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INTRODUZIONE
L'elaborato dal titolo “Realizzare un WebGIS per la valorizzazione del territorio e la
fruizione dell'informazione culturale: il caso studio ENEA Tour”, nasce dalla personale
esperienza che ho avuto lo scorso anno, in occasione del tirocinio curriculare svolto al
Centro ENEA Ente nazionale per le Nuove Tecnologie, l'Ambiente e l'Energia di Roma.
Durante quel periodo ho avuto modo di partecipare al progetto di realizzazione di un
WebGIS riguardante il Lazio Latino.
L'ente ENEA, da molti anni si occupa dello svolgimento di attività riguardanti la
realizzazione di sistemi avanzati per la valorizzazione dei Beni Culturali.
Inoltre, la crescente attenzione da parte del mondo umanista nei confronti
dell'informatica ha fatto nascere la consapevolezza di come le tecnologie informatiche
avanzate, quali soprattutto l'Intelligenza Artificiale (IA), possono contribuire
all'ottenimento di applicazioni significative.
In merito alla proposta di valorizzazione dei beni naturalistici, storico artistici e
nell'ambito dei servizi, si è voluta creare un'infrastruttura tecnologica in grado di dare
principalmente un'informazione culturale omogenea e esaustiva nei contenuti del
territorio, contrastando la tendenza alla frammentarietà delle informazioni riguardanti il
territorio a sud di Roma, distribuite su diverse tipologie di supporti (dall'enciclopedie a
svariati siti web) e non integrate fra loro.
In questo modo, ci si propone di valorizzare il territorio del Lazio Latino,
distanziandolo dall'effetto polarizzatore di Roma; di conseguenza, tale strumento
permette di fornire un metodo utile, completo e facile per fruire informazioni ad
un'utente, offrendogli una navigazione veloce ed intuitiva nel reperire i contenuti, in
base ai suoi interessi ed alle sue priorità.
L'ENEA, dunque, ha creato tale infrastruttura attraverso l'uso del web semantico per
l'applicazione a fonti informative diversificate riconducibili all'area di interesse del
turismo culturale.
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E' stata fatta una classificazione accurata dei contenuti, in termini di fonti non solo di
origine archeologica, piuttosto che museale, ma anche riguardante i servizi offerti, quali
trasporti, alberghi e ristorazione. I temi proposti sono stati suddivisi in Arte, Cultura,
Natura, Eventi. Attraverso il motore di ricerca interno, creato con le API di Google, è
possibile effettuare tre modalità diverse di ricerca, in base all'area, al percorso o al
periodo di indagine. Sulla carta, di conseguenza verranno visualizzati dei contrassegni;
cliccando su essi, si aprirà una finestra contenente le diverse tipologie di informazione
rilevate sul territorio.
Il progetto Enea Tour si fonda sull'importanza dell'acquisizione e della gestione
dell'informazione geografica e culturale. Un’adeguata informazione geografica
permette d’interpretare al meglio un territorio, di conoscerne il suo passato e di
rispettarlo, adeguando ad esso una pianificazione territoriale conforme. Ovviamente,
viene inteso come una risorsa per il futuro ed, in quanto tale, dev’essere gestita e fruita
al meglio, onde evitare la frammentarietà dei contenuti.
L’informazione geografica, d'altronde, permetterebbe una precedente e veloce
valutazione degli impatti e delle compatibilità ambientali, consentendo una simulazione
della coerenza di queste trasformazioni con le politiche territoriali vigenti.
Un’adeguata informazione geografica permette d’interpretare al meglio un territorio, di
conoscerne il suo passato e di rispettarlo, adeguando ad esso una pianificazione
territoriale conforme. Ovviamente, viene inteso come una risorsa per il futuro ed, in
quanto tale, dev’essere gestita e fruita al meglio dalle Amministrazioni Locali.
Ma cos'è un territorio oggi? Partendo da un percorso storico-filosofico del secolo
scorso, all'interno del quale si cercava d'individuare l'ontologia esatta del termine;sono
nate, così, due correnti; una volta a ritenere lo spazio un luogo fosse inteso come il
fulcro della rappresentazione geografica, definendo la geografia “la scienza dei luoghi”,
fino ad arrivare ad un visione dello spazzio “soggettivata”, ossia non più considerata
come un'entità a sé, ma nei termini in cui vive nelle esperienze esistenziali del soggetto.
