Introduzione
In una qualsiasi giornata di un qualsiasi mese dell’anno (ad eccezione, forse, dei
mesi estivi, durante i quali anche la comunicazione di massa va in ferie e ridefini-
sceipropripalinsestistimandolariduzionedelpropriopubblicogiornaliero)basta
accendere la televisione, sfogliare un giornale, entrare in una libreria o aprire il
browser del proprio computer per ritrovarsi, in pochi passi, a leggere, ascoltare o
guardare la preparazione di una ricetta, il dibattito sulla bont` a e la genuinit` a dei
prodotti alimentari o sul benessere garantito dal mangiar sano. E nella stessa gior-
nata, con altrettanta frequenza, si viene a conoscenza dell’incidenza dei problemi
legati all’alimentazione: obesit` a da una parte, anoressia dall’altra, due facce della
stessa medaglia il cui risultato dipende sempre e comunque da ci` o che si mangia e
dacomelosiprepara.
Nel 2011, l’Italia ha festeggiato i 150 anni dell’Unit` a. Tra le numerosissime
mostre che in tutta la penisola sono state allestite per celebrare la nazione e i per-
sonaggi che maggiormente ne hanno influenzato il percorso, ne ` e stata realizzata
una anche sulla cucina, nella quale si raccontavano la sua evoluzione e le ragio-
ni del suo successo. Nel libro Italia Buon Paese, Clara e Gigi Padovani, curatori
della mostra allestita alle Officine Grandi Riparazioni di Torino nell’anno dei fe-
steggiamenti, traccianounprofilodellanazioneitalianadalpuntodi vistadellesue
abitudini alimentari e dei personaggi che hanno contribuito a creare la storia della
suacucina.
`
E innegabile, infatti, che la cucina abbia conquistato, soprattutto negli ultimi de-
cenni,unaposizionerilevantenellaculturaitalianaenell’immaginariocomune: da
un’indagine della Coldiretti emerge, ad esempio, che gran parte della popolazione
ritienechelatradizionedellabuonatavolapossaessereconsideratailtrattopi` urap-
presentativodell’identit` anazionale,pi` udellacultura,dellaletteratura,dellamodae
dellatecnologia
1
.
Sicuramente, oggi si nota una crescente attenzione per tutti gli aspetti dell’ali-
mentazione e della gastronomia. E se, da un lato, nascono a ritmo frenetico nuove
1
Dagli atti dell’indagine realizzata da Swg per Coldiretti si legge: “La cucina e i piatti della tra-
dizioneitalianasonol’aspettopi` urappresentativodell’identit` anazionaleperquasilamet` adegli
italiani(il46%)cheliritengonopi` usignificatividellacultura(37%),dellamoda(9%),delcalcio
(5%),dellascienzaetecnologia(3%)”.
5
realt` a che fanno del cibo buono la propria bandiera (ristoranti, “tempi del gusto”
come spesso oggi vengono definiti progetti ambiziosi che funzionano come Eata-
ly, agriturismi, locande a km zero, gelaterie, agrigelaterie, farmer’s market e tutti
i nuovi modi di interpretare la cucina) dall’altro aumentano anche le occasioni in
cui si discute di questo argomento, con una moltiplicazione degli eventi dedicati
ai prodotti alimentari, alle tradizioni che legano i piatti ai propri luoghi di prove-
nienza,allenuoverealt` a,nuoveesigenze,nuoviproblemicausatidallosprecodelle
risorsenaturalidelpianeta.
`
Equestoilcasodellenumerosissimesagreedellefiere
che vengono proposte in tutti gli angoli della penisola: il noto Salone del Gusto di
Slow Food, ad esempio, ogni anno, dal 1996, raccoglie centinaia di migliaia di vi-
sitatori, numerosissimi forum e convegni a livello internazionale su alimentazione,
agricoltura,risorseeimpattoambientale.
