INTRODUZIONE
Ho scelto di affrontare il tema dell’innovazione nella mia tesi di
laurea, poiché è diventato un tema inevitabile, da discutere, da
affrontare e soprattutto d’agire. Mai come in questi anni le pressanti
esigenze del business hanno spinto le aziende verso una così forte
necessità di innovare e innovarsi per competere. La velocità ha
caratterizzato quest’era economica, in quanto elemento
fondamentale di un’economia sempre più rapida ed in questa
rapidità sempre più mutevole e meno prevedibile.
Una velocità che per alcuni imprenditori è stata considerata un
vantaggio, ma che più delle volte ha costretto le aziende ad un ritmo
difficilissimo da sostenere, ha accelerato il metabolismo del mercato
costringendo i suoi attori a muoversi affannosamente verso un
cambiamento continuo e costante.
L’azienda, che decide di innovare è l’azienda che cresce non
soltanto in termini di fatturato, ma anche e soprattutto in termini
qualitativi e che è attiva in un processo di cambiamento finalizzato
a rendere migliore il suo prodotto, la sua missione, il suo servizio.
Per codesto motivo il tema dell’innovazione è fondamentale da
affrontare. In un mercato che cambia costantemente, le aziende che
vogliono competere devono fare dell’innovazione una bandiera, una
parola d’ordine per gestire con successo il loro business.
Da anni si è parlato di innovazione, infatti lo si può constatare
facendo un brevissimo excursus dei principali studiosi come
Schumpeter, Smith, Marx, ma da sempre si è svolta, anche se negli
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ultimi periodi il ritmo dell’innovazione è divenuto così incalzante da
trasformarsi in una priorità strategica nelle attività aziendali.
L’impresa, che decide di innovare, deve gestire in maniera
ottimale il suo capitale intellettuale, l’insieme delle conoscenze sul
proprio settore, del proprio mercato, dei propri utenti.
Ho voluto approfondire lo studio sulla teoria dell’innovazione di
Schumpeter poiché si configura nella storia del pensiero economico
come la prima elaborazione teorica di un certo livello riguardante il
fenomeno dello sviluppo e poiché egli considera la vita economica
come un flusso circolare e lo paragona alla circolazione del sangue
all’interno dell’organismo umano che ripercorre continuamente lo
stesso cammino. Egli sottolinea più volte come le imprese, in certi
momenti storici, sono costrette a spostare il loro punto di equilibrio,
debbano produrre nuovi beni, introdurre nuovi metodi di
produzione, aprirsi a nuovi mercati, conquistare nuove fonti di
approvvigionamento di materie prime e semilavorati per
sopravvivere e non farsi aggredire dalle nuove imprese.
Nel capitolo terzo ho voluto approfondire lo studio dei principali
modelli e manuali che hanno dato un loro prezioso contributo sulla
misurazione dell’innovazione. Ho analizzato accuratamente
l’European Innovation Scoreboard, indicando i suoi principali
indicatori, facendo emergere che l’Unione Europea, in seguito al
Consiglio Europeo di Lisbona, ha introdotto uno strumento di
misurazione annuale del grado di innovazione dei singoli stati
membri, definito “Innovation Scoreboard”, il quale rappresenta un
sistema di analisi e di valutazione della propensione all’innovazione,
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composto da 17 indicatori, con lo scopo di misurare lo scostamento
in riferimento all’innovazione, rispetto alla media dell’Unione
Europea, degli Stati Uniti e del Giappone. Gli indicatori, che
vengono correlati fra loro e misurati in rapporto ad altre regioni, sia
europee che italiane, rappresentano i fattori che influenzano
maggiormente l’innovazione.
Andando avanti, ho voluto approfondire la posizione
internazionale dell’Italia, indicando il quadro normativo e
programmatico nazionale in materia di ricerca ed innovazione. Dallo
studio è emerso che l’Italia non si trova nelle posizioni alte
dell’European Innovation Scoreboard, ma tra i paesi moderati,
poiché molto spesso gli imprenditori pur volendo innovare sono
bloccati nel campo degli investimenti e risulta forte solo nelle aree
finanziarie e delle politiche di sostegno e capacità produttive.
Ho voluto, inoltre, presentare alcune metodologie di misurazione
dell’innovazione tecnologica nei sistemi regionali analizzando
approfonditamente lo studio del Regional Innovation Scoreboard in
quanto si forniscono dei dati a livello regionale e si fanno dei
confronti statistici che poi saranno utilizzati in una possibile
metodologia di misurazione dell’innovazione ad un livello più
ristretto.
