Introduzione
Questo elaborato intende trattare l'argomento di come la politica innovativa
portata avanti da Michail Gorbacev in Unione Sovietica dal momento della sua
elezione a segretario generale del Pcus, l'11 marzo 1985, e che ha preso il nome di
“Perestrojka” sia stata vissuta e percepita dal Pci italiano.
Questo tema infatti è stato finora poco considerato dagli studi storiografici, forse
anche perchè si tratta comunque di un argomento molto recente, quasi attuale e di
carattere strettamente “politico”.
Ho voluto affrontare l'argomento perchè interessato alla tematica della “guerra
fredda” e, quindi, di come Gorbacev sia riuscito a porre fine alla spartizione del
mondo in due “blocchi”contrapposti, e di come ciò venisse visto e vissuto in Italia
e nel Pci italiano.
Per la mia trattazione mi sono servito di diversi libri sulla storia dell'Urss in
generale e sul periodo di Gorbacev e la perestrojka in particolare, nonché sul Pci,
specie sui suoi ultimi anni.
Per la storia dell'Urss ho utilizzato in particolare il bel saggio di Andrea Graziosi,
“L'Urss dal trionfo al degrado. Storia dell'Unione Sovietica 1945-1991”, che
tratta in maniera ampia e dettagliata la storia dell'Urss dalla vittoria nella seconda
guerra mondiale fino al periodo di Gorbacev e poi, lo scioglimento dell'Unione.
Quindi ho consultato l'interessante libro di Giuseppe Boffa, “Dall'Urss alla
Russia. Storia di una crisi non finita (1964-1994)”, che si concentra sul periodo di
“stagnazione” brezneviana e dei due anziani leader che sono succeduti a Breznev,
Andropov e Cernenko, e lega questo periodo alle difficoltà della perestrojka e allo
scioglimento dell'Urss, come se fosse un'unica crisi ; il testo di Giulietto Chiesa e
Roy Medvedev, “La Rivoluzione di Gorbacev. Cronaca della Perestrojka”,che
analizza anno per anno, con un colloquio su varie questioni tra Giulietto Chiesa,
corrispondente da Mosca per l'Unità, e Roy Medvedev, storico e dissidente russo,
le difficoltà incontrate da Gorbacev nell'attuazione pratica della sua perestrojka.
Inoltre, ho esaminato il saggio di Stephen Kotkin, “A un passo dell'Apocalisse”,
3
che si sofferma soprattutto sui problemi dei nazionalismi che stavano per
emergere all'epoca di Gorbacev e che avrebbero in seguito portato alla
dissoluzione dell'Urss.
Per il Pci e la storia del Pci in quegli anni , invece, ho consultato in particolare il
saggio di Giorgio Napolitano, “Dal Pci al socialismo europeo. Un'autobiografia
politica”, che tratta di quasi sessant'anni di storia contemporanea-dalla fine della
seconda guerra mondiale fino agli inizi del Duemila-visti dal Pci, e da uno dei
suoi massimi dirigenti, l'attuale presidente della Repubblica.
Mi sono rifatto inoltre all' opera “Incontri con Gorbacev. I colloqui di Natta e
Occhetto con il leader sovietico- giugno 1984-novembre 1989” di Antonio Rubbi,
che fu responsabile della sezione Esteri del Pci proprio nel periodo oggetto del
mio studio, gli anni Ottanta, e che in questo libro racconta, appunto, degli incontri
avutisi tra i segretari del Pci Natta e Occhetto e Gorbacev, sia prima ancora che
diventasse segretario del Pcus sia quando già era stato eletto alla massima carica.
Ho infine consultato “Cronache dall'interno del vertice del Pci” del dirigente
comunista Luciano Barca (in particolare il terzo volume), dove egli, giorno dopo
giorno, scrive appunti e considerazioni sulla sua attività politica.
Gran parte di questo lavoro, però, si è basato sulla consultazione dei giornali di
quel periodo, in particolare dell' ”Unità”, il quotidiano ufficiale del Pci, e in
misura minore, anche di altri giornali di area politica di sinistra, come “La
Repubblica” e “il Manifesto” e il periodico “Rinascita”.
L'obiettivo, non facile, era di capire se c'era una qualche forma di dibattito, di
giudizio particolare, di valutazione critica in positivo o in negativo sulla
perestrojka di Gorbacev e sulla sua politica estera.
Per questo ho cercato di utilizzare quanto più possibile articoli di commento ed
editoriali in cui non ci si limitasse alla sola cronaca degli eventi, ma fosse presente
anche un commento, una visione del giornalista su quanto stava accadendo che
potesse più o meno corrispondere ad un pensiero e al sentimento diffuso allora nel
Pci e nella sinistra italiana.
