamenti delle due superpotenze diviene
2000, vol. 76, n. 4,pag. 704.
3 A/RES/ 1(I) del 24 gennaio 1946, reperibile al sito:
http://www.un.org/depts/dhl/resguide/r1htm
4 Sul Piano Baruch, v. CORTESI, Storia e catastrofe, Roma, 2004, pp. 152-161.
5 Per una cronologia delle tappe della proliferazione nucleare: FIESCHI, RAMPINI, STERNIERI, Alle radici
della proliferazione nucleare: una cronologia, in Quaderni del forum per i problemi della pace e della
guerra, Anno VIII, n°4, Firenze, 1995.
8
spasmodica. Nei primi anni '60 esse disponevano di testate di potenza
centinaia di volte maggiori della bomba di Hiroshima, che potevano
essere lanciate da missili balistici intercontinentali
6
o da sommergibili
nucleari che navigavano in prossimità delle coste nemiche e potevano
colpirne il territorio nel giro di pochi minuti anziché di ore
7
.
Per indicare la situazione di “equilibrio del terrore” che si stava
creando con due impressionanti arsenali nucleari contrapposti
8
, in
grado di assicurare la distruzione totale dei due Stati (e non solo) in
caso di conflitto, veniva coniata l'espressione “mutual assured
destruction”, il cui acronimo dava la parola “mad” (matto).
In questi anni si acuiva il dissidio tra i due blocchi: il 1° maggio
1960, veniva abbattuto l'aereo spia U-2 americano sul territorio
sovietico. Il dissidio proseguiva con la crisi di Berlino, culminata con
la costruzione del famoso muro (1961) e motivata anche
dall'opposizione dell'Unione Sovietica alla nuclearizzazione della
Germania Federale
9
.
A segnalare l'esasperazione crescente nelle strategie nucleari
della Guerra Fredda, va ricordata anche la crisi cubana del 1962,
quando per alcuni giorni il mondo si ferma temendo lo scoppio di un
conflitto atomico a causa della decisione sovietica di dispiegare missili
con testate nucleari a Cuba e della conseguente reazione statunitense
6 Sul tema della messa a punto da parte degli Stati Uniti dei missili balistici intercontinentali a fine anni
'50, v. DINUCCI, Il potere nucleare, Roma, 2003, pp. 42-46.
7 BARACCA, A volte ritornano: il nucleare. La proliferazione nucleare ieri, oggi e soprattutto domani,
Milano, 2005, p. 161.
8 Sulla natura conflittuale del sistema internazionale bipolare, SANTORO, Il sistema di guerra: teoria e
strategia del bipolarismo, in Teoria e analisi nelle relazioni internazionali (a cura di BONANATE e
SANTORO), Bologna, 1986, pp. 315-349.
9
consistente nel blocco navale posto intorno all'isola. L'effetto
immediato della crisi di Cuba è quello di un rilancio delle spese
militari e degli armamenti.
Si avverte allora l'esigenza di porre un freno a questa
proliferazione che grava in modo sempre più significativo sui bilanci
destinati alla difesa dei due Paesi, ognuno dei quali deve affrontare
difficili questioni sia dal punto di vista della politica interna sia da
quello dei rapporti interni ai rispettivi sistemi di alleanze.
In seguito alla crisi cubana e a quella di Berlino, il 5 agosto del
1963 si arriva alla stipulazione a Mosca del Trattato sulla messa al
bando dei test nucleari sottomarini, nell'atmosfera e nello spazio
esterno, anche noto come Limited Test Ban Treaty, sottoscritto da Stati
Uniti, Unione Sovietica e Regno Unito; questo Trattato vieta
qualunque esplosione atomica sperimentale nell'atmosfera, nello
spazio cosmico e nell'acqua, sia degli oceani che dei laghi e dei mari
interni.
Inoltre le due superpotenze istituiscono una linea telefonica
diretta, la “linea rossa”, tra la Casa Bianca e il Cremlino per
scongiurare il rischio che incomprensioni o equivoci potessero
provocare lo scontro atomico
10
.
Il Limited Test Ban Treaty rappresenta una svolta nella politica
internazionale del secondo dopoguerra in cui appare dominante il
fattore atomico tanto da condizionare i rapporti tra gli Stati. Pur
9 BARACCA, op. cit., p.168 ss.
10 Si veda, CeSPI-USPID, Cinquant'anni dopo Hiroshima, Roma, 1995.
10
essendo incompleto (limited appunto) in quanto non vieta gli
esperimenti nel sottosuolo che saranno effettuati dalle potenze nucleari
ancora per molti anni, il Trattato è importante perché costituisce il
primo accordo che limita le attività nucleari a scopo militare
11
e può
essere visto come l'inizio di un processo di disarmo nucleare ed anche
uno strumento contro la proliferazione nucleare nel resto del mondo,
perché ovviamente nessun Paese non nucleare può dotarsi di armi
atomiche senza effettuare dei test.