L’insieme di tutte queste iniziative fa s` ı che l’alimentazione, in ogni suo aspet-
to (anche quello patologico), sia diventata elemento di importanza fondamentale
anche del fare informazione e, quindi, argomento privilegiato da proporre al pub-
blico: bastipensareche La Prova del Cuoco,latrasmissionecondottadaAntonella
Clerici su RaiUno, ha raggiunto la sua tredicesima edizione e conquistato sempre
nuovispazinelpalinsestoRai(dall’annoscorsole ` estataassegnataanchelaLotte-
riaItalia),cheilibrichesitrovanoaiverticidelleclassifichedivenditesonospesso
ricettari e che il premio per il sito dell’anno, ai Macchianera Awards 2012, ` e stato
assegnatoproprioadunsitodicucina,ovvero,GialloZafferano.it.
Lapassioneoramaimoltodiffusaperlacucina,quellacheoggisembraessereuna
vera e propria mania, non ` e nata nel terzo millennio ma ` e, piuttosto, il risultato del
lavorodigenerazionidipersoneche,ognunaallapropriamaniera,gi` adaprimache
venisse inventata la stampa, hanno dato il loro contributo rendendo la gastronomia
cos` ıpopolare.
Nei secoli pi` u vicini a noi sono stati diversi i personaggi che hanno contribuito
inmodosignificativoalladiffusionediquestascienza,moltoprimachelaClericie
la Parodi portassero la cucina in tv e ne facessero un genere: da Pellegrino Artusi
commerciante appassionato ad Amedeo Pettini cuoco del Re, da Ada Boni diret-
trice, maestra e cuoca, a Petronilla, alias di Amalia Moretti Foggia, chef per tempi
difficili, fino a Umberto e Delia Notari, fondatori, nel 1929, della ancora oggi viva
evegeta Cucina Italiana.
Cercando un momento, o un personaggio significativo per la storia della cucina
italiana sono arrivata a conoscere Ada Boni, autrice di uno dei manuali di cucina
che, ad oggi, ` e uno dei pi` u longevi della storia nazionale: insieme alla Scienza
in cucina e l’arte di mangiar bene di Pellegrino Artusi, pubblicato la prima volta
nel 1891, Il talismano della felicit` a, dato alle stampe nel 1925, ` e tuttora in vendita
6
pressolelibrerieitalianeeancoraoggivieneritenutounvalidodonodinozze.
Oltre che autrice del Talismano, Ada Boni fu anche la direttrice di Preziosa,
una rivista di economia domestica e di gastronomia pubblicata dal 1915 al 1959,
praticamentemezzosecolodistoriaitaliana.
Ancor pi` u che il Talismano, allora, si ` e dimostrato interessante analizzare que-
sta rivista, soprattutto alla luce della sua lunga vita di pubblicazioni, che abbrac-
cia un periodo tanto esteso da comprendere entrambe le guerre mondiali e la tra-
sformazionedelPaesedamonarchiaarepubblica,passandoattraversoilVentennio
fascista.
L’attenta lettura della rivista, allora, mi ha portata ad approfondire l’analisi di
periodipi` ucircoscrittiinquantoparticolarmentesignificativiperlastorianazionale
el’alimentazionedellapopolazioneitaliana.
`
E stato molto interessante analizzare l’evoluzione della linea editoriale della ri-
vista,sempreattentaaicambiamentidellasociet` ama,allostessotempo,altrettanto
coerentecongliobiettivichelasuadirettriceavevaindicatoallasuanascita.
Latesichesegue ` esuddivisainquattrocapitoli.
Ilprimo,compostoanchegraziealletestimonianzefornitedeinipoti,ricostruisce
labiografiadiAdaBoni;ilsecondosipropone,invece,dianalizzarelecaratteristi-
chedellarivista: lalineaeditoriale,lagraficael’utilizzodelleimmagini,lasceltae
l’organizzazionedellerubriche,ilricorsoagliespertidelsettore.
Nelterzocapitolovieneapprofonditaulteriormentelapartedellarivistadedicata
alla cucina. Un excursus sugli aspetti ricorrenti nell’ideazione, nella selezione e
nellasceltadellericette ` earricchito,nellasecondaparte,daunfocussullerubriche
di cucina, in particolare quella dei primi anni della rivista e quelle del secondo
decenniofascista.