Questo diventa paesaggio e componente culturale del territorio, integra a sé gli aspetti
storici in una prospettiva dinamica, esaltandone i valori, arricchendone le risorse.
Con il passare del tempo, lo spazio geografico dell'uomo si estende e, a livello
percettivo, è necessario rappresentarlo in modo innovativo, attraverso nuovi strumenti
concettuali che descrivano le nuove relazioni spaziali. Lo spazio geografico misurabile
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e la sua trasformazione in spazio analitico inaugurano la nascita di quello che si può
definire “spazio digitale”, ad oggi la tecnica maggiormente diffusa nel mondo.
Nasce il termine cyberspazio, inteso come estensione dello spazio antropologico, che
permette all'uomo un nuovo modo di esprimere la sua capacità umana, al fine di
costruire culturalmente la dimensione spaziale
Geograficamente parlando, il cyberspazio è un'ambiente di comunicazione, con una
sua struttura, un suo confine, con all'interno delle specifiche attività umane, dando
origine a dei territori , la cui infrastruttura portante è Internet; ciò, di conseguenza, non
significa che esiste il cyberspazio grazie ad Internet anzi, il cyberspazio è nato prima di
Internet stesso.
Nel mondo della rappresentazione, il cyberspazio modifica la percezione dello spazio
da parte dell'uomo nasce attraverso la diffusione della carta geografica. La carta ha
sempre assunto il ruolo di un modello; il suo compito principale non era quello
informativo ma quello di fornire all'uomo un prototipo, un'idea fissa che permetteva di
potersi orientare, di avere una certezza. Ma, il modello non è identico alla realtà che
s'intende rappresentare; in verità, tende a descriverla modificandola, selezionando gli
aspetti cruciali e trascurando altri segni.
Con l'avvento di innovazioni tecnologiche, il geografo ha a disposizione numerosi
strumenti per la realizzazione di una carta, sta a lui decidere quale sia il migliore per il
raggiungimento del suo scopo. Si parla di un momento nuovo, di una cartografia
dell'era dell'information technology; la cartografia oggi racchiude due funzioni: da una
parte rappresenta una base di dati in formato digitale, che sostituisce il formato
analogico, dall'altra la possibilità molteplice di visualizzazione della carta, attraverso
l'uso di diversi supporti. Ed è proprio lo sviluppo di quest'ultimo che ha conferito
maggior successo al GIS (Geographical Information System) attraverso la
realizzazione di carte tematiche, con possibilità di aggiornamento veloce.
L'approccio alla geografia con il GIS è stato diverso; da una mappa su carta, dalle
dimensioni prestabilite ed osservabile come un tutto, in maniera statica, era assai
diverso dall'avere la possibilità di manipolare personalmente gli oggetti geografici.
Tale flessibilità, comunque, non ha reso il GIS uno strumento neutrale, in quanto il suo
uso può influenzare le strutture territoriali che descrive, evidenziando nuove relazioni
evidenziate attraverso l'interazione fra dati.
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La potenzialità di tale tipo di cartografia digitale ha permesso la possibilità di
localizzazione di un fenomeno georeferenziabile, attraverso la creazione di RDBMS
(Relational dataBase Management System), o la struttura dei dati in formato shapefile
dal punto di vista economico, fisico e sociale, e la capacità di “vedere” e quantificare il
fenomeno.
Il GIS, inoltre, è stato, per lo più, acquisito all'interno delle Pubbliche
Amministrazioni, permettendo un miglioramento della fruizione dell'informazione e la
partecipazione attiva della comunità, attraverso la sviluppo dei SIT.
