Capitolo 1
Presentazione generale
1.1 Una precisazione terminologica: "Alto Adige" o "Sud Tirolo" ?
"Alto Adige" e "Sud Tirolo", in teoria, sono due espressioni equivalenti, in
quanto entrambe indicano la zona dell'attuale provincia di Bolzano: nelle
pagine seguenti saranno usate indistintamente. In realtà, a onor del vero, le due
diciture sono espressione di due storie diverse e contrapposte. Per la comunità
tedesca, la zona di Bolzano rappresenta la parte meridionale della regione
tirolese, con la quale, nonostante la divisione rappresentata dalla frontiera
alpina, costituirebbe un unicum storico e linguistico, e quindi la definiscono
"Sud Tirolo"; gli italiani, la maggior parte dei quali sono i discendenti degli
operai emigrati ai tempi dell'industrializzazione promossa dal regime fascista,
per indicare lo stesso territorio usano invece l'espressione coniata dai francesi
nel 1810, in occasione della creazione del dipartimento dell'"Alto Adige",
legato al napoleonico "Regno d'Italia". Tale termine è stato poi ripreso, dopo la
conquista manu militari ottenuta con la I guerra mondiale, dal geografo Ettore
Tolomei.
È per accontentare entrambe le sensibilità, quindi, che a livello istituzionale
oggi sono usate tutte e due le espressioni: la regione amministrativa ad esempio
è detta "Trentino Alto Adige-Süd Tirol". Queste iniziali considerazioni
terminologiche ci fanno già capire le peculiarità di questa provincia, in cui
convivono almeno tre popoli distinti (più del 4% della popolazione provinciale
infatti è di etnia ladina, anche se non esistendo un ladino standard, a livello
giuridico, le uniche lingue ufficiali sono italiano e tedesco).
Queste popolazioni di cultura diversa, negli ultimi decenni, hanno dato prova
di poter convivere più o meno armoniosamente (aldilà di incomprensioni e
contrasti che, seppur da non sottovalutare, non sembrano poter mettere in
discussione l'equilibrio raggiunto negli ultimi vent'anni), valorizzando le
rispettive diversità fino a diventare un esempio positivo per tutte le regioni del
mondo in cui convivono etnie diverse. Conoscere il funzionamento della loro
autonomia, comprese le norme di tutela delle minoranze, quindi, sarà di certo
utile, a prescindere dalle considerazioni sui privilegi economici garantiti
dall'autonomia stessa, che rimane il punto centrale della ricerca.
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1.2 Caratteristiche geografiche
Estesa 7400 km², la provincia autonoma di Bolzano è la più vasta d'Italia,
nonchè la più settentrionale. Confina con le regioni italiane Veneto e
Lombardia, coi Länder austriaci Salisburghese e Tirolo e col Cantone dei
Grigioni in Svizzera. Il suo territorio è interamente montuoso, e di conseguenza
la densità abitativa è davvero bassa: meno di 70 abitanti per km². La cima pià
alta è il monte Ortles, che raggiunge i 3902 metri. Verso est svettano le famose
Dolomiti, montagne alpine famose in tutto il mondo per la loro bellezza.
Numerosi i corsi d'acqua, i più importanti dei quali sono l'Adige e l'Isarco.
Mappa fisica del Trentino – Alto Adige
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1.3 Statistiche demografiche
Secondo quanto riporta il "Manuale per l'Alto Adige"
1
, il numero totale di
abitanti ammonta a 509.634. Di questi, il 69,41% è di madrelingua tedesca, il
26,06% appartiene alla comunità linguistica italiana e il 4,53% a quella
ladina
2
. Nel capoluogo, Bolzano, i rapporti si invertono, in quanto il 73% dei
104.029 abitanti è italofono, contro il 26,29% di madrelingua tedesca e una
piccola percentuale, pari allo 0,71% che appartiene alla comunità ladina.
I germanofoni risultano assolutamente preponderanti nelle campagne e nelle
valli a nord, mentre gli italofoni abitano le città e la bassa Atesina. I cinque
comuni (su 116) nei quali essi sono maggioritari sono Bolzano, Laives,
Salorno, Bronzolo e Ladena. Consistenti minoranze le troviamo a Merano,
seconda città della provincia.
Negli ultimi anni è aumentata fortemente la percentuale di stranieri, che
attualmente ammonta all'8% circa.
In seguito vedremo che la separazione geografica tra le comunità (gli stessi
ladini sono concentrati principalmente in tre valli: Val di Fassa, Valgardena e
Valbadia, dove diversi comuni vantano una presenza percentuale di
madrelingua ladini pari quasi al 100% degli abitanti), già di per sè
emblematica, si riflette anche negli aspetti della convivenza sociale. In Alto
Adige non c'è ancora stata, infatti, una vera integrazione tra i diversi gruppi
etnici, i quali, pur avendo messo da parte contrasti vivi ancora pochi decenni
fa, e avendo anzi realizzato un efficace sistema di collaborazione istituzionale,
conducono esistenze sostanzialmente separate per quanto riguarda la scuola, il
tempo libero e in parte anche il lavoro. Interessante anche notare che la
divisione geografica tra italiani (cittadini) e tedeschi (rurali) determina una
differenziazione sociale e professionale, dato che contadini, gestori dei masi,
allevatori e tutti gli altri lavoratori legati all'ambito rurale appartengono,
appunto, all'etnia tedesca, mentre gli italiani svolgono principalmente attività
urbane, legate al secondario o ai servizi.
