14
INTRODUZIONE
Questa tesi nasce come tentativo di esplorare e, di, approfondire, un tema oggi più
che mai attuale il ruolo che le emozioni giocano nell’acquisizione di una seconda
lingua e di come questo processo trovi la sua espressione nell’opera autobiografica
della scrittrice Helga Schneider. Nonostante l’importanza del tema, solo nell’ultimo
decennio le neuroscienze, tra le scienze umane, hanno posto l’accento sul ruolo delle
emozioni nel processo cognitivo.
In Germania frequentando il corso di laurea specialistica in Interkulturalität und
Integration, durante i corsi e i seminari di letteratura ho avuto modo di approfondire
la Migrantenliteratur, e così si è accesa in me la curiosità di conoscere la situazione e
le dinamiche relative alla condizione degli scrittori migranti in Italia. Volevo scoprire
quali fossero i temi affrontati dagli scrittori migranti nel mio Paese, e se fossero
legati, esclusivamente, alla sfera della migrazione. È grazie al testo Da qui verso
casa di Davide Bregola, che ho scoperto Helga Schneider, che tramite semplici
parole, talvolta troppo crude, senza giri di parole, racconta il complesso mondo
nazista, un tema che da sempre ha attirato la mia attenzione. Helga Schneider
rappresenta per me una scrittrice formidabile, che è riuscita ad emozionarmi
attraverso la sua scrittura e a farmi conoscere il mondo a me oscuro delle vittime
ariane della follia nazista.
L’obiettivo di questo lavoro di ricerca è, principalmente, quello di spiegare il ruolo
che le emozioni rivestono nell’apprendimento di una L2; l’esperienza emotiva e
linguistica vissuta dagli scrittori migranti in Italia e in Germania; e il caso della
scrittrice Helga Schneider con la relativa analisi del rapporto con la seconda lingua e
la madrelingua.
Pertanto nel primo capitolo, si discuteranno le principali teorie relative
all’acquisizione di una L2, contestualizzandola all’odierna società interculturale.
L’acquisizione di una L2 è un processo lungo e difficile, in cui interagiscono diversi
fattori esterni e interni: i primi, relativi alla situazione socio-culturale in cui si trova
l’apprendente al momento dell’acquisizione, all’input linguistico che ha a
disposizione, e alle possibilità di interagire con la lingua; i secondi, sono connessi
alla motivazione, all’attitudine dell’apprendente, allo stile cognitivo, all’età
dell’apprendente e alla sfera emotiva. Alla descrizione dettagliata, del ruolo primario
15
della sfera emotiva nel processo di acquisizione di una seconda lingua, seguirà
l’approfondimento della relazione tra la L1 e la L2 all’interno di un contesto
migratorio. Infine, ci si soffermerà sul come il processo di acquisizione linguistica
trovi un trasferimento nelle opere autobiografiche degli scrittori migranti in Italia, in
cui le emozioni vissute si tramutano in scrittura.
Nel secondo capitolo, verrà presentato il recente filone letterario della Letteratura
Interculturale in Italia. Il cambiamento epocale, della globalizzazione ha modificato
l’assetto della nostra società, e l’Italia da terra di emigrazione, nonostante vi rimanga,
diventa anche terra di immigrazione, tra sostenitori e oppositori. L’apertura dei
confini culturali e letterari, dà avvio a una nuova esperienza letteraria, i cui
protagonisti sono scrittori italofoni provenienti da diversi paesi, come Germania,
Polonia, Algeria, Marocco, Tunisia, Grecia ecc. Il panorama letterario italiano, viene
paragonato a quello tedesco e verranno presentate le principali tematiche prendendo
in considerazione alcuni autori come Carmine Abate, Franco Biondi, Marisa
Fenoglio, Gino Chiellino, Julio Monteiro Martins, Helene Paraskeva e Helga
Schneider. Scrittori accomunati dallo stesso destino, che hanno vissuto in prima
persona il fenomeno della migrazione e spogliatesi, in più casi, della propria
madrelingua hanno abbracciato completamente una “nuova” lingua.
