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CAPITOLO 1
INTRODUZIONE
Il 12 luglio 1763 la Real Imprenta Marina de Manuel Espinosa di Cadice, portava
alla luce la pubblicazione de La Pensadora Gaditana, una rivista incentrata sulla critica
sociale e dei costumi, sotto forma di cinquantadue fascicoletti che hanno il merito di
essere usciti con grande successo per un anno intero. Questi fascicoletti, chiamati
pensamientos, sono firmati da una tale Beatriz Cienfuegos, dall’identità incerta, come
spiegherò in seguito. Dato il successo dei cinquantadue pensamientos, si rieditarono
l’anno successivo a Madrid ed in seguito un’altra volta a Cadice.
La Pensadora Gaditana non fu di certo la prima rivista ad occuparsi di critica della
società e dei costumi; essa, infatti, segue la linea del periodico inglese The Spectator di
Addison Steele pubblicato all’inizio di quel secolo, ma è anche coetanea di altre
pubblicazioni sempre spagnole come El Pensador, El duende especulativo e El Censor.
Proprio al Pensador de Madrid dice di ispirarsi, ma questo viene anche criticato per il
suo modo di vedere in maniera completamente negativa le donne, senza elogiarne alcun
pregio.
Beatriz Cienfuegos scriveva ogni settimana un discorso morale di circa ventiquattro
pagine ciascuno, relazionato con gli usi e i costumi dei suoi concittadini, anche se i suoi
esempi di comportamento possono essere estesi a livello globale. Essa afferma che la
sua intenzione è quella di criticare e ridicolizzare i molti vizi che con “capa de estilo y
brillantez remarcable, se han introducido entre nosostros”.
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Nel pensamiento I, che funge da prologo all’intera opera, la stessa Cienfuegos ci
fornisce delle informazioni sul suo lavoro. Per quanto riguarda la critica e la correzione
dei vizi, sottolinea che correggerà i difetti sia di uomini che di donne poiché vuole
essere imparziale e spiega che i personaggi e le situazioni che essa propone esistono
solo nella sua mente, quindi non c’è alcun tipo di riferimento a fatti o persone
particolari.
1
Beatriz Cienfuegos, La Pensadora Gaditana, volume 1, Cadiz, 1768, p. 18
5
Di questi cinquantadue pensamientos, venticinque sono delle lettere, presentate come
inviate dai lettori, nelle quali si sviluppa un argomento e si chiede a Doña Beatriz la sua
opinione in proposito. Questa corrispondenza è soggetta all’invito della Cienfuegos nel
pensamiento VIII, anche se già il VII risulta essere una lettera.
Ho scelto di analizzare questa rivista perché mi interessano molto i costumi ed il
pensiero dell’epoca ed il fatto che siano raccontati da una misteriosa figura femminile
ha reso il tutto ancora più affascinante.
La tesi è strutturata in due capitoli principali ed un ultimo conclusivo: nel capitolo
seguente, ho riportato il dibattito che si è creato intorno alla figura di Beatriz
Cienfuegos, le argomentazioni e le informazioni smentite dei critici che hanno studiato
questo argomento più a fondo, mentre nel terzo capitolo mi sono occupata
personalmente di dividere i primi ventisei pensamientos per temi, scegliendo come
classificazione più appropriata il tema dell’educazione delle donne, della critiche rivolte
agli uomini, i consigli alle famiglie ed infine, la critica dei costumi dell’intera società.
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CAPITOLO 2
LA VERA IDENTITÀ DI DOÑA BEATRIZ CIENFUEGOS
2.1 Divergenze tra i critici.
L’identità dell’autrice della rivista “La Pensadora gaditana” è sempre stata oggetto di
controversie tra critici e studiosi. La causa di questa discordia nasce principalmente dal
fatto che non si hanno molte notizie su questa donna. Il suo nome non rientra nei registri
battesimali gaditani e si pensa quindi che abbia utilizzato uno pseudonimo. A causa
dell’assenza di dati certi, la critica ha differenti pareri sulla vera identità della
Pensadora. Alcuni pensano che ella in realtà fosse un uomo, altri sostengono l’ipotesi
della donna, ma proprio per via dell’assenza di dati, questa questione rimane ancora
irrisolta. Riassumerò ora, le opinioni dei critici che più a fondo si sono occupati di
questa questione.
Per Cotarelo, l’autore è un uomo e per di più un ecclesiastico, opinione che riprende
anche Antonio Palau y Dulcet nel suo Manual del librero hispanoamericano; allo stesso
modo Francisco Bravo nel suo articolo “Consideraciones sobre la mujer en dos
periódicos gaditanos del siglo ilustrado: La Pensadora gaditana y la Academia de
ociosos” raccoglie l’affermazione contenuta nel Diario Mercantil del 3-10-1820 nella
quale si indicava che Beatriz Cienfuegos nascondeva il nome di D. N. del Postigo.
Importante è anche il contributo di Eugenio Hartzenbusch che riproduce nel suo libro
Apuntes para un catálogo de periódicos madrileños: desde el año 1661 al 1876. Si
tratta di un cenno di Nicolás María de Cambiaso in cui indicava che
...no había podido encontrar ninguna referencia en los libros de la catedral pero se
hacía eco de algunas opiniones sin mencionar ningún nombre según las cuales para
algunos la autora se había cambiado el nombre, para otros había cogido el apellido de su
madre y para otros podría ser un escritor con velo de mujer.