4
Questa tesi si suddivide in due capitoli principali, nel primo dei quali si analizza la
novità della figura di Gorbacev e della sua politica, la perestrojka, i cambiamenti
in politica estera portati avanti dal nuovo leader sovietico, con il “disgelo” tra Usa
e Urss, e infine la caduta del Muro di Berlino.
Nel secondo capitolo, invece, si analizza, in maniera pressochè speculare, come
tali vicende siano state percepite e vissute all'interno del Pci, e lo si fa, appunto,
consultando i giornali di quel periodo a partire dal marzo 1985, all'indomani
dell'elezione di Gorbacev, fino agli inizi del 1990, poco dopo la caduta del muro
di Berlino.
E' interessante, inoltre, cercare di rintracciare un dibattito all'interno del Pci su
quanto stava avvenendo in Germania, con la caduta del muro di Berlino, e in
generale nell'Est europeo alla fine del 1989, visti i cambiamenti che poi
avverranno all'interno dello stesso partito con la “svolta della Bolognina” e la
trasformazione del Pci in Pds (su questo, si rimanda al paragrafo dedicato e alle
conclusioni).
5
Capitolo Primo
GORBACEV ED IL NUOVO CORSO SOVIETICO
1. Mikail Gorbacev
Lei avviò la svolta, si rimprovera o rimpiange qualcosa?
“ ...Facemmo molti errori, era inevitabile. Il più grave fu di prendere decisioni
chiave troppo tardi, ...la situazione uscì di controllo.
Ma con la Perestrojka arrivammo almeno oltre il punto di non ritorno....Il
passato non ritornerà.”
1
Michail Sergeevic Gorbacev nasce il 2 marzo 1931, da una famiglia di agricoltori,
nel villaggio di Privolnoye, nella regione di Stavropol,
2
nel sud della repubblica
russa.
Nel 1950 si diploma, ottiene una medaglia di argento, e viene ammesso all'Uni-
versità Statale di Mosca, dove si laurea in legge nel 1955. Dopo la laurea in legge,
Gorbacev viene assegnato all’ufficio del pubblico ministero di Stavropol, dove
riesce a trovare una stanza in affitto solo dopo che un collega lo mette in contatto
con un mediatore illegale di appartamenti.
Egli lascia presto l’ufficio del pubblico ministero, per l’Unione Comunista della
Gioventù (Komsomol). Lo stesso Gorbacev ha raccontato che, dopo aver vissuto
l’atmosfera opprimente degli ultimi anni staliniani, la lettura di Marx e Lenin era
stata per lui liberatoria e aveva costituito una lezione di analisi critica .Egli ha ri-
cordato inoltre i contatti con l’elite culturale moscovita e le estati trascorse a casa,
lavorando alla fattoria collettiva. Successivamente a quella in legge, consegue nel
1967 una laurea in economia agraria presso l'università di Stavropol.
1
A. Tarquini, Intervista a Gorbacev, La Repubblica, 22 novembre 2011.
2
Stavropol: Città della Russia sud-occidentale, centro amministrativo del distretto omonimo,
luogo di nascita di Andropov. Nel 1970 Gorbacev diviene Primo Segretario di quel distretto
(Krai).Grazie a questa carica, entra in contatto con i massimi dirigenti dell'epoca brezneviana,
come Suslov, Kosygin e lo stesso Andropov, che trascorrono ogni anno le loro vacanze in una
località termale nel krai ciscaucasico di Stavropol
6
Negli anni dell’università incontra Raisa Titarenko
3
. Da quel momento Raisa sarà
la persona più vicina a Mikhail Gorbaciov, rimanendogli a fianco nel corso di tutta
la sua carriera politica, fino alla morte avvenuta nel settembre 1999.
Da Raisa avrà nel 1957 un’unica figlia, Irina Mikhailovna.
Nel Partito Comunista, Gorbacev farà poi rapidamente carriera: nel 1962 infatti
viene trasferito dal Komsomol all’apparato del partito, nel 1970 diventa capo del
partito dell’intera provincia, nel 1971 è eletto nel comitato centrale, nel 1978 entra
nella segreteria del partito come sovrintendente ai problemi dell’agricoltura e nel
1980 diviene un membro effettivo dell’ufficio politico.
Nel 1982, alla morte del segretario generale del PCUS Leonid Breznev, il suo
successore Jurij Andropov affida a Gorbacev alcuni incarichi delicati e missioni
all’estero per conto del partito.
