5
Introduzione
Il secondo conflitto mondiale, precedente alla Dichiarazione Universale dei
diritti dell’uomo, negò i valori fondamentali dell’uomo sostituendoli con
ignoranza, pregiudizio, la dottrina razziale e la disuguaglianza degli uomini.
Da tale consapevolezza nacque l’UNESCO (United Nations Educational
Scientific and Cultural Organization). Gli stati membri riconobbero che
l’ampia diffusione della cultura e l'educazione dell'umanità per la giustizia,
la libertà e la pace sono indispensabili per la dignità dell'uomo e
costituiscono un dovere sacro che tutte le nazioni devono adempiere in uno
spirito di mutua assistenza. Credendo nella possibilità di piene e pari
opportunità per l'istruzione per tutti, concordarono nello sviluppare e
aumentare i mezzi di comunicazione tra i loro popoli, impiegandoli ai fini
della conoscenza e comprensione reciproca e per gli obiettivi della pace
internazionale e del bene comune del genere umano.
Da queste considerazioni, furono stabilite due maggiori priorità. La prima
è il raggiungimento dei sei obiettivi Education For All (EFA) nel Quadro
d’Azione di Dakar 2000-2015:
- espandere e migliorare a livello globale l’istruzione e la cura della prima
infanzia, soprattutto per i bambini più vulnerabili e svantaggiati;
- assicurare che entro il 2015 tutti i bambini, in particolare le bambine in
circostanze difficili e quelle appartenenti a minoranze etniche, abbiano
accesso a un’istruzione primaria completa, gratuita, obbligatoria e di buona
qualità;
- assicurare che i bisogni di apprendimento dei giovani e degli adulti siano
soddisfatti attraverso un accesso equo a un adeguato apprendimento e ai
programmi sulle capacità della vita pratica;
- raggiungere il miglioramento del 50 % nei livelli di alfabetizzazione degli
adulti entro il 2015, specialmente per le donne, e un accesso equo
all’istruzione di base e continua per tutti gli adulti;
- eliminare le disparità di genere nell’istruzione primaria e secondaria entro
il 2005 e raggiungere l’uguaglianza di genere nell’istruzione entro il 2015,
focalizzando l’attenzione nell’assicurare un accesso equo e un’istruzione di
base di buona qualità per le donne;
- migliorare tutti gli aspetti della qualità dell’istruzione e assicurare
l’eccellenza di tutti così che i risultati di apprendimento riconosciuti e
misurabili siano raggiunti da tutti, specialmente nell’alfabetizzazione,
numerazione e nelle capacità di vita essenziali.
Riconoscendo l’importanza e l’impatto che l’istruzione ha anche su altri
aspetti della vita delle persone, sono state sviluppate diverse iniziative. Tra
le più importanti la Decade delle Nazioni Unite per l’Alfabetizzazione
2003-2012, la Decade delle Nazioni Unite sull’Istruzione per lo Sviluppo
Sostenibile 2005-2014 e l’Iniziativa EDUCAIDS.
6
La Conferenza Mondiale EFA, mediante l’adozione della Dichiarazione
Mondiale EFA, stabilì precisi obiettivi che ciascuno stato avrebbe dovuto
perseguire, richiedendo loro una valutazione dei progressi in occasione del
Forum sull’Istruzione Mondiale, dove fu adottato il Quadro d’Azione di
Dakar e i cui risultati sono stati illustrati in occasione di sei conferenze
tenutesi tra il 1999 e il 2000. Il Forum di Dakar ha impegnato i paesi nello
sviluppo di piani nazionali EFA per il raggiungimento degli obiettivi non
oltre il 2015 o nel rafforzamento dei piani nazionali esistenti, e la
compilazione dei Documenti Strategici per la Riduzione della Povertà
(PRSP) al massimo entro il 2002. La responsabilità degli stati fu garantita
dalla creazione dell’EFA Global Monitoring Report, una relazione redatta
con lo scopo di valutare anno dopo anno i progressi compiuti dai vari paesi
verso gli obiettivi EFA e discutere su particolari situazioni legate al tema
dell’istruzione, la prima delle quali fu commissionata nel 2002. Altre
iniziative importanti sono state il NEPAD (New Partnership for Africa’s
Development) , il Partenariato Globale per l'Educazione e la “Global
Business Coalition for Education”.