Il quarto capitolo, infine, accenna al Talismano, l’opera a cui la Boni deve mag-
giormentelasuanotoriet` a,almenooggi.
7
1 Ada Boni
1.1 La famiglia
AdaGiaquinto,nacquenel1881
1
aRoma,daunafamigliabenestanteproprietaria
di un negozio di stoffe e merletti in quella che ` e oggi una delle pi` u importanti vie
delloshoppingdellacapitale,viadelCorso.
FigliadiAlfredoGiaquinto,Adaavevaunasorellaeunfratello,EtheleMarcello.
Adacrebbenell’abitazionediviaRipetta,demolitasuccessivamenteperpermettere
gliscavidell’AraPacis,apochipassidaPiazzadelPopoloedaigiardinidelPincio,
dove la mamma la portava sempre a giocare insieme alla sorella Ethel. Quando il
tempo non permetteva di uscire a giocare, invece, Ada si divertiva destreggiandosi
tra pentole e fornelli, tanto che, raccontano i nipoti, a 10 anni aveva gi` a inventato
una ricetta tutta sua per il pap` a. Discendenti di benestanti merlettai, dunque, i fi-
gli Giaquinto ebbero la possibilit` a di studiare: Marcello arriv` o alla laurea, mentre
Ethel comp` ı studi professionali. Di Ada non si conosce il percorso di studi, ma
probabilmentesegu` ılostessodellasorella.
Per quanto riguarda la passione di Ada per la cucina, parte della sua formazione
fudovuta,sicuramente,ancheallozioAdolfoGiaquinto,fratellodelpadreAlfredo.
Lo zio era, infatti, un famoso cuoco della Roma a cavallo tra XIX e XX secolo,
lavorava per i migliori ristoranti della capitale, svolgeva il ruolo di insegnante in
scuole professionali e in importanti famiglie patrizie, autore di libri di ricette (in-
vent` o anche l’estratto di carne Excelsior), era giornalista e anche poeta, “fecondo
volgarizzatore della gaia scienza delle famiglie”
2
. Adolfo Giaquinto, inoltre, era
noto ai pi` u in quanto direttore de Il Messaggero della Cucina, una delle pi` u note
riviste italiane di genere culinario del primo Novecento, da lui fondata nel 1903,
delle tante sicuramente la pi` u longeva e resistente, anche alle grandi difficolt` a do-
vutealprimoconflittomondiale
3
. Ada,dunque,godevadiuneccellenteesempioin
1
Ada Boni nacque nel 1881 e non, come erroneamente riportato in diverse biografie redatte e
disponibiliancheinrete,nel1891.
2
BONIA., Il talismano della felicit` a,Edizionidellarivista“Preziosa”,Roma,1931,p.9
3
Un periodico, questo, molto simile a quello che sar` a poi fondato dalla nipote, pi` u nella struttura,
nellerubriche,cheneicontenutiveriepropri. IlMessaggero,infatti,nellesuepagineleggermen-
te pi` u grandi e numerose rispetto a quelle di Preziosa, dava spazio a tanti e diversi argomenti,
senzaper` orivolgersiallesoledonnedellaborghesia,macercando,piuttosto,diaccontentaretut-
8
famiglia,dacuiappreseisegretidellacucinaelitrasform` oinpassione.
1.2 Il matrimonio con Enrico Boni
In via del Corso, intanto, “una solida famiglia di orafi romani”
4
aveva il proprio
negozio vicino a quello dei Giaquinto. Era la famiglia Boni, il cui primogenito,
Enrico, aveva cinque anni pi` u di Ada. I due si fidanzarono ufficialmente quando
Adaavevaancora12anniesisposaronoqualcheannopi` utardi,intornoal1900.
