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1.INTRODUZIONE
Negli ultimi dieci anni sono stati introdotti nel mondo dell’allenamento sportivo, i
dispositivi volano inerziali (Flywheel, FW), come metodologia alternativa ai pesi o alle
macchine convenzionali per il miglioramento della forza e della potenza muscolare.
L’introduzione dell’esercizio con FW nell’allenamento sportivo ha permesso di
conoscere meglio questo nuovo metodo di allenamento della forza che prevede delle
azioni muscolari dinamiche eccentriche-concentriche con una resistenza inerziale
accomodante lungo tutto l’arco di movimento e un presunto sovraccarico eccentrico.
Nel mondo sportivo è sempre più noto che l’allenamento eccentrico si pone come
metodo preventivo e adattativo fondamentale in diverse attività motorie. ¨ stato provato
infatti che le azioni eccentriche dei muscoli generano una forza maggiore e
sottopongono i muscoli a danni più severi di quanto non accada con azioni
concentriche. Inoltre è stato accertato che gli infortuni muscolari spesso avvengono
durante rapide azioni eccentriche, ovvero quando un muscolo contratto viene
improvvisamente allungato. Un possibile vantaggio dell’allenamento su FW è da
associare in parte al principio di funzionamento di questo dispositivo, che consiste nel
mettere in movimento un volano attraverso un’azione muscolare concentrica e quindi
farlo decelerare con un’azione muscolare eccentrica. I costruttori del volano affermano
che eseguendo un movimento eccentrico su un arco inferiore e quindi con uno sforzo
muscolare più intenso rispetto all’azione concentrica, si otterrebbe il cosiddetto
sovraccarico eccentrico. Un altro possibile vantaggio dei dispositivi iso-inerziali,
avanzato dai costruttori, è quella di poter auto-regolare la resistenza, in quanto il volano
adatta l’inerzia che oppone in modo proporzionale alla forza esercitata. Questo non
accade nell’allenamento con pesi o macchine convenzionali, che oppongono una
resistenza costante, equivalente al carico. Per tali ragioni l’esercizio con FW è stato
associato a diversi benefici come la prevenzione degli infortuni muscolari e il
miglioramento della prestazione neuromuscolare. Tenendo conto di queste indicazioni
generali il nostro lavoro ha indagato alcuni aspetti dell’esercizio su FW, sottoponendo
un gruppo di atleti, praticanti discipline in cui l’allenamento della componente
eccentrica è altamente richiesto (sci e rugby), ad un protocollo di lavoro contenente
esercizi su dispositivo iso-inerziale. In linee generali il nostro studio ha cercato di
caratterizzare l’esecuzione dell’esercizio su FW (rapporto tra fase concentrica ed
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eccentrica); di analizzare i possibili vantaggi dell’esercizio iso-inerziale rispetto
all’esercizio con pesi liberi e stabilire dei parametri che permettano di monitorare il
periodo di apprendimento necessario agli atleti per sfruttare efficacemente l’esercizio su
FW.
Per la realizzazione di questo progetto è doveroso ringraziare il Prof. Roberto Manzoni
e la Federazione Italiana Sport Invernali (FISI) per la gentile concessione del FW; la
società Sci Club Lancia e il Cus Torino Rugby per il reclutamento degli atleti
partecipanti allo studio. E un sincero ringraziamento va a tutti gli atleti per la loro piena
disponibilità a prendere parte allo studio e inoltre a Vittorio Pico, tirocinante del Centro
Ricerche Scienze Motorie, per il suo aiuto nelle sessioni di allenamento effettuate.