La seconda grande priorità dell’UNESCO è il raggiungimento degli
Obiettivi di Sviluppo del Millennio (in particolare il secondo e il terzo), otto
traguardi da conseguire entro il 2015, vincolanti per l'intera comunità
internazionale, definiti in occasione del “Vertice del Millennio” dove fu
approvata la “Dichiarazione del Millennio” mediante la quale i leader
mondiali affermarono la loro responsabilità verso l'intera specie umana.
Ogni anno le Nazioni Unite pubblicano un rapporto sul perseguimento di
tali obiettivi, il Millennium Development Goals Report. Gli obiettivi sono:
- eliminare fame e povertà estrema: dimezzare il numero delle persone che
soffrono la fame e vivono con meno di 1,25 dollari al giorno;
- raggiungere l’istruzione primaria universale;
- promuovere l’eguaglianza di genere e l’empowerment delle donne:
eliminare le disparità di genere nella scuola primaria e secondaria;
- ridurre la mortalità infantile: ridurre di due terzi il tasso di mortalità
infantile rispetto al livello del 1990;
- migliorare la salute materna: ridurre di tre quarti il tasso di mortalità
materna rispetto al livello del 1990;
- combattere hiv/aids, malaria e altre malattie: arrestare e iniziare a ridurre la
diffusione di hiv/aids, malaria e altre gravi malattie infettive;
- assicurare la sostenibilità ambientale: dimezzare il numero di persone che
non hanno accesso all’acqua potabile e ai servizi igienici;
- sviluppare una partnership globale per lo sviluppo: favorire la
cooperazione allo sviluppo Nord Sud, la riduzione del debito, l’accesso ai
farmaci.
In base alle peculiarità del proprio contesto nazionale, ogni paese si è
mobilitato attraverso varie iniziative per eliminare o almeno ridurre gli
ostacoli alla realizzazione dell’istruzione primaria universale, come
Egyptian Girls o Food For Education. Un contributo importante è stato
apportato anche dalle stesse Nazioni Unite attraverso l’azione del segretario
generale Ban Ki-moon con la campagna per l’educazione Education First,
che nei prossimi cinque anni si concentrerà su tre priorità: accesso
all’educazione, miglioramento della qualità dell'apprendimento e
promozione della cittadinanza globale.
7
L’ONU interviene anche attraverso i suoi organismi, come ad esempio
l’UNICEF (United Nations Children’s Fund), che conduce e attua le
funzioni di segretario nella United Natons Girls Education Initiative
(UNGEI) e ha supportato ai margini del vertice annuale del G8 le questioni
sull’istruzione affrontate nell’ambito del vertice J8. In collaborazione con
la Fondazione Nelson Mandela e la Hamburg Society for Promotion of
Democracy and International Law del magnate tedesco Peter Krämer,
l’UNICEF ha anche lanciato la campagna internazionale "Scuole per
l'Africa", e il suo contributo è apportato anche mediante le sue
pubblicazioni, come "La Condizione dell'infanzia nel mondo". Ha ricevuto
il premio Nobel per la pace nel 1965 per la sua incessante attività in difesa
dei diritti umani nei conflitti armati.
Nel 1993 il premio Nobel per la pace è stato assegnato anche a una grande
personalità qual è quella di Nelson Mandela, assieme all’allora presidente
sudafricano Frederik William De Klerk, per aver svolto un ruolo decisivo
nello smantellamento del sistema di segregazione razziale nel loro paese e
aver avviato il Sudafrica verso un nuovo assetto democratico. L’11 febbraio
del 1990 Mandela fu rilasciato dopo l’arresto nel 1962 e la detenzione per
27 anni a causa del suo attivismo politico antiapartheid.
