Capitolo 1 - Introduzione
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CAPITOLO 1
INTRODUZIONE
Apriamo la trattazione con una breve introduzione al panorama degli UAV, alla CFD
(Computational Fluid Dynamics) ed alle griglie di calcolo o mesh necessarie a rappresentare
la geometria del problema in esame. In particolare ci soffermeremo sul programma utilizzato
per l’analisi fluidodinamica (Star-CCM+) e sulle sue caratteristiche peculiari.
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1.1 Cos’è un UAV
Un Unmanned Aerial Vehicle, ovvero veicolo aereo senza pilota (autonomo o pilotato a
distanza), conosciuto internazionalmente con il suo acronimo UAV, è il termine con cui si
definisce la categoria di velivoli che volano senza l'ausilio di un pilota a bordo. Questi mezzi
possono essere completamente automatizzati (cioè grazie a sistemi di autopilota che
implementano soluzioni di Intelligenza Artificiale) o essere telecomandati a distanza da una
stazione di controllo a terra (GCS: Ground Control Station).
Gli UAV sono nati dall’esigenza in campo militare di svolgere tipologie di missioni
identificate con l'appellativo D3 (Dirty, Dull, Dangerous), vale a dire quelle missioni che
risultano essere “sporche” (ad esempio, missioni in zone contaminate), monotone
(sorveglianza e ricognizione) e sostanzialmente pericolose per l'incolumità dei piloti a bordo.
D'altra parte, l'impiego degli UAV in campo civile è divenuto recentemente di grande
interesse conseguentemente alla crescita dell'affidabilità e alla riduzione dei costi di tali
velivoli. Cos’è un UAV non è di semplice definizione a causa della diversità di soluzioni
costruttive e delle finalità di missione esistenti, che conferiscono a questa classe di velivoli
una straordinaria flessibilità d’impiego. Un esempio è la varietà di pesi e dimensioni oggi
esistenti: si va dai pochi centimetri degli UAV spia che l’esercito americano sta sviluppando
dal peso di poche centinaia di grammi, per passare a esemplari di dimensioni
aeromodellistiche, per arrivare in fine alle dimensioni di veri e propri aerei, che necessitano
anche di strutture aeroportuali per operare ed essere mantenuti adeguatamente.
Figura 1 – Global Hawk, un ricognitore UAV delle dimensioni di un velivolo convenzionale
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1.1.1 Tipologie UAV
Varie sono le tipologie di classificazione che si possono fare parlando di UAV a causa, come
già detto, della varietà di soluzioni progettuali relative a funzioni e scopi differenti. Prima di
tutto bisogna stabilire i criteri in base ai quali si andrà a definire una tipologia di
classificazione.
Verso la fine degli anni ’90 il Dipartimento della Difesa Americano ha catalogato gli UAV in
base alle esigenze di sorveglianza e ricognizione e in base al raggio di azione. In particolare,
vi è la categoria degli UAV tattici, con un raggio di azione compreso tra i 50 e i 200
chilometri, e quella degli UAV Endurance, con un raggio di azione maggiore ai 200
chilometri.
Tabella 1 – Classificazione UAV Dipartimento della Difesa USA (anni ’90)
Tre sono i parametri più significativi in base ai quali svilupperemo tre tipologie di
classificazione differente:
Classificazione per Finalità di Missione
Classificazione per Capacità Operative
Classificazione per Configurazione Alare
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1.1.2 Classificazione per Finalità di Missione
Possiamo individuare quattro tipologie principali di impiego, ognuna contenenti finalità di
missione diverse:
Militari
Pattugliamento
Sorveglianza
Attacco (UCAV: Unmanned Combat Aerial Vehicle)
Civili/Commerciali
Agricoltura
Industria del Cinema
Ambientali (emergenza incendi e calamità naturali, monitoraggio della qualità
dell’aria in ambienti urbani e non urbani, ecc.)
Pattugliamento
Localizzazione di dispersi
Ricerca
Meteorologia
Rilievi Fotografici
Dual Purpose
Civili/Commerciali – Militari
Ricerca – Militari
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L’utilizzo degli UAV in campo militare risale già agli anni ’70, e li vede impiegati in missioni
di ricognizione in zone particolarmente pericolose (Dangerous), in cui la presenza della
contraerea o la particolare conformazione del terreno sconsigliavano l’invio di aerei con pilota
a bordo, di sorveglianza delle coste e dei confini (Dull), e di misurazione delle radiazioni
durante i test nucleari (Dirty). Si tratta di apparecchi che vengono pilotati da postazioni di
controllo remote e dotati di una notevole autonomia, un esempio è il General Atomics GNAT
750, utilizzato dalla CIA, che vantava un’autonomia di circa 48 ore ed era in grado di
raggiungere i 9000 metri di quota. Solo recentemente si stanno sviluppando UAV con scopo
di combattimento e attacco, e questo è reso possibile dal miglioramento della tecnologia che
garantisce maggiore sicurezza nell’utilizzo di questi sistemi.