Enrico era scultore, pittore, fotografo, critico musicale, gioielliere come gli al-
tri componenti della sua famiglia, ma anche “cultore di gastronomia e amico di
Escoffier”
5
, cuoco di fama internazionale che i coniugi Boni avrebbero conosciuto
a Montecarlo, alla fine degli anni Venti. Enrico, seppur professionalmente apparte-
nente all’ambiente della musica, amava molto la cucina e seppe riconoscere le doti
della sua compagna: per questo la sostenne, la incoraggi` o, la invit` o a fondare una
rivista di cucina che, a suo parere, mancava nel panorama della stampa italiana per
signore dei primi del Novecento. La rivista, il cui primo numero usc` ı nel febbraio
del1915,preseilnomediPreziosa. Findalsuoesordio,ancheEnricopartecip` oatti-
vamenteallavorodiredazione,pubblicandovinovelle,recensionidilibriediopere
musicali,prodigandosisempreaffinch´ elaqualit` adellarivistarisultassemigliorein
ogninumeroe,perquesto,pi` uapprezzatadalpubblico.
LacoppiavivevaaRomaaPalazzoOdescalchi,possedimentodellafamigliaBo-
ni,situatoapiazzaS.S.Apostoli,adiacenteapiazzaVenezia. APalazzoOdescalchi
te le categorie in cui il popolo appassionato di cucina era diviso. Come si deduce dal sottotitolo
con il quale il Messaggero veniva pubblicato, era questa una Rivista di gastronomia pratica ed
economicaperledonnedicasa,signorine,cuoche,fantesche,educandati,piccoletrattorie,pen-
sioni, scuole professionali, ecc., dedicata, quindi, tanto ai professionisti del settore, alla cultura
e tradizione culinaria, quanto a preparazioni di natura pi` u economica e quotidiana, con dibattiti
sui tipi di preparazioni, sulla qualit` a degli alimenti e sui loro prezzi. “Un periodico” - scrive
MariaPaolaMoroniSalvatori-“ingradodiinteressareunpubblicovasto,tutticolorochehanno
un interesse non professionale e non domestico verso la gastronomia”. Con il tempo, poi, per
il Messaggero si decise di puntare maggiormente sul settore commerciale, rivolgendosi quindi
principalmente a cuochi, trattorie e ristoranti. A dimostrazione di ci` o, la massiccia presenza di
pubblicit` a di grossisti e venditori per le aziende tra le pagine della rivista. Tutto questo, sempre
e comunque, con la garanzia di qualit` a data dai nomi che, in qualit` a di collaboratori, venivano
indicati sotto al titolo in ogni numero. Di questi, tra i pi` u conosciuti (alcuni dei quali avreb-
bero collaborato poi anche a Preziosa) vi erano il dottor Alberto Cougnet, Augusto Escoffier,
GiacomoManfredieApicio. InformazionibiografichesuAdolfoGiaquintotratteda Dizionario
Biografico degli Italiani 54, Ghiselli-Gimma, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, 2000,
p.560-562
4
MORONI SALVATORI M.P., Ragguaglio bibliografico sui ricettari del primo Novecento, in
L’Alimentazione,vol.13di Storia d’Italia, Annali,Einaudi,Torino,1998,p.909
5
Ibidem,p.909. Escoffiererauncuocoesperto,responsabiledellacodificadellacosiddetta“cucina
internazionale”, famoso in Italia e all’estero anche per aver lavorato per Cesare Ritz, grande ri-
formatoredelsettorealberghiero,neldelicatopassaggiodallelocandeaipalaces,incaricatodella
costruzioneeinaugurazionedelGrandHoteldiRoma,nel1892,dallastessasociet` aproprietaria
delSavoydiLondra.
9
Figura1.1:RitrattodiAda,eseguitodaEnricoBoni
10
Enrico era solito organizzare grandi feste, durante le quali Ada riusciva sempre a
suscitare l’ammirazione generale degli ospiti, che qui potevano godere della bont` a
dei piatti da lei preparati anche con l’aiuto - quando il lavoro glielo permetteva -
del marito, che non disdegnava affatto l’impegno in cucina. D’estate, invece, i due
si spostavano sul litorale laziale, a Santa Marinella, sugli scogli di capo Linaro do-
ve sorge la Villa delle Palme, oggi trasformata in albergo. Anche in vacanza, Ada
passavalesuegiornateaconfezionaremanicaretti,mentresuomaritosirilassavain
barcaavela.