Il Sistema Informativo Territoriale, nato per svolgere funzioni di supporto alla gestione
e al monitoraggio delle attività e delle politiche regionali, è divenuto ormai la base per
l’elaborazione di qualsiasi programma territoriale, in particolare quelli relativi alla
pianificazione, generale e di settore. Ad oggi non tutte le Regioni hanno completato
l’organizzazione dei database e la loro strutturazione in modo da poter utilizzare
direttamente le informazioni territoriali per eseguire o per supportare le analisi rivolte
alla redazione dei Piani paesaggistici. Inoltre, è sorto il problema che, nel corso degli
anni, la spazializzazione delle informazioni ha comportato la produzione a profusione
di dati da parte di qualunque tipo di ente, pubblico e/o privato, e la cattiva abitudine di
non condividerli fra loro; nasce, per sopperire a tale problematica, The National Spatial
Data Infrastructure (NSDI).
Da qui lo sviluppo del concetto d'interoperabilità, una delle qualità fondamentali che il
dato spaziale deve possedere, in riferimento alla possibilità di scambiare liberamente i
dati geografici prodotti da software diversi. Per risolvere i problemi di interoperabilità
tecnica è stato creato un consorzio internazionale, l'OpenGIS Consortium, che permette
di accedere a dati georeferenziati da uno o più server cartografici, integrando dati locali
con quelli remoti, caricandoli dal browser Internet o dal software GIS. Questo
integrerebbe fra loro i dati, costituendo un unico sistema d'infrastruttura dei dati
secondo quanto definito dalla Direttiva Europea INSPIRE, introdotta nel 2002,
approvata nel 2004 dalla Commissione Europea, ed entrata in vigore il 15 Maggio del
2007.
Inoltre, lo sviluppo del cyberplanning all'interno dei processi pianificatori delle P.A.,è
collegato alla stipula dell'Intesa GIS, Protocollo d'Intesa fra Stato, Regioni ed Enti
Locali per la realizzazione di Sistemi Informativi Geografici, avvenuta del 1996; ad
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oggi, sembra essere uno strumento abbastanza esauriente per modificare l'Informazione
Geografica in Italia e creare uno stimolo verso la co-partecipazione. Tale protocollo,
infatti, coinvolge diverse Amministrazioni Centrali ed Organismi Statali, tra cui
l'AIPA, le Regioni e Provincie autonome, i Comuni, le Comunità Montane e le Aziende
per la gestione di pubblici servizi.
I contenuti e la realizzazione di un WebGIS istituzionale è funzionale alla realtà del
territorio?
All'interno dell'elaborato ho analizzato il Sistema Informativo Territoriale della
Regione Lazio, il quale rispetta i principi di sussidiarietà, permettendo, in questo modo,
le rispettive banche dati territoriali e rispettando i principi d'interoperabilità tra le
amministrazioni, autorizzando la cooperazione e la concertazione, e il Sistema
Informativo Geografico della Provincia di Roma, nato soprattuto dalla volontà
comune di sviluppare dei “sistemi a rete”, valorizzando in questo modo le sue
potenzialità e le sue specificità territoriali.
Fondamentale risulta, soprattutto, il minimo comune denominatore del progetto Enea
Tour, del cyberplanning e dei Sistemi Informativi collegati alle P.A: la modellazione
dell'utente.
Sia in ambiente di fruizione culturale, sia in ambiente informativo riguardante la
gestione di risorse in generale, obiettivo fondamentale è quello da parte dei sistemi di
avvvicinarsi all'utente, plasmandosi alle sue necessità ed ai desideri, per permettere una
sua partecipazione attiva e, nel caso del settore del turismo, una scoperta unica e
personale.
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I. L'informazione geografica per la pianificazione territoriale
<L'unità di tutte le scienze è trovata nella
geografia. Il significato della geografia è
che essa presenta la terra come la sede
duratura delle occupazioni dell'uomo. >
John Dewey, 1969
Le prime rappresentazioni si possono considerare come un tipo d'informazione
geografica, come consapevolezza dello spazio, necessità degli esseri umani di
esprimersi mediante la geografia, di comunicare agli altri la propria posizione, di fornire
informazioni sul proprio dove andare. Tali forme primordiali isalgono all'età della
Pietra, grazie all'arte cultuale rupestre, opera di popoli cacciatori.