Nel terzo capitolo, verrà presentata la scrittrice italofona Helga Schneider, figura
rappresentativa dello scenario letterario interculturale italiano e, altresì,
rappresentante della cosiddetta Letteratura dell’Olocausto, che verrà esposta
all’inizio del seguente capitolo. La scrittrice nata in Polonia nel 1937, dopo aver
vissuto a Berlino durante la Seconda Guerra Mondiale, oggi è cittadina italiana, vive
a Bologna da circa cinquant’anni e ha scelto di scrivere in italiano, sua seconda
lingua. Helga Schneider proclama l’italiano “lingua d’elezione”, per ripercorrere il
suo percorso di vita attraverso la scrittura. La sua vita è, segnata dalla rabbia nei
confronti della madre che, arruolatasi nelle SS, l’abbandonò per diventare guardiana
nel campo di sterminio di Birkenau. I motivi della scelta della lingua italiana per
raccontare la tragedia dell’Olocausto, verrà spiegata tramite il mito del buon italiano.
In breve, verrà presentata la biografia dell’autrice, la sua produzione e la funzione
che la scrittura riveste per la Schneider.
16
Infine, verrà presentato un parallelismo tra le esperienze comuni degli scrittori Helga
Schneider e Bernard Schlink, che farà luce sul senso di colpa che affligge la
Schneider e l’intera generazione post-hitleriana, e sul difficile rapporto con i propri
genitori, accaniti sostenitori del Führer.
Nel quarto capitolo saranno discussi i motivi del “ritorno” all’interno delle sue opere
autobiografiche Il rogo di Berlino, Lasciami andare, madre e Io, piccola ospite del
Führer della madrelingua tedesca “abbandonata”. Alla presentazione delle opere,
seguirà l’individuazione del rapporto dell’autrice con la lingua italiana e tedesca.
Nell’ultima parte, verrà usato il metodo della Sprachbiographie, per l’analisi
contenutistica delle parole riportate in madrelingua, nelle opere sopracitate ed infine
verranno presentati i risultati dell’analisi.
Dayana Borzomì
17
CAPITOLO PRIMO
IL RUOLO DELLE EMOZIONI
NELL’ACQUISIZIONE DI UNA L2
1.1 L’acquisizione di una L2 tra teoria e prassi
Nella società odierna assistiamo alla perdita del netto confine geografico tra i popoli,
effetto del consistente processo di globalizzazione che riduce le distanze del mondo e
intensifica i contatti internazionali. In particolare, la cooperazione, il mercato, la
gestione aziendale nella dimensione internazionale, necessitano di contatti, di
comunicazione, di comprensione reciproca ed è soltanto in virtù dell'interscambio
culturale che diffidenza e pregiudizio possono gradualmente trasformarsi in
confronto e arricchimento. L’accresciuta mobilità e i moderni schemi organizzativi
del lavoro hanno, quindi, evidenziato l’importanza di un possibile dialogo fra i
popoli e le culture. Un ostacolo alla conoscenza delle rispettive culture è la mancanza
dello strumento linguistico, in quanto la lingua, oltre a permettere l’interazione tra le
persone, è espressione della cultura di uno Stato. Il multiculturalismo, inteso come un
progetto di natura sociale, legato al riconoscimento politico delle differenze culturali
dei gruppi minoritari sia nella sfera pubblica che in quella privata
1
, ha prodotto nuovi
scenari comunicativi, diversi contesti in cui l’efficacia dello scambio è condizionata
dall’abilità dei parlanti di adattarsi alla comunicazione interculturale
2
.
È utile distinguere tra acquisizione (inteso come apprendimento spontaneo) e
apprendimento guidato di una seconda lingua (L2)
3
. L’acquisizione spontanea di una
seconda lingua consiste, invece, nell’imparare una lingua seconda in un contesto
naturale, dove la lingua seconda è la lingua che normalmente si usa nelle situazioni
quotidiane. Mentre per apprendimento si intende la conoscenza di una qualsiasi
lingua che non sia la lingua madre (quindi una lingua straniera) in un contesto di
istruzione (corsi / in una classe di scuola). In questo caso si parla anche di
1
Cfr. Scidà G. (2002) La società multietnica e la sfida del multiculturalismo in Pollini G. e Scidà G.,
Sociologia delle migrazioni e della società multietnica. Franco Angeli. Milano.