L’istruzione è stato uno degli argomenti più importanti per cui era stata
intrapresa tale lotta. E’ stata al centro dei suoi discorsi e presente all’interno
della Carta della Libertà, il programma dell’African National Congress
(ANC) alla quale Mandela ha più volte fatto riferimento. Nonostante le
circostanze della sua vita gli abbiano consentito di ricevere un’istruzione,
Mandela ha potuto osservare come al suo popolo è stato negato tale diritto e
sentirne l’ingiustizia, ed è proprio la negazione di tale diritto che lo portò a
impegnarsi in diversi modi. Nel 1992 ricoprì l’incarico di Rettore
dell’Università del Nord e in occasione della campagna elettorale per
l’assemblea nazionale iniziata nel febbraio del 1994, l’ANC elaborò il
documento “Programma di ricostruzione e sviluppo”, in cui era prevista
l’istruzione gratuita a tutti i sudafricani. L’importanza dell’istruzione venne
ripresa in occasione della International Children’s Day tenutasi il primo
giugno del 1994, dove Mandela, divenuto presidente, riaffermò l’impegno
del governo nei confronti di tutti i bambini del paese in tutti gli aspetti della
loro vita. Fu costituita la Mandela Rhodes Fundation, fu inaugurato il
Centro Nelson Mandela della Memoria e l’Istituto Nelson Mandela per
l’Istruzione e lo Sviluppo Rurale e fu valutato l’impatto dell'AIDS sul
settore educativo. Altre iniziative degne di nota sono state la “Madiba
Legacy Comics” e la versione per bambini dell’autobiografia di Mandela
“Lungo cammino verso la libertà”. Inoltre, l’iniziativa “Mandela Day
Libraries” e il “Progetto di Infrastrutture alle Scuole 94+”, facenti parte
delle celebrazioni del 18 luglio, dichiarato dalle Nazioni Unite come il
Mandela Day.
Dopo questo excursus sui vari attori internazionali, nazionali e individuali
che si sono impegnati ciascuno a proprio modo e con le proprie politiche,
iniziative e progetti, nella lotta contro l’analfabetismo, l’ultima parte di
questo lavoro, è dedicata a un confronto tra il Ghana e il Gambia, due paesi
dell’Africa occidentale, entrambi ex colonie britanniche, relativamente alle
politiche educative adottate dai rispettivi governi, all’evoluzione del sistema
d’istruzione e ai progressi e/o arretramenti che si sono verificati
dall’indipendenza ai giorni nostri.
8
1. L’esperienza dell’UNESCO nella lotta
all’analfabetismo
1.1 Le origini dell’UNESCO e il suo impegno nel settore
dell’educazione
Nel 1942, a tre anni dallo scoppio della seconda guerra mondiale, i governi
dei paesi europei che si stavano allora confrontando con la Germania nazista
si incontrarono nel Regno Unito nel CAME (Conference of Allied Ministers
of Education), con lo scopo di ricostruire i loro sistemi di istruzione quando
la pace sarebbe stata ripristinata. Su proposta del CAME venne convocata a
Londra dal primo al 16 novembre del 1945, la ECO / CONF (United
Nations Conference for the Establishment of an Educational and Cultural
Organization). I rappresentanti di 44 paesi decisero di creare
un'organizzazione per creare una solidarietà umana, morale e intellettuale.
Al termine di questa conferenza, 37 paesi fondarono la “United Nations
Educational, Scientific and Cultural Organization” (UNESCO), istituita
dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 16 novembre del 1945.
1
Le divisioni politiche della seconda guerra mondiale segnarono la
composizione degli stati membri fondatori dell'UNESCO. Fino al 1951 il
Giappone e la Repubblica Federale di Germania non ne facevano parte e la
Spagna è stata accettata nel 1953. Ci furono anche altri fattori, come la
guerra fredda, il processo di decolonizzazione e la dissoluzione dell'Unione
Sovietica. L'URSS (Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche) entrò
nell'UNESCO nel 1954 ed è stato sostituito dalla Federazione Russa nel
1992 a fianco di dodici repubbliche ex sovietiche. Diciannove stati africani
divennero membri nel 1960. Come conseguenza della sua entrata nelle
Nazioni Unite, la RPC (Repubblica Popolare Cinese) è stata l'unica
rappresentante legittima della Cina presso l'UNESCO dal 1971. La
Repubblica Democratica Tedesca (RDT) fu membro dal 1972 al 1990,
quando entrò a far parte della Repubblica Federale di Germania. Nel corso
del tempo alcuni paesi si ritirarono dall’UNESCO per motivi politici, ma
oggi ne fanno tutti parte. Il Sudafrica è stato assente dal 1957 al 1994, gli
Stati Uniti d'America dal 1985 al 2003, il Regno Unito di Gran Bretagna e
Irlanda del Nord dal 1986 al 1997 e Singapore dal 1986 al 2007.