Le rappresentazioni sono animali, figure umane e simboli, che evocano i luoghi di
provenienza, oltre l'organizzazione della società dell'epoca, forme antichissime
d'informazione geografica.
In epoche più recenti, dobbiamo al filosofo Immanuel Kant il collegamento
informazione/libertà politica: “L'evoluzione del diritto all'informazione, nelle tre
accezioni del diritto ad informarsi, di informarsi e di essere informati, è precondizione
dell'emergere di nuovi diritti di cittadinanza, intesi quale partecipazione consapevole e
informata al processo decisionale pubblico”(Kant, 1795)
Il filosofo ipotizzava l'esistenza di un sistema all'interno del quale ci sarebbe stata una
simmetria informativa; da una parte, un progetto realizzabile solo se tutti ne sono a
conoscenza e lo condividono, poiché la cooperazione e il consenso rappresentano il
motore dello sviluppo, dall'altra la presenza di un'amministrazione trasparente ma allo
stesso tempo visibile, in termini di operato e di risultati, accettando la possibilità di
essere giudicati dai propri utenti, ossia i cittadini
1
.
Ai giorni nostri, di conseguenza, l’informazione geografica ha rappresentato funzioni di
tutela e sviluppo, non solo dal punto di vista socio-culturale, ma anche dal punto di
1 Kant I. 1795. Per la pace perpetua , in Bollettino telematico di filosofia politica
http://bfp.sp.unipi.it/dida/kant_7/ar01s11.html)
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vista ambientale; difatti, un ruolo all' informazione geografica lo ha sottolineato Kofi
Annan, ex Segretario Generale delle Nazioni Unite, il quale il 1 marzo del 2001,
rivolgendosi alla sessione plenaria dell'Associazione dei Geografi Americani, chiese
collaborazione per produrre un'informazione geografica adeguata alle urgenze dei tempi
in quattro campi:
l'istruzione;
la creazione di capacità operativa nei paesi in ritardo di sviluppo;
la collaborazione internazionale per l'analisi dello stato dell'ecosistema;
la collaborazione a un Gruppo di Lavoro sull'Informazione Geografica,
costituito presso le Nazioni Unite.
Pertanto, un'informazione geografica completa, disponibile per tutti e facilmente
scambiabile può essere un efficace antidoto per la povertà, i conflitti e le emergenze
ambientali; l''informazione, dunque, utilizzata anche come strumento di pace
(Montanari, 2010, pag.34.)
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Un’adeguata informazione geografica permette d’interpretare al meglio un territorio, di
conoscerne il suo passato e di rispettarlo, adeguando ad esso una pianificazione
territoriale conforme. Ovviamente, viene inteso come una risorsa per il futuro ed, in
quanto tale, dev’essere gestita e fruita al meglio.
Risulta qui il problema; la profusione di piani che vengono emanati spesso non
rispecchiano la realtà di un territorio, non sono convincenti e spesso tendono a
sviluppare fenomeni negativi sul territorio (Sereno, 1981, pag. 169)
3
.
All’interno del processo di pianificazione territoriale, l’informazione geografia di
riferimento è distinta da una serie di variabili, diverse fra loro per categoria ma
eterogenee, che entrano in gioco ma con una mancanza completa d’interazione;
rimangono, infatti, frammentate, disseminate, non organizzate fra loro.
Questa mancata integrazione fra gli elementi ed i servizi presenti sul territorio. Causa
una scarsa conoscenza di esso, con conseguente mancanza di supporti informativi, e
scarsa fruibilità, in termini quali-quantitativi.
Nell’ambito delle logiche di politiche territoriali, strumento di evidente validità rimane
la carta tematica, la quale aggrega le diverse informazioni. Quest’ultime, comunque,
2 Montanari A. 2010. Turismo e sistemi d'informazione geografica. Milano, Bruno Mondadori, pag. 34.
3 Sereno P. 1981. Introduzione all’edizione italiana. La geografia storica in Italia, in Baker A.R.H.,
Geografia storica: tendenze e prospettive. Milano, Franco Angeli, pag. 169.
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sono rappresentate sotto forma di strati informativi che sono indipendenti fra loro, senza
alcuna correlazione concettuale, che pregiudica la qualità e la validità dei contenuti,
leggibili singolarmente.