In ambito civile questi sistemi risultano utili per perlustrare foreste allo scopo di prevenzione
di incendi, per monitorare zone in cui si fossero verificati eventi catastrofici naturali come
terremoti o eruzioni vulcaniche, per l’analisi di fumi e gas escludendo i pericoli per la salute
degli operatori; in campo agricolo gli UAV potrebbero essere utilizzati per spargere su ampie
zone concimi e diserbanti. Infine gli UAV vengono impiegati nell’industria cinematografica
per le riprese aeree.
A scopo di ricerca gli UAV sono utili per le misurazioni meteo di lunga durata oppure ad
altissima quota, che sarebbero impossibili con equipaggio umano, oppure per le riprese aeree
del territorio. Risulta evidente che alcuni di questi velivoli, come quelli da pattugliamento e
ricognizione, si possono adattare a diverse esigenze sia in campo civile sia in campo militare,
e per questo abbiamo indicato come categoria anche quella degli UAV a “doppio scopo”.
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1.1.3 Classificazione per Capacità Operative
Un altro possibile criterio di classificazione può essere basato sulle differenti capacità
operative che contraddistinguono gli UAV; in particolar modo al momento vengono
considerati come fondamentali i seguenti aspetti:
Autonomia Chilometrica (RANGE)
Altitudine (ALTITUDE)
Autonomia Oraria (ENDURANCE)
Peso (MASS)
Ciò ha portato a suddividere gli UAV in sedici categorie, distinguendo poi in base agli scopi
tre gruppi, quello Tattico, quello Strategico e quello degli UAV che prevedono delle
Applicazioni Speciali.
Le categorie Micro e Mini contano apparecchi dalle piccole o piccolissime dimensioni, che
vanno da pochi centimetri per la categoria Micro, a qualche metro per la categoria Mini, la
quota operativa massima è di circa 300 m e l’autonomia oraria non supera le 3 ore, anche i
pesi sono estremamente ridotti, avendo come soglia massima i 30 kg di peso. Fanno invece
parte delle categorie Close Range (CR) e Short Range (SR) apparecchi il cui peso sia
contenuto tra i 150 kg e 300 kg di peso, sono in grado di raggiungere una quota operativa di
circa 3000 m e hanno un’autonomia che può arrivare fino a 6 ore. Pesi notevolmente
superiori, dell’ordine di 1200 kg, competono agli UAV della classe Medium Range (MR) e
Medium Range Endurance (MRE), oltre al notevole incremento di peso, si ha un notevole
incremento del raggio di azione, che per la classe Endurance può superare i 500 km, della
quota operativa, che è compresa tra i 5000 m e gli 8000 m, e dell’autonomia oraria che può
anche raggiungere le 18 ore di volo. Fanno sempre parte della categoria tattica gli UAV che
appartengono alle classi Low Altitude Deep Penetration (LADP), Low Altitude Long
Endurance (LALE) e Medium Altitude Long Endurance (MALE), le caratteristiche di questi
velivoli hanno uno spettro molto ampio che copre grossomodo lo stesso range di valori
descritto per le sei precedenti categorie: dal punto di vista del peso si hanno velivoli che
vanno da poche decine di chili fino ad arrivare a 1500 kg con una quota massima operativa
che può arrivare anche a 14000 m, il raggio di autonomia chilometrica può superare i 500 km
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e l’autonomia oraria è compresa tra le 10 e le 28 ore di volo. Queste classi di UAV, date le
dimensioni e i pesi ridotti, presentano anche il vantaggio di poter essere facilmente
trasportabili e di non necessitare a terra di grosse strutture per l’appoggio logistico,
presentando inoltre il vantaggio di una manutenzione più semplice.
Fa invece parte del gruppo degli UAV strategici la categoria High Altitude Long Endurance
(HALE); questi apparecchi, del peso di circa 12000 kg, sono progettati per raggiungere la
quota operativa di 20000 m con un raggio di autonomia chilometrica che può superare i 2000
km e raggiungere le 28 ore di volo ininterrotto; appare chiaro che si tratta quindi di veri e
propri aerei, che necessitano quindi di adeguate strutture per il supporto logistico a terra, piste
per il decollo e l’atterraggio, e hangar che ne permettano il ricovero e la manutenzione.