In conclusione ho studiato in dettaglio la Basilicata, indagando la
sua realtà socio-economica, rivolgendo un’attenzione particolare alle
problematiche legate allo sviluppo dell’imprenditorialità innovativa
sul territorio. Ho fatto un’indagine dal basso che si avvale di
indicatori congiunturali per verificare lo stato dell’arte
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dell’innovazione in Basilicata. Ho utilizzato molte immagini e
grafici per offrire un quadro lampante della situazione generale
socio-economica della regione.
Il quadro del sistema economico-produttivo lucano è apparso con
forti criticità sia a livello di struttura industriale sia di performance
economiche-finanziarie conseguite dai suoi attori, anche se vi è una
diffusa presenza nel territorio di enti di ricerca come Università,
ENEA, ISTAT, AGROBIOS, ASI, CNR). Ho fatto delle ricerche sui
principali parchi scientifici e tecnologici, sull’ente principale che si
occupa di innovazione nel territorio: Basilicata Innovazione,
riscontrando che il suo obiettivo è quello di far maturare fra le
aziende del territorio una maggiore sensibilità sui temi della ricerca
e dell’innovazione. Vuole rafforzare il tessuto imprenditoriale locale,
realizzando un’interazione tra le imprese e l’Università ed i centri di
ricerca – depositari di conoscenze e competenze preziose per
l’innovazione e la competitività nei settori produttivi – da rendere
fruibili a tutto il sistema produttivo lucano, valorizzando così
l’impiego delle risorse umane presenti attraverso l’introduzione in
processi aziendali e, contestualmente, limitare il fenomeno
dell’emigrazione “intellettuale”. Basilicata Innovazione è nata per
dare un concreto e sostanziale impulso alla realizzazione di una
politica regionale di sviluppo delle attività produttive fondate
sull’innovazione tecnologica. Essa è frutto delle competenze
acquisite da un gruppo di persone che nei primi tre anni di attività
della struttura hanno vigilato su aziende, ricercatori, gruppi di
persone con idee di imprese. È costituito da un personale preparato,
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tenuto sotto la vigilanza di figure importanti, che nel corso degli
anni li sta facendo sempre più crescere, gli fa acquisire sicurezza
autonomia, per consigliare, proteggere incoraggiare imprenditori
lucani che vogliono innovare. Basilicata Innovazione in
collaborazione con i Dipartimenti dell’Università degli Studi della
Basilicata ha dato importanti supporti nella realizzazione di progetti
di valorizzazione dei risultati della ricerca. Sono stati citati e spiegati
in dettaglio i progetti dell’ “Ergonomia Basilicata” quali: Lady
Cucine srl, Polform srl, Mito 1964 srl, Artdry, Fungo Cardoncello,
CerrRov, Pane di Matera, Georadar e tanti altri.
Dai notevoli studi fatti sull’innovazione della Basilicata è emerso
che non è semplice in questa regione operare e trasferire tecnologia
ai prodotti e ai metodi utilizzati in quanto vi è una notevole presenza
sul territorio di piccole e micro imprese sottocapitalizzate e
polverizzate, con bassa propensione ad utilizzare risorse nuove per
migliorare i prodotti o i processi. La visione del mercato appare
molto ristretta, manca una politica che favorisce la valorizzazione
economica dei risultati della ricerca sviluppati dall’Università e dai
vari Enti di ricerca presenti sul territorio.
Lo sguardo panoramico sulle criticità esistenti è servito per
comprendere meglio quale sarebbe dovuto essere l’approccio che
dovrebbero utilizzare gli imprenditori e quali leve dovrebbero
esercitare per cogliere e valorizzare il nostro territorio.
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I. L’INNOV AZIONE
1.1 COSA È L’INNOVAZIONE, A COSA SERVE: RINNOVAMENTO
CONTINUO PER ESSERE COMPETITIVI SUL MERCATO
L'innovazione è diventata la religione industriale della fine del
XX secolo. Le imprese la vedono come lo strumento principale per
aumentare quote di mercato e profitti. I governi si affidano ad essa
quando cercano di migliorare l'economia. Essa viene utilizzata per
unire destra e sinistra a livello politico. Negli ultimi anni, tutte le
imprese sia piccole che grandi, utilizzano l’innovazione per
raggiungere competitività sui mercati e in alcuni settori, addirittura
per assicurarne la sopravvivenza. Va a giocare un ruolo
fondamentale per le imprese, fa crescere le economie, la
competitività delle nazioni, lo sviluppo dei paesi arretrati, la nascita
e il declino di settori e tecnologie.