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1.1.Eccentrico-Concentrico
1.1.1.Caratteristiche delle modalità di contrazione
Tutte le azioni motorie che richiedono un’attività del muscolo scheletrico sono
realizzate da tre tipi di contrazioni muscolari: concentriche (accorciamento), eccentriche
(allungamento) e isometriche (a lunghezza costante). Numerosi studi hanno discusso le
caratteristiche delle modalità di contrazione concentrica ed eccentrica, evidenziando
diversi aspetti che le differenziano sia da un punto di vista energetico che
neuromuscolare. Delle tre, le contrazioni isometriche e concentriche sono quelle
ampiamente studiate, e i meccanismi neurali che mediano queste azioni sono meglio
compresi. Le contrazioni muscolari eccentriche, che si sviluppano in una parte
significativa dei nostri spostamenti quotidiani, per esempio scendendo i gradini, sono
poco chiare
1
. Le azioni muscolari eccentriche sono anche impiegate in molti
programmi di riabilitazione medica, come quelli per il dolore anteriore del ginocchio
2
,
l'infortunio alla spalla
3
, e la tendinite rotulea
4
. Numerosi programmi di preparazione
atletica e condizionamento ricreativo comprendono anche attività muscolare eccentrica
come componente principale di questi programmi
5
. Un vantaggio importante delle
azioni muscolari eccentriche è che questo tipo di contrazione sviluppa una maggiore
sollecitazione rispetto alle contrazioni concentriche
6
. Infatti, durante questo tipo di
contrazione il tessuto muscolare è sottoposto ad elevate sollecitazioni che sono la
maggiore causa di infortunio del muscolo. Quindi l’allenamento eccentrico è in grado di
indurre un adattamento muscolare a questo tipo di sollecitazione, che può ridurre il
dolore e un possibile danno futuro dei tessuti
7,8
. Le contrazioni eccentriche richiedono
un minore dispendio di energia a parità di forza espressa, che si può tradurre in una
maggiore capacità di contrazione del soggetto in relazione alle sue riserve energetiche
9
.
Uno degli effetti protettivi delle contrazioni eccentriche sulla componente muscolare è
“l’effetto di sessione ripetuta”. Infatti un esercizio eccentrico eseguito per la prima volta
porta frequentemente a danno muscolare, con sintomi che includono mancanza di forza,
dolore e sensibilità muscolare; ma facendo eseguire dopo un periodo di recupero
completo una sessione ripetuta dello stesso esercizio si verificherà una diminuzione dei
sintomi del danno muscolare
10
. Il meccanismo di questo adattamento non è ben
compreso ma sembra essere associato ad adattamenti neurali, meccanici e cellulari
11
.
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McHugh e collaboratori, in studi successivi, non hanno però rilevato differenze
significative dell’attività elettromiografica (EMG) tra sessioni singole e sessioni ripetute
di esercizio eccentrico, in particolare non evidenziando alcun incremento dell’ampiezza
EMG tra le due diverse sessioni di esercizio eccentrico
11
. Un ulteriore studio
12
conferma l’esistenza, per l’esercizio eccentrico, dell’effetto di sessione ripetuta che
contribuisce alla diminuzione del danno muscolare, ma allo stesso tempo, come negli
studi precedenti, è stata evidenziata la difficoltà nel definire il meccanismo con il quale
si sviluppa questo “effetto di sessione ripetuta”.
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1.1.2.Differenze nell’attività EMG e reclutamento delle UM
Studi dimostrano l’esistenza di distinti profili di fatica neuromuscolare per i diversi tipi
di contrazione muscolare (ISO, CON ed ECC). Nello studio di Kay et al. (2000) sono
state registrate la coppia di forza espressa, l’ampiezza EMG e la frequenza spettrale, di
soggetti impegnati in contrazioni massimali volontarie (MVC) ISO, CON e ECC dei
muscoli estensori del ginocchio e in 100 s di prova continua su dinamometro iso-
cinetico. Le contrazioni isometriche, rispetto alle azioni dinamiche, evidenziano una
profonda riduzione nella coppia di forza in congiunzione con una diminuzione
dell’ampiezza EMG e una compressione della frequenza spettrale
13
.
Al contrario l’ampiezza EMG durante contrazioni concentriche rimane costante o
aumenta, mentre la forza espressa diminuisce. La coppia di forza massimale ECC è
maggiore rispetto alla CON e ISO, mentre sono minori i valori di ampiezza EMG
dell’ECC
13
. I risultati secondo questo studio sono da attribuire alle componenti
elastiche dei muscoli scheletrici, che possono contribuire allo sviluppo di forza durante
l’attività eccentrica balistica massimale, risultante in più fibre muscolari che producono
una più grande forza espressa.