Questo primo Trattato, al quale aderiranno Francia e Cina solo
molto più tardi, pur non rappresentando un enorme passo avanti nella
limitazione della sperimentazione di ordigni nucleari (che, come
abbiamo detto, continua nel sottosuolo), riesce ad eliminare la
principale causa di contaminazione radioattiva nell'atmosfera che a
quel tempo aveva già raggiunto livelli preoccupanti
12
.
Il Limited Test Ban Treaty è il primo accordo a dare la speranza
di un abbassamento di tensione fra i due blocchi.
Stati Uniti ed Unione Sovietica iniziano a valutare l'opportunità,
oltre che di limitare la loro folle corsa agli armamenti atomici, di
vietare l'accesso a questi armamenti a chi non li possiede. Il Governo
statunitense nel 1964, quando ormai è imminente lo scoppio della
bomba atomica cinese, prevedendo l'“effetto domino” che essa
avrebbe provocato sullo sviluppo del programma nucleare indiano e in
11 Sulla pericolosità dei test effettuati nell'atmosfera, si veda, CORTESI, Test nucleari: giocare col plutonio,
disponibile su: http://www.minerva.unito.it/Chimica&Industria/MonitoraggioAmbientale/A2/TestNucleari.
12 BUCAIONI-SALVETTI, Il disarmo nucleare: problemi e prospettive, disponibile al sito:
http://www.nato.int/related/italata/tnp.htm#3.
11
seguito anche di quello pakistano, istituiva un apposito organismo, il
Gilpatric Committee per studiare ed attuare una efficace politica
contro la proliferazione nucleare, non solo in Asia, ma in tutto il
mondo.
Tra i rimedi previsti dal Comitato, vi era la conclusione di una
serie di trattati internazionali contro la proliferazione nucleare
13
e a
favore del disarmo nucleare, caposaldo dei quali avrebbe dovuto
essere il Trattato di non-proliferazione nucleare.
Nel 1967 con la firma del Trattato sullo spazio extra-atmosferico
– in inglese “Outer Space Treaty” - viene ampliata la difesa dello
spazio cosmico; il Trattato proibisce infatti la messa in orbita di armi
nucleari, vietando così la militarizzazione dello spazio
14
.
Nella seconda metà degli anni '60 Stati Uniti, Unione Sovietica e
Regno Unito iniziano a porre le basi per un trattato internazionale che,
prendendo atto della presenza sulla scena internazionale di Stati dotati
di armi nucleari (Nuclear Weapon States-NWS) e Stati non dotati di
tali armi (Non Nuclear Weapon States-NNWS), avrebbe dovuto
impedire l'ulteriore diffusione degli ordigni atomici e perseguire, nel
lungo termine, l'obiettivo di un disarmo generale e completo, garantito
da un efficace controllo internazionale.
In questo contesto, l'Agenzia Internazionale per l' Energia
Atomica (AIEA), un'organizzazione internazionale collegata alle
Nazioni Unite costituita già dal 1957 per promuovere lo scambio di
13 Sui meccanismi della proliferazione nucleare: DINUCCI, Il potere nucleare, cit.
14 DI LIETO, Attività nucleari e diritto internazionale, Napoli, 2005, p. 24.
12
tecnologie nucleari a fini pacifici in modo sicuro, grazie all'iniziativa
del Presidente americano Eisenhower, veniva incaricata di facilitare le
applicazioni pacifiche di questa fonte d'energia
e, al tempo stesso, di
condurre le verifiche mirate ad evitare usi impropri dei materiali e
delle tecnologie nucleari.
1.2 Gli accordi delle superpotenze per il TNP
Durante gli anni '60 gli Stati Uniti erano sempre più impegnati
nella crisi vietnamita e non avevano risolto i problemi interni
all'alleanza atlantica. Anche l'Unione Sovietica era in difficoltà nei
rapporti con la Cina, il suo alleato più forte.
Dopo il XX Congresso del Partito Comunista dell'Unione
Sovietica (PCUS) del 1956 in cui erano stati denunciati i crimini della
dittatura stalinista, Pechino rivolgeva critiche sempre maggiori a
Mosca per una politica giudicata troppo moderata e poco anti-
imperialista. Nel 1959 l'Unione Sovietica decideva così di
interrompere la collaborazione nucleare iniziata alcuni anni prima e
nel 1960 ordinava il ritiro di tutti i consiglieri sovietici dalla Cina
15
.
Negli anni successivi i cinesi ritennero che il Trattato sulla messa
al bando dei test nucleari sottomarini, nell'atmosfera e nello spazio
15 Al riguardo, GUIDI, Strategia e politica internazionale nell'era nucleare, Roma, 1970.
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