Oggi, l’informazione geografica riguardante un territorio non può esimersi da una
lettura più approfondita di esso, altrimenti la molteplicità degli aspetti che lo
compongono vengono sottovalutati, creando una moltitudine di fonti di dati, il cui
accesso risulta frammentato e, proprio per questo, di difficile interpretazione,
sviluppando un processo di pianificazione disomogeneo e graficamente poco leggibile.
Gli utenti, soprattutto i non addetti ai lavori, ma coloro che sono spinti da uno spirito di
partecipazione attiva in ambito sociale, consultando i dati a disposizione, si ritrovano a
dover confrontarsi con un sovraccarico di informazioni, spesso ridondanti fra loro,
oltretutto non facilmente leggibili (Riano, 2005)
4
.
Fig. 1: Ipotesi di situazione delle informazioni per una Pianificazione (Fonte: Riano G . 2005)
In questi ultimi anni, artefice di un forte mutamento territoriale, si è inserita la questione
ambientale, ambito strettamente legato al territorio, correlato delle problematiche
climatiche e l’inquinamento dell’aria, con le eventuali conseguenze (Maggi, 2008,
4 Riano G. 2005. L’informazione geografica a sostegno della pianificazione urbana. Interpretare il
territorio per pianificarne uno sviluppo sostenibile, Giornata italiana dell’Interoperabilità nei Sistemi
Informativi Territoriali, Roma, Penelope srl.
10
pag.11)
5
.
Di conseguenza, il rispetto degli ecosistemi e l’utilizzo razionale delle risorse naturali
devono essere alla base di una pianificazione urbanistica “consapevole”, al fine di
rendere sostenibile lo sviluppo urbano ed infrastrutturale del territorio. Nasce, pertanto,
l’esigenza di misurare in modo integrato l’insieme dei fenomeni che determinano la
capacità di un territorio, inteso come sistema ambientale fragile e non ripetibile, di
accogliere un carico di funzioni urbane, insediative, infrastrutturali, economiche.
Il territorio diventa, dunque, terreno di verifiche, al fine di comprendere quali siano le
migliori chances di sviluppo, senza deturparlo, puntando sulle modalità uniche e
migliori per la realizzazione dei progetti.
In quest’ottica si definiscono gli ambiti e le tipologie di impatto sul territorio e sul
cittadino che vi risiede; in questo modo, quantificare il livello di sostenibilità di un
territorio se da una parte può sembrar difficoltoso ed intricato, prevedendo l’interazione
degli aspetti sociali, ambientali ed economici, dall’altra sappiamo che provocherebbero
conseguenze positive, soprattutto a lungo termine. In questo caso, dunque, la
sostenibilità dev’essere intesa come lettura del territorio, sua conoscenza e
comprensione, e progettazione di innovativi approcci di pianificazione.
La frammentarietà delle informazioni verrebbe meno; ovviamente, tutto questo
dev’essere accompagnato da un governo qualificato in termini di competenze, e
partecipato, ovvero capace di coniugare l’obiettivo indispensabile di tutela ambientale
con la necessità di risposte coerenti con le esigenze dell’uomo e della comunità.
Tutto ciò accade raramente; già dagli anni Novanta dello scorso secolo i finanziamenti
dell’amministrazione centrale verso gli enti locali si erano ridotti, ricorrendo ai
finanziamenti europei e nazionali. Da qui, la richiesta del project financing per la
realizzazione di opere publiche che hanno obbligato le publiche amministrazioni a
progetti e realizzazioni in breve tempo, sottovalutando le possibili trasformazioni e le
tipologie d’impatti, sia negative sia positive, sul territorio.
Di conseguenza, la rapidità nella realizzazione degli investimenti genera una forte
domanda di uso del suolo, che comunque non viene monitorata abbastanza.
L’informazione geografica, d'altronde, permetterebbe una precedente e veloce
5 Maggi S. 2008. Fra storia locale e storia sociale. Appunti per lo studio del territorio. Storia e Futuro,
Rivista di storia e storiografia, pag. 11.