2
Cfr. Finocchi R., (2007) Linguaggio e comunicazione. Teorie, strutture e usi linguistici nelle
pratiche comunicative. Effatà Editrice. Torino.
3
Cfr. Pallotti G., (1998) La seconda lingua. Strumenti Bompiani. Milano.
18
apprendimento guidato
4
. In questo lavoro si parlerà di un processo di acquisizione
spontanea in quanto presenterò casi di scrittori migranti, che hanno appreso la lingua
straniera in maniera intuitiva con un coinvolgimento totale (mentale e fisico) nel
Paese in cui la suddetta lingua è la L1. Secondo Gabriele Pallotti:
Il termine seconda lingua ci si riferisce a una lingua appresa nel paese
dove essa viene parlata abitualmente, mentre il termine lingua straniera
indica una lingua appresa tipicamente nei contesti scolastici, in un paese
in cui essa non viene quotidianamente adoperata. Questa distinzione
terminologica viene però rispettata solo quando essa è veramente
rilevante e spesso il termine seconda lingua è usato per indicare sia le
lingue straniere che quelle seconde nel senso stretto
5
.
La seconda lingua è ogni lingua appresa dopo la prima, una lingua non materna, che
viene parlata nella società in cui si vive, che è appresa spontaneamente, seguendo le
sequenze di insegnamento; essa s’innesta sui successivi sistemi linguistici spontanei
dando vita ad un’interlingua. L’interlingua è la varietà di lingua d’arrivo parlata da
un apprendente: si tratta di un vero e proprio sistema linguistico, caratterizzato da
regole che in parte coincidono con quelle della L2, in parte sono riconducibili alla L1
e in parte sono indipendenti da entrambe. Non è semplicemente una lingua che sta a
metà tra la prima e la seconda lingua; essa è un sistema linguistico in formazione con
il quale l'apprendente cerca di avvicinarsi il più possibile alla L2 o lingua di arrivo.
Il noto studioso Stephen D. Krashen
6
, attualmente titolare della cattedra
di Education presso la University of Southern California, distingue due processi
fondamentali attraverso cui si impara una lingua: l’acquisizione, un processo
inconscio, e l’apprendimento, un processo conscio rivolto alla forma linguistica.
L’acquisizione secondo Krashen è profonda, stabile, e genera comprensione e
produzione linguistica con processi automatici mentre l’apprendimento, razionale e
volontario, è di durata relativamente breve e funge da monitor per l’esecuzione
linguistica:
4
Cfr. M. Chini, (1996) Apprendere una seconda lingua: principi, fattori, strategie e problemi. in E.
Nigris (a cura di), Educazione interculturale. Bruno Mondadori. Milano.
5
Ivi. p. 13-14
6
Cfr. Krashen, S.D. (1981). Second Language Acquisition and Second Language Learning. Oxford:
Pergamon.
19
Man bezieht die Unterscheidung erwerben und lernen auf Aneignung einer
fremden Sprache. Man kann sagen, dass im schulischen Kontext
formalsprachliche Aspekte gelehrt und je nach Interesse und Fähigkeiten der
Schüler auch gelernt werden. In informellen Situationen hingegen, in denen es
primär um Verständigung geht, wird eine fremde Sprache erworben
7
.
L'acquisizione, pertanto, è un processo irrazionale che sfrutta le strategie globali
dell'emisfero destro del cervello insieme a quelle analitiche dell'emisfero sinistro
8
;
quanto viene acquisito entra a fare parte stabile della competenza della persona,
entra nella sua memoria a lungo termine. È un processo naturale e spontaneo
innescato dai bisogni comunicativi, che un parlante sente nella comunità in cui quella
lingua è parlata come L1, ad esempio la lingua italiana per gli immigrati in Italia.