In questi anni le sue posizioni all'interno del PCUS gli permettono varie
occasioni di viaggi all'estero, che divengono sempre più frequenti e influenzano
sempre più profondamente il suo punto di vista politico e sociale riguardo alla
situazione del suo Paese. Nel 1969, a un anno dai fatti della “primavera di Praga”,
viene inviato in Cecoslovacchia per uno “scambio di opinioni” sulle
problematiche giovanili.
Qui ebbe modo di constatare che, al contrario di quanto affermava il Cremlino, la
presenza sovietica sembra essere più che altro un’occupazione.
Nel 1970 fa il suo primo viaggio all’Ovest, in Francia e in Italia, e, pur
rimanendo sbalordito dal benessere economico e dalle libertà civili, rimane però
convinto che l’educazione pubblica e i servizi sanitari fossero meglio organizzati
in Urss.
Nel 1975 guida una delegazione nella Repubblica Federale Tedesca, nel 1983 una
delegazione dell’URSS in Canada dove incontra il Primo Ministro Pierre Trude
e membri della Camera dei Comuni.
3
Raisa Titarenko (1932-1999), laureata in filosofia, è la prima moglie di un leader sovietico che
appare in occidente come “first lady”, acquisendo notorietà in tutto il mondo, e contribuendo
allo “svecchiamento” dell'immagine dei politici sovietici.
7
Poco dopo il suo ritorno a Stavropol, a Gorbacev viene offerto un incarico nella
locale associazione giovanile Komsomol
4
, che segna l'avvio della sua carriera
politica.
Nel 1970, viene eletto Primo Segretario del Comitato del Partito nel Territorio di
Stavropol, l'incarico di massima responsabilità in quella zona.
Si riconosce nel gruppo facente capo al membro del Politburo
5
Fedor Davydovic’
Kulakov, che sostituisce come responsabile del comitato centrale per l'agricoltura;
quando Kulakov è stroncato da un infarto nel 1978, entra nel Politburo come
membro supplente.
Nel 1979 si trasferisce a Mosca e lega con l’altro membro supplente di tendenza
riformista, Petr Mironovoc Maserov, e, dopo la morte di questi, spetta a lui la
promozione a membro titolare del Politburo del Comitato Centrale del Pcus,
ricevendo il patronato da Juri Andropov
6
.
Dopo la lunga era di Breznev, nel 1982 diventa segretario generale lo stesso
Andropov, considerato un leader energico e molto amato dalla gente, ma che si
ammalò pochi mesi dopo e morì a inizio del 1984. Questi voleva affidare a
Gorbacev l’incarico di dirigere l’intera economia sovietica, e a tale scopo trasferì
Nikolaj Ryzkov dal Gosplan
7
a un dipartimento economico all’interno del
Comitato Centrale. Andropov richiamò poi dalla Siberia occidentale Egor
Ligacev, amico di Gorbacev, e lo nominò responsabile del dipartimento del
personale del Comitato Centrale.
8
4
Komsomol : Unione Comunista Leninista della Gioventù, sciolta nel 1991, rappresentava
spesso il primo gradino della carriera dei dirigenti Comunisti, come era avvenuto già per
Andropov
5
Politburo: Ufficio politico del partito, organo esecutivo presente sopratutto nei partiti
comunisti, dove i membri del Politburo godono di un grande potere.
6
Jurij Vladimirovic Andropov (1914-1984), nel 1967 capo del KGB e Segretario del PCUS nel
1982, è stato sempre considerato un politico riformista, probabilmente più cauto di Gorbacev,
anche se il giudizio è difficile per la brevità della sua carica, durante la quale i rapporti con gli
USA comunque divennero molto tesi per l'abbattimento dell'aereo coreano.
7
Il Gosplan era l'organismo sovietico creato nel febbraio 1921 con il compito di pianificare i
piani quinquennali dello sviluppo sovietico. Era affiancato dal Gosnnab. Il Comitato venne più
volte riorganizzato, fino a diventare, nel 1957, il “supervisore generale delle fabbriche”.
8
Il Comitato Centrale del Partito, nei paesi a regime comunista, è una delle istituzioni politiche
più importanti dello stato, pur rimanendo formalmente un organo del partito, e finisce talvolta
per avere un importanza superiore allo stesso parlamento, che si trova a ratificare quanto deciso
dal comitato centrale.
8
Nel frattempo, con Andropov sempre più malato, cominciavano a diffondersi voci
su una possibile candidatura di Gorbacev alla successione.
