Introduzione
Nel presente lavoro si propone la traduzione della raccolta
di racconti brevi e brevissimi dal titolo Löcher, che Markus
Ramseier, scrittore, insegnante, giornalista e direttore della
fondazione di ricerca sui toponimi nel Cantone Basilea, ha
pubblicato nel 2004. La scelta è motivata dall ’interesse per
la lingua tedesca, per la traduzione e, in particolar modo, per
il leitmotiv che ricorre in tutte le 47 Kurz- e
Kürzstgeschichten della raccolta: i Löcher, ovvero i vuoti, le
mancanze, le assenze, i buchi d e l c o r p o , d e l l ’ an i m a, d el ricordo, della percezione, della paura, della solitudine, della
ri m o zi o n e, d el l a d i s p erazio n e e d el l ’ a m o re.
Punto di partenza è il principio che rende possibile
descrivere, raccontare e delineare il vuoto. Ramseier ci
riesce osservandolo non dall ’interno, bensì dall ’esterno,
muovendosi lungo quei margini che rendono il vuoto non
un ’assenza, ma una “ s fu g g e n t e p re s e n za n e g at i v a” p r o p ri o perché dotata di Ränder. L ’autore racconta di esistenze
mutilate e coraggiose, accompagna una spazzamine nel
deserto, un adolescente nel suo frigo, un missionario in
Congo, un uomo alla scoperta della psicosi di sua moglie e
b ri n d a i n s i em e al cac ci a t o r e c h e cr ed e d i a s s a p o rare l ’ an i m a della sua preda nel bicchiere di grappa. Soltanto leggendo
tra le righe è possibile riempire quei vuoti in der
Erinnerung, in der Liebe, in der Wahrnehmung, in dem
Körper dei protagonisti. Non ci sono conclusioni, giudizi o
morali, il lettore è chiamato continuamente a fare
congetture, supposizioni o ad avere presentimenti per poter,
in tal modo, riempire quei Löcher, costruendo lungo i loro
margini o sopra di essi.
La scelta è motivata, inoltre, anche dal fascino della short-
short story, genere breve di natura ibrida che nasce intorno
al 1990 dalla combinazione di elementi della short story,
della poesia e del giornalismo.
La tesi è strutturata in sei parti. Nel primo capitolo si
ripercorrono le fasi di nascita, sviluppo e affermazione della
short story. Si parte dalla short story americana perché è
negli Stati Uniti che il genere nasce e assume le sue forme
tipiche, nonché si sviluppano le prime teorie letterarie in
proposito. Si descrivono quindi per sommi capi le
peculiarità del nuovo genere breve. Considerevole spazio è
dedicato nel secondo c a p i t o l o al l ’ ev o l u zi o n e d el g e n er e
breve in area tedesca, in una forma, la Kurzgeschichte, che
pur essendo influenzata dalla short story, è autonoma e
possiede tratti peculiari. Lo sviluppo recente della prosa
breve nella forma ibrida di short-short story è il tema
affrontato nel terzo capitolo. Nella quarta parte sono
raccolte informazioni biografiche sull ’autore ed è inserita la
presentazione della raccolta e del suo ricco paratesto
costituito anche dalle xilografie che ritraggono paesaggi
paludosi prodotti dell ’artista israeliana Yehudit Sasportas
1
.
L ’analisi traduttologica affrontata nel quinto capitolo
specifica la strategia traduttiva utilizzata. L ’approccio
globale adottato consiste in una ausgangstext-orientierte
Übersetzung che considera sia il signifié, ossia gli elementi
di contenuto, che gli aspetti formali e stilistici pertinenti
all ’ambito del signifiant
2
. Segue, poi, la descrizione dei
procedimenti traduttivi applicati con esempi relativi, e
l ’illustrazione di alcune delle difficoltà riscontrate nel
processo di ricodificazione nel testo d ’arrivo. Nel sesto
capitolo è contenuta la traduzione dei racconti con i testi di
partenza a fronte.
1
Y. Sasportas, xilografie che ritraggono i paesaggi paludosi del Lai Nair e della Val
D´Uina, 2002-2004.
2
Cfr. M. Prampolini, Ferdinand De Saussure, Roma: Meltemi Editore 2004.
1
Capitolo I: La short story americana
I.1 Per una definizione del genere
La short story ha avuto uno sviluppo multiforme che ha
abbracciato tendenze diverse e come tutte le forme letterarie
ha avuto una continua evoluzione. Da ciò deriva
l ’impossibilità di fornire una descrizione laconica o una
definizione univoca. Come sostiene Vittoria Intonti «ogni
tentativo di rinvenire costanti tematiche o modali e di
disegnare una morfologia del racconto appare deludente».