1.3 Ada resta sola
Enrico era anche un gran fumatore, e questo vizio gli procur` o un cancro ai
polmonicheil16dicembredel1935locondusseallamorte.
La scomparsa del marito produsse una profonda ferita nella donna e la gett` o in
uno stato di grande prostrazione, tanto che, nonostante la sua estrema riservatezza,
ella cerc` o conforto anche dalle sue lettrici, provando a raccontare loro il dolore
causatodallaperdita.
Scrisseinaperturadelnumerodigennaio:
“Dilette amiche vecchie e nuove, la mia casa ` e distrutta. Il compagno della
vita, l’Anima del mio lavoro, il Fine di ogni mia gioia non ` e pi` u. Sola, sola e
intorno rovine. E su queste rovine giace un fiore: la piccola Preziosa che egli
amavacontantatenerezzaeacuidedicavagranpartedeiSuoipensieriedella
Suagiornata. Dovevolasciarlomorire? NonneavrebbeEglisoffertodalass` u?
Ho raccolto quel fiore: da esso trarr` o la forza per continuare il cammino. E
Voi, Amiche buone e care, che mi avete seguito spiritualmente da tanti anni,
siatemi vicine, s` ı che io, sentendo il Vostro affetto, trover` o facile la via per il
mionuovolavoro”
6
.
Finoaquelmomento,infatti,Adaavevavissutoingrandesimbiosiconilmarito
elasuamorteinciseprofondamentesullasuaesistenza.
Marcello,fratellodiAda,nelricordochediEnricoaffid` oallepaginediPreziosa,
ritrasseungrandeuomo,“unospiritosuperiorecontuttelecaratteristichedell’uomo
digenio”
7
,unapersonadall’animogentile,devotoall’arteeallaletteratura,l’ambito
che pi` u gli aveva dato modo di esprimere la propria creativit` a. Un uomo che per` o,
secondoMarcello,“nonseppeimporsicomemeritava”,lacuimodestiagliprovoc` o
molte delusioni che lo portarono, al fine, a ritirarsi dalla vita letteraria. E cos` ı,
raccontavaMarcello,eranata Preziosa:
6
Preziosa,annoXXII–n.1,gennaio1936,p.1
7
Preziosa,annoXXII-n.1,gennaio1936,p.2
11
“Inevitabilmentefuamareggiatodamoltedisillusioni,finoache,sdegnato,si
ritrasse dalla vita attiva letteraria. Con la Sua Ada, il Suo grande amore, Egli
diedevitaaquestaRivista. Dallafusionedelledueanimeedallacollaborazio-
ne delle due intelligenze⌧Preziosa attinse la meravigliosa vitalit` a dei figli
dell’Amore. Fulalorocreatura,illoropensiero,lalorostessavita.”
8
La morte della sua “anima gemella”, dunque, provoc` o alla donna quello “stra-
ziante dolore”
9
che mut` o anche le sue abitudini quotidiane: Ada prese a condurre
una vita riservata e solitaria, della quale facevano parte soltanto la redazione della
rivista, la revisione del Talismano della felicit` a, il manuale che dal 1925 l’ha fatta
conoscere a molte casalinghe italiane, le lezioni alla scuola di cucina, che dal 1932
Adaimpart` ıallefacoltosesignoreromanenellasaladimostrativaallestitanellasede
della rivista
10
, attivit` a di volontariato con i bambini accolti dalla parrocchia e brevi
soggiornialmareincompagniadeifratelli.
Dopo la morte del marito il fratello Marcello divent` o la figura di riferimento per
Ada. Egli la sostenne, anche economicamente, nella redazione di Preziosa e delle
nuoveedizionidel Talismano della Felicit` a.