Andropov morì nel febbraio del 1984. Ustinov, Tichonov e Ghromyko sostennero
per la successione l’anziano Cernenko, già provato dall’enfisema. Gorbacev vi
rimase male, ma Chernenko gli offrì il posto di numero due.
Alla successiva riunione del Politburo che avrebbe dovuto automaticamente
approvare le decisioni già prese, però, Tichonov chiese se non vi fossero altre
candidature.
Qualcuno propose di rivestire tutti la carica a rotazione, mentre Gromyko propose
di affrontare la questione in un secondo momento visto che mancava un accordo
generale.
Gorbacev, quindi, non fu confermato come vice-segretario, ma ne esercitò di fatto
le funzioni, nonché la presidenza del Politburo quando Cernenko vi era
impossibilitato. Così, la squadra voluta da Andropov e composta da Gorbacev,
Ligacev e Ryzkov rimaneva attiva.
Cernenko morì il 10 marzo 1985. Gorbacev fu il primo ad esserne informato dal
medico del Cremlino, e per prima cosa convocò una riunione del Politburo per
quella sera stessa. Viktor Grisin, colui che era ritenuto il principale avversario di
Gorbacev, apprese la notizia da quest’ultimo, che gli propose anche di presiedere
il comitato per i funerali del leader appena scomparso, incarico che era
considerato il preludio della nomina a segretario generale. Grisin, invece, propose
Gorbacev, sapendo probabilmente di non avere sufficiente forza poltica per
opporsi a questo.
Alla riunione del Politburo, però, Gorbacev rifiutò la mozione di Grisin; non
venne proposto un altro nome e non si procedette a nessuna votazione.
Gorbacev comunque si prese le responsabilità di organizzare il funerale di
Cernenko, la riunione del Politburo del giorno seguente e la sessione plenaria
successiva del Comitato Centrale.
La mattina dell’11 marzo, Gromyko telefonò a Ligacev per dirgli che avrebbe
sostenuto Gorbacev, e, all’apertura della seconda riunione, si alzò in piedi, in una
9
specie di atto di consacrazione, proponendo Gorbacev come segretario generale.
Tichonov si disse d’accordo, e così gli altri quindici membri.
Alla sessione del Comitato Centrale che avrebbe dovuto approvare quanto deciso
dal Politburo, Gromyko si alzò nuovamente in piedi e annunciò che si era scelto
Gorbacev, subito festeggiato da molti applausi.
“- Lo conosco bene, disse Andrej Gromiko, è giovane ma ha i denti d'acciaio-.
Quel plenum del Comitato Centrale non riusciva a decidersi tra la tentazione a
mummificare ogni leadership in gerontocrazia e la vertigine di un precipizio che
apriva verticalmente la “ classe eterna “al vertice dell'URSS per puntare su un
uomo di vent'anni più giovane del segretario generale Cernenko, appena morto
dopo dodici mesi di completa paralisi.
Gromiko garantì per lui, rassicurò i conservatori, e l'11 marzo 1985 Mikhail
Sergeevic Gorbaciov arrivò alla guida del partito comunista dell'URSS e della
superpotenza sovietica, minacciosa e stremata padrona di metà del mondo.
Il comunismo sovietico aveva un bisogno disperato di cambiamento per
sopravvivere...”
9
Ci fu una vera lotta per la successione?
Nel 1978, quando Gorbacev entra nella segreteria del partito, il più giovane
segretario del Comitato Centrale era Cernenko, che aveva comunque venti anni
più di lui.
Poi, uno dopo l’altro, i burocrati più anziani iniziarono a morire, finchè, in quel
marzo 1985, i due esponenti ancora in vita della vecchia generazione, Tichonov e
Gromyko, pensarono anche di candidarsi, ma, vista l’età, si sarebbe probabilmente
avuta un’altra leadership di breve durata, come quella di Cernenko.
Grisin, di poco meno anziano, non aveva nascosto di avere ambizioni alla
massima carica, ma la sua candidatura fu indebolita da alcune accuse di
corruzione.
A questo punto, l’invito a Gorbacev, molto più giovane, a presiedere la cerimonia
funebre significa che questi aveva dalla sua parte diversi fattori decisivi:
l’investitura di Andropov, la direzione de facto della segreteria del partito, il
9
E. Mauro : I sei anni che sconvolsero l'URSS. La Repubblica, 25 febbraio 2005.
10
supporto logistico del Kgb, nonché, appunto, l’età. Gorbacev non volle però
accettare subito la candidatura offertagli da Grisin, proprio perché, forse, sentiva
psicologicamente il bisogno di ottenere anche l’approvazione formale dei
burocrati più anziani, e di Gromyko in particolare.
