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INTRODUZIONE
La terra vicentina racchiude testimonianze artistiche di impareggiabile interesse e
pregiato valore. La sola città di Vicenza è ricca di monumenti, palazzi e chiese che ne
testimoniano i diversi momenti storico - artistici. Universalmente nota come la Città
del Palladio, essa incanta per la nobiltà delle sue forme architettoniche e l'armonia
delle proporzioni. Adagiata ai piedi dei Monti Berici, alla confluenza tra i fiumi
Retrone e Bacchiglione, immersa in una ricca vegetazione, gode di un clima mite e
favorevole.
Di origini antichissime, nel 49 a. C. divenne Municipium romano. A testimonianza del
suo glorioso passato sono l’impostazione del reticolato viario romano, imperniato
sull’asse rettilineo del Decumanus maximus e le tracce tuttora visibili del
Criptoportico, dei ponti, dell’acquedotto di Lobia, del teatro di Berga. In epoca
medievale Vicenza subì le invasioni di Eruli, Ostrogoti, Visigoti e piø tardi dei
Longobardi che la scelsero come sede di uno dei 36 Ducati. Fu poi sottoposta alla
dominazione dei Carraresi di Padova, degli Scaligeri di Verona e poi dei Visconti di
Milano, fino a che nel 1404 la città fece Atto di Dedizione a Venezia. Fu sotto il
dominio della Serenissima che Vicenza acquisì quell'inconfondibile fisionomia che le
meritò l'appellativo di Venezia di terraferma. Il Cinquecento è stato il secolo del
grande architetto tardorinascimentale Andrea di Pietro della Gondola, detto Palladio.
Egli lasciò in eredità a Vicenza e al mondo intero un insostituibile patrimonio di
architetture, costituito soprattutto dai numerosi palazzi che arricchiscono il centro
storico e da sontuose ville sparse ovunque nella provincia. Tra le opere principali a
Vicenza ci sono la Basilica Palladiana nella centrale Piazza dei Signori, il Teatro
Olimpico, Palazzo Thiene, Palazzo Chiericati e Villa Capra detta la Rotonda, appena
fuori dall'abitato. Nell’anno corrente si sono svolti festeggiamenti, ricorrenze,
manifestazioni in occasione del Cinquecentenario palladiano. Non sono certo mancati
convegni, incontri, mostre, pubblicazioni e pretesti per celebrare la grandezza del
famoso architetto, ma le architetture palladiane sono soltanto uno degli aspetti
dell’enorme patrimonio artistico culturale vicentino. Un altro campo, non meno
rilevante, è rappresentato dalla pittura di Giambattista e Giandomenico Tiepolo, egregi
testimoni dell’arte del secolo dei Lumi. La presenza di questi artisti nella terra
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vicentina è testimoniata da vari cicli di affreschi e varie opere pittoriche dislocati in
varie zone della provincia: a partire dal centro storico della città si possono ammirare le
opere conservate alla Pinacoteca Civica e il piccolo altare della chiesa di santo Stefano,
per poi passare agli affreschi di Villa Valmarana ai Nani, a quelli di Villa Loschi Zileri
Dal Verme Motterle nella frazione di Biron di Monteviale, per finire a quelli di Villa
Cordellina Lombardi nel comune di Montecchio Maggiore. PoichØ i lavori dei due
artisti si trovano disseminati in un ampio territorio, degno di interesse e di attenzioni
per le bellezze naturalistiche e paesaggistiche, e poichØ risultano mete meno note e
meno facilmente raggiungibili dalla gran parte dei turisti, ho pensato che una loro
rivalutazione fosse necessaria e doverosa e costituisse perciò una motivazione valida
per svolgere una tesi di laurea sottoforma di itinerario turistico.
Prima di iniziare il mio percorso, penso sia d’obbligo fare alcune precisazioni sul
contesto storico del secolo in cui sono vissuti i due grandi artisti.
Il XVIII è uno tra i piø ricchi e controversi secoli della storia e della storia dell’arte.
E’ un secolo di ottimismo e di fiducia, di espansione economica e di crescita
demografica. In seguito al movimento culturale dell’Illuminismo, affermatosi con
particolare forza ed intensità in Francia, si sviluppò un vivace fermento filosofico,
intellettuale, culturale e si diffusero nuovi ideali, come il primato della ragione sulle
emozioni, sulle passioni e sui sentimenti e la preminenza dell’interpretazione
scientifica, sistematica e rigorosa della realtà. Nella ragione gli Illuministi riponevano
illimitata fiducia, poichØ la ritenevano l’unico strumento, di cui tutti gli uomini sono
dotati, per interpretare, leggere, capire la realtà, in grado di liberarli dall'ignoranza,
dalle superstizioni e dai pregiudizi nei quali erano stati tenuti per troppi secoli dalla
nobiltà e, soprattutto, dalle istituzioni ecclesiastiche. Il secolo dei Lumi, con le idee di
profonda fiducia nella ragione e nell’indagine scientifica, aveva incrinato la fama della
chiesa cattolica, mettendone in discussione l’autorità ed evidenziandone la scarsa
moralità.