3
Spesso i tentativi di individuare le caratteristiche strutturali
della short story si sono rivelati inadeguati e parziali e per
questo hanno condotto a continue revisioni. Più che
indicarne i tratti essenziali è possibile parlare di tendenze
comuni, « […]we can only come up with central tendencies
rather than absolutes»
4
. A ciò si aggiunge, nonostante
l ’elevato livello di complessità e di specializzazione della
critica letteraria, nonostante il dato di fatto che il racconto
breve sia probabilmente uno tra i generi moderni più letti,
l ’assenza di una attenzione sistematica nel tempo e
coerentemente articolata, proporzionata all ’importanza che
3
V. Intonti, L´arte della short story, il racconto angloamericano, Napoli: Liguori
Editore 2001, p. 17.
4
N.Friedman, Recent Short Story Theories: Problems in Definition, p.16, da
www.scribd.com 12/09/2012
2
il genere ha raggiunto. Difatti, dopo le prime teorizzazioni
di Edgar Allan Poe
5
e di Brander Metthews
6
bisognerà
attendere gli anni Sessanta del Novecento perché ritorni un
diffuso interesse critico. Il racconto come genere è stato
infatti a lungo trascurato dalla critica e talvolta considerato
come prodotto narrativo minore, polimorfo e sfuggente. Il
grafico delle pubblicazioni relative all ’argomento short
story nel periodo 1900-2010
7
mostra che nel periodo 1900-
1960 furono dati alle stampe solo pochi testi.
Figura 1 Grafico pubblicazioni sulla short story 1900-2010
Le discussioni teoriche ebbero inizio nel 1842 quando Edgar
Allan Poe, recensendo la raccolta di racconti di Nathaniel
Hawthorn Twice-Told Tales, fece alcune considerazioni sul
genere che però ancora continuava a definire come tale:
«the ordinary novel is objectionable from its length, for reasons
already stated in substance. As it cannot be read at one sitting, it
deprives itself, of course, of the immense force derivable from
totality. Wordly interests intervening during the pauses of
5
E.A.Poe, Twice-Told Tales, a Review, in Graham´s Magazine, Boston: James
Munroe and Co, 1842, da www.eldrichpress.org 15/09/2012
6
B.Mattew, The Philosophy Of The Short Story, New York: Longmans Green and Co
1901.
7
Da www.openlibrary.org
3
perusal modify, annul or contract, in a greater or lesser degree,
the impressions of the book. But simply cessation in reading
would, of itself, be sufficient to destroy the true unity. In the
brief tale, however, the author is enabled to carry out the
fullness of his intention, be it what it may. During the hour of
perusal the soul of the reader is at writer ’s control»
8
.
Edgar Allan Poe pose le fondamenta del nuovo genere
letterario. Egli individuò nella short story, che vedeva come
forma di lettura moderna per persone frettolose, il genere
ideale per la nuova società mercantile americana a lui
contemporanea che non aveva a disposizione più di un ’ora
per la lettura di un testo e che riusciva ad adeguare a essa il
suo tempo e il suo ritmo. Egli sottolineò la necessità di
brevità in scritti che possono essere letti nello spazio di
un ’ora, mantenendo in tal modo costantemente vivo
l ’interesse del lettore. Solo in questo modo sarà possibile
generare in esso un ’idea completa e concentrata e il
narratore, grazie alla potenza di questo distillato di messaggi
e immagini, potrà trasmettere appieno al narratario la sua
intenzione. Se in caso contrario, la lettura di un testo
dovesse richiedere due sedute, allora l ’unità di impressione
verrebbe interrotta dall ’interferenza delle vicende che
appartengono al mondo reale. Secondo lo studio di Vittoria
Intonti «l ’intento dello scrittore è dunque pensare a un tipo
8
E.A.Poe, op.cit.
4
di opera breve, intensa, tesa a un effetto, che riesca a tenere
il lettore entro le maglie dell ’incanto della lettura in
un ’unica seduta che non ne disconcentri l ’attenzione perché
questo scrittore esigente intende essere non semplicemente
letto, ma interpretato, attraversato e studiato»
9
. Poe
condannava l ’estrema brevità, ma affermava anche che il
peccato dell ’estrema lunghezza non è allo stesso modo
perdonabile. Egli insisteva non solo sulla necessità di
brevitas, ma anche sul fatto che l ’autore dovesse plasmare la
sua storia con cura in modo da produrre un single effect.
Uno scrittore saggio e dotato, costruendo un racconto, non
conforma il suo pensiero all ’avvenimento che ha scelto di
narrare, ma lo forgia sull ’effetto al quale a priori ha deciso
di dar vita. Sin dalla prima frase, la narrazione mirerà alla
realizzazione di tale effetto. Brander Matthews avvalora
questo assunto affermando che «the short story is the single
effect»
10
. Henry Siedel Canby afferma che «Poe succeded in
his work by fixing the attention upon the climax of his story,
so that the reader sees, feels, thinks of the unique effect of
the story and nothing else»
11
. Per Poe, la short story non
solo è il prodotto che più si addice alla nuova società
riuscendo a raffigurarne l ’andatura, ma lo ritiene come
genere superiore alla poesia. Egli individua nella poesia la
9
V. Intonti, op. cit., pp. 49-50.
10
B.Mattew, op.cit.,p. 17.