Un altro gruppo estremamente vario dal punto di vista delle caratteristiche è rappresentato
dagli UAV che prevedono delle particolari applicazioni, ricade in questo gruppo per esempio
l’ultima frontiera di UAV. Unmanned Combat Aerial Vehicle (UCAV) sono così definiti tutti
quegli UAV che siano in grado di portare un carico bellico offensivo sia esso per
combattimenti aria-aria o aria-suolo, dal punto di vista delle caratteristiche sono molto simili
alla classe HALE degli UAV strategici, il peso si aggira intorno ai 10000 kg e, sebbene la
quota operativa sia la metà, 10000m, la loro autonomia chilometrica può superare i 1500 km,
una grossa differenza si ha invece nell’autonomia oraria che per gli UCAV arriva appena a 2
ore contro le 28 ore della categoria HALE. Pesi nettamente inferiori, dell’ordine di 250 kg,
competono alla classe Lethal (LATH) e Decoy (DEC), la cui quota operativa può raggiungere
i 5000 m, mentre il raggio d’azione può arrivare anche a 500 km per la classe Decoy o fino a 4
ore di volo. Le ultime tre classi rappresentano gli UAV che prevedono un impiego suborbitale
o spaziale e sono la classe Stratospheric (STRATO), Exo-Stratospheric (EXO) e Space
(SPACE), tuttavia al momento attuale sono state stabilite solo delle caratteristiche di massima
degli UAV che potrebbero fare parte di queste classi, come la quota operativa per la classe di
STRATO che sarà compresa tra i 20 000m e i 30 000m e avere un’autonomia oraria di circa 48
ore, ma finora non è nota alcuna applicazione per le altre categorie EXO e SPACE.
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Tabella 2 – Classificazione UAV per Capacità Operative
UAV CATEGORIES ACRONYM
RANGE
( km)
ALTITUDE
(m )
ENDURANCE
(hours)
MASS
( Kg)
TACTICAL
MICRO Micro <5 250 1 <5
MINI Mini <15 150 - 300 2 - 3 <30
CLOSE RANGE CR 10 - 30 3000 3 - 4 150
SHORT RANGE SR 30 - 70 3000 3 - 6 200
MEDIUM RANGE MR 70 - 200 5000 6 - 10 1250
MEDIUM RANGE ENDURANCE MRE >500 8000 10 - 18 1250
LOW ALTITUDE DEEP
PENETRATION
LADP >250 50 - 9000 0.5 - 1 350
LOW ALTITUDE LONG
ENDURANCE
LALE >500 3000 <24 >30
MEDIUM ALTITUDE
LONG ENDURANCE
MALE >500 14000 24 - 28 1500
STRATEGIC
HIGH ALTITUDE LONG
ENDURANCE
HALE >2000 20000 24 - 28 12000
SPECIAL PURPOSE
UNMANNED COMBAT AERIAL
VEHICLE
UCAV 1500 10000 2 10000
LETHAL LATH 300 4000 3 - 4 250
DECOY DEC 0 - 500 5000 <4 250
STRTOSPHERIC STRATO >2000 20000 - 30000 <48 TBD*
EXO-STRATOSPHERIC EXO TBD* >30000 TBD* TBD*
SPACE SPACE TBD* TBD* TBD* TBD*
*TBD – To Be Defined
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1.1.4 Classificazione per Configurazione Alare
Partendo dalla suddivisione operata da Wood, può essere interessante considerare quale tipo
di configurazione alare sia stata adottata nelle diverse classi di UAV, in particolare
considereremo cinque possibili alternative per la disposizione della velatura: l’ala fissa, l’ala
rotante, “più leggeri dell’aria”, quelli che possono all’occorrenza ospitare un pilota a bordo ed
altre configurazioni. In generale la configurazione alare più adottata è quella ad ala fissa in
quanto si hanno minori costi produttivi, ma soprattutto perché si può contare su una maggiore
esperienza, su una maggiore facilità di produzione e un maggiore know-how delle tecnologie
disponibili.
Anche la configurazione ad ala rotante ha numerose applicazioni nel campo degli UAV,
sebbene questo tipo di velivoli presenti maggiori problematiche dal punto di vista progettuale
e del controllo. Recentemente nuovo impulso è stato impresso dal governo Giapponese,
stimolando diverse aziende nella ricerca in questo campo che ha portato a notevoli successi
come lo Yamaha Aero Robot “RMAX” che è stato applicato in campo agricolo per la
fertilizzazione e la semina aerea.
Gli UAV che risultano esser più leggeri dell’aria sono prevalentemente di tipo Mini, Close e
Short Range e sono spesso utilizzati per riprese televisive come gli interni delle basiliche, ma
sono anche utilizzati per UAV strategici di alta quota e profonda penetrazione e modelli
stratosferici.