Secondo la linguista Camilla Bettoni la nozione di lingua seconda (L2), così
denominata perché appresa in età successiva alla prima lingua o lingua materna (L1),
corrisponde alla lingua che l’individuo impara dopo che si è consolidata la sua L1
9
.
Interessante è la definizione di seconda lingua, che propone lo studioso tedesco Ernst
Apeltauer, attualmente docente all’ Universität Flensburg:
Eine Zweitsprache ist eine Sprache, die nach oder neben der Erstsprache als
Mittel der Kommunikation verwendet und gewöhnlich in einer sozialen
Umgebung erworben wird, in der man sie spricht. Sie spielt im Leben eines
Individuums eine wichtigere Rolle für das Überleben
10
.
Mentre la L2 si apprende naturalmente attraverso l’esperienza linguistica nel luogo
dove normalmente viviamo, la lingua straniera si apprende attraverso un percorso di
studio guidato da insegnanti
11
.
La cosiddetta L1 esercita un’influenza indiretta nell’acquisizione della L2, i fattori
che agiscono sui ritmi di apprendimento e sulla ricorrenza di errori nelle diverse fasi
di interlingua secondo Gabriele Pallotti, professore associato di Didattica delle lingue
moderne presso la facoltà di Scienze della formazione dell’Università di Modena e
Reggio Emilia, sono: la vicinanza o la distanze dalla L1 alla L2, le caratteristiche
dell’ambiente linguistico e culturale, le peculiarità individuali dell’apprendente, e le
7
Apeltauer E., (1997) Grundlagen des Erst- und Fremdsprachenerwerbs. Langenscheidt. Berlin. p.
14.
8
Cfr. Ciliberti A., (1994) Manuale di glottodidattica, La Nuova Italia, Firenze.
9
Cfr. Bettoni C., (2001) Imparare un’altra lingua. Laterza. Bari.
10
Apeltauer, E., Grundlagen des Erst- und Fremdsprachenerwerbs. Cit. p. 16.
11
Cfr. Bernini G., (2010) Acquisizione dell'italiano come L2. Enciclopedia dell'Italiano.
20
strategie messe in atto dall’apprendente per imparare
12
. Secondo i modelli
comportamentistici dell’acquisizione linguistica l’apprendimento spontaneo della L2
ripercorre quello della L1. Tuttavia gli studi cognitivisti evidenziano le differenze
nelle fasi di sviluppo dell’apprendimento di L2, dovute a variabili affettive e alle
operazioni cognitive che un apprendente compie
13
.
1.1.1 L’apprendimento di una L2 da parte di adulti
L’apprendimento dell’adulto occupa una questione centrale nell’ambito della
pedagogia, della psicologia e della glottodidattica attuale
14
. Imparare una lingua
straniera da adulti implica anche la rinuncia, o almeno la messa in discussione, degli
aspetti affettivi del linguaggio, proprio quelli che insieme ad altri strutturano la
nostra identità. Imparare una lingua straniera non vuol dire aggiungere una lingua ad
un’altra: l’apprendimento non consiste certamente in una semplice sommatoria di
lingue, ma è un processo che implica una risignificazione dell’intero sistema
linguistico e della rete associativa che ne tiene insieme i significati
15
. Un nuovo
nome, una nuova parola, non sono soltanto un’acquisizione intellettuale, ma un
elemento che modifica l’intero contesto dei nostri rapporti con gli oggetti, perché
diverso è l’investimento che facciamo sulla parola nell’una o nell’altra lingua
16
. La
lingua madre gioca per un verso a favore dell’apprendimento della lingua straniera,
attraverso meccanismi di assimilazione e generalizzazione, mentre per un altro verso
ostacola lo svilupparsi di apprendimenti che contraddicono regole e sistemi
linguistici primari
17
. Nell’apprendimento di una L2 da parte di adulti il punto focale è
individuare i meccanismi che scattano nell’individuo, che impara una nuova lingua
nel luogo in cui la stessa viene usata per la comunicazione quotidiana
18
. I fattori che
12
Cfr. Calvi, Mapelli & Bonomi (2007) Lingua, Identità e immigrazione. Prospettive
interdisciplinari. Franco Angeli. Milano.
