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INTRODUZIONE
“Le imprese non fanno acquisti, stabiliscono relazioni”.
C.S. Goodman
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Partendo da questa citazione, l’elaborato si propone di discutere e analizzare in
chiave metaforica la funzione del cosiddetto “marketing emozionale”,
concentrando una maggiore attenzione su uno degli esempi più evidenti di
questo genere di strategia.
Molti studi hanno dimostrato che solo il 5% della nostra mente agisce
attraverso meccanismi razionali, mentre il restante 95% si basa su meccanismi
inconsci ed emozionali (Gallucci, 2005)
2
. Durante un processo d’acquisto si
può dunque affermare che quasi la totalità del cervello umano è spinta a
ragionare irrazionalmente (tralasciando temporaneamente l’entità
dell’acquisto). L’emotional marketing si propone quindi di attirare l’attenzione
del possibile acquirente puntando sulle leve esperienziali, in modo tale da
provocare curiosità, soddisfazione e stimolo.
Il lavoro parte da questi presupposti per cercare di capire quali metodi
aziendali siano stati utilizzati per far sì che il marketing emozionale ottenesse
questo riscontro positivo sulle vendite di un prodotto. L’obiettivo principale è
quello di comprendere che relazione concreta esiste tra il feel, che scaturisce
dalla nostra irrazionalità, e l’acquisto di un oggetto o servizio. In parole più
povere, questo elaborato vuole arrivare a intendere quali siano le influenze che
1
Fonte: www.desygno.com
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Fonte: Gallucci F., (2005). Il marketing emozionale
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alterano le emozioni provocate appositamente da agenti estranei (negozio,
venditore...) durante il processo di acquisto. Dopo aver spiegato quindi quali
sono i metodi attraverso cui un’azienda cerca di muovere dei sentimenti nel
consumatore, rendendo comprensibile così il chiaro scopo che vuole
raggiungere, questo testo cercherà di mettere in luce le differenze che
intercorrono tra le caffetterie americane/ inglesi (dove prevale la moda della
coffe-house) e quelle italiane (dove il rito del caffè è breve e sacro). Le
domande secondarie alle quali prova a rispondere riguardano specialmente i
motivi per cui il marchio Starbucks, nonostante sia un leader mondiale nato
più di quarant’anni fa e che vanta la bellezza di quasi 6000 caffetterie in
cinquanta paesi
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, non sia ancora nella nostra penisola, pur avendo preso l’idea
proprio da una città italiana: Milano. Essendo stato creato nel 1971 a Seattle
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,
è opportuno spendere alcune parole sulla situazione storica del tempo, che ha
reso possibile la nascita di questo importante marchio.
La prima parte tratta appunto il tema dell’emotional marketing nella sua
totalità. Sarà spiegato com’è nato, da chi è stato precedentemente teorizzato e
in particolar modo quali sono i meccanismi utilizzati dai grandi marchi per
incrementare le vendite attraverso questa strategia. Verrà illustrato come sono
cambiati gli orientamenti di marketing nel corso degli anni, da quando
l’attenzione era focalizzata unicamente sul prodotto a quando essa si è spostata
sul cliente.
La seconda parte si focalizzerà sulla famosa catena di caffetterie americane
Starbucks, leader nella categoria delle Coffee Company e presente in tutto il
mondo con migliaia di punti vendita. Saranno analizzati di conseguenza anche
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Fonte: www.starbucks.com/store-locator
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Fonte: Schultz, H. (1997): Pour your heart into it
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la situazione aziendale di Starbucks e i fattori che l’hanno portata a costruire
in pochi anni un impero mondiale.
Il terzo capitolo ruota intorno al mondo del caffè, alla sua storia e a come
siano nate le usanze che riguardano quest’antica miscela. Verranno citate le
più famose leggende che esistono sulla storia e sull’importazione del caffè e
infine saranno analizzate le principali differenze che intercorrono tra la
tradizione del caffè in Italia e quella negli USA.
Negli USA l’espresso si acquista agli angoli delle strade nel tradizionale
bicchiere di carta da 350 ml, il famoso paper cup
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e si gusta frettolosamente
passeggiando per le vie della città. Sostanzialmente l’abissale differenza tra il
consumo della bevanda in questione nelle caffetterie europee (ed in particolar
modo italiane) e nei locali Starbucks è proprio questa: per gli italiani è una
pausa, un break tra gli impegni quotidiani, un rito. Chi consuma il caffè
“americano” camminando per andare a lavoro lo fa per ottimizzare i tempi,
perciò la terza parte dell’elaborato, si propone anche di mettere a confronto le
diverse usanze che si sono con il tempo diffuse all’estero e in Italia.