Dal racconto dei familiari, di Ada Boni emerge la figura di una signora molto
riservata, ma orgogliosa di poter condividere con gli altri le proprie competenze,
esperienze,isegretidicucinachel’avevanoresafamosaecheancoraoggi,annido-
polasuamorte,lafannoricordarecomeunadellefigurepi` uimportantidellastoria
dellacucinaitaliana. Elladimostravaditrovarsisempreaproprioagiotraifornelli,
qualunque fosse l’obiettivo da raggiungere: come cucinava per i banchetti organiz-
zati dal marito per l’alta borghesia romana, cos` ı si impegnava nell’allestimento di
pranziperibambinipoveriospitatidallaparrocchia.
Agli impegni professionali, infatti, Ada affiancava attivit` a di diverso genere, co-
melapartecipazionealleattivit` adellaParrocchiaS.S.Apostoli.
Ad esempio, all’inizio degli anni Cinquanta, Ada si offr` ı di prestare aiuto alla
coloniaestivaorganizzatadaisacerdotiperibambinibisognosi. Raccontailnipote,
Marcello Tambone, che durante il soggiorno a Ostia Lido, la zia aveva tranquilla-
8
Preziosa,AnnoXXII-n.1,gennaio1936,p.3
9
Preziosa,annoXXII–n.1,gennaio1936,p.4
10
Un primo “esperimento”di scuola era stato fatto nell’aprile-maggio 1932. Due mesi di lezioni
pomeridianedicucinaepasticceria,allequaliladirezioneavevadovutolimitarel’accesso,visto
il grande interesse mostrato dalle abbonate. Corsi regolari vennero istituiti dal dicembre dello
stesso anno. Alle partecipanti sarebbe anche stato rilasciato un diploma a prova della parteci-
pazione al corso. Il 4 dicembre 1932 venne inaugurata la sala dimostrativa di Preziosa, dove le
alunneavrebberopotutoapprenderel’artedellacucina. “Tutto ` estatoprevistoetutto ` estatorea-
lizzato con meticolosa cura: dalla cucina ai forni, dall’elegantissima⌧bistecchiera alla tavola
dovesonoraccoltelepiccolemacchine,dalgrandetavolodilavoroallaghiacciaia,finoallaricca
batteria di cucina e alla svariatissima utensileria. [...] Cos` ı anche questa nostra viva aspirazione
si ` efinalmenterealizzata,ePreziosa,comelepi` ugrandirivistedieconomiadomesticadell’este-
ro, ha, prima in Italia, la sua bella sala di dimostrazioni, piacevole ritrovo delle sue gentilissime
amiche”. Trattoda Preziosa,annoXVIII-n.12,dicembre1932,pp.178-179
12
Figura1.2: AdaBoni
13
mente cucinato per cinquanta, o sessanta bambini di quella colonia; al termine del
pranzo, ricorda il nipote che i bambini allegramente intonarono un canto in onore
della cuoca e dei suoi manicaretti: “... e la signora boni, che boni che boni, ci ha
fatto i maccheroni, che boni che boni, e poi ...senza badare a spese... ci ha fatto
tante frappe per un meeese”
11
.
Fino al 1959 Ada continu` o a dirigere la sua rivista Preziosa, e pass` o gli anni
successivi continuando a rivedere e ampliare il suo Talismano, a collaborare con
varie riviste con ricette e consigli di cucina, a dare il suo contributo laddove veniva
richiesto.
Mor` ı a Roma il 3 maggio del 1973, alla veneranda et` a di 92 anni. Al nipote
MarcellocheerainpartenzaperilcorsotrimestraleAUCdell’AeronauticaMilitare,
Ada disse, come fosse una premonizione, “io non ti vedr` o mai pi` u”. Dopo otto
giorni,Adaspir` o.
Dalricordodelnipoterestaunteneroritrattodellazia:
“DiziaAdamisiaconsentitodiricordarecomeellasiastataunadonnadolce,
dedicata totalmente alla famiglia, come forse non ` e pi` u possibile nella attuale
societ` a. Unadonnachenonhomaiavutooccasionedivederusciredurantela
stagione estiva senza il suo abito chiaro, accompagnata dal fedele ombrellino
perilsole,quasifosseuscitadaunastampadellaBelle
´
Epoque”
12
.