La Costituzione dell'UNESCO è stata firmata lo stesso giorno, ed è entrata
in vigore il 4 novembre del 1946 dopo la ratifica da parte di 20 paesi. Gli
stati membri a nome dei loro popoli dichiararono che, “poiché le guerre
nascono nella mente degli uomini, è nella mente degli uomini che la difesa
della pace deve essere costruita; la diffidenza tra i popoli del mondo e le
loro differenze hanno portato troppo spesso alla guerra. La guerra ha reso
possibile la negazione dei principi democratici, il rispetto della dignità,
l'uguaglianza e il rispetto reciproco degli uomini, valori che sono stati
sostituiti con l’ignoranza e il pregiudizio e con la dottrina razziale e della
disuguaglianza degli uomini.
1
www.unesco.org.
9
L'ampia diffusione della cultura e l'educazione dell'umanità per la giustizia e
la libertà e la pace sono indispensabili per la dignità dell'uomo e
costituiscono un dovere sacro che tutte le nazioni devono adempiere in uno
spirito di mutua assistenza. Una pace basata esclusivamente su accordi
politici ed economici dei governi, non è stata una pace che ha potuto
assicurare il sostegno unanime, durevole e sincero tra i popoli del mondo;
per non fallire deve essere fondata sulla solidarietà intellettuale e morale
dell'umanità”.
2
Per questi motivi, gli stati membri della Costituzione, credendo nella
possibilità di piene e pari opportunità per l'istruzione per tutti, nella ricerca
della verità oggettiva senza restrizioni e nel libero scambio di idee e
conoscenze, concordarono nel sviluppare e aumentare i mezzi di
comunicazione tra i loro popoli, impiegandoli ai fini della comprensione
reciproca e della totale conoscenza delle reciproche vite, traducendo il loro
pensiero nella creazione dell’UNESCO allo scopo di far progredire,
attraverso le relazioni educative, scientifiche e culturali i popoli del mondo,
gli obiettivi della pace internazionale e del bene comune del genere umano.
Secondo l’art. 1 dello Statuto lo scopo dell'organizzazione è quello di
contribuire alla pace e alla sicurezza promuovendo la collaborazione tra le
nazioni attraverso l’istruzione, la scienza e la cultura per il rispetto
universale della giustizia, dello Stato di diritto e dei diritti dell'uomo e delle
libertà fondamentali che sono affermati per i popoli del mondo, senza
distinzione di razza, sesso, lingua o religione, dalla Carta delle Nazioni
Unite. Per realizzare questo scopo l'organizzazione:
-collabora nell’incrementare la conoscenza e la comprensione reciproca dei
popoli, attraverso tutti i mezzi di comunicazione di massa e, a tal fine
raccomanda gli accordi internazionali che giudica utili per facilitare la libera
circolazione delle idee;
-contribuisce allo sviluppo di attività educative su richiesta e con la
collaborazione degli stati membri;
-istituisce la collaborazione tra le nazioni per promuovere l'ideale di
eguaglianza di opportunità di istruzione, senza distinzione di razza, sesso o
distinzioni, economiche o sociali;
-suggerisce i metodi educativi più adatti per preparare i bambini di tutto il
mondo alle responsabilità della libertà;
-garantisce la conservazione e la tutela del patrimonio mondiale di libri,
opere d'arte e monumenti della storia e della scienza, raccomandando alle
nazioni le necessarie convenzioni internazionali;
-incoraggia la cooperazione tra le nazioni in tutti i rami dell’attività
intellettuale, compreso lo scambio internazionale di coloro che operano nei
settori dell'istruzione, della scienza e della cultura e lo scambio di
pubblicazioni, oggetti di interesse artistico e scientifico e di altri materiali di
informazione;
-garantisce l'accesso di tutti i popoli a tutto il materiale pubblicato e
prodotto in ciascun paese membro.
3
2
www.portal.unesco.org.
3
Ibid.
10
L’UNESCO lavora per creare le condizioni per il dialogo tra le civiltà, le
culture e i popoli, basato sul rispetto di valori condivisi. E 'attraverso questo
dialogo che il mondo può raggiungere visioni globali di sviluppo sostenibile
che comprende il rispetto dei diritti umani, il rispetto reciproco e
l'alleviamento della povertà, che sono tutti al centro della missione
dell'UNESCO e delle sue attività. Gli obiettivi generali e gli obiettivi
concreti della comunità internazionale sono alla base di tutte le strategie e le
attività dell’organizzazione e le sue competenze nel campo dell'istruzione,
delle scienze, della cultura e della comunicazione e dell'informazione
contribuiscono alla realizzazione di tali obiettivi.