13
Cfr. Titone R. e Danesi M., (1990) Introduzione alla psicopedagogia del linguaggio. Armando
Editore Roma.
14
Cfr. Ricci Garrotti F. (1999) L'immersione linguistica: una nuova prospettiva. Franco Angeli.
Milano.
15
Ibidem
16
Cfr. Iori B., (2005) L'italiano e le altre lingue: apprendimento della seconda lingua e bilinguismo
dei bambini e dei ragazzi immigrati. Franco Angeli. Milano.
17
Cfr. Barni M. & Villarini A., (2001) La questione della lingua per gli immigrati stranieri:
insegnare, valutare e certificare l’italiano L2. Franco Angeli. Milano.
18
Cfr. Perdue C., (1993) Adult language acquisition: Cross-linguistic perspectives. Vol. I. Field
methods. Vol. II. The results. Cambridge University Press. Cambridge.
21
portano gli adulti ad essere più rigidi rispetto ai bambini nell’apprendimento di una
L2 sono: il filtro affettivo più alto e la maggiore ansietà
19
; e la minore capacità di
memorizzazione di routines e di formule
20
. Secondo Krashen
21
, infatti, l’uso più
ampio da parte degli adulti del filtro affettivo giustifica l’esecuzione superiore dei
bambini. L’età dell’apprendente gioca un ruolo fondamentale, particolarmente
importante per l’acquisizione dell’accento, acquisito di rado dagli adulti e con
maggiori difficoltà rispetto agli apprendenti giovani
22
. I bambini apprendono con più
facilità degli adulti una L2 e raggiungono risultati migliori nei livelli di acquisizione
delle regole fonetiche. Gli adulti, invece, ottengono risultati migliori nell’uso delle
regole sintattiche e pragmatiche di una L2
23
. Krashen, nell’analisi della velocità
dell’apprendimento della L2 da parte di apprendenti di età diversa, afferma che gli
adulti inizialmente sembrano compiere dei grandi progressi, ma i bambini li superano
quasi sempre
24
.
Nel caso della sintassi e della morfologia, gli adulti imparano la L2 più in fretta dei
bambini e i ragazzi la imparano più in fretta dei più piccoli. L’acquisizione della
competenza fonologica è difficile da raggiungere superato il periodo cruciale, oltre i
sei anni, oltre il quale sembra difficile raggiungere un esito finale da nativo
25
.
Kellerman
26
sostiene altresì, che gli apprendenti adulti manifestano una percezione
innata relativa al funzionamento del proprio sistema linguistico, la quale consente
loro di riconoscere determinate strutture della lingua materna come potenzialmente
trasferibili nella lingua d’arrivo e altre come non trasferibili
Recentemente alcuni studiosi
27
hanno messo in discussione il concetto di "periodo
critico" teorizzato dal biologo Lenneberg nel 1967
28
, in base al quale gli adulti non
possono raggiungere una padronanza completa della L2, a causa della perdita di
19
Cfr. Desideri P., (1995) L'universo delle lingue: confrontare lingue e grammatiche nella scuola. La
Nuova Italia. Firenze.
20
Ibidem
21
Krashen, S.D. (1981). Second Language Acquisition and Second Language Learning. Cit.
22
Singleton, D. & Lengyel Z., (1995). The age factor in second language acquisition: a critical look
at the Critical Period Hypothesis. Multilingual Matters. Clevedon. p. 30.
23
De Marco A., (2000) Manuale di glottodidattica. Insegnare una lingua straniera. Carocci Editore.
Roma. p. 72.
24
Ibidem
25
Cfr. Bernini G., Acquisizione dell'italiano come L2, Cit.
26
Cfr. Ramat G., (1986) L’apprendimento spontaneo di una seconda lingua. Il Mulino. Bologna.
27
Cfr. Ramat G., (2003) Verso l’italiano. Percorsi e strategie di acquisizione. Carocci. Roma.