1.4 Le opere
L’opera di Ada Boni ` e tuttora riconosciuta come base fondamentale della cucina
italiana,codificazionediunatradizionepopolareoralee“traduzione”deicomplicati
insegnamentioffertidacuochidigrandialberghiecortireali,italianiefrancesi.
Fautricediunacucinacurata,regionale,rispettosadelleproprieoriginiumilima
non per questo meno elegante, fatta di ingredienti semplici abbinati con passione e
saggezza,AdaBonisi ` eguadagnatariconoscimentiancheinternazionaliehapotu-
to contribuire, sia con Preziosa che con Il Talismano della Felicit` a alla formazione
culinariadigenerazionididonneitaliane. Infatti,spiegaClaudioRiolo,conil Tali-
smano“l’espertaautricepot` edimostrarechelacucinaraffinata,bencurata,nonera
pi` u lo status symbol di una ristretta fascia sociale e, nello stesso tempo, convinse
sullanecessariaqualit` adeicibi,piuttostochesullaquantit` a”
13
.
La rivista Preziosa, infatti, era nata con l’obiettivo di insegnare alle donne a cu-
cinare, a curare la tavola anche con mezzi limitati, a svolgere i propri compiti di
11
Testimonianzaresaall’autrice.
12
RIOLO C., Ada Boni in ROCCELLA E., SCARAFFIA L. (a cura di), Le Italiane, vol.II, Roma,
Dipartimentoperl’informazioneel’editoria,2004.
13
Ibidem.
14
responsabile della casa con la minore spesa possibile, senza trascurare l’eleganza e
lacuradeidettagli.
Consolidatalaposizionedellarivista,cheogniannopotevacontaresunuoveab-
bonate,AdaBonisieradedicatacompletamenteallaredazionedelTalismanodella
felicit` a, l’imponente manuale la cui composizione era stata annunciata nel 1922,
ma che vide la luce solo nel maggio del 1925. Seguirono ristampe e riedizioni
del volume, tutte minuziosamente controllate dall’autrice, che pi` u volte volle sot-
tolineare che le ricette contenute nel manuale erano il frutto delle sue invenzioni e
sperimentazioni.
Nel 1930 la Boni pubblic` o anche un volume di cucina regionale, La Cucina Ro-
mana. Contributo allo studio e alla documentazione del folclore romano, intera-
mente dedicato - come suggerisce il titolo - alla tradizione romana e laziale. “
`
E
noto”, scriveva in proposito la redazione di Preziosa annunciando la pubblicazione
del volume, “che tra le varie cucine regionali, quella romana occupa uno dei primi
postiperlasemplicit` a,ilgustoeilvaloreigienicodellesuepreparazioni;ed ` eanche
notochepochecucinepossono,comequellaromana,vantareunaabbondanteserie
divivandeassolutamentecaratteristiche,alcunedellequalidifama,potremmodire,
mondiale.”
14
Altrititoli,poi,appartengonoallabibliografiadiAdaBoni: Lacucinadiognime-
se: cinquecentonuovericette,pubblicatonel1945,Primeesperienzediunapiccola
cuoca, del 1949, La cucina rapida per la donna d’oggi, edito nel 1968 e La cucina
regionale,pubblicatonel1979,dopolamortedell’autrice. Quest’ultimoraccoglie-
vatuttigliinterventifattidallacuocasuArianna,rivistaeditadallaMondadori,alla
cuiredazioneAdaavevapartecipatoallafinedeglianniCinquanta.