In accordo con questi risultati lo studio di McHugh et al. (2001) ha registrato una più
bassa ampiezza EMG per unità di coppia e una più alta frequenza mediana per le
contrazioni eccentriche rispetto alle contrazioni concentriche, attribuendo questo
risultato alla teoria secondo cui le unità motorie a contrazione veloce sono reclutate
selettivamente per le contrazioni eccentriche.
Questa considerazione è stata oggetto di discussione di diversi autori che hanno
affrontato il tema delle differenze dei pattern di attivazione e di reclutamento delle UM
tra contrazioni concentriche ed eccentriche o tra compiti di forza e compiti di posizione
14,15,16,17,18
.
Per compito di forza si intende il mantenimento di un carico pari ad una specifica
percentuale della massima contrazione volontaria (MVC) per più tempo possibile;
mentre nel compito di posizione si richiede il mantenimento di uno specifico angolo
articolare sostenendo un carico inerziale equivalente alla % di MVC del compito di
forza
14,17
.
Un’interessante risultato è che il tempo per cui si riesce a protrarre l’esercizio in un
compito di forza è il doppio rispetto al compito di posizione, nonostante ogni soggetto
9
eserciti la stessa coppia muscolare netta nei due compiti
14
. Le differenze rilevate tra
compito di forza e compito di posizione suggeriscono che il tempo di durata più breve
del compito di posizione rispetto al compito di forza è imputabile a maggiori livelli di
eccitazione e inibizione dei neuroni motori durante le contrazioni posturali
14
. Altre
importanti osservazioni sono che la capacità di sostenere una forza target sub-massimale
per parecchi minuti, richiede un aumento dell’impulso discendente sul pool dei neuroni
motori per compensare la diminuzione della capacità di forza delle unità motorie
attivate; e il maggior tasso di crescita in diversi segnali (rate perceived exertion (RPE),
mean blood pressure (MAP), la frequenza cardiaca (FC) e l’ampiezza EMG), durante il
compito di posizione, suggerisce che l’aumento dell’impulso discendente si verifica più
rapidamente durante il compito di posizione rispetto al compito di forza
17
.
Inoltre altri studi hanno rilevato differenze nell’attività EMG, tra contrazioni
eccentriche e concentriche, analizzando delle modalità di esercizio che richiedevano una
fase isometrica precedente alla contrazione dinamica. Gli studi hanno riscontrato che il
livello di attivazione muscolare nella fase isometrica che precede la contrazione
dinamica risulta differente tra le contrazioni eccentriche e concentriche. Infatti
l’ampiezza EMG rilevata durante la fase isometrica che precede le contrazioni
eccentriche risulta inferiore rispetto a quella rilevata durante la fase isometrica che
precede le contrazioni concentriche
15
. I risultati dello studio di Gabriner et al. (2002)
evidenziano inoltre delle differenze tra la massima contrazione volontaria (MVC)
concentrica ed eccentrica, in relazione al livello di attivazione. Un aspetto interessante è
che questi differenti livelli di attivazione muscolare sono stati rilevati prima che il
muscolo manifestasse delle variazioni di lunghezza. Quindi lo studio suggerisce
l’esistenza di segnali di attivazione muscolare specifici in funzione della modalità di
contrazione che si vuole esprimere nel movimento successivo.
Sempre in relazione alle differenze tra le contrazioni dinamiche precedute da pre-
attivazione isometrica, Linnamo et al. (2003) hanno esaminato i pattern di attivazione
delle unità motorie (UM) in azioni concentriche ed eccentriche iniziate con e senza pre-
attivazione isometrica. Lo studio ha affermato che il picco di ampiezza media è più
basso e il picco di frequenza media è superiore nella fase di pre-attivazione isometrica
rispetto alle conseguenti azioni concentriche ed eccentriche. Quando il movimento
dinamico è avviato con pre-attivazione isometrica, il picco di ampiezza media e quindi