2
2
Soler Arteaga, Mª Jesús, “Revista Internacional de Culturas & Literaturas – Mujeres en la prensa en
1812”, in Escritoras del mundo e iconos femenino, 12, 2012,
http://www.escritorasyescrituras.com/revista.php/12/147 [consultato nel mese di dicembre 2012].
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Fronte a queste opinioni, Ramón Solís, nella sua opera Historia del periodismo
gaditano, afferma che si tratta realmente di una donna; Cinta Canterla, che ha studiato
ampliamente questa questione e che realizzò un’edizione antologica della
pubblicazione, indica che è una donna e che firma con il suo nome, appoggiandosi a due
aspetti importanti:
...en primer lugar en la existencia del apellido en Sevilla y en América, y en segundo
lugar en que la legislación de la época prohibía publicar libros o papeles con nombre
falso, y la publicación contaba con licencia de impresión, por lo tanto deduce que el
nombre debía ser real, en caso contrario los censores no habrían concedido la licencia.
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Su queste stesse prove si basa, ma per dire il contrario, Scott Dale, nella sua opera in
cui include uno studio e la riedizione di tutto il testo de La Pensadora, poiché
considerava fondamentale e definitiva la mancanza di documenti ufficiali nei quali si
possa comprovare l’esistenza reale di Doña Beatriz, le difficoltà che avrebbe avuto una
donna all’epoca per ottenere una licenza di stampa ed infine, il riferimento al Diario
Mercantil, dove si attribuiva la paternità dell’opera a D. N. del Postigo. Inoltre, Scott
Dale (2005:XIII) rifiuta la possibilità che l’autore fosse Cadalso, come hanno invece
affermato alcuni ricercatori, appoggiandosi ad uno scritto di Francisco Aguilar Piñal
diretto personalmente a lui dove indicava che la relazione tra Cadalso e La Pensadora
gaditana era incerta. Per il ricercatore nordamericano, Beatriz Cienfuegos è uno degli
pseudonimi utilizzati da don Juan Francisco del Postigo, che pubblicò e vendette nella
stessa libreria La Pensadora gaditana e un anno dopo Combates de amor, anch’esso
pubblicato sotto pseudonimo, in questo caso D. Fernando Jugaccis Pilotos, anche se per
Scott Dale le somiglianze non sono meramente circostanziali, ma anzi coincidono in
“la equivalente singularidad en el lenguaje, estilo, vocabulario y acercamiento de la
voz narrativa en la advertencia de Combates de amor y en los cuatro tomos de La
pensadora gaditana” (Dale, 2005: XX).
4
3
Ibidem
4
Ibidem
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I dubbi sulla sua vera identità esistevano già ai tempi, poiché la donna era ancora
sottovalutata, il suo lavoro principale era di occuparsi della casa e della famiglia e
tuttalpiù partecipare a feste e balletti mettendosi in mostra e spettegolando, senza avere
argomenti seri di cui discutere. Per tanto, risultava impossibile ed incredibile che una
donna potesse redigere dei “pensamientos” e pubblicarli settimanalmente, visto che
riguardavano argomenti delicati come la critica dei costumi della società, uomini
compresi. Gli uomini erano riluttanti a credere che una donna potesse scrivere così bene
e si permettesse di criticarli e, non meno importante motivo, era molto difficile per una
donna ottenere il permesso di pubblicare le sue opere.
Encogida en mi natural empacho, pensaba, callaba, y sufría (aunque con impaciencia)
la licencia, que se hàn tomado los señores hombres, de ser los unicos que griten, los solos
que manden, y los exceptuados de obedecèr.
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Segun la más comun opinion masculina, parecerán paradoxas mis intentos, viendo que
una mano, a quien naturaleza destinó para governar la aguja, manejar la rueca, y empuñar
la escoba, se atreve, sin permisso de las Universidades, los Cologios, y las Academias, a
tomar la pluma, ojear los Libros, y citár Authóres, y en tiempo en que solo pensamos en
las modas, en los peynados, en las batas, y en los cortejos…
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A tutti quelli che credevano che Doña Beatriz Cienfuegos fosse in realtà un uomo, la
Pensadora gaditana rispondeva così:
Valgame Dios, ¡y qué curiosidad tan porfiada! ¿Qué circunstancia es para aceptar
estos Pensamientos, el ansia de procurár conocerme? Yo estoy segura, de que nó lo
consigan: pero valga la razòn; ¿es deseo de aplaudirme, o intencion de vituperarme? No
puedo ponderar el gusto, que hé tenido, a el oír las diferentes opiniones que se hàn
excitado sobre la oficina dónde se forjan estos Pensamientos: de todo se há dicho; pero
siempre muy lejos de la verdad; porque todos porfían, y a su parecer con razón, de que no
es mujer la Pensadora: hay tal ignorancia. ¿Dios ha dado a las mujeres otra alma distinta,
y de menos facultades que la del hombre? o ¿procuran hacer valer aquella antigua y
errada opinión, de que las mujeres eran animales imperfectos, extendiéndola también a
sus luces, a sus discursos y a su entendimiento?
7
Doña Beatriz accusava tra l’altro anche le donne che non difendevano la sua vera
identità femminina, ma anzi che a suo parere, erano le prime che leggendo i suoi
pensieri ritenevano impossibile che una donna scrivesse determinate cose ed in modo
5
Beatriz Cienfuegos, La Pensadora Gaditana, volume 1, Cadiz, 1768, p. 11
6
Ibidem, p.5
7
Ibidem, p. 54-55.