10
Michael Gorbaciov diventa dunque segretario generale del Pcus l’11 marzo 1985,
a cinquantaquattro anni, all’indomani della morte del suo predecessore,
Konsthantin Cernenko.
Quest’ultimo era stato eletto alla più alta carica dell’Unione Sovietica nel febbraio
1984, già anziano e malato, in seguito ad un compromesso all’interno dell’Ufficio
politico del partito.
Cernenko, che a sua volta era stato il numero due del predecessore Andropov, non
suscitava certo speranze per grandi cambiamenti, essendo un uomo di oltre
settant'anni, malato e con soli tre anni di istruzione alle spalle. Pare che persino la
moglie fu stupita della sua elezione, al punto da avergli chiesto perché avesse
accettato la carica, ricevendo come risposta:
“Bisognava farlo. Non c’erano altre soluzioni”.
Anche i membri dell’Ufficio politico che lo aveva eletto erano consapevoli di aver
nominato “una totale mediocrità, ignorante e priva di qualsiasi visione, molto
diligente ed eccessivamente ossequiosa”.
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Egli, probabilmente, non era in grado di comprendere la necessità di riforme, in
campo sia politico che economico, e anche le sue apparizioni pubbliche divennero
sempre più brevi e sporadiche, per via delle sue condizioni di salute.
All’interno dell’Ufficio politico, invece, i più avveduti erano angosciati dalla
necessità di un cambiamento e, insieme, dall’inerzia del segretario generale.
Fra questi, proprio Michail Gorbacev, che nel 1984 si fece apprezzare all’estero,
in seguito a diversi viaggi, tra cui uno a Roma, a giugno, per i funerali del
segretario del Pci Berlinguer, e uno a dicembre in Gran Bretagna, dove incontrò
anche Margaret Thatcher.
10
S.Kotchin, A un passo dall'Apocalisse. Il collasso sovietico.1970-2000, Viella,
Roma,2010., pagg.51-53
11
A.Graziosi , L’Urss dal trionfo al degrado. Storia dell’Unione Sovietica 1945-1991, il
Mulino, Bologna 2008, pag.498
11
In quell’occasione, egli mostrò anche alla Thatcher una mappa degli attacchi
nucleari pianificati dall’Urss alla Gran Bretagna, dicendo che bisognava porre
termine a ciò. La Thatcher ebbe comunque una buona impressione di Gorbacev,
del quale disse che era “una persona con la quale si poteva avere a che fare”.
Tale commento suscitò un certo stupore, e, tra gli altri dirigenti sovietici, anche
una certa invidia.
L'utilità di drastici cambiamenti, di cui i più avveduti dirigenti sovietici sentivano
la necessità, derivava da un quadro economico problematico.
Scriveva Ronchey nel 1974
12
:
“..Dopo 56 anni l’URSS è un caso storico di superpotenza
sottosviluppata...all’epoca zarista l’Impero esportava grano per comprare
macchine, oggi esporta materie prime per comprare macchine”.
La situazione economica dell’URSS del 1985 non è sostanzialmente cambiata.
Ha un immenso serbatoio di materie prime, in particolare petrolio e gas.
Nonostante i progressi dell’industria ancora il 15,1 % dei lavoratori, cioè oltre 20
milioni, è addetto all’agricoltura.
Negli USA la percentuale è del 2 %. Ma l’industria “pesante” è sempre da
primato : ad esempio per la produzione di acciaio ( 153 milioni di tonnellate nel
1983) l’URSS è al primo posto nel mondo, egualmente imponente la produzione
di ghisa e leghe di ferro (110 milioni nel 1983), l'energia elettrica nel 1981 ha una
potenza installata di 276 milioni di kW, di cui 16 milioni dal nucleare in numerose
centrali sparse in tutto il paese!.
E’ una economia con luci ed ombre, ma la differenza rispetto agli USA ed
all’occidente in genere, si fa più sempre più evidente. Si può dire veramente un
colosso con i piedi d’argilla.
Le condizioni di vita della popolazione sono sempre troppo modeste rispetto ai
canoni occidentali.
L’accumulazione del plusvalore continua ancora, dopo decenni dalla rivoluzione,
soprattutto per mantenere un apparato militare imponente, del resto necessario per
il confronto con l'occidente..
12
Alberto Ronchey, Ultime notizie dall'URSS, Ed. Garzanti, Milano 1974, pag.137.
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