L'organizzazione si concentra su due priorità nel mondo: l’Africa e
l’uguaglianza di genere. Inoltre, ha una serie di obiettivi generali:
-raggiungere un'istruzione per tutti di qualità e l'apprendimento permanente;
-mobilitare la conoscenza scientifica e le politiche per lo sviluppo
sostenibile;
-affrontare le emergenti sfide sociali ed etiche;
-promuovere la diversità culturale, il dialogo interculturale e una cultura di
pace;
-costruire società della conoscenza inclusiva attraverso l'informazione e la
comunicazione.
La missione dell’UNESCO nel settore dell’educazione è quella di:
-fornire la guida internazionale per creare società di apprendimento con
opportunità educative per tutte le popolazioni;
-fornire conoscenza e promuovere partenariati per rafforzare la leadership
educativa nazionale e la capacità dei paesi di offrire un'istruzione per tutti di
qualità;
-agire come una guida intellettuale, un corretto intermediatore e una
struttura di compensazione per le idee, spingendo i paesi e la comunità
internazionale ad accelerare i progressi verso questi obiettivi;
-agevolare lo sviluppo di partenariati e di monitoraggi del progresso, in
particolare mediante la pubblicazione di una relazione annuale di
monitoraggio globale che registra i risultati dei paesi e della comunità
internazionale verso i sei Obiettivi EFA (Education for All).
1.2 Priorità dell’UNESCO in campo educativo
Le priorità dell’organizzazione in campo educativo sono:
-i sei obiettivi EFA adottati nel Quadro di Azione di Dakar 2000-2015;
4
-gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, in particolare l’obiettivo n° 2 e n° 3
relativi rispettivamente al raggiungimento dell’istruzione primaria
universale e alla promozione dell’uguaglianza di genere;
5
-la Decade delle Nazioni Unite sull’Alfabetizzazione 2003-2012;
-l’Iniziativa Mondiale EDUCAIDS sull’Istruzione e HIV/AIDS.
4
Vedi paragrafo 1.5.
5
www.undp.org.
11
-la Decade delle Nazioni Unite sull’Istruzione per lo Sviluppo Sostenibile
2005-2014;
La Decade per l’Alfabetizzazione 2003-2012 (UNLD, 2003-2012) lanciata
nel 2003, è un'iniziativa delle Nazioni Unite che fornisce una piattaforma e
uno stimolo per il raggiungimento dei sei obiettivi EFA e avente lo scopo
anche di aumentare i livelli di alfabetizzazione e sviluppare ambienti
alfabetizzati in tutto il mondo. Dichiarando il decennio con lo slogan
"l’alfabetizzazione è libertà", la comunità internazionale ha riconosciuto
l'alfabetizzazione come un diritto umano che deve essere promosso
attivamente e difeso. La UNLD (United Nations Literacy Decade) affronta
"una visione rinnovata di alfabetizzazione" per comprendere le esigenze di
apprendimento di tutti i bambini, i giovani e gli adulti, per migliorare
l'alfabetizzazione in tutte le impostazioni e i contesti. Su richiesta
dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, l'UNESCO sta coordinando la
UNDP e le sue attività internazionali, nonché implementando una serie di
attività per raggiungere gli obiettivi del Decennio, in particolare attraverso
LIFE (Literacy Initiative For Empowerment) lanciata nel 2005.
Tale iniziativa è stata creata quando è diventato evidente che gli sforzi di
alfabetizzazione esistenti non sarebbero stati sufficienti per raggiungere un
miglioramento del 50 % nei livelli di alfabetizzazione degli adulti entro il
2015. LIFE si rivolge ai 35 paesi che hanno un tasso di alfabetizzazione
inferiore al 50 % o a una popolazione di oltre 10 milioni di persone che non
sanno leggere né scrivere. L’85 % della popolazione mondiale analfabeta
risiede in questi paesi, e due terzi sono donne e ragazze.
6
Al fine di
dimostrare i molteplici usi e il valore dell’alfabetizzazione, la Decade delle
Nazioni Unite per l’Alfabetizzazione ha adottato cinque temi biennali, che
sono stati il punto di riferimento per i particolari sforzi di sensibilizzazione:
-Alfabetizzazione e Genere, 2003-2004;
-Alfabetizzazione e Sviluppo Sostenibile, 2005-2006;
-Alfabetizzazione e Salute, 2007-2008;
-Alfabetizzazione ed Emancipazione, 2009-2010;
-Alfabetizzazione e Pace, 2011-2012.