28
Cfr. Lenneberg E.H., (1967). Biological Foundations of Language. Wiley
22
plasticità del cervello che subentra con la lateralizzazione. Allo stato attuale sembra
più adeguato parlare non di periodo critico ma di periodo sensibile
29
. Come
suggerisce il linguista Pallotti
30
, si sceglie di parlare di un periodo sensibile, in
quanto le potenzialità di apprendimento non vengono meno in età adulta, ma sono
ridotte dal mutato ruolo sociale ed affettivo che si ricopre. La distinzione tra i due
concetti è netta, dal momento che la prima ipotesi interpreta le potenzialità di
successo nell’apprendimento di una L2 come limitate ad un solo periodo della vita,
mentre la seconda considera l’infanzia come il periodo in cui l’apprendimento è
semplicemente più agevolato.
Effettivamente gli esperimenti di Goulde
31
(1990), e Taupin e Gage
32
(2002)
hanno
dimostrato la capacità di neurogenesi, seppur limitata nel cervello adulto. Si
producono nuovi neuroni nella corteccia associativa dei lobi temporali e frontali, che
governano le funzioni cognitive superiori (comprensione e produzione linguistica,
attenzione, pianificazione del compito, risoluzione di problemi), e si rigenerano i
neuroni anche l’ippocampo, struttura importante per l’apprendimento e la fissazione
di informazioni nei magazzini mnemonici
33
. Tale rigenerazione neuronale dipende
molto da fattori legati all’ambiente, che deve essere stimolante a livello cognitivo e
socio-relazionale, offrendo anche situazioni con una componente ludica.
Il mantenimento di un buono stato intellettivo nonostante l’invecchiamento fisico, è
determinato anche da fattori esterni connessi allo stile di vita e alle abitudini della
persona. Nel campo delle neuroscienze e della psicologia
34
si è pertanto riconosciuto
che per ridurre il declino mentale, sono fondamentali non solo il controllo dello
stress, ma anche le relazioni sociali, l’educazione continua e la stimolazione
intellettuale degli adulti. L’apprendimento della lingua da parte di adulti è quindi,
una condizione necessaria per l’autopromozione, al fine di migliorare le condizioni
di vita e la socializzazione. Il fattore età da solo, quindi, non incide in modo così
29
Ibidem
30
Cfr. Pallotti G. e AIPI (Associazione Interculturale Polo Interetnico) (2005) Insegnare e imparare
l’italiano come seconda lingua Bonacci. Roma.
31
Cfr. Goulde E., Reeves A.J., Graziano M.S.A., Gross C.G., (1990) Neurogenesis in the
Neocortex of Adult Primates in Science.
32
Cfr. Taupin P. & Gage F.H., (2002) Adult Neurogenesis and Neural Stem Cells of the Central
Nervous System in Mammals, in Neuroscience.
33
Scaglioso C., (2001) L'apprendimento linguistico in età adulta. Morlacchi, Perugia.
34
Cfr. Bettoni C., (2010) Come gestire l’errore grammaticale. In Interazione didattica e
apprendimento linguistico. Guerra. Perugia.
23
determinante sull’apprendimento. Molto spesso, infatti, i bambini imparano meglio
poiché sono immersi nella nuova lingua e sono meno distratti da impegni e obblighi
della vita adulta.
Le variabili che possono influenzare l’apprendimento delle lingue da parte di adulti
sono
35
:
variabili individuali
variabili sociali
variabili naturali
Della prima categoria di variabili fanno parte la motivazione, i bisogni linguistici, i
tratti della personalità, la disponibilità ad accettare il rischio e lo stile cognitivo, e i
fattori emotivi, come ad esempio l’ansia. Le variabili sociali sono fattori determinati
dall’ambiente e dal contesto in cui il discente adulto vive o ha vissuto e tra esse si
possono enumerare lo stile di apprendimento pregresso, oppure il contesto di
apprendimento
36
. Ed infine, le variabili naturali sono gli aspetti innati che possono
condizionare in modo decisivo l’apprendimento di una lingua, tra questi l’età e
l’attitudine personale.