1
"Manuale per l'Alto Adige", stampato a cura della Giunta provinciale di Bolzano, p.206
2
Le percentuali dei parlanti le varie lingue, per quato riguarda la provincia, sono tratte da
http://it.wikipedia.org/wiki/Provincia_autonoma_di_Bolzano
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Distribuzione dei gruppi geografici. (Fonte: wikipedia)
Collocazione geografica della provincia di Bolzano
Bandiera della provincia di Bolzano
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Stemma della provincia di Bolzano, con l'aquila tirolese
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Capitolo 2
Storia dell'Alto Adige – Süd Tirol
2.1 Dal medioevo alla I guerra mondiale
L'attuale provincia di Bolzano, per secoli, fu compresa nel Principato vescovile
di Trento e Bressanone, uno stato facente parte del Sacro Romano Impero della
Nazione Tedesca, creato dall' Imperatore Corrado II poco dopo il 1000. Nei
decenni successivi, i conti del Tirolo, a suo tempo insediati in val Venosta dal
Vescovo Principe, assunsero sempre più importanza, fino a diventare i signori
di tutto il territorio situato a nord e a sud del Brennero, grossomodo tra l'Inn e il
lago di Garda. Tra XIV e XV secolo, nel contesto di un' Europa
complessivamente ancora immersa nel medioevo, in Tirolo si svilupparono
forme di partecipazione popolare alla gestione del potere, alla radice della
storica volontà di autonomia che avrebbe sempre caratterizzato queste genti di
montagna. Ha scritto in proposito Oskar Peterlini: "Non solo i nobili e il clero,
ma anche i borghesi ed i contadini (dal 1400), concorsero attraverso i propri
rappresentanti negli Stati (Stände ovvero ceti) alla gestione politica del loro
Land nella Dieta tirolese, e nella Tiroler Landschaft, l’insieme dei
rappresentanti non nobili della Dieta. Nel 1342 le antiche libertà si tradussero
in una costituzione, la cosiddetta Großer Freiheitsbrief (la Magna Carta delle
libertà). Questo antico documento delle libertà tirolesi assicurava ai vari
rappresentanti dei ceti o Stati il diritto di partecipare alla definizione dei tributi,
alla legislazione ed al governo del Tirolo."
1
Nel 1363 tutto il territorio dei conti del Tirolo, essendo morta senza eredi
Margherita, l'ultima esponente della casata, passò ai duchi d'Austria, gli
Asburgo, i quali mantennero intatti i tradizionali diritti dei tirolesi. Un ruolo
simbolico particolare continuerà a essere rivestito dal Vescovo Principe, anche
se le sue prerogative di governo avevano già ceduto il passo alle autorità
secolari, a seguito del lungo duello con gli stessi conti tirolesi.
Nel 1511 l'Imperatore Massimilano I d'Asburgo concesse al Tirolo il
Landlibell, un documento che obbligava il Sovrano a dover ottenere
preliminarmente il consenso della Dieta locale in caso di dichiarazione che
1
O. Peterlini, L'autonomia che cambia. Gli effetti della riforma costituzionale del 2001
sull'autonomia speciale del Trentino Alto-Adige Sud Tirol e le nuove competenze in base alla
clausola di maggior favore, Editrice Praxis, Bolzano, 2010, p.30
12
coinvolgesse il Tirolo come zona bellica. I tirolesi inoltre ottennero l'esenzione
dal servizio militare al di fuori del Tirolo, e in cambio si impegnarono a
difendere la loro terra in caso di invasione straniera. Fu in quest'occasione che
nacque il corpo militare degli "Schützen", ossia, alla lettera, i "difensori". Nei
secoli successivi gli abitanti delle terre a cavallo del Brennero non esitarono a
difendere con vigore le loro libertà tradizionali, ogni qualvolta furono poste a
repentaglio dai governi centrali.
In particolare, tra XVIII e XIX secolo, in seguito alle sconfitte austriache
contro i francesi, e alla conseguente cessione di Innsbrück e Bolzano ai
bavaresi alleati di Napoleone, in tutto il Tirolo storico si sviluppò un forte
movimento di resistenza militare, che vide battersi i tirolesi tedeschi, ladini e
trentini gli uni a fianco degli altri. I governanti bavaresi, i cosiddetti illuminati,
avevano infatti promosso una serie di riforme contrarie ai sentimenti cattolici e
reazionari dei cittadini tirolesi. La rivolta, pur tra mille difficoltà, fu sedata, e
nel 1810 venne fucilato il comandante degli insorgenti, Andreas Hofer, un
albergatore della Val Passiria tutt'ora ricordato come il grande eroe del Tirolo.
Nello stesso anno fu creato il dipartimento dell'Alto Adige, assegnato al Regno
d'Italia: era la prima volta che veniva usato questo termine per descrivere
l'attuale provincia di Bolzano. Nel 1814, in seguito alla definitiva sconfitta di
Napoleone a Waterloo, l'Impero d'Austria rientrò in possesso di tutte le
provincie sottratte. Fu deciso tuttavia di non ricostituire l'antico Principato,
soppresso dai francesi già nel 1801, ma di unire Trento e Bolzano al Tirolo del
nord, in una provincia amministrativa asburgica a cavallo delle alpi, con
capoluogo Innsbrück.
Nei decenni successivi, soprattutto dalla seconda metà del XIX secolo, la vita
pubblica della Dieta (il nome delle provincie imperiali austriache, create
ufficialmente nel 1861) fu caratterizzata dalla richiesta di maggiore autonomia
avanzata da Trento, zona abitata quasi esclusivamente da italofoni. Ciò, in
parallelo con lo svilupparsi delle varie questioni nazionali, che non pochi
grattacapi stavano provocando in quegli anni a Vienna. Tuttavia queste
problematiche in provincia di Bolzano non si svilupparono, in quanto gli
italiani, ancora nel 1910, erano circa il 3% della popolazione, secondo i dati del
censimento austriaco.
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