Alla metà della UNLD, l'UNESCO ha condotto un’analisi dei progressi
compiuti, la quale fu un'ottima occasione per fare il punto della situazione e
stabilire una chiara direzione per promuovere l'alfabetizzazione nella
seconda metà del decennio in tutti i settori chiave del piano d'azione. I
progressi furono esaminati nel corso del 2007 e del 2008, facendo ricorso al
rapporto EFA Global Monitoring del 2006 come punto di riferimento e allo
slancio generato dalle conferenze regionali, per promuovere politiche più
forti e maggiori investimenti in alfabetizzazione. Nel 2007 l’UNESCO ha
istituito inoltre un gruppo di circa 20 esperti di alfabetizzazione e campi
correlati, in rappresentanza del governo, delle istituzioni accademiche,
multilaterali e non governative e delle organizzazioni di tutte le regioni del
mondo. Il gruppo ha fornito consulenza e dispensato pareri all’UNESCO
operando come agenzia di coordinamento dell’iniziativa. I membri del
gruppo, inoltre, hanno facilitato i legami con la società civile e le reti
intergovernative e accademiche correlate all'alfabetizzazione.
6
www.unesco.org.
12
I risultati dell’analisi furono poi presentati all'Assemblea Generale delle
Nazioni Unite nel mese di ottobre nel corso del 2008.
7
Con la fine della
UNLD e l’avvicinarsi del dicembre 2012, l'UNESCO e i suoi partner si
stanno preparando per condurre una valutazione di fine decennio sui
risultati, sui processi, l'impatto e le sfide rimanenti. Tale valutazione aprirà
la strada verso un rimodellamento post-decennio della visione e dell’azione
di alfabetizzazione. La relazione finale sarà presentata all'Assemblea
Generale delle Nazioni Unite in occasione della sua sessione del 2013.
Guidata dall’UNESCO con la collaborazione di co-sponsor di UNAIDS
(United Nations Programme on HIV/AIDS)
8
e le principali parti interessate,
EDUCAIDS (Global Initiative on Education and HIV and AIDS) si propone
di promuovere, sviluppare e sostenere le risposte globali del settore
dell'istruzione per l'HIV e l'AIDS. EDUCAIDS ha due obiettivi primari:
prevenire la diffusione dell'HIV attraverso l’istruzione e proteggere le
principali funzioni del sistema dell’istruzione dai peggiori effetti
dell'epidemia. Attraverso questa iniziativa, l'UNESCO e i suoi partner
sostengono gli sforzi a livello nazionale per pianificare azioni e dar loro la
priorità, costruire partenariati e promuovere il coordinamento.
Riconoscendo il ruolo fondamentale del settore dell'istruzione nella risposta
nazionale all'AIDS, il CCO (Committee of Cosponsoring Organizations) del
programma UNAIDS, lanciò EDUCAIDS
9
nel marzo del 2004. Il progetto
EDUCAIDS è stato anche designato dal Consiglio Esecutivo dell'UNESCO
come una delle tre principali iniziative dell’UNESCO per raggiungere gli
obiettivi EFA. Uno degli obiettivi principali di EDUCAIDS è di raggiungere
una copertura di istruzione di qualità sull'HIV e l'AIDS su scala nazionale.
La qualità dell’istruzione comprende una serie di principi trasversali. Deve
essere: basata sui diritti, incentrata su chi apprende e inclusiva;
scientificamente accurata; culturalmente sensibile; specifica per età; fornita
in ambienti di apprendimento sicuri e protetti; adattata ai vari gruppi,
comprese le popolazioni vulnerabili e promuovere la partecipazione delle
persone che vivono con l'HIV e l'AIDS.
10
L’accesso alle opportunità di
istruzione è ampiamente riconosciuto come un mezzo efficace per ridurre la
vulnerabilità dei bambini e dei giovani all’HIV. L’UNESCO sostiene gli
sforzi per assicurare che chi apprende ottenga opportunità di apprendimento
pertinenti e appropriate di buona qualità.