Gli adulti sono portatori di un vissuto e di un rapporto dialettico con la società e per
questo motivo, avendo maggiore consapevolezza delle loro emozioni e delle loro
relazioni interpersonali, le vivono in modo più dinamico. L’apprendente adulto
manifesta forti motivazioni e la necessità di dare senso a ciò che apprende tramite il
confronto, la condivisione e lo scambio con la realtà circostante
37
.
Quando entrano in contatto con un’altra cultura e un’altra lingua, si verificano spesso
forti scombussolamenti emotivi.
Lo shock linguistico corrisponde a una situazione nella quale gli apprendenti adulti
temono che le parole dette nella lingua d’arrivo non riflettano le proprie idee
adeguatamente, e che questo li renda ridicoli o infantili. Non riuscendo a esprimersi
con proprietà linguistica, perdono una fonte di gratificazione narcisista che, al
contrario, possiedono quando si esprimono nella propria lingua. L’acquisizione della
35
Cfr. Bettoni C., Di Biase B. & Nuzzo E., (2009) Postverbal subject in Italian L2. In Research in
Second Language Acquisition: Empirical Evidence Across Languages. Keatinge D. & Keßler J.-U.
eds. Newcastle, UK.
36
Cfr. Mazzotta P., (1996) Strategie di apprendimento linguistico e autonomia dello studente.
Adriatica. Bari.
37
Cfr. Alberici A., Catarsi, Colapietro & Loiodice, (2007) Adulti e Università. Sfide ed innovazioni
nella formazione universitaria e continua. Franco Angeli. Milano.
24
seconda lingua può essere influenzata anche dallo shock culturale, ossia dall’ansia
dovuta al disorientamento creato dal contatto con una nuova cultura. L’apprendente
adulto ha un’immagine di sé come essere autonomo e non è facilmente disposto a
mettersi in gioco di fronte ad estranei. Nessun apprendente adulto è immune da un
senso di vergogna quando inizia a parlare una nuova lingua. Acquisire una nuova
lingua nella vita adulta è un anacronismo, una regressione che molte persone non
riescono a tollerare. Questa regressione verso i processi primari, che si ha
apprendendo una lingua straniera, fa insorgere il senso di vergogna, di colpa, di
paura del ridicolo. Talvolta si nutre anche la narcisistica illusione che la propria
lingua sia la migliore, e l’unica capace di esprimere la verità. L’eredità
38
culturale e
linguistica gioca un ruolo ambivalente di ricchezza e di condizionamento.
Uno tra i più noti studiosi dell’apprendimento adulto, Malcom Knowles
39
evidenzia
questi concetti chiave, quali il concetto di sé, il ruolo dell’esperienza e la
disponibilità ed orientamento all’apprendimento. Quando gli apprendenti adulti
entrano in contatto con un’altra lingua, si ha la costante paura che le parole dette
nella lingua d’arrivo non riflettano le proprie idee adeguatamente, e che questo li
renda ridicoli.
L’abbandono della L1 può essere la causa di un blocco dello sviluppo linguistico e
cognitivo, che può essere superato solo quando il livello di conoscenza della L2
rende possibile la ripresa dei processi di acquisizione
40
.
1.1.2 Fattori che influenzano l’acquisizione della L2
I fattori coinvolti nell’acquisizione di una L2 sono molteplici. È dunque impossibile
pensare di offrirne una tassonomia esauriente. I principali sono quelli linguistici, che
includono le caratteristiche della L2, L1 e conoscenza di altre lingue; e quelli extra-
linguistici (individuali e socio-culturali): età, attitudine linguistica, stili cognitivi,
strategie di apprendimento, personalità e fattori affettivi, grado di istruzione,
condizione socio-familiare, distanza culturale, sociale e psicologica dalla L2 e
contesto dell’apprendimento.
38
Ivi
39
Cfr. Knowles, M.S. 1996. Quando l'adulto impara. Franco Angeli. Milano.
40
Cfr. Jordi Màs Manjon in Pienemann M., (1998) Language Processing and Second Language
Development: Processability Theory. Benjamins. Amsterdam.