Ha insomma influito sul modo di crescere, agire, competere e
cooperare delle imprese e degli attori economici. L’innovazione
tecnologica è diventata in molti settori il fattore determinante del
successo competitivo; per la maggior parte delle imprese innovare è
ormai un imperativo strategico, fondamentale per mantenere e
acquisire posizioni di leadership nel mercato per recuperare
condizioni di svantaggio competitivo.
La crescente importanza dell’innovazione è in parte dovuta alla
globalizzazione dei mercati; non poche volte, infatti, è la pressione
della concorrenza internazionale a imporre alle imprese di innovare
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in modo continuo allo scopo di produrre servizi e prodotti ad alto
grado di differenziazione. L’innovazione non è altro che un’idea
nuova, un processo o un prodotto, che viene definito nuovo da una
parte consistente di persone che la utilizzano. Si può innovare
apportando delle modifiche o continuamente miglioramenti ai
prodotti o ai processi produttivi per aumentare la soddisfazione dei
clienti oppure sviluppare nuove idee che coinvolgano nuove
tecnologie e che conducano le imprese a un prodotto/processo del
tutto sconosciuto prima.
Il processo innovativo viene definito come un fenomeno di
rinnovamento continuo, volto da un lato, a modificare le regole
competitive di prodotti, processi, servizi e organizzazione e diretto
dall’altro, a sviluppare competenze e conoscenze che, se
efficacemente aggregate, consentono di perseguire gli obbiettivi
organizzativi e concorrenziali.
L’innovazione si può raggiungere attraverso flessibilità ed
adattabilità al contesto in maniera sistematica nell’ambito della
funzione ricerca e sviluppo piuttosto che attraverso l’invenzione
intuitiva e casuale di uno o più individui.
La valutazione dei progetti innovativi costituisce il collegamento
tra il processo di formulazione delle strategie d’impresa e la sua
attuazione.
Infatti non vi può essere creazione di valore economico attraverso
un investimento se questo non permette all’impresa dei vantaggi
competitivi sui concorrenti.
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L’azienda, sia industriale che erogatrice di servizi, si configura
come un insieme strutturato di conoscenze e competenze e, quindi,
si individua nel patrimonio tecnologico l’elemento fondamentale da
cui muovere per identificare le migliori politiche competitive e i più
agevoli processi di sviluppo facendo emergere i possibili limiti o
possibilità dell’impresa.
L’innovazione è in grado di coinvolgere molteplici settori e
imprese, a prescindere dalla dimensione; ciò è conseguenza, tra
l’altro, dell’alto grado di flessibilità delle tecnologie emergenti che
consentono alle stesse di essere applicate immediatamente nei vari
ambiti produttivi.
1.2 DIVERSI TIPI DI INNOV AZIONE
Il manuale di Oslo e altri studiosi affermano che ci sono diversi
tipi di innovazione distinti, ma allo stesso tempo collegati tra loro.
I tipi di innovazione sono:
- product innovation;
- process innovation;
- marketing innovation;
- organizational innovation.
Le product innovation (innovazioni di prodotto) rappresentano la
linfa vitale per le imprese e sono indispensabili per la loro
sopravvivenza nel medio e nel lungo termine.
Attualmente ci si trova di fronte a consumatori diversi rispetto a
quelli del passato in quanto possono accedere a un maggior numero
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di informazioni che li rendono più sofisticati, più preparati, più
consapevoli nel momento dell’acquisto. D’altra parte, i prodotti
stanno diventando meno differenziati perché le organizzazioni hanno
già pronta e facilmente usufruibile la tecnologia necessaria per
lanciare rapidamente nuovi prodotti e con poche differenze in
termine di qualità rispetto ai concorrenti.
Come ci insegna Schumpeter per innovazione di prodotto si
intende l’introduzione sul mercato di un bene o di un servizio che sia
nuovo o migliorato rispetto alle sue caratteristiche e le sue modalità
di fruizione. Alcuni esperti sostengono che le innovazioni di
prodotto si trovano di fronte a quelle che vengono definite
“breakthrough innovation” ossia innovazioni che creano un mercato
totalmente nuovo, arrivando a modificare il comportamento degli
utenti. Altri invece le considerano anche come innovative anche
quelle che vengono definite “line extension”, ossia prodotti che sono
nuovi per l’organizzazione ma non per il mercato, e rappresentano il
punto d’ingresso di un’azienda in un dato settore. Altri invece
considerano ancora come innovazioni le azioni di “product
enhancement” ossia i miglioramenti sostanziali di un prodotto.
Le organizzazioni quando vanno a gestire i processi di
innovazione collegati al prodotto devono stare attenti a considerare
almeno tre elementi fondamentali quali: l’opportunità legata al
rischio di sviluppo, l’incremento di costi che questo sviluppo può
comportare e il grado entro il quale il prodotto è nuovo.
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