La Decade delle Nazioni Unite sull’Istruzione per lo Sviluppo Sostenibile
(DESD) 2005-2014, ha avuto l’obiettivo principale di integrare i valori dello
sviluppo sostenibile in tutti gli aspetti dell’insegnamento per promuovere
cambiamenti nei comportamenti che favoriscano una società più sostenibile
ed equa per tutti.
7
www.un.org.
8
www.unaids.org.
9
www.portal.unesco.org.
10
I programmi di studio sull’HIV e AIDS dovrebbero essere integrati nei programmi di
studio nazionali. Dovrebbero inoltre iniziare prima dell'inizio dell'attività sessuale e
concentrarsi sulla prevenzione, nonché costruire le conoscenze e le competenze per adottare
comportamenti protettivi e ridurre le vulnerabilità. A tale scopo, gli educatori devono essere
adeguatamente preparati. Devono possedere le conoscenze tecniche idonee e conoscere le
metodologie di apprendimento interattive e partecipative più adeguate a seconda dei casi.
Nello svolgimento della loro funzione devono essere anche supportati, mediante programmi
prima e durante il loro servizio e la supervisione di insegnanti esperti in materia.
13
L’anno seguente al lancio dell’iniziativa, l’UNESCO ha realizzato un
rapporto sugli sviluppi fino a quel momento raggiunti, che analizza i
progressi nella loro attuazione, all’interno dell’UNESCO stesso e nei vari
stati e regioni del mondo. All’interno dell’UNESCO è stato istituito un
gruppo di lavoro inter-settoriale del DESD (IWG, International Working
Group) per garantire il coordinamento e la collaborazione settoriale ed è
stato creato un piano d’azione che definisce il contributo dell’UNESCO
all’attuazione del programma. Tale piano d’azione è stato integrato con una
strategia di comunicazione, con lo scopo di rafforzare la visibilità del DESD
e la sua importanza. Inoltre, è stato istituito: un gruppo di riferimento
UNESCO per facilitare il lavoro della stessa organizzazione nel mettere in
atto le direttive strategiche nella mobilitazione dei partner; un gruppo di
esperti per il monitoraggio e la valutazione di una serie di indicatori globali;
il comitato IAC (Inter-Agency Committee) per il DESD per garantire un
armonioso coordinamento internazionale del DESD.
11
Nella regione dell’Europa e del Nord America, l’UNESCO ha contribuito e
partecipato attivamente alla preparazione della Strategia Regionale
dell’UNECE (United Nations Economic Commission for Europe).
12
Continuerà a cooperare con l’UNECE per mobilitare i governi e aiutarli a
promuovere l’educazione allo sviluppo sostenibile integrandola all’interno
delle proprie strategie educative e dei piani d’azione in modo appropriato.
Inoltre ha risaltato l’importanza di includere l’istruzione nella strategia di
sviluppo sostenibile dell’Unione Europea.
Il Comitato Guida dell’Inter-agenzia Regionale per l’Asia e il Pacifico
(Asia-Pacific Regional Interagency Steering Committee) aiuta a coordinare
le attività del DESD nella Regione dell’Asia e del Pacifico. In questa
regione, è stata sottolineata l’importanza:
-dei media nel rafforzare la conoscenza della comunità e la divulgazione
delle informazioni relative allo sviluppo sostenibile;
-della condivisione di informazioni e conoscenze, comprese pratiche
innovative per l’istruzione;
-del mettere insieme i professionisti e gli esperti del DESD Pacifico allo
scopo di sviluppare un meccanismo collaborativo nella regione insulare del
Pacifico;
-della conoscenza dei processi e delle sfide associate allo sviluppo degli
indicatori DESD a livello nazionale;
-dell’analisi del tema dell’istruzione per uno sviluppo sostenibile.
Per quanto riguarda la regione dell’America Latina, il Ministro delle
Risorse Ambientali e Naturali in Messico ha creato il CECADSU (Centro de
Capacitación para el Desarrollo Sustentable). Questo centro è responsabile
della promozione di azioni fra individui, gruppi e istituzioni per migliorare
l’ambiente in Messico e l’elaborazione di politiche che portano allo
sviluppo sostenibile. Nella regione dei Caraibi, presidi e docenti di sedici
scuole per l’insegnamento della Giamaica, del Belize e delle isole Turks e
Caicos si sono riuniti per discutere come rinnovare la formazione degli
insegnanti per affrontare la sostenibilità.
11
www.vides.org.
12
www.unece.org.