11
H.S. Canby, The Short Story in English, New York: New York Holt 1909,
www.archive.org 13/09/2012, p. 233.
5
forma che meglio può rappresentare le potenzialità
dell ’ingegno, ma solo se essa non eccede nella lunghezza
così da poter essere letta in un ’ora. Ciò è giustificato
dall ’esaltazione dell ’anima che la poesia richiede, la quale
non può essere sostenuta a lungo. Ma Poe aggiunge che se
fossimo chiamati a individuare il genere che meglio appaga
l ’ingegno, dovremmo indubbiamente indicare il racconto
breve, in quanto esso gli offrirebbe il più florido campo di
esercizio, grazie alla vastità di stili e di modulazione del
pensiero che esso permette. Nella formula di short story che
propone, egli individua principi che possono essere applicati
qualsiasi sia il tema trattato nel racconto, si tratti della
rappresentazione di una situazione particolare, di un
aneddoto divertente o di un episodio tragico. Le
affermazioni di Poe, dunque, forniscono una base sulla
quale costruire una prima definizione di short story come
prodotto narrativo che deve essere breve e possedere
coesione sufficiente per trattenere dall ’inizio alla fine
l ’interesse del lettore. Anton E. Schönbach da nel 1886 una
definizione di short story come prodotto unico della
letteratura americana, che differisce dai racconti inglesi e
tedeschi. Egli afferma infatti che
«eine Spezialität der amerikanischen Erzählungsliteratur ist die
kurze Geschichte, Novellette, die eine der beliebtesten Gaben
der Monatsschriften geworden ist. Sie unterscheidet sich sehr
6
von dem, was man in England short stories nennt, in
Deutschland ist sie fast unbekannt. Denn die Geschichtchen,
we lche se ine rz e it in de r „ I ll ustrier ten W e lt “ , in P a y n e ’s
„ F a mi li e nblatt“, im „ Ö ster re ichisc h e n L lo y d “ und sonst in S tut tg a rte r, L e ipz ig e r ( jetz t be sonde rs in de r „ I ll ustrier ten Z e it un g “ ), B e rliner Ze it sc hr iften ge boten wur de n , gehören einer
niedrigen Gattung an, enthielten Abenteuer, Aufregung und
Schrecken, Kriminalistisches. [ …] Abe r im we se ntl iche n ist
doch diese amerikanische short story etwas ganz
Eigenartiges.»
12
In seguito ai contributi teoretici di Poe e Matthew saranno i
formalisti russi a interessarsi alla short story. Vittoria Intonti
sostiene che «a partire dagli anni Venti, il gruppo di
formalisti russi, con l ’attenzione portata alle strutture
minimali della narrativa, ha contribuito in maniera
fondamentale allo sviluppo di una critica attenta alle
specificità formali d e l r a c c o n t o i n u a n t o f o r m a p i c c o l a contrapposta alla f o r m a g r a n d e del romanzo»
13
. Tra i testi
di maggior interesse cita gli studi di Propp sulla Morfologia
della Fiaba, pubblicato nel 1928 e vari contributi di
Sklovsky, Tynjanov, Tomasevsky e la Teoria della prosa di
Ejchenbaum. Difatti il minimalismo strutturale della
narrativa apprezzata dai formalisti si avvicina alla brevitas
12
A.E. Schönbach, Gesammelte Aufsätze, Graz: Leuschner und Lunbenskys
Universitäts-Buchhandlung 1900, pp. 417-418, da www.openlibrary.org
17/09/2012
13
V. Intonti, op. cit., p. 5.
7
che secondo Poe inevitabilmente deve essere alla base di un
racconto breve. Tuttavia il loro interesse riuscì solo tardi a
introdursi nel panorama critico. Frank O ’ Connor sosteneva
infatti, nel 1962 che un interesse critico per la short story
era ancora assente.
14
I.2 Discrepanze terminologiche
La prima questione è relativa alla non corrispondenza della
terminologia utilizzata nelle varie lingue, manca, come
sostiene Ian Ried «a precise trans-lingual vocabulary»
15
.
Non esiste, infatti, l ’uso di una espressione equivalente a
short story negli altri paesi europei. Difatti «se si considera
la terminologia delle altre lingue europee – francese conte e
nouvelle, spagnolo cuento e relato, tedesco Märchen,
Novelle e Kurzgeschichte, russo skaz, raskaz e povest- è
presto evidente la non omologabilitá dei vari termini»
16
.
In Italia il termine n o v e l l a venne utilizzato per
indicare la tipologia di opera letteraria più breve rispetto ai
trattati e ai poemi. A partire dal XVIII secolo iniziò a
diffondersi il termine r a c c o n t o , che ricopre il senso del
francese conte o dell ’inglese tale e short story. Non esiste
sostanziale differenza tra le due tipologie e l ’utilizzo di un
termine o dell ’ altro è dovuto più che altro alla prevalenza
14
Cfr. V. Intonti, op. cit., p. 5.
15
I.Ried, The Short Story, London: Routledge 1977, p.10.
16
V. Intonti, op. cit., p. 15.