Ci si soffermerà sui punti chiave che hanno fatto decidere al fondatore Howard
Schultz di non aprire neanche un punto vendita nel nostro paese e sul motivo
per il quale nel resto del mondo sono invece presenti numerose caffetterie.
Sono state prese in considerazione Italia e America perché rappresentano
l’antitesi più chiara e spontanea di due mondi fatti di tradizioni e culture
diverse, come quella del caffè.
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Fonte: www.starbucks.com/responsibility/environment/recycling
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CAPITOLO 1. IL MARKETING EMOZIONALE
1.1. Definizioni
In un’era in cui ogni prodotto o servizio che viene immesso nel mercato non
ha bisogno solo di essere progettato e pensato in maniera perfetta, ma
necessita soprattutto di saper fare la differenza, il ruolo fondamentale viene
ricoperto dal marketing e dalla continua ricerca della soddisfazione del cliente
che esso si propone. Appare dunque chiaro che ogni azienda deve far leva sul
marketing per potersi distinguere dalla concorrenza e fare in modo che il
consumatore la preferisca al resto dei prodotti presenti sul mercato. In che
modo è possibile quindi attirare l’attenzione su di sé permettendo all’impresa
di vendersi al meglio e per essere in grado di soddisfare tutto il target che si è
posta come obiettivo? Probabilmente la risposta è vedere il consumatore come
un essere umano che pensa, agisce, reagisce e non come un robot che acquista
inconsciamente. Le sensazioni e le emozioni diventano ottimi strumenti di
persuasione, perché si rivolgono e colpiscono la parte più debole e
influenzabile: l’inconscio. Il marketing emozionale nasce proprio per
stimolare le zone del cervello non governate totalmente dalla razionalità, per
fare in modo che il consumatore si affidi ad esse, riportandolo a determinate
situazioni passate piacevoli e che lo spingeranno all’acquisto
6
.
Partendo dall’analisi di ognuno dei due termini, si può affermare che per
marketing si intende “ il processo sociale e manageriale mediante il quale una
persona o un gruppo ottiene ciò che costituisce oggetto, dei
6
Fonte: Gallucci, F. (2005) Il marketing emozionale
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propri bisogni e desideri, creando, offrendo e scambiando prodotti e valore
con altri” (Kotler P. 2009)
7
, e l’emozione sia descritta come il “sentimento
intenso accompagnato da modificazioni psichiche e reazioni fisiologiche”
(Hoepli, 2011)
8
. Una mera definizione lessicale però, non basta per spiegare
chiaramente quale sia il significato reale che la parola marketing ha assunto
nel linguaggio comune: esso è quel ramo dell’economia che si occupa dello
studio descrittivo del mercato e dell'analisi dell'interazione del mercato e degli
utilizzatori con l'impresa. Una buona operazione di Marketing cerca quindi di
influenzare la scelta dell’anello finale della catena: il cliente. Ciò che sta alla
base di questo concetto è proprio l’orientamento che assume: si passa
dall’orientamento al prodotto all’orientamento al cliente. Nella storia del
capitalismo industriale si possono distinguere tre fasi cruciali per questa
disciplina aziendale:
Orientamento alla produzione (fine XIX secolo- inizio XX)
dove il ruolo del marketing era quello di comunicare i prodotti e
garantire i beni solo quando richiesti dal consumatore, poiché si parla di
un periodo in cui venivano prodotti solo beni standardizzati.
Orientamento alla vendita (prima metà del XX secolo)
dove il marketing comincia ad avere un ruolo più importante, ossia
intensificare la consumazione ed estendere le reti di vendita.
Orientamento al mercato (seconda metà del XX secolo)
dove finalmente il ruolo del marketing diventa chiave perché ha il
compito di interfacciare i bisogni dei consumatori che risultano essere
l’ unico punto di partenza e arrivo.
L’approccio dunque cambia radicalmente:
dall’approccio di vendita:
7
Fonte: Kotler P., Armstrong G. (2009) Principi di marketing, pagina 5
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Fonte: Gabrielli A. (2011) Grande dizionario italiano
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Figura 1.1: Un approccio diverso
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All’approccio di marketing:
Figura 1.2: Un approccio diverso
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I consumatori diventano il perno e le imprese, per massimizzare il profitto e
per difendere la propria quota di mercato dalla concorrenza esterna, iniziano a
porre al centro del processo decisionale aziendale le esigenze della propria
clientela.
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Fonte: Iacuzzi Silvia (2011) Lezione 2, Dagli archetipi al marketing moderno, Università degli Studi
di Padova
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Fonte: Iacuzzi Silvia (2011) Lezione 2, Dagli archetipi al marketing moderno, Università degli
Studi di Padova
azienda
prodotti
esistenti
vendita e
promozione
profitto tramite
le vendite
mercato bisogni del cliente
coordinamento
delle politiche di
marketing
profitto attraverso
la soddisfazione del
cliente