AltrepubblicazionisiavvalserodelnomeedelprestigiolegatoallafiguradiAda
Boni: alcune riviste, come Arianna e Cos` ı, e alcune industrie alimentari come, ad
esempio, la Cirio. Le aziende alimentari erano solite avvalersi della competenza e
della fama di personaggi come la Boni, o Amedeo Pettini
15
, capo cuoco del Re, a
fini pubblicitari. Tali industrie commissionavano agli chef la preparazione di ricet-
tari, o agende, che proponessero piatti composti anche di ingredienti industriali, di
surrogatiediestratti,nellasperanzachelafiduciachelemassaiefosseroinvogliate
14
Preziosa,AnnoXV-n.4,aprile1929,p.49
15
AmedeoPettinierailcapocuocodellacortediVittorioEmanueleIII.Dal1905avevacollaborato
con Adolfo Giaquinto alla redazionede Il Messaggero della cucina, dove interveniva conla sua
rubrica Dall’empirismo alla cucina scientifica. “La sua opera pi` u importante ` e il Manuale di
cucina e pasticceria, pubblicato nel 1914, in cui e sponde tutta la sua esperienza di⌧Cuoco di
S.M.ilRed’Italia ”. Pubblic` ounvolumesull’alimentazionedietetica,“r´ eclamesfacciatadella
ditta Knorr”, un volume sull’igiene della cucina e molte altre opere pubblicitarie, di cui ricor-
dare Massaia 900 per la ditta Rebaudengo di Torino, e il Ricettario Carli. Tratto da MORONI
SALVATORI M. P., Ragguaglio bibliografico sui ricettari del Primo Novecento, in CAPATTI,
DEBERNARDI,VARNI(acuradi) L’alimentazione, Storia d’Italia, Annali,vol. 13,p.895
15
adacquistareiloroprodottipersperimentarelericette.
Gli interventi di Ada Boni, per` o, non si limitarono alla carta stampata. Ella,
infatti, nel 1946 condusse anche un programma radiofonico, Conversazioni, dalla
stazione S. Palomba (M.420.8), mentre all’inizio degli anni Cinquanta fu invitata
dalla RAI a tenere trasmissioni radiofoniche settimanali. Inoltre, intervenne a nu-
merose conferenze, invitata da aziende e da enti vari (come la Societ` a romana del
gas, o l’Accademia Gastronomica Internazionale) a condividere le proprie compe-
tenze. Preziosariport` ospessoiresocontidelleconferenzetenutedallaDirettrice,a
confermadellasuapoliedricit` adiinteressiedicompetenze.
Scrisse la redazione della rivista sulla presentazione organizzata dalla Triplex,
aziendaproduttricedicucineagas:
“Presentata con efficaci parole dall’Ing.Via, la signora Boni, tra l’attenzione
generale, inizi` o subito la sua brillante ceuserie. Naturalmente da Direttrice
di Preziosa, avvolse una serie di... preziosi suggerimenti, rivolti specialmente
allesignorineeallesignore,dimostrandolorocomesipossaesseredellebuo-
ne massaie senza per questo abdicare alla propria signorilit` a; e pass` o poi ad
illustrareconesperimentipraticil’efficaciadeiforniedellecucineagasdella
marca perfezionatissima Triplex. Certi di fare cosa gradita a quelle abbonate
chenonpoteronoassistervi,riportiamoipuntiprincipalidellaconferenza:
⌧Desideroanzitutto-incomincialasignoraBoni-fareunadichiarazioneche
misembradicapitaleimportanza. Questamianonsar` aunaconferenza. Anzi,
signoregentili,stabiliamosenz’altrodiabolirequestaparolacheappartieneal
generedelleparolecosiddettegrosse. [...]
Io credo che molte signore e signorine, pure potendo vantare la pi` u fine edu-
cazione, e pregi indiscutibili di coltura o non comuni talenti artistici, si tro-
verebberoimbarazzatesedovesseroimprovvisamenteassumeteglionoriegli
oneridellapreparazionedelpi` umodesto men` u. ”
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1.5 La notoriet` a, i premi
ConlarivistaPreziosa,AdaBonierariuscitaaconquistareampiconsensidipub-
blico: la sua cucina gustosa ed economica, le sue ricette minuziosamente descritte
e di facile realizzazione diventarono un riferimento riconosciuto nel pubblico di
lettrici.
Con il Talismano, le trasmissioni radiofoniche, la partecipazione ai convegni
e alle conferenze, la Boni aveva acquisito un buon livello di notoriet` a, tanto da
richiamarel’attenzioneanchedellaReginad’Italia,Margherita.
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Preziosa,AnnoXIII-n.3,marzo1927,p.45
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