Questo nuovo modo di pensare e di intendere il mondo, condusse a una profonda
modificazione anche in campo artistico. A quest’epoca, infatti, risale la nascita del
concetto di pubblica fruizione del patrimonio artistico. Dalla metà del secolo in molte
città europee iniziarono a nascere i primi musei, intesi come luoghi di conservazione ed
esposizione di opere d’arte. Cambiò anche il concetto stesso di arte. L’arte non è piø un
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insieme di regole da rispettare, ma approda all’estetica, diviene ricerca del bello e
descrizione del gusto degli uomini. La ragione di questi cambiamenti che favorirono
una diffusione capillare di istanze culturali ed artistiche è da ricercarsi nella politica
dell’equilibrio tra le potenze europee che finalmente era stato raggiunto dopo secoli e
secoli di guerre e lotte egemoniche. Si contraddistingue per la rivisitazione di molte
linee stilistiche, di tecniche, forme e motivi del passato. Coesistono stili che si rifanno
alla tradizione pittorica seicentesca ai modi dal gusto Tardo Barocco e Rococò e, dalla
seconda metà del secolo, il Neoclassicismo portò a un radicale stravolgimento degli
eccessi decorativi, dei forti contrasti chiaroscurali e delle forme ridondanti, in favore di
un ritorno alla compostezza, all’armonia, alla leggerezza, alla purezza delle forme e
alla luminosità tipiche dell’arte antica e Rinascimentale.
Per la mia tesi, pensando a un “pacchetto turistico”, ho ritenuto importante raccogliere
tutte le informazioni utili al fine di rendere piø agevole e semplice l’organizzazione del
tour, fornendo una serie di indirizzi, di siti internet e di recapiti telefonici, utili per
organizzare al meglio le visite al museo, alla chiesa e alle ville. Ho inoltre riportato, dal
sito internet www.aimvicenza.it, un elenco dei parcheggi a pagamento presenti in città,
con le relative tariffe orarie, in modo da agevolare i curiosi appassionati d’arte anche
nel deposito dell’auto, che in centro storico è abbastanza problematico.
Nel 1994 Vicenza è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, con i suoi
ventitrØ monumenti palladiani del centro storico. Nel 1996 il riconoscimento
dell'UNESCO è stato esteso fino a includere anche le ville palladiane dell’intero
territorio provinciale.
Questo mio lavoro vuole essere un invito a sostare nella città vicentina e nei suoi
dintorni, seguendo le tracce lasciate dal Maestro e da suo figlio Giandomenico e vuole
rappresentare una breve guida del loro operato allo scopo di incuriosire e di invogliare
a visitare la mia provincia, ricca di molte bellezze artistiche spesso sottovalutate.
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I. ITINERARIO TURISTICO
LEGENDA:
Pinacoteca Civica di Palazzo Chiericati
Chiesa di Santo Stefano
Villa Valmarana ai Nani
Villa Loschi Zileri Dal Verme Motterle
Villa Cordellina Lombardi
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Per la mia tesi alla scoperta delle meraviglie artistiche lasciate dai Tiepolo a Vicenza,
immaginando un pacchetto turistico da proporre ai visitatori, ho pensato di creare un
itinerario di tipo geografico che prevede prima la visita alle opere presenti nel centro
storico della città, che quindi si possono raggiungere piø facilmente muovendosi a piedi
o con i mezzi pubblici, e poi a quelle piø lontane che si possono raggiungere in auto.
Un percorso cronologico sarebbe stato piø sensato e corretto per conoscere e
comprendere al meglio l’arte e l’evoluzione artistica di questi grandi Maestri, tuttavia
sarebbe stato piø dispersivo a causa degli spostamenti necessari per raggiungere le
diverse località. Quindi ho preferito porre in secondo piano l’aspetto dell’evoluzione
artistica, per creare un itinerario piø che fosse pensato soprattutto per chi si avvicina per
la prima volta a queste meraviglie artistiche.
L’itinerario alla scoperta dei lasciti tiepoleschi si snoda attraverso diverse zone della
provincia: dal centro storico della città, dove possiamo ammirare le opere conservate
alla Pinacoteca Civica e il piccolo altare della chiesa di santo Stefano, si passa poi alla
poco distante villa Valmarana ai Nani, affrescata dai due Maestri intorno al 1757,
proseguendo per la frazione di Biron di Monteviale dove è situata villa Loschi Zileri
Dal Verme Motterle, fino a giungere infine al comune di Montecchio Maggiore, che
costituisce il punto piø distante dell’itinerario, dove è possibile ammirare la splendida
villa Cordellina Lombardi.